35• Will Solace, l'assassino di magliette

Circa un paio di minuti dopo Lucas venne prontamente fatto scendere dall'albero da un Frank Zhang super assonnato e in formato aquila gigante. Lo portò dritto dritto nella stanza di Will Solace, che era dotata di numerosi letti; Helgi era stato avvisato riguardo al ruolo del figlio di Apollo e quindi gli aveva fornito una stanza in cui avrebbe potuto guarire i semidei in caso di bisogno, con l'aiuto dei suoi fratelli. 

«Ahi.» gemette Lucas quando Frank lo depositò su una branda. «Non per fare la parte di quello viziato, ma non ci sarebbe nulla di un po' più comodo?» 

Will scosse la testa. «Purtroppo no.» Recuperò un paio di forbici da un tavolino ricoperto da una sorta di tovaglia verde. 

Lucas sgranò gli occhi, impaurito. «Cosa hai intenzione di fare con quelle?» 

Will sospirò. «Tranquillo, non voglio ucciderti. Devo guarirti e per farlo devo vedere le tue ferite. Ma dato che non posso farti muovere perché potrei rischiare di peggiorare la situazione, ti taglierò la maglietta.»

«Assolutamente no! Sono legato a questa maglietta, è un regalo di Reyna!» strillò Lucas. In realtà, poteva sembrare una semplice t-shirt nera, ma sul retro c'era stampa di un cupcake gigante. Ci teneva troppo per lasciarla triturare da Will.

«Lucas!» esclamò Reyna, irrompendo in infermeria. Nonostante indossasse un pigiama con i conigli, la sua compostezza era sempre la solita, per niente influenzata da quel capo d'abbigliamento non regale ed elegante quanto il suo mantello. «Dov'è?» 

«Reyna! Sono qui!» la chiamò Lucas, agitando debolmente una mano. 

Reyna si avvicinò rapidamente alla sua branda e si chinò su di lui. Gli rivolse un'espressione severa e spaventata. «Che ti è successo?» 

«Vorrei saperlo anch'io in effetti.» aggiunse Gwen, comparsa alle spalle di Reyna con Aaron al suo fianco. «Perché stavi penzolando dal davanzale della finestra della mia camera?» 

«Praticamente ero sul letto della mia stanza. Cioè in quella mia e di Reyna. Stavo fingendo di russare, giusto per far passare il tempo dato che mi stavo annoiando. Reyna si stava facendo un bagno e non volevo andare a disturbarla. Poi mi è venuto in mente di venire a parlare un po' con te, Gwen. Sono arrivato davanti alla tua stanza e ho bussato, ma non mi hai aperto, così ho provato ad aprire io, ma sembrava bloccata. Così sono tornato nella mia stanza e sono uscito fuori, sul balcone e mi sono arrampicato fino alla tua finestra. Il resto lo conosci bene.» Si interruppe per riprendere fiato. «Oh, ciao Aaron! È un piacere vederti tanto preoccupato per la mia salute.»

Lui alzò le spalle.

«Sulla tua pancia si formerà sicuramente un livido.» lo avvisò Will indicando con l'indice alla sinistra dell'ombelico di Lucas. 

Lucas spalancò la bocca; non aveva più la maglietta. E quello poteva voler dire solo una cosa. «Will! Ti avevo detto che tenevo troppo a quella maglietta!» 

Lui sospirò e, mentre gli applicava uno strano unguento sul lato della schiena, gli chiese: «Non puoi sistemarla con la magia?» 

«No. Sono un figlio di Ecate, non un sarto.» ribatté Lucas. 

«Beh, peccato.» Will alzò le spalle e riprese a lavorare. 

«Ahi.» protestò debolmente Lucas. «Frank, non so dove tu sia, ma ti ringrazio per non avermi lasciato morire.» 

Reyna ridacchiò. «Frank non è più qui. L'ho incrociato in corridoio. Credo che sia tornato a letto.» 

«Oh. Allora lo ringrazierò domani.»

Gwen attirò l'attenzione di Reyna dandole un colpetto sulla spalla. «Noi due non ci siamo mai presentate, vero?» Poi le tese la mano. «Sono Gwen, la sorella di Lucas.» 

«Non è deliziosa?» commentò Lucas. 

Reyna rise nuovamente e strinse la mano a Gwen. «Io sono Reyna.» 

«Lucas, riesci a girarti su un fianco? Devo metterti questo sulla schiena e applicare anche un po' di nettare.» Will gli mostrò un cerotto piuttosto grande. 

«Ci provo.» disse Lucas, muovendosi lentamente sulla branda e dando la schiena a Will con una smorfia. 

Reyna gli accarezzò cautamente i capelli, dimenticandosi della presenza di Aaron e Gwen alle sue spalle. Solitamente, faticava a dimostrare affetto in pubblico. Era una cosa sulla quale doveva ancora lavorarci un po' su. «Ti fa molto male?» gli domandò. 

«Un po'.» confermò Lucas. «Però prometto che non farò più cose tanto spericolate come penzolare dai davanzali delle finestre.» 

«Beh, te ne sarei molto grato.» commentò Will, mentre applicava con delicatezza il cerotto. «Qui ho molto da fare. Sherman oggi ha rischiato la sterilità. È venuto da me dicendomi di essersi seduto per sbaglio su un elmo vichingo.» Fece un gesto con le dita. «Sapete, quelli con le corna.» 

Aaron scoppiò a ridere. 

«Quindi, Lucas,» Will gli diede una pacca sulla spalla, «cerca di fare attenzione a dove metti i pi...tutto.» lo aiutò ad alzarsi e gli infilò una maglietta arancione. «Reyna, gli darai tu un'occhiata per me, vero?» 

«Certo. Lucas sarà sicuramente al sicuro.» promise lei. 

«Ecco, ora mi incatenerai alla spalliera del letto.» sbuffò Lucas. 

Reyna ridacchiò. «Vedremo.»

«Prova a camminare, Lucas.» gli ordinò Will. «Senza essere frettoloso.» 

«Okay.» Lucas iniziò a spostarsi in avanti lentamente. Durante il breve tragitto che percorse, il suo viso assunse svariate smorfie di dolore e, quando infine si fermò, il suo viso aveva perso un po' del suo tipico colorito, come un fiore leggermente appassito. «Mi sento un po' spossato.» 

«Mhh.» fece Will con aria pensierosa. Raggiunse Lucas e gli tastò la fronte mentre gli studiava il viso con aria critica e insoddisfatta. «Ti ci vogliono un paio di giorni di assoluto riposo. Niente cose da semidio o da mago. Niente armi, fiamme, farsi ammazzare da qualche mostro o infastidire uno dei vichinghi con le corna degli elmi più appuntiti. Dormi sul fianco sinistro, non sulla ferita. Non esagerare troppo col nettare se inizia a farti male: meglio lasciare che a guarirti sia il tempo. L'ultimo dei miei problemi è vederti abbruscolito per aver mangiato troppa ambrosia.» 

«Abbruscolito?» fu la sola e confusa risposta che Lucas riuscì a dargli. 

Ma Will non riuscì a chiarire i suoi dubbi perché Chirone irruppe nella stanza, e ciò che disse di seguito divenne il problema principale di tutti loro. Le sue prime e tragiche parole furono: «Qualcuno ha rubato i thermos.» 

Ciao! Vi chiedo scusa per l'enorme ritardo. Ho ripreso a scrivere, ma con l'inizio della scuola, ho solo la sera come momento libero e sono sempre stanca 😔
Non riesco neanche più a leggere qui su Wattpad 👉👈
Alla prossima, spero il prima possibile 🙆‍♀️

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