47• Ecate è un polpo a quattro braccia
«Bene. Meglio così, allora.» rispose Alex Fierro, quando Reyna gli parlò di come si era conclusa la battaglia. Erano davanti all'ingresso dell'Hotel Valhalla e sia lei che Lucas avevano l'impressione che i nordici stessero nascondendo qualcosa. Alex sembrava stesse facendo da scudo alla porta e nell'atrio almeno una trentina di ragazzi erano completamente ricoperti da un'armatura ed erano tutti riforniti di armi piuttosto brutali.
«E Loki è sparito. Non abbiamo idea di dove si trovi. Nella villa non c'era.» continuò Reyna.
Neanche questa volta Alex reagì come Lucas e Reyna si sarebbero aspettati che facesse. «Non importa. Ce ne occuperemo noi.»
Poi si lanciò un'occhiata alle spalle e aggiunse: «Non avete lasciato nulla dentro l'hotel, vero?» Sembrava quasi che sperasse che dicessero di no.
«No. Abbiamo preso tutto quando siamo partiti per New York.» rispose Reyna.
«Allora ve ne potete andare.» sentenziò Alex, forse un po' troppo bruscamente. «È stato un piacere.» aggiunse poi.
«Ma-» iniziò Lucas, ma prima che potesse finire Reyna gli mise una mano dietro la schiena e lo spinse fuori dalla recinzione dell'Hotel Valhalla, per la precisione dove avevano parcheggiato il SUV. Lucas si voltò indietro e guardò l'edificio per l'ultima volta mentre Reyna armeggiava con le chiavi della macchina. Da una delle finestre vide un ragazzo dall'aria familiare. Ma poi non ebbe tempo di pensare al perché gli sembrava di averlo visto già da qualche parte, perché Reyna gli disse di entrare in macchina.
«Ci nascondono qualcosa, vero?» le chiese, allacciandosi la cintura.
«Penso proprio di sì.» concordò Reyna, lanciando occhiate nervose all'edificio. «Ma forse non è il caso di insistere. Per questo ti ho fermato, prima.»
Lucas annuì. «Quindi ora che facciamo?»
«Andiamo al Campo Mezzosangue.»
«Va bene. Se vuoi guido io, visto che tu hai guidato prima. Puoi riposare un po' nel frattempo.»
Reyna sorrise. «Non ti preoccupare, ce la faccio.»
«Okay.»
Reyna avviò l'auto e presto furono di nuovo in carreggiata, diretti a Long Island. Nel frattempo, fecero un po' di congetture su cosa potessero nascondere i guerrieri di Odino, ma sapevano di essere entrambi fuori strada in fondo.
Poi Reyna disse: «Comunque pensavo un po' a quello che mi hai detto prima. Sugli dèi e sulla vita da semidio. Non so perché tua madre si comporti così, ma gli dèi non possono aiutarci direttamente, soprattutto se sono i nostri genitori. Può darsi che tua madre ti abbia aiutato senza che tu te ne sia accorto.»
Lucas annuì. «Però mi piacerebbe conoscerla.» disse poi, come ripensandoci.
«Potrebbe accadere quando meno te lo aspetti. Il fatto che ti abbia riconosciuto qualche settimana fa vuol dire che tiene a te.»
«Sai, credo di iniziare a capire come funziona. Quasi, quasi…» borbottò Lucas pensieroso.
«Ho una proposta da farti, se ti va una vita più tranquilla.» buttò lì Reyna.
«Oh. Ti ascolto.» Lucas aggrottò la fronte, sorpreso.
«A Nuova Roma c'è un college per i semidei. Potresti frequentarlo. Non dovrai più compiere imprese tipo questa – salvo imprevisti – e saresti al sicuro dai mostri.»
«Sembra bello.» ammise Lucas. «Mi pare di averne sentito parlare da Kimberly. E…credo che ci penserò. Sono stato già ammesso in un altro college e non so se… Poi vivere a San Francisco… Mi piacerebbe perché io e te potremmo vederci tutti i giorni e sarebbe bellissimo, ma a New York ci sono i miei genitori e poi c'è Gwen che…»
Reyna lo interruppe. «Certo, capisco. Per l'altro college ci vorrà un attimo con tutte le scartoffie, comunque. Basta che tu dica di sì. Ma prenditela pure comoda per decidere. Tutto il tempo che vuoi.»
Lucas sorrise e annuì. Poi si rabbugliò perché gli venne in mente che Josh sarebbe dovuto andare ad un college a San Francisco sul quale faceva sempre il vago e capì che era proprio quello di Nuova Roma. Se solo non fosse morto sarebbero stati compagni di college…
E tutta la gioia per la proposta di Reyna svanì all'istante.
• • •
Josh e Adria dormivano su un letto, in una suite che comprendeva una cucina e un comodo salotto dotato di qualsiasi attrezzo tecnologico di ultima generazione.
I due si svegliarono, ad un certo punto, e si guardarono attorno, confusi da ciò che vedevano.
«Ma non eravamo morti?» chiese Adria a Josh. Quella domanda aveva un senso dato che entrambi sembravano vivi e vegeti apparentemente.
Josh le prese la mano sia per testare che non fosse un semplice spirito sia per far capire ad Adria che era felice di ritrovarsi lì con lei. «Credo che questo sia l'Elisio.» Indicò il televisore. «E guarda che lusso, tra l'altro! Ce lo siamo meritato, no?»
«Direi di sì.» concordò Adria, adocchiando la cucina. «Vediamo cosa c'è qui fuori.»
Si alzò dal letto e andò ad aprire la porta, ma quando abbassò la maniglia capì che era chiusa a chiave.
«Non si apre? Ci penso io, dolcezza.» fece Josh, dandosi arie di grande importanza.
Adria alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, ma non disse nulla mentre Josh armeggiava con la serratura tramite un attrezzo che aveva tirato fuori dalla tasca. Ma poi all'improvviso la porta si aprì dall'esterno e sulla soglia i due semidei videro una ragazza che indossava un hijab e che aveva un'ascia legata ad una cintura che teneva attorno alla vita.
«Io sono Samirah. Buona Prima Resurrezione, ragazzi. È un onore per noi accogliervi qui, è stato il minimo per il grande servizio che ci avete fornito. Mi raccomando, niente contatti con la vostra vecchia vita, non fate scoprire a nessuno che ora vivete in questa forma e buona eterna permanenza. Sono a vostra disposizione. Benvenuti nella vostra nuova casa, guerrieri di Odino.»
Lucas si svegliò di soprassalto e scattò a sedere sul suo letto col fiatone. Aveva la maglietta incollata alla schiena per il sudore. Si guardò attorno: la cabina di Ecate era immersa nell'oscurità e dentro c'era solo lui, dato che Lou era in infermeria perché aveva riportato qualche ferita durante la battaglia. Si pentì di essersi messo a dormire dopo essere tornato al Campo Mezzosangue insieme a Reyna. Forse sarebbe dovuto andare anche lui in infermeria, anche solo per stare insieme a Kimberly e a Daniel.
Non capì quale forza gli fece capire di doversi alzare dal letto, ma con ancora in testa le parole “guerrieri di Odino” si diresse deciso verso l'altare di Ecate presente all'interno della casa e si inginocchiò. Quel gesto gli fece venire i brividi e allo stesso tempo gli fece scattare qualcosa dentro, come se ora lui e sua madre fossero connessi. Non sapeva esattamente cosa chiedere e in che modo, ma una volta che incominciò a parlare gli parve più semplice trovare le parole adatte.
«Salve, Madre. So che probabilmente ti ho offesa con i miei commenti sul fatto che non ci siamo mai conosciuti, ma ti ringrazio già solo se mi ascolterai. So che siete dèi e che siete tanto impegnati. Ho bisogno di aiuto. I miei due amici sono morti e li ho sognati poco fa. Chi sono i guerrieri di Odino? So chi è Odino, ma nei film della Marvel non ricordo dei suoi guerrieri. Credo che i miei due amici lo siano. O meglio, questo è quello che ho sognato. E qualcuno ha detto loro che non devono più avere contatti con la loro vita precedente. Che vuol dire? Cosa dovrei fare, secondo te, Madre?»
Poi rimase in silenzio, in attesa.
Nel buio più assoluto, una candela comparve, sospesa sopra l'altare. La fiamma era viola, come l'alone che la circondava. Lucas si alzò in piedi e avvicinò il viso alla candela.
«Prendila.» disse una triplice voce alle sue spalle. Era quasi terrificante. «È un dono.»
Lucas obbedì prima di voltarsi lentamente. Ebbe la sensazione che la luce della candela si fosse intensificata al suo tocco.
Davanti a lui c'erano tre donne identiche, che poi si fusero insieme e Lucas ne vide una sola. Era bella, ma terrificante. L'abito era scuro ma ricco di minuscole pagliuzze dorate, quasi fossero stelle. Il volto era regale, ma quasi cupo e i capelli scuri come il cielo notturno in inverno.
«Ecate?» chiese Lucas.
Lei annuì.
Il suo primo pensiero fu che, se quella era sua madre, non si somigliavano affatto, anzi erano completamente l'opposto.
«Mi hai chiesto aiuto.» continuò la dea. «E sono qui adesso.» Si avvicinò e disegnò sulla fronte di Lucas un cerchio con il dito. Lucas ebbe l'impressione che tutti i suoi nervi tesi si fossero sciolti in un attimo solo con quel gesto. Per qualche ragione percepì l'odore di sua madre: era profumo di magia. Gli vennero in mente le parole “Eau de Magic” e si sforzò di non ridere.
«I due ragazzi avevano delle scelte da compiere. Hanno scelto quella che nessuno si immaginava.»
«Quali scelte?»
Ecate tese una mano in avanti e una fiamma di fuoco viola divampò da essa. Comparve un'immagine tra le fiamme mentre parlava: Josh e Adria in una prigione, le loro figure afflosciate sul pavimento. «Arrendersi.»
Tese l'altra mano e comparve un'altra fiamma e un'altra scena, questa volta in movimento: Adria e Josh questa volta erano nella stessa cella e si battevano con due spade contro un uomo. «Combattere.»
Un braccio comparve da dietro la schiena di Ecate e Lucas cercò di non chiederle da dove fosse spuntato e represse anche l'istinto di andare a controllare di persona, concentrandosi sulla prossima scena. «Sacrificarsi.»
Tra le fiamme Lucas vide nella stessa cella di prima Josh venire colpito dallo stesso uomo della scena precedente, ma un attimo prima Adria fargli da scudo. Vide poi Adria accasciarsi a terra, morta, e Josh inginocchiarsi al suo fianco, in lacrime, mentre l'uomo usciva dalla cella, soddisfatto.
«Tornare indietro.» disse poi Ecate. Lucas si era talmente incantato a fissare quella scena che non si era reso conto che era spuntata un'altra mano. Tra le fiamme questa volta non vide una cella, ma un luogo strano e oscuro. C'erano Josh, Adria e l'uomo. Quest'ultimo si accasciò a terra e Josh e Adria lo guardarono con aria soddisfatta prima di crollare a loro volta sul terreno. Ma non era finita lì, perché qualcosa si sollevò dai loro corpi immobili e quei due qualcosa vennero catturati da una figura sospesa in cielo.
Poi la visione si spensero, due delle braccia di Ecate scomparvero. «Hai capito, Lucas?»
«No. Ma credo che abbiano scelto l'ultima opzione. Che vuol dire “tornare indietro”? “Indietro” dove?»
«Indietro nel regno dei vivi. È stata una scelta improbabile e inconsapevole la loro. Non conoscevano le conseguenze. Non è una scelta consona per il nostro universo. Non sono veri guerrieri di Odino.»
Lucas si grattò dietro la testa. «Quindi…i guerrieri di Odino muoiono e tornano indietro?»
«Non esattamente. Se muoiono eroicamente, senza sapere di appartenere al mondo dei Asgardiani e senza sapere che torneranno indietro, allora qualcuno arriverà a prendere le loro anime e diventeranno guerrieri immortali, destinati a combattere per Odino.» Poi Ecate scosse la testa. «Ma i tuoi amici non possono essere suoi guerrieri, perché non appartengono a quell'universo.»
«E quindi ora cosa succederà?»
«C'è stato un Consiglio degli Dèi per il servizio che ci avete arrecato. Scoprirai presto cosa è accaduto ai tuoi amici. Ma non spetta a me dirtelo.»
«E a chi allora?» chiese Lucas, mordendosi la lingua subito dopo per il tono che aveva usato.
«Vedrai. Va' in infermeria.» gli rispose Ecate. «Mi rendo conto di non essere un genitore presente e comprendo la tua rabbia. Ma sappi, figlio mio, che mi stai molto a cuore.» In un gesto che andava in contrasto con il modo in cui si era comportata fino ad allora, Ecate abbracciò Lucas. «Grazie per la tua pazienza.» aggiunse mentre lo stringeva a sé. «Hai ragione, abbiamo bisogno di imparare a ringraziare gli eroi. E anche di imparare a rispettarci l'un l'altro. Tieni la candela, è un dono che ti aiuterà. Non si consuma mai. Accendila ogni qualvolta ne senti il bisogno. Arrivederci, Lucas.»
Fu come se Ecate si fosse dissolta all'istante nell'aria, lasciando Lucas piuttosto alla sprovvista. Non si era aspettato quell'incontro, ma fu felice che ci fosse stato. Lo aveva aiutato a prendere una decisione importante. Lasciò la candela sul suo comodino. Questa volta non rimase sospesa nell'aria e la fiamma si spense. Notò anche che la cera era di colore nero. Un particolare che lo affascinò
Si mise una felpa sopra in pigiama e andò in infermeria, proprio come gli aveva detto sua madre.
-1 alla fine yeey
Quasi quasi ci starebbe una storia solo su Lucas, mi è piaciuto scrivere di lui e di Ecate 🤧
Cosa avete ricevuto per Natale? :D
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top