30• Lucas si trova un lavoro extra

«Quindi non sei morto.» concluse Kimberly, puntando lo sguardo su Daniel. 

«Certo che no. Perché lo pensavi?» le chiese Daniel, pretenzioso di una spiegazione per alleviare le sue preoccupazioni. 

«Quindi sei proprio tu? Il mio Daniel?» gli chiese Kimberly. 

“Oh, che carina” disse Iuventas. 

“Chiudi il becco!” pensò Daniel, mentre si grattava dietro la nuca imbarazzato. Era certo di essere arrossito. E dal sorrisetto che fece Kimberly sembrava proprio che fosse così. 

Perché non aspettò neanche la sua risposta; si lanciò verso di lui e lo abbracciò. 

Daniel era ancora imbarazzato, perciò aspetto qualche minuto prima di aprire bocca e interrompere il silenzio. Non voleva che parlasse a Kimberly come se stesse cantando la parte più famosa del “Flauto Magico”. Era sicuro che la sua voce avrebbe avuto proprio quella tonalità se solo avesse provato a spiccicare parola. 

«Certo che sono il tuo Daniel.» riuscì a dire infine. 

Kimberly rise. «Lo so.» 

«Ti va di raccontarmi cosa ti è successo?»

«Sì. Solo…lasciati abbracciare da me un altro po'.» 

«Mi piace farmi abbracciare da te.» le disse Daniel. 

• • •

«Finito.» annunciò Lucas vittorioso, chiedendo il bagagliaio dell'auto di Kimberly con un gesto della mano. Reyna era in piedi accanto a lui, con la postura sempre perfetta e rigida, ma l'aria pensierosa. 

«Vuoi parlare mentre gli altri non ci sono, dato che abbiamo finito?» le propose Lucas. Sapeva quanto Reyna fosse riservata. 

Reyna gli sorrise. «Sì.» Poi gli prese la mano e condusse Lucas verso un tronco, sul quale si sedettero entrambi. 

Reyna lanciò un'occhiata alla tenda di Josh. Lui e Adria non erano ancora usciti da lì, ma era possibile sentirli sussurrare semplicemente rizzando le orecchie. 

Strinse con più forza la mano di Lucas ed iniziò: «Vedi, sono preoccupata. Niente di nuovo, insomma.» 

Lucas fece un sorrisetto. «Sarebbe scontato dirti di non preoccuparti.» Si stoppò per qualche attimo e poi riprese: «Ma non preoccuparti.» 

Reyna ridacchiò. «Sono preoccupata per noi.» continuò, tornando seria. 

Lucas si sporse verso di lei. «In che senso?» 

«Non mi piace passare poco tempo con te a causa di tutti questi impegni, imprese e tutto il resto.» 

Lucas distese le labbra in un sorriso; di conseguenza su tutto il suo viso si diffuse un'espressione rilassata. Per un attimo aveva pensato che Reyna avesse intenzione di lasciarlo. «A me non piace vederti così tanto preoccupata e stressata a causa del lavoro.» Le stampò un bacio sulla fronte. «So che sei Super-Reyna, ma anche i supereroi hanno bisogno di una pennichella ogni tanto.» 

Reyna scoppiò a ridere. 

E Lucas sembrò visibilmente felice di essere riuscito nell'intento di strapparle un sorriso. «Ecco, così già va molto meglio.» Guardò il suo braccio destro, nel punto in cui si trovava il tatuaggio della legione. Si stupì nel vedere Reyna fissare il suo tatuaggio con aria assorta. C'erano sette linee orizzontali, mentre Lucas ne aveva solo una. 

«Pensavo che magari potrei dimettermi, quando tutto questo sarà finito.» affermò la ragazza. 

«E perché? Sai che ti trovo particolarmente adorabile – e anche attraente, lo ammetto – con il tuo mantello.» 

Reyna ridacchiò. «Potrei indossare un lenzuolo solo per te, ogni tanto.» 

Lucas annuì, tutto contento. «Oh sì, per favore.» 

«Pensavo di comprare una casa. O un appartamento » 

«Oh.» fece Lucas, domandandosi se Reyna avesse abbastanza soldi per pagare un'abitazione. Pensò che, forse, avrebbe dovuto chiederle se le servisse una mano. Lui avrebbe lavorato volentieri per aiutarla. E una piccola parte di lui sperava anche che Reyna gli chiedesse di andare a vivere con lei. Spazzò subito via quella pensata dalla sua mente. Non voleva essere frettoloso. Perciò lasciò che quell'idea si aggiungesse a una delle molte fantasie sulle quali rifletteva prima di andare a dormire. Tra queste c'era Reyna che dava da mangiare al suo gatto Bugs mentre Lucas li guardava con aria tenera, in particolare Bugs ogni volta che prendeva il boccone dal cucchiaino. 

«Mi verrai a trovare qualche volta?» gli domandò Reyna, riportandolo nel mondo reale. 

«Certo. Altrimenti chi cucinerà per te?» 

«Potrei assumere un cuoco…» affermò Reyna pensierosa. 

«Mi offenderei molto se lo facessi.» 

«Va bene. E in cambio ti allenerò in un modo speciale. Vedrai sarà grandioso.» lo informò Reyna, riflettendo già su quanti giri di corsa del campo gli avrebbe fatto fare in futuro. 

«Ottimo.» disse Lucas, tutto contento ed ignaro delle vere intenzioni della ragazza. «Questo allenamento includerà anche un bacio per ogni flessione che farò?» 

«No. Però potrei prendere in considerazione l'idea di baciarti ogni duecento flessioni.» 

«Andata.»

«Di seguito.» aggiunse Reyna. 

«Sai che il duro lavoro non mi spaventa.» Ed era vero. A Lucas mancava correre lungo il campo da football, indossare la divisa ed esultare con i suoi compagni di squadra per ogni touchdown o per ogni partita vinta. Si appuntò mentalmente di chiedere a Kimberly, Daniel e Josh di giocare un due contro due qualche volta. Ma poi si ricordò degli eventi passati e del loro litigio, e sperò che tutti si riappacificassero il prima possibile. 

«Noi siamo pronti.» annunciò Josh alle sue spalle. 

«Avete preso quante più armi possibili?» chiese loro Reyna. 

«Sì. Se dovessero beccarmi dirò di avervele confiscate.» promise Adria. «Daniel e Kimberly non sono ancora…?» 

«...eccoci.» concluse quest'ultima, raggiungendo i suoi amici con Daniel al suo fianco. 

Josh si fece avanti prima che chiunque altro potesse parlare. «Volevo soltanto dirvi che mi dispiace per le cose che ho detto.» disse, guardando Daniel e Kimberly dritti in viso. «Mi sono lasciato prendere dal momento e ho agito senza pensare. Perciò chiedo scusa ad entrambi.» 

«Anche a me dispiace.» si affrettò a dire Kimberly. Non voleva che Josh e Adria partissero senza che li avesse salutati per bene. Non voleva che ci fossero rancori o conti in sospeso tra loro. 

Kimberly e Josh non si abbracciarono né si strinsero la mano, ma un'occhiata e un breve sorriso bastarono a far capire ad entrambi di aver sistemato le cose. 

«Apprezzo le tua scuse, Josh,» disse invece Daniel, «e penso che tu abbia fatto bene a sospettare di me.» 

Josh gli si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla. «Ci fidiamo di te, amico.» 

I saluti che i sei ragazzi di scambiarono furono piuttosto frettolosi, una serie di abbracci e pacche sulle spalle. Kimberly e Adria si presero qualche secondo in più, durante i quali Kimberly la aggiornò su quanto accaduto nella foresta e la risposta di Adria fu la seguente: “Penso che tu abbia avuto a che fare con Apate”. Poi le borbottò una sorta di consiglio che lasciò Kimberly alquanto spiazzata e la lasciò andare frettolosamente. Per lei e Josh era giunta l'ora di andare. Tutti erano convinti che sarebbe andato tutto bene e che i due sarebbero tornati presto sani e salvi, conducendo i semidei alla vittoria. Essere sicuri di sé era senz'altro un bene. Oppure un male? 

 
Stasera super aggiornamento perché non pubblico da un bel po', quindi ve lo dovevo proprio. Mi mancano i capitoli finali per finire la fanfiction e circa 15 da pubblicare qui 👀👀
Comunque vi annuncio ufficialmente che ho rimesso mano alla fanfiction sulla Jily e che la imposterò in una maniera un po' diversa rispetto a quelle che potete trovare di solito. Volevo dividerla in tre parti: l'ultimo anno ad Hogwarts, il momento in cui James e Lily si sposano e si uniscono all'Ordine della Fenice, e i momenti dopo la loro morte (questo un po' di tutti i Malandrini). Sto alternando parti serie e parti scherzose, quindi spero tanto che il risultato finale vi piaccia 👉👈
Ora parliamo un po' della fanfiction: non potevo lasciarvi in sospeso dopo il capitolo 28, diciamocelo. Comunque anteprima: il prossimo capitolo sarà narrato da Alex (Fierro) perché ho deciso per l'appunto di dar*l* una sorta di ruolo alla fine della vicenda, quindi "merita" un pov (e ovviamente ci sarà anche Magnus, un giorno potrebbe uscirmi una ff pure su di loro, chissà) 👀

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