28• Si scopre che Ade è un generoso donatore di crema solare al cocco
In seguito a quell'evento, tutti si trovarono qualcosa da fare. Adria andò a infilarsi nuovamente quel vestito che tanto odiava mentre Josh infilò tutta la sua roba nel suo zaino per consegnarla a Lucas. Non poteva portarselo dietro. Decise, però, di nascondere tutte le sue armi sotto gli abiti: infilò due paia di coltelli nelle tasche dei jeans e si mise una maglietta più lunga in modo da nascondere i manici. Diede ad Adria la sua spada, che la sistemò accanto alla sua, seppur con qualche difficoltà. Sembrava una dea della guerra con tutte quelle armi addosso e quell'ambito così sontuoso.
Lucas e Reyna smontarono le tende e le sistemarono, insieme al resto dei loro effetti personali, nel bagagliaio dell'auto di Kimberly.
Quest'ultima si era offerta di andare in perlustrazione nel mentre – in realtà aveva solo borbottato qualcosa che somigliava a “vado a farmi un giro” e si era allontanata – e Daniel stava riordinando le loro cose, approfittando di quel momento in cui era solo con sé stesso per riflettere su quanto era accaduto.
Non era più un Centurione e non capiva quale fosse il suo stato d'animo riguardo a quel fatto. Erano da più di due anni che comandava la Terza Coorte ormai ed era strano sapere che non l'avrebbe mai più fatto. Forse avrebbe dovuto parlare con Reyna. La osservò per qualche secondo; si muoveva in maniera rigida e meccanica, come se fosse un macchinario programmato sullo svolgere una sola azione. Daniel voleva che Reyna sapesse che non ce l'aveva con lei per ciò che aveva fatto e che sapeva che lei aveva fatto solo il suo dovere. Perciò, finì il suo lavoro e richiamò la sua attenzione.
«Reyna? Ti va di parlare?»
Lei sollevò la testa. «Certo.»
Si allontanarono leggermente dalla macchina di Kimberly; Daniel parlò per primo.
«Volevo che tu sapessi che so che non avresti potuto comportarti in modo diverso nei miei confronti. Penso che questo ti faccia davvero onore perché è così che si comporta un capo. Fa' quello che deve senza fare favoritismi.»
Reyna gli sorrise. «Grazie, Daniel. Una parte di me, però, crede che Kimberly abbia ragione.»
«Kimberly è impulsiva.» ribatté lui. «E quando è arrabbiata tende ad agire senza pensare. La conosco bene. Sono sicuro che le passerà.»
Reyna tirò fuori qualcosa dalla tasca dei pantaloni. La porse a Daniel. «Dovresti restituirle questa, allora.» Era la spilla da Centurione di Kimberly.
Daniel scosse la testa. «Tienila tu. Gliela darai tu quando farete pace.»
«Non credo che succederà molto presto.»
«Però succederà.» Daniel indicò con un gesto l'auto di Kimberly. «Ho finito qui. Credo che andrò a cercarla.»
«Va bene.»
• • •
«Perciò questa Reyna si è comportata male col tuo ragazzo.»
«Molto male.» precisò Kimberly. Dopo essersi allontanata dall'accampamento si era subito messa alla ricerca di suo fratello e lo aveva trovato a fluttuare a pochi centimetri da terra davanti ad un corso d'acqua.
Kimberly si era accomodata ai piedi del ruscello e Kayden si era rannicchiato accanto a lei.
«E tu sei assolutamente sicura che lui non abbia fatto nulla di male?»
Kimberly gli lanciò un'occhiata infuriata. «Certo che lo sono.»
Kayden alzò le mani in segno di resa. «Chiedevo solamente. Comunque, se vuoi, posso infestare la casa di questa Reyna o perseguitarla nei sogni. Decidi tu.»
«Tu faresti questo per Daniel?»
«No. Però lo farei per te.»
«Oh. Beh, non credo sia il caso di perseguitare Reyna e…non credo che abbia case che tu possa infestare.»
«Peccato.» Si alzò in aria fluttuando. «Ti conviene tornare indietro. Qualcuno ti sta cercando.»
«E tu?»
«Io devo tornare nell'Elisio o Ade si arrabbierà e smetterà di portarmi i campioni omaggio di crema solare.»
Kimberly alzò un sopracciglio.
«Guarda che ne vale la pena. È al cocco e cento per cento naturale.»
«E da quand'è che sei fissato con queste cose?»
«Da quando mi sono beccato una bella scottatura proprio sul…»
«Okay! Ho capito!» lo interruppe Kimberly.
Kayden ridacchiò. «Non vuoi sapere come è andata a finire?»
«Non dovevi andare?»
«No. Allora, praticamente Sam – la mia fantasmina, ricordi? – si è arrabbiata tantissimo con me perché ero in giro senza costume – cioè ero proprio nudo, come un verme-fantasma –, però alla fine mi ha dato una mano ed è tornato tutto come nuovo.»
«Questa è una storia davvero avvincente e ti ringrazio molto per non avermi raccontato i dettagli.» disse Kimberly, rossa in viso. «Ora vai. Non vorrai perderti la crema solare al cocco.»
«Okay. Fatti viva ogni tanto.» Kayden scoppiò a ridere per la sua battuta e il suo sghignazzare fece eco in tutta la foresta mentre lui scompariva lentamente.
Kimberly si mise subito in cammino tenendo pronta la spada in caso venisse attaccata improvvisamente. Stranamente non le successe nulla, ma le ci vollero almeno dieci minuti per ritrovare la strada. Soddisfatta di sé stessa iniziò a percorrere il sentiero velocemente, fermandosi quando sentì un grido alle sue spalle. Assolutamente convinta che fosse stato Daniel ad urlare, prese a correre nella direzione opposta, tirando fuori la spada. Non ci mise molto a capire come mai Daniel si fosse messo a strillare: trovarsi faccia a faccia con un'idra non era in cima alla lista dei desideri di nessuno. E in quel momento la creatura stava fissando Kimberly con tutte e quattro le sue paia di occhi. Kimberly, però, non seguì il suo esempio e tirò fuori la sua spada. Senza aspettare che il mostro facesse la prima mossa, fu lei ad attaccarlo, si spinse al di sotto di tutte quelle teste e cercò di spingere la lama della spada contro il cuore della creatura. L'idra senza indugiare: sputò fuoco da tutte e quattro le viscide fauci. Ci mancò poco che Kimberly finisse incenerita; per sua fortuna la sua agilità la salvò e si ritrovò solo con la maglietta mezza incenerita e i capelli che puzzavano di bruciato. Non era sicura di aver ferito l'idra, ma non ebbe tempo di ispezionare la sua spada; la recuperò da terra, di nuovo pronta a fronteggiare l'idra, che più volte tentò di afferrarla senza successo. Kimberly osava tagliare nessuna di quelle teste, non aveva il fuoco né la forza di trasformarsi in drago. Purtroppo avrebbe dovuto combattere da sola e solo con la sua spada.
«Daniel!» urlò all'improvviso mentre schivava una fiammata e colpiva l'idra su un fianco. «Dove sei? Stai bene?»
«Non esattamente! Sta' attenta! Quella cosa ha i denti!» urlò lui di rimando, mettendola in guardia.
Kimberly iniziò a domandarsi come mai Daniel stesse tanto male da non poterla raggiungere. Probabilmente non aveva detto altro riguardo al suo stato per non farla preoccupare. Ma la cosa, al posto di tranquillizzarla, le fece uno strano effetto. Essere in pensiero per Daniel l'aiutò molto nel suo duello contro l'idra: sorprendendo persino se stessa Kimberly sferrò alcuni rapidi colpi nell'aria con la sua spada, riuscendo a beccare e a squarciare il corpo della creatura con la parte più affilata della sua spada. In meno di pochi secondi, il corpo dell'idra cadde a terra, rigido e senza vita, con la lingua che spuntava dalla bocca di tutte e quattro le teste. Kimberly trattenne a stento un conato di vomito e si mise alla ricerca di Daniel, chiamandolo a gran voce. Non ricevendo risposta, la ragazza pensò subito al peggio e i suoi peggiori sospetti vennero confermati: Daniel era appoggiato al tronco di un albero e sembrava irrimediabilmente morto. Aveva gli occhi spalancati e la bocca piegata in una smorfia innaturale; il suo solito colorito donatogli dall'abbronzatura del sole cocente di San Francisco era era svanito: ora era più pallido di lei. L'ultima cosa che Kimberly notò prima di crollare in ginocchio era che a Daniel mancava un mezzo della gamba destra e sembrava che qualcuno gli avesse conficcato un tizzone ardente in mezzo al petto perché in corrispondenza del cuore c'era un enorme buco fumante.
Ebbe un ultimo momento di razionalità in cui pensò che fosse tutta colpa dell'idra. Felice di essere riuscita almeno a vendicare la morte di Daniel, Kimberly pianse a lungo, avvicinandosi a Daniel per sussurrargli all'orecchio che l'avrebbe sempre amato e che si sarebbero rincontrati nell'Elisio e che allora sarebbero stati insieme per sempre, ma ormai era troppo tardi perché lui riuscisse a sentirla.
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