Inseguita?

Anche per quella sera, le prove di canto per la messa erano finite. Selenia rimase a chiacchierare fuori dalla chiesa con le sue amiche. Il freddo era pungente a tal punto che le narici davano l'impressione di ghiacciarsi. << Mio Dio Sele ma perché non sei nata ad agosto? >> chiese scherzando Marta. La risposta fu degna della sua ironia. << Se fossi nata in estate non avremmo potuto festeggiare insieme visto che tutti sarebbero stati in vacanza! >>. Le risate furono scontate. Silvia chiese a che punto erano i preparativi. << E' tutto apposto! Ci manca solo da fare la lista della spesa per gli antipasti e abbiamo finito! >>. Entrambe le amiche non vedevano l'ora di festeggiare il compleanno di Selenia con tutti quanti.

<< A proposito, viene anche Paolo di Milano, vero? >> chiese Silvia sfregandosi le mani per tentare di scaldarsi. << Certamente e porta anche il suo migliore amico Emanuele! Ci sono proprio tutti. Al mio compleanno non deve mancare nessuno e lo sai! >>. Cominciò a nevicare e le ragazze si ripararono sotto l'arco della chiesa. << Avete sentito di quella meteora che ieri notte è caduta nei dintorni di Baraggia? >> chiese a bassa voce Silvia. Le amiche annuirono. << Guarda non me ne parlare che ora mi devo fare a piedi tutta la strada fino a casa! >> esclamò Marta. Lei infatti era l'unica del trio ad abitare in un altro paese, proprio quello dove si pensa sia caduto l'oggetto celeste. << Beh direi che come atmosfera prima della festa è il massimo che potessimo desiderare! >> concluse sospirando Selenia dando uno sguardo al cielo nero. Poi guardò l'orologio e si sorprese dell'ora. << Accipicchia sono già le 9 e mezza! Devo andare. Mi raccomando ci vediamo domani sera e siate puntuali, ok? >>. Marta prese la via per Baraggia con passo molto veloce mentre Selenia volle accompagnare Silvia a casa come d'abitudine. Intanto la neve cadeva fitta e sempre più veloce mentre il rumore dei loro passi echeggiavano ai lati della via principale di Viggiù: il paese era deserto. Selenia senza girare la testa osservò l'espressione preoccupata della sua amica. << Prima o poi dovrai affrontare questa tua paura di percorrere le strade deserte di notte >>. Silvia si voltò tentando di sorridere << Prima o poi accadrà ma non oggi né domani! >> rispose. Era la sua frase preferita e funzionava come un motto per lei.

Poi per l'ennesima volta chiese chi ci fosse alla festa. Selenia cominciò a contare con le dita << Tu, Marta, Valentina, Paolo, Emanuele, Matteo, Ivan, Mattia e naturalmente mio fratello. Pochi ma buoni dai! >>. Arrivarono sotto il portone di casa. Dopo essersi messe d'accordo per chiamarsi e discutere del vestito adatto alla festa, si salutarono abbracciandosi. Poi con passo tranquillo, Selenia riprese la via principale. La neve continuava a cadere fitta e silenziosamente. Mentre passeggiava, la ragazza guardava le finestre illuminate. Le voci di chi vi abitava, giungevano ad un livello troppo basso per capire qualcosa. Erano gli unici segni di vita. In strada continuava ad esser l'unica ragazza presente.

Il rumore dei suoi passi veniva ampliato dalle pareti delle case ai lati della via. Il suono delle scarpe echeggiava una volta passata sotto il portico della piazza centrale. Quando tornò all'aperto tornò lieve come prima. Dai portici provenne l'eco di un tonfo. Selenia d'istinto si voltò per vedere chi poteva essere la persona che, sfortunata quanto lei, era costretta a passeggiare in paese a quell'ora. Ma dopo quel rumore, non sentì nulla né vide nessuno.

Guardò l'ora e affrettò la camminata. L'eco dei suoi passi si fece insolitamente più intenso. Senza voltarsi continuò a camminare finché non notò di avere una scarpa slacciata. Si fermò ma l'eco continuò per pochi istanti. Forse continuò fin troppo per essere soltanto l'eco dei suoi passi.

Era chiaro: non era l'unica persona presente in quella via.

Si voltò per controllare ma non c'era anima viva.

Proseguì e notò con serenità che il rumore della camminata era tornato quello di sempre. Ma per poco. Di nuovo si sentì l'accavallarsi di un ulteriore passo: non il suo di certo. << Kiki non è divertente! >> disse la ragazza voltandosi per l'ennesima volta. Ma ci fu solo silenzio come risposta. Rimase ad osservare la via illuminata dai lampioni, mentre la luce arancione che emettevano, veniva di continuo riflessa dai fiocchi di neve che senza sosta continuavano a cadere. Il suo respiro si fece più intenso. Selenia cominciò a preoccuparsi. Rimase ancora ferma per poter cogliere il minimo movimento nella via. Poi sentì dei passi: provenivano da una traversa della via principale a una decina di metri da lei. Con fare silenzioso, continuò il suo cammino verso casa ma dopo aver percorso una breve distanza, voltò a destra nascondendosi dietro l'angolo di una via. Forse stava esagerando. Forse era solo il pensiero che qualcuno la inseguisse. In effetti poteva trattarsi di una persona che come lei tornava a casa a quell'ora. Rimanendo appoggiata al muro, si affacciò per controllare dietro di sé. Continuava a sentire i passi ma nessuno si fece vivo. La ragazza si ritrasse con la spalle sempre appoggiate al muro. Era sul punto di prendere una strada alternativa ma solo dopo si accorse che il vicolo dove si trovava era senza uscita. Tese l'orecchio: i passi estranei non si sentivano più. Ebbe un momento di esitazione; poi trovò il coraggio necessario e uscì dal vicolo.

Si voltò di scatto guardando la via da dove le era parso di sentire il rumore. Le si gelò il sangue nelle vene. Sulla parete di quella via, vi era un'ombra che prima la luce del lampione non proiettava.

Era immobile.

Ma dei leggeri movimenti faceva capire che era qualcosa di vivo. Respirava. Selenia guardò quell'ombra senza muovere un solo muscolo. Poteva essere benissimo un animale. L'altezza era pressappoco come quella di un gatto. Ma allora perché non riusciva a sentirsi tranquilla? Riprese a camminare verso casa con passo rapido, spesso voltandosi guardando l'ombra. Quest'ultima si mosse. Era come se si fosse alzata su due piedi. L'altezza era quella di un bambino ma non fu questo a far spaventare la ragazza. La sagoma aveva una forma umana ma era troppo bizzarra, troppo sottile per essere una persona. Poi un urlo agghiacciante echeggiò per tutta la via e fu proprio l'essere a produrlo. A questo punto Selenia cominciò a correre con quanta più energia aveva in corpo. Il verso si ripeté con intensità minore. Non la stava inseguendo? Il dubbio non fece rallentare la ragazza che, dopo aver attraversato l'unica rotonda del paese senza guardare se giungevano auto, continuò la sua corsa arrivando alla sua via. Rallentò sentendosi più vicina a casa. Ma prima, doveva percorrere l'intero vicolo del Vidisello, una strada senza uscita che finiva quasi al di fuori del paese. L'illuminazione era scarsa e i lampioni erano quelli alogeni bianchi che illuminavano poco. Sulla sua sinistra le ville erano illuminate e ciò dava un senso di sicurezza anche se sul lato destro vi erano solo alberi che preannunciavano l'inizio del bosco del paese. Selenia non ci fece caso. Mantenne il suo sguardo verso gli edifici per non spaventarsi ulteriormente da quelle alte sagome che alla minima presenza di vento, prendevano vita. Vide finalmente il cancello di casa sua, l'ultima villa della via e del paese stesso. Dopo aver citofonato guardò alle sue spalle la strada deserta. Il cancello si aprì ma prima di entrare, notò due luci accendersi dietro un cespuglio ai piedi di un albero.

Le guardò. Probabilmente erano gli occhi di un animale notturno con la sola particolarità del colore: un rosso molto acceso, un rosso sangue. Sembravano due lampadine talmente erano brillanti.

Era troppo lontana per capire se si trattasse di un gatto o meno. Poi l'orribile sorpresa.

Di nuovo quell'urlo terrificante! La sagoma misteriosa l'aveva seguita! Era dietro il cespuglio.

E quelli non erano altro che i suoi occhi.

Corse dal cancello del giardino fino alla porta d'ingresso con un solo pensiero: Mai più percorrere strade deserte da sola di notte.

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