21• L'astinenza da cheeseburger si fa sentire

Cinque giorni, dodici ore e sette secondi. Adria si stava impegnando molto a tenere il conto. Ma non si trattava del periodo speso nella villa di quell'uomo che l'aveva presa, ma bensì i giorni, le ore e i secondi che la separavano dall'ultima volta da quando aveva messo un cheeseburger sotto i denti.

Nella villa nessuno la maltrattava, ma riceveva parecchie pressioni per unirsi all'esercito dell'uomo matto e di tutta la sua combriccola, intesi alcuni volti assolutamente familiari agli occhi di Adria. Veritas, Chione, Zete, Calaide, Ananke e altri dei di cui Kimberly le aveva parlato. E ovviamente poi c'erano loro tre, i Comandanti: Eolo, Ermes e Loki. La combinazione inaspettata di tre menti fuori dal comune che insieme – Adria doveva ammetterlo – lavoravano divinamente in termini di malvagità.

Soprattutto Loki, che era più fuori di testa degli altri tre negli ultimi tempi, ma solo in seguito alla scoperta della morte del Serpente del Mondo a opera dei semidei del Campo Giove.
Da quanto Adria aveva avuto modo di comprendere, Loki gli aveva voluto bene.

E quella sera, come tutte le altre da quando era avvenuto quel tragico evento, non si era presentato a cena.
Davanti al lungo ed imbandito tavolo c'erano Eolo – Adria non aveva ancora avuto modo di capire come mai si trovasse lì e non dentro il suo vaso – ed Ermes che sedevano agli estremi, gli dèi loro alleati che erano equamente distribuiti ai due lati e infine un discreto gruppo di figli di Ermes, davvero molto meno di quanti fossero stati effettivamente rapiti.

Dal giorno in cui era stata rudemente scortata nella villa, Adria aveva più volte spiato i discorsi degli dèi e, da quando era arrivata, era solo riuscita a scoprire che Ermes e gli altri si stavano preparando per una missione e avevano intenzione di mandare alcuni semidei a recuperare qualcosa di importante.

Adria aveva notato che i figli di Ermes presenti nella sala dove lei veniva invitata a cenare ogni giorno, avevano gli sguardi vacui, ma sembravano comunque comportarsi come se non avessero nulla di strano.
Le domande che frullavano continuamente nella testa di Adria erano: “Cosa è successo a tutti?”, “Dove sono?”, “Perché sembrano tutti così tranquilli?” e “Perché io sembro essere l'unica lucida e l'unica ad aver voglia di darsela a gambe?”.

Necessitava di risposte; aveva più volte tentato di chiedere informazioni ad uno dei semidei qualche volta, ma le uniche risposte che Adria aveva ottenuto erano sguardi vacui e stupiti.
Perciò, non le era rimasto che chiedere ad Ermes e contrattare con lui in cambio di informazioni. Con Eolo pensò che fosse meglio averci a che fare il meno possibile.

Perciò, quella sera fece la sua mossa, proprio mentre Ermes si stava versando del ketchup sulle salsicce. La sala da pranzo era immersa nel chiacchiericcio e dal rumore della TV al plasma sparata a tutto volume, ma per Adria non fu complicato attirare l'attenzione del dio dei ladri, dato che gli stava seduta accanto.
«Ermes.» chiamò.

Ermes si girò verso di lei.  «Serata deliziosa, non trovi anche tu, Adria?»
«Un'ottima serata per prendere ottime decisioni e scendere a patti.» concordò lei. Non era granché con le parole; Josh sarebbe stato certamente più in grado di lei di accaparrarsi i favori di suo padre, ma non era lì perciò avrebbe dovuto cavarsela da sola.

«Vero anche questo.» fece Ermes, versandosi del vino. «Ne vuoi?» offrì. «È pinot.»
Adria scosse la testa. Doveva restare lucida. «Ho sentito delle voci riguardo una missione.»
Ermes rise. «Immaginavo che ci stessi spiando. E so già cosa vuoi chiedere. Devo ammettere che hai molto coraggio a farlo.» Si prese del tempo per ridacchiare e bere dal suo calice. «Sono tutti impauriti, dice Loki.

“Spaventali e li avrai in pugno, anche senza il mio controllo”.» Si voltò all'improvviso verso di lei e Adria si rese conto di quanto fosse stralunato e trasandato. “Strano per un dio” pensò. «Tu hai paura di noi, Adria?»
A quel punto, lei si estraneò completamente dalla situazione e rifletté. Aveva provato tante emozioni da quando era lì: rabbia quando l'uomo l'aveva presa, sorpresa quando aveva visto che lì c'erano meno figli di Ermes di quanti se ne aspettasse, curiosità ogni volta che origliava e ansia ogni volta che aveva temuto di essere scoperta. Ma la paura non era tra queste, se si escludeva quella che provava per Josh e ai suoi amici. Pensava a loro costantemente, sperando che stessero bene e che non fossero preoccupati.

«L'unica cosa che temo è che non ci siano abbastanza cheeseburger per il mio soggiorno qui.»
Ermes rise nuovamente. «Cosa vuoi, Adria?»
«Voglio partecipare alla missione. I miei poteri saranno molto utili. E in cambio voglio messa essere al corrente di tutto.» disse con voce ferma ed autoritaria.
Ermes si chinò verso di lei, sorridendo. Nei suoi occhi c'era l'espressione di chi ammirava una scoperta sensazionale. «Tutto cosa, precisamente?»

• • •

Tre giorni per raggiungere l'area per campeggiatori a Dallas in Texas. Altri tre per contattare Josh, Reyna e Lucas e fornire loro le indicazioni per raggiungerli e per avere l'occasione per compiere quel rocambolesco viaggio tutti insieme. Un altro giorno per riprendersi dallo shock dell'assenza di Adria. Più che Daniel, era Kimberly quella si era fatta silenziosa nell'apprendere quella notizia e che si era rifugiata nella tenda che lei e Daniel avevano montato insieme per trascorrere la notte. Daniel l'aveva lasciata da sola per un po' e poi era andato a controllare che stesse bene.

Quando l'aveva vista sonnecchiare sopra il mucchio di coperte sulle quali avevano dormivano insieme da quando erano arrivati, aveva chiuso la tenda e l'aveva lasciata riposare fino all'ora di cena, durante la quale lei aveva anche deciso di uscire fuori e mangiare.
Poi erano andati a dormire, ognuno nelle rispettive tende, pronti per prepararsi alla partenza del giorno dopo.

Daniel, proprio quel mattino, si svegliò prima di tutti, alle cinque. Era un'abitudine che lui e Kimberly avevano preso da quando erano giunti lì. Sedevano vicini, spalla contro spalla e aspettavano che il sole sorgesse da dietro le montagne e che illuminasse le vette di tante sfumature diverse: dal giallo ocra al bronzo, dal rosa tipico di un tramonto all'arancio delle foglie secche dell'autunno.

Solo che quel giorno, Kimberly stava  beatamente dormendo e anche se l'avesse svegliata non l'avrebbe sentito perché la semidea aveva deciso di rifornirsi di tappi per le orecchie per l'imminente arrivo di Lucas.

«'Giorno.» Josh sgusciò fuori dalla sua tenda e si mise in piedi davanti a Daniel, coprendogli la visuale. Il sole era ancora basso nel cielo e circondava la testa di Josh come un'aureola, creando tanti riflessi infuocati sulle sue ciocche di capelli rossi. «Ti posso parlare di un sogno che ho fatto? Sarebbe una fortuna per tutti se svegliassi Lucas e se lo dicessi a lui, ma non voglio disturbare Reyna. Deve averci messo ore ad addormentarsi.»

Daniel ridacchiò. «Siediti e dimmi pure, Josh.»
Il figlio di Mercurio si lasciò cadere accanto a Daniel. «Quanti campeggi mancano prima di Boston?»
In seguito alla scoperta che dietro tutto quello che stava succedendo ci fosse Loki, Frank, Reyna e Chirone avevano preso una decisione importante, grazie alla collaborazione di Magnus Chase – cugino di Annabeth – e di alcuni ragazzi di un posto chiamato “Hotel Valhalla”.

A tutti i semidei era stato ordinato di lasciare i rispettivi campi e di muoversi in gruppetti per non attirare l'attenzione dei mostri e delle divinità nemiche con le loro energie semidivine. Tutto allo scopo di raggiungere Boston e l'Hotel Valhalla, trovare una buona sistemazione per tutti e formulare un piano per trovare i figli di Ermes e trarli in salvo, fermare lo stesso dio dei ladri e riacciuffare Loki e segregarlo nuovamente nella sua noce – Magnus Chase era stato molto chiaro riguardo l'ultimo punto.

«Forse cinque o sei.» gli rispose Daniel. Stava aspettando che Josh iniziasse a raccontare, ma notò che aveva anche voglia di fare conversazione e nessuna fretta di troncarla.
«Come va con Kimberly?»
Daniel sorrise. «Molto bene.»
«Mi fa piacere.» Poi, di punto in bianco, Josh aggiunse: «Mi manca Adria. È lei che ho sognato stanotte. Perciò oggi mi sento un po' meglio.»

Daniel gli mise una mano sulla spalla. «Ti ha detto qualcosa in sogno?»
«Mi ha detto che sta bene e di non preoccuparmi.» Josh alzò lo sguardo verso il sole, ormai alto nel cielo. «Ho subito creduto che non fosse un sogno e che fosse davvero lei a parlare. Tu che ne pensi?»
«Penso che Adria sia stata talmente brava da riuscire a corrompere chiunque a tal punto da costringerlo a farla apparire in un tuo sogno.»
Josh ridacchiò. «È vero.» Annuì. «È proprio vero.»

Ciao sweethearts ✨
Come va questo periodo di scuola? A me non troppo bene, questa settimana è stata un vero e proprio inferno, ma almeno ieri mi sono arrivati Sei di Corvi, il regno corrotto e il prequel di HG. Ma parliamo del capitolo :D
Ricordo che mi era piaciuto molto a scriverlo, mi sa molto di semidei vibes 🙌
Vi ricordo di seguirmi su ig se ancora non lo fate, sono @lovelacexblackthorn :D

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