3• Il bagnoschiuma ai fiori di loto riesce a scagionare Lucas
Kimberly lanciò la sua pesante spada in direzione del psst che avevano udito. La lama scintillante sferzò l'aria, catturò un raggio di luce lunare e cadde sul prato con un rumore sordo. Poi venne spazzata via da qualcosa, probabilmente dalla creatura invisibile.
«Ssssss!» fece la creatura.
Daniel capì che si stava muovendo verso di loro perché riusciva a vedere gli steli d'erba appiattirsi. «Kimberly!» esclamò. «Dietro di me!»
«Cosa?» sbottò la ragazza, che si era già slanciata in avanti per recuperare la spada. Era piuttosto distante da lei. «No, io raccolgo la spada e ti aiuto!»
«Per favore.» Daniel la guardò con aria supplicante. Poi deglutì. «Sta arrivando. Non voglio che tu...cazzo, eccolo!» E lanciò il pilum. Un crack e uno strano rumore viscido gli fecero capire di aver fatto centro.
«Sì, l'hai preso!» esclamò Kimberly tutta felice. Gli scompigliò affettuosamente i capelli. Ma quell'attimo in cui credettero di aver avuto la meglio sul mostro passò in fretta. Daniel aveva fatto centro e aveva preso la creatura appena sotto la testa. Solo che ora i due ragazzi riuscivano a vederla chiaramente. Era un enorme serpente anfibio con la pelle squamata ed elastica, simile a quella di una rana. Aveva gli occhi piccoli e rossi, due minuscole narici e una bocca enorme, tempestata da quattro fila di denti appuntiti come le spine di un enorme cactus. La sua coda stringeva una figura tremante: Lewis, un figlio di Mercurio che faceva parte della Terza Coorte.
L'enorme serpentone li fissava con aria curiosa; forse non aveva valutato la possibilità di essere ferito. Il sangue che gli sgorgava dal punto in cui la lancia di Daniel era penetrata nella sua pelle era icore nero.
«A-A-Aiuto…» borbottò Lewis.
Daniel e Kimberly lo udirono e la figlia di Ares mimò con le labbra: “Tranquillo, ora ci pensiamo noi”. Quando si voltò verso Daniel, la semidea notò che stava strizzando leggermente una delle palpebre verso di lei. Sembrava avesse un tic all'occhio. Ci mise cinque secondi a capire che le stava chiedendo di recuperare la sua spada con la mente. Kimberly non era affatto brava con la magia, ma decise di concentrarsi. La sua, era l'unica arma che avevano. Non era neanche più in grado di mutare forma. Da quando Daniel l'aveva salvata, quella sua sorta di punto debole era scomparso e con sé anche la benedizione di Poseidone. Kimberly rimpiangeva i suoi poteri e ogni volta che lo diceva ad alta voce, Lucas ribadiva sempre che non erano scomparsi, ma che si erano, in qualche modo, “cancellati i collegamenti biochimici nell'encefalo a livello sottocorticale”, nonostante fosse impossibile. Ogni volta che ripeteva quella frase, Adria gli diceva sempre di smetterla di inventare parole.
Kimberly slanciò il braccio verso la sua spada e quella, come se avesse preso vita, le volò dritta in mano.
«Vai da Lewis, ci penso io qui.» sussurrò Kimberly a Daniel.
Daniel avrebbe voluto baciarla e dirle che la amava, ma era sicuro che il serpente avrebbe approfittato di quell'attimo di distrazione per ucciderli. Perciò, si limitò ad annuire e ad avvicinarsi con lentezza e cautela verso la coda dell'enorme creatura, stando bene attento a non distogliere lo sguardo da quest'ultima, che sembrava assorta nell'osservare Kimberly. Sembrava essersi fossilizzata sul posto per il modo in cui era immobilizzata. Quando Daniel tirò via dalla sua presa ferrea il povero Lewis, il serpente reagì, agitando la coda come un cavallo sbizzarrito. Puntò gli occhi su Kimberly e partì all'attacco. La ragazza, però, era ben pronta a quella mossa e quando il serpente tentò di squarciarle la carne della faccia con i denti, gliene tagliò una fila in modo piuttosto pratico, procurandosi solo un graffio superficiale sulla guancia. Poi, senza aspettare la sua prossima mossa, iniziò a tirare fendenti e sciabolate contro di lui. Anche Daniel tentò di aiutarla; dopo aver tranquillizzato Lewis e avergli raccomandato di non muoversi dall'albero sul quale lo aveva nascosto, aveva recuperato un bastone di legno ed era corso al fianco di Kimberly. Il legno non poteva fare molto contro un mostro come quello, ma poteva stordirlo. E, con la lama argento-bronzea di Kimberly, bastò. Quattro o cinque legnate ben assestate sulla testa e qualche affondo da parte di Kimberly in direzione di quello che pareva il petto della creatura, bastarono per metterlo in fuga. Il serpente attraversò tutte le strade fino ad arrivare al Caldecott Tunnel, lo attraversò e poi sparì dal loro campo visivo.
Kimberly e Daniel si scambiarono il cinque e si voltarono, ritrovandosi davanti una buona metà della legione, compresi tutti i membri della Terza Coorte. Kimberly, però, notò che Lucas mancava all'appello. Chissà dove era andato.
In prima fila c'era Reyna. Sembrava più orgogliosa del solito. «Ottimo combattimento. Ma penseremo più tardi ai complimenti. Ora potreste spiegarmi che diavolo è successo?»
• • •
Mezz'ora dopo, davanti a una tazza di tè fumante, i tre ragazzi raccontarono l'accaduto a Reyna e Frank. Non appena Reyna lo aveva chiamato, il figlio di Marte si era precipitato ai Principia. La figlia di Bellona pensò che Frank fosse letteralmente caduto dal letto: indossava un pigiama sotto il mantello violaceo e aveva l'aria di stare per addormentarsi sul suo trono.
«Allora, ero andato a d-dormire.» iniziò Lewis, tremando come una foglia. Come avrebbero potuto biasimarlo? Era quasi stato ucciso da un serpente gigante, dopotutto.
Daniel gli mise una mano sulla spalla. «Parla solo se te la senti, Lewis.» Aveva uno strano senso paterno nei confronti di quel ragazzino; aveva solo dodici anni, ma ne dimostrava appena sette; era mingherlino e aveva l'aria cagionevole. In quel momento aveva gli occhi socchiusi e le sopracciglia aggrottate, che davano l'impressione che stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro. Daniel lo stava addestrando personalmente; sperava che un giorno potesse diventare un vero guerriero romano, sviluppando una buona muscolatura e un'aria più sicura di sé.
«Sì, me la sento.» Lewis annuì e prese un sorso del suo tè, come se servisse ad incoraggiarlo. «Non c'è molto da dire in realtà. Mi ero appena messo al letto quando ho sentito Lucas chiamarmi. Non aveva un buon odore e pensavo si fosse sentito male. Mi ha chiesto se mi andava di fare una passeggiata con lui. Fuori. Gli ho detto di sì e ci siamo avviati all'entrata. Poi ho sentito qualcosa stringersi attorno alla mia vita. Credevo fosse il suo braccio. Ma ho visto che non era più Lucas. Ma un serpente enorme, che mi aveva avviluppato con la coda. Ho cercato di chiamare aiuto, ma tutti si erano addormentati. Poi lui è strisciato fuori e, ehm…» Il bambino rabbrividì e strinse la presa sulla sua tazza fumante per scaldarsi le dita.
«Va bene così, Lewis.» lo interruppe Reyna gentilmente. «Grazie per aver raccontato a me e Frank questa storia. Finisci pure il tuo tè e…Frank!» Reyna spostò lo sguardo suo collega assopito, che sobbalzò nel sentirsi chiamare.
«Scusa.» Frank si strofinò gli occhi. «Sono un po' stanco.»
«Capisco. In effetti, sono appena le due del mattino.» Reyna fece un breve resoconto a Frank, riguardo a quanto era accaduto.
«Mh.» biascicò il figlio di Marte. «E poi che è successo?»
Fu Kimberly a rispondergli. «Io e Daniel stavamo parlando fuori dall'alloggio. Ho sentito un rumore e quando abbiamo sentito Lewis urlare, ci siamo messi a combattere con quella creatura. Inizialmente era invisibile, ma quando Daniel l'ha ferita, siamo riusciti a vedere che si trattava di un enorme serpente viscido.» Concluse il suo racconto, descrivendo brevemente il modo in cui lei e Daniel erano riusciti a far scappare quel mostro e a salvare Lewis.
«Quindi, da quel che mi pare di capire,» Frank guardò Lewis, «Lucas Hale si è trasformato in un serpente ed ha cercato di ucciderti?»
Lewis annuì.
«Non può essere.» disse subito Reyna, scattando subito sulla difensiva. «Non lo farebbe mai.»
«Chiamiamolo. Seguiamo la prassi ed interroghiamolo.» propose Frank.
Reyna annuì e dieci minuti dopo anche Lucas, Adria e Josh raggiunsero i Principia.
Alla vista del figlio di Ecate, Lewis riprese a tremare e dedicò tutta la sua attenzione al resto del tè rimasto sul fondo della sua tazza.
«Avete tutti l'aria sconvolta.» affermò Lucas in fretta. «Cos'è successo?»
Reyna gli spiegò in fretta l'accaduto.
«Oh. Beh, questo è impossibile. Io sono stato tutto il tempo con Adria e Josh.» Lucas spostò lo sguardo sulla sua ragazza. «Reyna, ricordi quando, prima di andare a dormire, ho deciso di sorvegliare Josh per far riposare Adria?»
Reyna annuì. «Sì, me lo ricordo.»
«Però non è vero che sei stato tutto il tempo con loro. Sei entrato negli alloggi.» ribatté Kimberly. «E hai anche parlato con me.»
«No. Sono stato tutto il tempo con Josh e Adria. Vero, ragazzi?»
Josh annuì. «Sì, è vero. È rimasto in piedi davanti alla porta della nostra stanza per tutto il tempo.»
«Io sono sicura che tu mi abbia parlato.» insisté Kimberly. «Mi hai dato un consiglio, perché…io e Daniel avevamo litigato. Cioè, più o meno.»
Lucas sgranò gli occhi. «Avete litigato?» domandò loro, scioccato.
«Più o meno. Ma ora non più.» precisò Daniel. «Non ricordi che te ne ho parlato io?»
Lucas scosse la testa. «Non so con chi abbiate parlato, ma quello non ero io.»
Kimberly si mordicchiò le labbra, poi balzò in piedi. «Lewis, avevi detto che Lucas non aveva un buon odore quando è venuto a svegliarti.»
«Sì, è così.» confermò lui.
«Ricordi che odore aveva, di preciso?»
Lewis annuì. «Di fango.»
«E di vermi?» suggerì Kimberly.
«Anche.»
Kimberly assottigliò gli occhi. Sembrava stesse pensando ad una strategia. Pochi secondi dopo si avvicinò a Lucas. «Ti dispiace se ti annuso?»
Lui alzò le spalle. «No, fa' pure.»
Kimberly inspirò profondamente con le narici per percepire il suo odore. «Ehi, hai usato il mio bagnoschiuma!»
Lucas annuì, un ghigno divertito stampato sul volto. «Adoro i fiori di loto.»
Kimberly alzò gli occhi al cielo. «Non può essere stato lui, comunque.»
«Ho fatto la doccia prima di cena.» dichiarò Lucas.
«Dopo è stato tutto il tempo con noi.» continuò Josh.
«Chi può essere stato?» domandò Reyna tra sé e sé.
«Qualcuno in grado di mutare forma e di riuscire ad ingannare tutti.» rispose subito Lucas.
«E che puzzava di fango.» aggiunse coraggiosamente Lewis. Ora che aveva scoperto che Lucas non era il responsabile, la paura che provava nei suoi confronti era cessata.
«Sembra piuttosto inverosimile.» constatò Reyna.
«Tutto ciò che affrontiamo è inverosimile.» le ricordò Adria.
Quella frase indusse Reyna a rinviare quella discussione per il giorno seguente. «Tralasciate il vostro turno di guardia per oggi. Ora andiamo tutti a riposare.» concluse, osservando Frank che si era di nuovo assopito sul suo trono.
Beh, ecco qui il terzo capitolo!
Sabato prossimo probabilmente pubblicherò il 4 perché sono abbastanza avanti con gli altri capitoli :)
Comunque sto notando poca attività nei commenti, perciò non siate timidi! :D
Quindi, a sabato! Preparatevi perché ci sarà una sorpresina :3
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