22• Il ritorno in grande stile di Lanterna Verde

In meno di due giorni Adria fu messa al corrente di qualsiasi informazione Ermes ritenesse utile comunicarle. Il dio dei ladri era fin troppo gentile con lei e le aveva persino permesso di mandare un messaggio a Josh in sogno. La cosa aveva iniziato ad insospettire Adria a tal punto che quella mattina, dopo aver fatto colazione, si mise alla ricerca del dio dei ladri per domandargli personalmente qualche altra cosa. Ma la villa era enorme e sontuosa, dotata di molte stanze, tutte arredate con uno stile che era una via di mezzo tra l'antico e il moderno: ciò rendeva l'abitazione labirintica e fu complicato per Adria riuscire nella sua ardua impresa senza perdersi.

Trovò Ermes seduto in un salotto – quello arredato solo con divani soffici e poltrone in pelle –. Era seduto tra Loki ed Eolo e tutti e tre parlavano in tono molto serio, con le teste vicine, intenti a studiare una mappa. Sporgendosi sulle loro teste, Adria si accorse che si trattava di una mappa fisica degli Stati Uniti, sulla quale erano cerchiate e crocettate diverse zone, messe in evidenza dal tratto di un pennarello rosso scuro.

Adria si schiarì la voce ed Eolo fece volare la mappa dall'altra parte della stanza con un fluido gesto della mano.
«Cosa c'è, ragazza?» chiese Loki, alzandosi dal divano. Quel giorno, era vestito come un ventenne: t-shirt dei "Metallica", jeans neri e anfibi. I capelli biondi erano un po' spettinati e lo splendido viso era sfigurato da profonde cicatrici.

Adria non aveva mai parlato con Loki, ma cercò di far finta che la cosa non la turbasse. «Volevo chiedere una cosa ad Ermes.»
«Ti sto tenendo d'occhio, Adria Blackthorn.» le disse Eolo. «Non stai al tuo posto e la cosa mette a dura prova la nostra pazienza. Soprattutto la mia. Dovresti sapere che i venti sono irascibili e imprevedibili. I tuoi amici non te l'hanno raccontato?»

Adria fece un sorrisetto. «Sì. E mi hanno raccontato anche di averti chiuso dentro un vaso.» ribatté, impavida. Era stato impossibile per lei trattenersi; se Josh fosse stato lì l'avrebbe sicuramente frenata, ma per Adria era difficile porsi un freno ormai. Quando iniziava una discussione, la portava sempre a termine per evitare che ci fossero fraintendimenti e fatti irrisolti, il tutto per evitare eventuali problemi in futuro.

Ormai aveva iniziato con i Comandanti e pensò che fosse meglio concludere anche alla svelta. Sia la discussione, sia la sua farsa. Quest'ultima era durata fin troppo per una persona come lei: leale verso gli amici e dotata di troppa ira per passar sopra ad ogni vicenda senza innervosirsi, arrabbiarsi o insospettirsi.

Eolo rise e la sua risata era priva di qualsiasi forma di divertimento. Era fredda, molto ironica e per niente veritiera. Adria aveva l'impressione che a ridere fosse qualcuno che fingeva di essere ubriaco dopo averci provato e aver fallito miseramente.
«Sì, e sono riuscito ad uscire da quel vaso. Tutto grazie al caro Ermes.» Guardò il dio dei ladri con gratitudine; la figlia di Ade notò che il suo viso era cambiato completamente nel giro di pochi attimi: sembrava ringiovanito di almeno quaranta anni e sorrideva ad Ermes in modo caloroso, sincero e affettuoso. Poi tornò a guardare Adria e la sua espressione tornò quella di sempre: furiosa, stressata e con la palpebra dell'occhio che ogni tanto si abbassava leggermente. Doveva essere un tic nervoso.

Ermes scrollò le spalle «È stato semplice in verità. Mi è bastato sollevare il coperchio.»
«Bene. Mi fa piacere sentire che tu non abbia faticato.» Eolo aveva ripreso il suo comportamento dolce/lusinghiero nei confronti di Ermes. «Quando avremo l'Olimpo in pugno, voglio che tu sappia che avrai un nuovo titolo, che ricordi a tutti il fatto che avrebbero dovuto ascoltarti di più prima e non farti portare solo i loro messaggi.»

«Lo spero, dolce Eolo.» rispose Ermes affabile. «Lo spero.»
«Avremo tutto il tempo per le smancerie più tardi.» si inserì Loki. «Dobbiamo ancora decidere il destino della ragazza.»
«È più semplice di quanto sembri, Loki.» Ermes puntò lo sguardo su Adria. «Cosa devi chiedermi?»
«Ermes, stai riservando troppe attenzioni a questa ragazza. Come mai?» chiese Loki, sospettoso.

«È curiosa.» replicò Ermes tranquillo. «Anche tu lo sei. Ed hai sempre detto che la curiosità non è un peccato.»
“Perché non ha parlato del nostro patto a loro?” si chiese Adria, raddrizzando la gonna del lungo vestito di velluto nero che indossava. Lo aveva preso dall'armadio che si trovava nella sua stanza, ben fornito di altri abiti. Quell'abito era molto più comodo di quanto sembrasse e la faceva sentire più alta.

«Ho aggiunto anche un “se”.» puntualizzò Loki. Iniziò a percorrere il perimetro tutto attorno al divano a grandi passi, con le braccia incrociate dietro la schiena e lo sguardo puntato sui lacci dei suoi stivali. «Tutti insieme, avevamo deciso che se alcuni dei tuoi figli fossero riusciti a sfuggire al mio controllo, li avremmo uccisi. Non possiamo permetterci menti lucide. I ragazzi fuggirebbero e racconterebbero tutto di noi ai loro amichetti. E a quel punto, noi saremo spacciati.»
«Sì, ero d'accordo con te ed Eolo e lo sono ancora. Non ricordi che io stesso mi sono preso il compito di ucciderli?»
«Me lo ricordo. Sei stato brutale con quei tre.»

“Ermes ha ucciso tre dei suoi figli?” Adria sgranò gli occhi. “E ora Loki starà sicuramente cercando di convincerlo a far fuori anche me”. Iniziava ad avere i brividi.
«E quindi qual è il problema, Ermes?» continuò Loki. «Parlane con me e con Eolo. Dovremmo essere alleati, non nasconderci le cose.»
Adria pensò che fossero la squadra di cattivi più strana con cui avesse mai avuto a che fare. Ma c'era anche da dire che non aveva mai visto nessun cattivo parlare con i propri amici, ma solo interagire con i propri nemici.
Era strano vederli sotto quel punto di vista; non erano così diversi dal resto dei “buoni”, fuori dai riflettori.

«Ha ragione, Ermes.» concordò Eolo, calmo e pacato.
«Bene.» Anche Ermes si alzò in piedi ed andò a sedersi di fronte ad Eolo, su un'altra poltrona. Loki smise di camminare come un ossesso e tornò sul divano.
«Sei stato tu a portarla qui, Loki. E io ti avevo chiesto mio figlio.»
«Devo aver frainteso.» ribatté il dio dell'inganno.
«Questo è chiaro.»
«Avrei potuto avere la sua mente sotto controllo.»

“Yu-uuuuuuh” avrebbe voluto dire Adria. “Io sono qui, in caso l'aveste dimenticato”. Ma preferì starsene in silenzio, ad ascoltare e raccogliere informazioni.
«Ma non ce l'hai. E lei è molto forte. È figlia di uno dei Tre Pezzi Grossi. Ade.»
«Quindi?»
«Quindi ci tornerebbe piuttosto utile se la lasciassimo vivere.»

Loki annuì e Adria ebbe la sensazione che ci fosse appena stato un brusco calo di temperatura nella stanza. Era tutto più scuro e diverse ombre erano proiettate sul muro.
Adria non riuscì a trattenersi. «Siete proprio degli stupidi. Tutti i tre.» E detto ciò si tuffò in una delle ombre. Mentre viaggiava nell'oscurità, un paio di mani la afferrarono e lei si ritrovò sul pavimento del salotto dei divani. In bocca sentiva il sapore metallico del sangue.

«Non siamo stupidi.» ringhiò Loki. «Eolo mi ha dato una mano per mostrarmi cosa tu fossi in grado di fare.»
«Ha anche altri poteri.» intervenne Ermes. Tutta la sua gentilezza sembrava sparita, rimpiazzata da un'espressione che trasudava di tensione, rabbia e una sadica soddisfazione.
«Mi piacerebbe poterla vedere all'opera.» disse Loki. «Ma non stasera.» Mise una mano attorno al collo di Adria, che iniziò a divincolarsi e tossire.

«Tenetela ferma!» ordinò Loki. Ermes ed Eolo scattarono e si affrettarono a tenere ferma Adria per entrambe le braccia. «Non ci lasceremo scappare l'occasione di tenere sotto il nostro controllo una semidea tanto potente.»
Adria cercò di opporsi fino all'ultimo, scalciando e urlando, ma alla fine Loki puntò gli occhi nei suoi e fu come se tutto ciò che c'era di buono in lei scomparisse e che tutti i suoi impeti furiosi e violenti emergessero, oscurando tutto il resto delle sue emozioni. Vide il bagliore verde degli occhi di Loki farsi pian piano sempre più scuri e strani fino a diventare rosso e, a quel punto, Adria sentì la paura travolgerla per la prima volta, perché fu in quel momento che notò la gravità delle ferite di Loki e la cosa la spaventò. La stanza era buia e quella soffusa luce scarlatta era l'unica illuminazione presente.

Poi tornò tutto normale, i tre dèi la lasciarono andare e Adria si alzò in piedi. Si sentiva molto diversa e tutti i suoi sensi erano ampliati sulla furia di colpire, ferire e uccidere tutti i suoi nemici. L'Olimpo era il suo primo obiettivo e tutti i suoi servitori il secondo.
«Ora sarà obbediente come un cagnolino.» disse Loki, sghignazzando.
Ermes sorrise, sul suo volto era impressa la sua solita espressione da sadico soddisfatto.
Eolo ridacchiava, con la sua usuale risata fredda. «Ottimo, Loki.» Si alzò in piedi, sostenendosi con una debole folata ventosa. «Zeus pagherà per averci sottovalutati fin dalla notte dei tempi.»
Ermes annuì.

«Anche i miei lo faranno. Se ne pentiranno tutti.» aggiunse Loki. Sotto gli occhi di Eolo, Ermes e Adria si trasformò in uno dei suoi alter ego: un uomo sui quarant'anni, dalla pelle scura e con una fede di matrimonio attorno all'anulare della sua mano sinistra. «Io vado. O farò tardi per cena. Sapete, la mia Kat mi aspetta.»

Ciao ragazzi! ✨
Scusatemi se vi ho fatto aspettare tanto! È che questa settimana ho voluto dedicarla un po' a me e sto andando a rilento con la stesura dei capitoli. Ora, però, mi è tornata un po' di ispirazione, quindi nei prossimi giorni vedrò di combinare qualcosa! Comunque vi volevo avvisare di una decisione super importante. È da un po' che vorrei portare questi personaggi in un mondo tutto loro, quindi dopo il sequel mi piacerebbe scrivere una storia più "seria" sempre con loro, nel loro universo. E sì, ci metterò anche Reyna, anche se ovviamente cambierò il cognome :D
Mi piacerebbe pubblicarla una volta finito tutto il libro. Ciò probabilmente significa che abbandonerò momentaneamente l'idea della fanfiction sulla Jily, anche se vi farò sapere perché non si sa mai ✨
Non so, ditemi cosa ne pensate di questa idea del libro :D
Alla prossima ✨✨

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