4• Lucas si improvvisa un meccanico - ghiotto di cioccolati

Reyna, però, non se ne andò a dormire. Era orgogliosa di Daniel e Kimberly; erano riusciti ad evitare una cattura, ottenendo una pista da seguire. "Quindi" pensò la figlia di Bellona, "perché non seguirla ora?"

Uscì dai Principia e si incamminò verso il Caldecott Tunnel, muovendosi con cautela per le strade, per evitare di inciampare nel solco tondeggiante che caratterizzava il sentiero che proprio lei stava seguendo - sicuramente tutta opera del passaggio del serpente -.

Una volta arrivata, si appostò dietro un mucchio di rocce e avvolse le dita della sua mano destra attorno all'elsa della spada che si era portata dietro, tenendosi pronta a tirarla fuori dal fodero in caso ne avesse avuto bisogno.

L'occasione si presentò più presto di quanto si aspettasse. Alle sue spalle udì il rumore dei passi di qualcuno farsi sempre più vicino. Non sapeva se quel qualcuno avesse intenzione di aggredirla, ma, in ogni caso, quella persona non ebbe l'occasione di fare nessuna mossa perché fu lei ad attaccare per prima.

Immobilizzò la persona a terra e, grazie alla luce lunare, riuscì a scoprirne l'identità: Adria.

«Sta diventando quasi un'abitudine saltarmi addosso così. Sto arrivando a considerare l'ipotesi che tu nutra una segreta attrazione per me.» dichiarò la ragazza con uno strano sorrisetto sulle labbra.

«O una palese intenzione di aggredirti.» la corresse l'altra, mentre si alzava da terra. «Che ci fai in giro a quest'ora?»
«Una passeggiata al chiaro di luna.» rispose lei, rimettendosi in piedi e spolverandosi il retro dei pantaloni.

Reyna alzò un sopracciglio. «Adria, tu non faresti attività fisica neanche sotto minaccia di morte.»
Adria le diede una gomitata scherzosa. «Mi conosci bene, eh?»

Lei fece una strana smorfia. «La caffeina ha uno strano effetto su di te.» Si inginocchiò nuovamente a terra e riprese ad osservare l'interno del Caldecott Tunnel.

«Non riuscirei a dormire neanche se lo volessi.» dichiarò la figlia di Ade, sistemandosi al fianco di Reyna.
Nel punto in cui si erano sistemate le due semidee, la luce della luna era oscurata dalle rocce, col risultato che era praticamente inutile stare inginocchiate lì ad osservare...che cosa, poi? Un mucchio di enormi sassi bui che formavano un tunnel altrettanto buio?
«Cosa stiamo guardando, esattamente?»

«Sto cercando delle tracce che il serpente che ha quasi ucciso Lewis potrebbe aver lasciato.» le rispose Reyna.
«Ah. Sempre al lavoro tu, eh?» Adria le diede una leggera gomitata al braccio.
«Già. Come mai non riesci a dormire?»
«Vorrei poterti dire che mi sono abituata a seguire lo stile di vita di un vampiro, ma la verità è che sono un po' preoccupata.»

Reyna annuì. «Lo siamo tutti.»
«Dato che siamo qui, posso parlarti di una cosa?»
«Certo.» rispose Reyna. «Nel frattempo, se non ti dispiace, vorrei dare una controllata in fondo al tunnel e sulla strada. Per assicurarmi che il mostro non abbia fatto danni sull'autostrada.»

«Sì, va bene.» Adria tenne la bocca chiusa per tutto il tempo che impiegarono ad attraversare il Caldecott Tunnel. Stava cercando di trovare le parole giuste per dire a Reyna della dea del destino, Ananke, e delle parole terrificanti che le aveva detto riguardo alla sua morte. Non l'aveva ancora detto a nessuno dei suoi amici perché non le pareva giusto guastare la felicità di tutti con quella nota acida. Kimberly e Daniel erano così felici - e schifosamente sdolcinati - da quando si erano messi insieme e non voleva rovinare loro quel momento.

Lucas, invece, trovava insopportabili gli dèi e i loro modi di fare e Adria era sicura che avrebbe fatto follie se gli avesse raccontato di Ananke.
E Josh era già fin troppo turbato a causa di quei rapimenti; Adria avrebbe vinto il titolo di peggiore ragazza di sempre se gli avesse scaricato anche quel peso addosso.

Era arrivata a pensare che Reyna fosse la persona perfetta con la quale confidarsi. Non c'era chissà quale amicizia tra loro, non perché Adria non volesse essere sua amica, ma perché Reyna era sempre così indaffarata che era difficile parlare con lei di un argomento che non fosse rapimenti, ordini o il risultato dello sventramento giornaliero di peluche che lei e Josh si occupavano di eseguire. Di conseguenza, non si sarebbe scioccata chissà quanto, quando e se Adria le avesse comunicato quella notizia.

Prima, però, decise di parlare di un'altra cosa, che riteneva più importante.
«Sai, stavo pensando a una cosa.» disse ad alta voce la figlia di Ade.
«Qualcosa che riguarda me?» le chiese Reyna mentre sbucava fuori dal tunnel per prima.
«Noi, in realtà. Non siamo molto amiche e a me piacerebbe. Insomma, sei una a posto.» Adria le diede un pugno contro la spalla.

«Penso la stessa cosa di te.» le disse Reyna. «Anche se dovresti ridurre la caffeina.»
«Okay. Domani io e Kimberly abbiamo deciso di andare da Bombolo alle quattro per una cioccolata calda. Ti va di venire?» propose Adria con disinvoltura.

«Beh, suppongo che una pausa non possa farmi male.» Reyna alzò le spalle. «Era questo che dovevi dirmi?»
«Sì, ma dovrei parlarti anche di una cosa che non ho mai detto a nessuno. Una cosa che è successa durante la nostra impresa di questa estate.»
Reyna annuì lentamente e puntò lo sguardo verso l'autostrada. «Una cosa bella o brutta?»

«Orribile, in realtà. Per farla breve, la dea del destino mi ha detto che la mia ora è vicina.»
La figlia di Bellona le lanciò un'occhiata. «Sembri averla presa piuttosto alla leggera.»
«Non ho ancora capito se voglio crederci o meno.»
«Non so dirti se sia vero o no, se è questo che volevi sapere.»

Adria scosse la testa. «Volevo semplicemente dirlo a qualcuno. Non lo sa nessuno, a parte te.»
«Comunque,» Reyna le mise una mano sulla spalla, «ti consiglio di non pensarci troppo. Magari quella dea intendeva qualcosa di diverso, o forse no, ma è meglio perdere tempo a riflettere su queste cose. Non ti preoccupare. Andrà tutto bene.» Non era da lei dire che sarebbe andato tutto per il meglio, ma cosa avrebbe dovuto dire ad Adria? "Sì, gli dèi dicono sempre il vero. Tu morirai"? No, non era proprio il caso. Anche perché nemmeno Reyna era sicura che quella dea stesse dicendo il vero.

«Sì, lo so. Volevo soltanto dirtelo.» Adria fece spallucce. «E poi non ho nemmeno paura di morire. Insomma, mio padre è il dio dei morti.» disse a mo' di giustificazione.
«Bene. Io spero comunque che resterai ancora tra noi per molto tempo. Ora, però, occupiamoci dei danni che il serpente gigante ha fatto sull'autostrada.»

E ne aveva fatti parecchi. Oltre ad aver sradicato i cartelli stradali, aveva anche creato un solco profondo in mezzo alla strada, identico a quello che Reyna aveva visto al Campo Giove. Esso divideva l'autostrada in due parti; ciò rendeva impossibile attraversarla e aveva gettato gli automobilisti nel panico, che avevano parcheggiato le loro auto in mezzo alla strada e si erano messi a gironzolare lì intorno con l'aria spaesata e con lo sguardo puntato verso i pompieri, che erano arrivati sul posto per cercare trovare una soluzione a quel problema.

Tra gli automobilisti più attivi e svegli c'era nientemeno che Percy Jackson, che stava discutendo con la sua fidanzata, Annabeth Chase.
«Ehi, ma quelli non sono i tuoi amici? Percy e Annabeth?» chiese Adria a Reyna. Lei non li aveva mai conosciuti perché era arrivata al Campo Mezzosangue dopo la Guerra dei Titani e si ricordava che, all'epoca, i due non avevano frequentato molto il campo, soprattutto perché Percy era scomparso e Annabeth si era messa a cercarlo quasi ovunque.

In quel periodo, Adria era un tantino confusa e scioccata, il che era comprensibile dato che aveva scoperto di essere figlio di un dio pressoché sconosciuto - Ade l'aveva riconosciuta solo dopo la guerra contro Gea -, quindi non aveva fatto molta attenzione ai ragazzi del campo, a parte Kimberly, con la quale aveva stretto amicizia.

«Già, sono proprio loro.» affermò Reyna. «Ti va bene se andiamo a salutarli?»
Adria annuì.
«...tu hai qualche idea su cosa dire ai poliziotti in sostituzione a "un verme gigante ha quasi divorato la macchina del mio patrigno"? Spero che l'assicurazione copra anche danni di questo tipo o sarà Paul a divorare me.» stava dicendo Percy ad Annabeth, quando Reyna e Adria andarono loro incontro.

«Per esempio, potresti usare la Foschia.» suggerì Reyna in tono piuttosto ovvio, parlando nello stesso momento in cui lo fece anche Annabeth. La figlia di Atena fu la prima a voltarsi verso la ragazza, sorridendo ed esclamando: «Reyna! Che ci fai qua in giro?»
«Ahm, io e...» Indicò Adria, che fece un cenno ai due con la testa, «Adria stavamo perlustrando la zona.»

«Per il verme gigante?» chiese Percy con entusiasmo. Lui e Annabeth sembravano visibilmente felici di rivederla.
«Per il verme gigante.» confermò Reyna. «Ha quasi ucciso un ragazzino. Stanno succedendo parecchie cose strane.»

«Sì, Chirone ce l'ha detto.» la informò Annabeth, mentre si sistemava i capelli dietro le orecchie.
«Però è bello rivederti!» esclamò Percy, come se questo sistemasse tutto.
Reyna annuì. «Vi va di restare un po' al campo? C'è una persona che potrebbe aiutarvi con la vostra macchina.» Reyna, ovviamente, stava pensando a Lucas.

«Oh beh, se è così...» Percy fece spallucce e si rivolse alla sua ragazza. «Tu che ne pensi, Annabeth?»
«Direi che è una buona idea. E poi sarà magnifico passare un po' di tempo con Reyna.» rispose lei.
«Bene, allora è deciso!» fece Percy. Diede un colpetto all'auto. «Saltate su!»

«Io credo che andrò per conto mio.» disse Adria e prima che chiunque di loro potesse replicare, attraversò un'ombra e scomparve.
Percy aggrottò la fronte. «È una tipa solitaria, la tua amica. Per certi versi mi ricorda...»

«...Nico. È figlia di Ade.» concluse Annabeth.
«Sì, esatto.» confermò Reyna. Indicò il Caldecott Tunnel. «Che ne dite, andiamo?»
«Andiamo.» disse Percy, agitando il mazzo di chiavi con l'aria spensierata.
Reyna desiderò essere come lui, in quel momento. Non avrebbe voluto preoccuparsi di nulla.

• • •

Era l'alba quando Reyna, Annabeth e Percy arrivarono ai Principia. Nella sala principale trovarono Lucas, che stava dormendo con la testa appoggiata sul tavolo.

Reyna avrebbe quasi voluto lasciarlo dormire. Quasi. Perché se era lì doveva esserci un motivo ed era quasi sicura che la ragione non fosse legata al fatto che si era mangiato tutti i suoi cioccolatini. Ma, soprattutto, voleva svegliarlo perché sapeva che non stava dormendo. Non russava, quindi le ipotesi erano due: o era sveglio, o era morto.

«Lucas!» Reyna lo scosse delicatamente per la spalla. «Su, svegliati!»
«Bacino del buongiorno.» borbottò lui.

Reyna lanciò un'occhiata nervosa a Percy e Annabeth. Nessuna delle sue vecchie conoscenze - a parte Nico - sapeva che lei ora aveva trovato una persona speciale. «Non ora. Dai, tirati su.»

«Mff.» bofonchiò lui. Non si era ancora mosso dalla posizione in cui Reyna lo aveva trovato e muoveva a malapena la bocca per parlarle. «Stai bene? Ti stavo aspettando qui perché ti dovevo dire una cosa e mi sono addormentato, nel frattempo.»

«Sì, sto bene.» gli rispose Reyna.
«Meno male. Ho sonno. Non è che potrei usare il tuo letto per riposare un po'? Casa tua è molto più vicina degli alloggi.»
«Sì che puoi.»
«Bene. Vuoi farmi compagnia?»
Prima che Reyna potesse rispondere, Percy esclamò: «Ma questo tizio è ubriaco?»

A quel punto, Lucas si tirò su e si mise a sedere composto sul trono che Reyna occupava di solito. Il suo naso era più lentigginoso che mai. «Non sono ubriaco, sono il suo ragazzo.»
Percy spalancò e chiuse la bocca ripetutamente - proprio come un pesce rosso -, piantandola immediatamente quando Annabeth gli diede una gomitata.

«Oh. Beh, è bello conoscerti.» disse poi la figlia di Atena.
Lucas alzò le spalle. «Dicono tutti così.» affermò, scoccando loro un'occhiata ricca di superiorità. Quei tizi non gli piacevano molto. Almeno a primo impatto. «E voi sareste...?»
«Sono alcuni miei amici.» gli rispose Reyna. «Annabeth e Percy.»
«Credo che tu abbia già sentito parlare di noi.» aggiunse Percy. «Abbiamo salvato il mondo un paio di volte.»

«Anche io ho salvato il mondo sei settimane fa.» affermò Lucas. «Abbiamo già una cosa in comune.» Cercò di parlare con un tono di voce neutrale, per evitare di lasciar trapelare la sua antipatia nei confronti di Percy. Si era già dato troppe arie per i suoi gusti.

Annabeth aggrottò la fronte. «Allora, cosa ne dite di raccontarci cosa è successo sei settimane fa?»
«Magari più tardi.» rispose Reyna - e Lucas tirò un sospiro di sollievo -. «Ora dovrei parlare un attimo con Lucas, fuori. Sedetevi, nel frattempo. Vi offrirei qualche cioccolatino, ma come potete vedere...» Indicò con un gesto vago gli incarti che Lucas aveva lasciato sul tavolo.

«Erano tutti molto buoni.» li informò il figlio di Ecate, passandosi una mano sulla pancia con aria soddisfatta.
«Andiamo, Divoratore di Cioccolatini.» gli disse Reyna, trascinandolo per un braccio fuori dai Principia, sotto il portico colonnato.

«Non puoi sbafarti tutta la mia cioccolata!» esordì Reyna.
«Scusa. È che mentre ti aspettavo, mi è venuta fame, così ho pensato di mangiarne qualcuno.»
Lucas aveva un'aria talmente tenera, che Reyna si lasciò sfuggire un sorriso. Quando se ne accorse, tornò subito seria. «Va bene, va bene!»
«E i miei muscoli sono rimasti gli stessi.» Il figlio di Ecate si alzò la maglietta, mostrando gli addominali a Reyna. «Vuoi controllare di persona?»
«No, ti credo sulla parola.» rispose subito Reyna.

Lucas parve deluso per un paio di secondi. O forse due attimi. «Sì, questo non è il posto più adatto.»
Reyna alzò gli occhi al cielo. «Comunque, avevi detto che mi stavi cercando? Come mai?»
«Niente di particolare, in realtà. Volevo solo parlare con te. Da soli.»

«Ah. Mi dispiace che tu non mi abbia trovata. Ho deciso di andare a farmi un giro fino al Caldecott Tunnel per controllare la zona, trovare qualche indizio o danno causato dal serpente. Cose del genere.»

Lucas annuì. «E hai trovato qualcosa?»
«Non molto. Ho incontrato Adria - cioè più o meno, perché inizialmente non l'ho riconosciuta ed ho cercato di ucciderla - e abbiamo parlato per un po', mentre attraversavamo il Caldecott Tunnel. Poi siamo arrivate davanti all'autostrada e abbiamo capito che il serpente era passato anche lì. C'è un solco cilindrico che dal Piccolo Tevere arriva fino all'autostrada. È lì che abbiamo trovato Percy e Annabeth.»

Lucas annuì di nuovo. «Ma se questa creatura ha attaccato davanti agli alloggi della Terza Coorte e poi si è allontanata, come mai il segno del suo passaggio si nota solo dal Piccolo Tevere?»
Reyna alzò le spalle. «Forse verso la fine è diventata troppo debole per muoversi e ha dovuto sforzarsi molto per spostarsi.»

«Già. Non ci avevo pensato.» disse Lucas fra sé e sé.
«È solo un'ipotesi.» ci tenne a precisare Reyna. «Comunque, volevo chiederti se ti andava di dare una mano a Percy. L'auto del suo patrigno è stata quasi divorata dal serpente. Ho pensato che tu avresti potuto rimettergliela in sesto.»

«Okay, gli darò una mano.» accettò Lucas. Percy non gli piaceva, ma - chissà - magari passando del tempo con lui avrebbe cambiato idea. «Dopo che avrò finito, dato che non ho più sonno, possiamo fare colazione insieme? Solo io e te?»

Reyna annuì. «Certo. Anzi, sai che c'è? Inizio ad andare, così ti metto qualcosa da parte.»
«Va bene.» Lucas le sorrise. «Allora ci vediamo dopo.»
Reyna annuì e lo salutò con un timido bacio sulla guancia. Poi si avviò a passo spedito verso la mensa.

Lucas restò fermo lì per qualche minuto, incantato dal movimento ipnotico compiuto dai capelli di Reyna mentre lei si allontanava. Si decise a rientrare nei Principia solo quando riuscì a distinguere esclusivamente lo svolazzo del mantello viola della sua ragazza.

Tornò nella stanza principale ed esclamò, rivolgendosi a Percy e Annabeth: «Allora, chi ha bisogno di farsi dare una sistemata alla macchina da questo splendido figlio di Ecate?»

Non mi andava di pubblicare di pomeriggio, quindi eccomi qui 🌟
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi piacerebbe molto ricevere il vostro parere, spero che commentate in tanti e che la storia non vi stia annoiando. Se è così, tranquilli perché tra poco le cose inizieranno a farsi interessanti 😉
Probabilmente pubblicherò prima di sabato, dato che ora ho anche la mattina per scrivere (sperando che non ci carichino di compiti, perché già ne hanno assegnati alcuni).
Comunque, vi lascio con una domanda che forse vi ho già fatto: qual è il vostro personaggio preferito e perché lo è?

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