5. Andrea

La serata a Firenze era andata bene. Alla fine la cena si era rivelata meno noiosa del previsto. L'evento in questione era una raccolta fondi dell'Ente Cassa di Firenze destinato all'Ospedale Pediatrico Meyer. C'erano personaggi illustri della società fiorentina, calciatori, uomini politici e la vecchia nobiltà di cui anche lei faceva parte. Andrea e Nicholas avevano fatto il loro ingresso insieme e come sempre avevano calamitato l'attenzione dei presenti. Andrea in questi eventi seguiva scrupolosamente l'etichetta che le era stata insegnata. Sorridere, stringere mani e lasciare che il compagno parlasse per lei. In fondo non le importava fingere, con Nick era facile. Lui le voleva bene, non come quel bell'imbusto di Antoine che da ragazzina l'aveva circuita di belle parole solo per arrivare al patrimonio di famiglia.

Era domenica sera. Andrea aveva dismesso i panni della "fidanzata" perfetta per indossare quelli della traduttrice e fu così, immersa in una traduzione complicata di un testo arcaico, che ricevette la mail dell'Architetto Forti. Inizialmente fu stupita da quanto velocemente avesse dato segno della sua presenza. Ancor più lo fu dal fatto che la mail contenesse la planimetria della dependance in 3D con allegato l'elenco dei lavori da svolgere, dei costi e dei permessi necessari, nonché i tempi di realizzazione. Guardò con attenzione il progetto di quella che sarebbe stata di fatto casa sua. Naturalmente non vi era arredamento, quello sarebbe stato scelto con l'aiuto dell'interior design, Lorenzo fratello di Leonardo. Andrea sorrise all'idea di due fratelli che lavoravano insieme. In realtà lei l'aveva sempre voluto un fratello o una sorella ma i suoi non erano dello stesso avviso, per preservare l'asse ereditario dicevano.

Mah che grande cavolata.

Distolse la mente da quei pensieri cercando di concentrarsi sul lavoro di Leonardo -no, no, non era buona cosa chiamarlo per nome- e di come avesse colto le sue necessità.

Osservò con attenzione la planimetria in 3D che si trovava di fronte, l'architetto aveva fatto diversi cambiamenti alla struttura ma senza stravolgerne l'essenza.

Lei adorava quella dependance a picco sul mare, con il vento che batteva forte sui vetri nelle giornate di tempesta e che invece sembrava sussurrare dolci promesse nei giorni miti di aprile. I nonni la usavano per gli ospiti meno in vista ma, quando non vi era nessuno, Andrea vi si rifugiava e passava i pomeriggi assolati di Luglio ed Agosto a leggere, scrivere oppure semplicemente a contemplare il mare dall'alto. Purtroppo non era mai stata brava con le relazioni personali e anche se non era una snob, il ruolo che aveva in società le imponeva un certo distacco con i suoi coetanei e la necessità di frequentare solo le "persone giuste".

Per fortuna c'erano Nicholas e la sua inseparabile amica Domitilla. Tale nome infausto era eredità della bisnonna paterna ma lei lo portava con nonchalance.

Loro erano il suo porto sicuro, le persone con cui usciva e con cui si confidava. Domy, così la chiamavano, non era molto d'accordo su questa folle idea dei suoi amici di sposarsi pur non amandosi, ma per adesso avevano solo dichiarato di frequentarsi e nonostante le pressione delle rispettive famiglie non avevano deciso né la data del fidanzamento né tantomeno quella del matrimonio.

Andrea aveva detto al padre che per prima cosa voleva ristrutturare la villa che i nonni materni le avevano lasciato in eredità, ben sapendo quanto l'amasse, insieme ad un conto fiduciario a svariati zeri.

Andrea poteva permettersi di non lavorare, ma le piaceva fare qualcosa e tradurre, viaggiare e conoscere posti nuovi erano la sua passione.

Il cellulare che suonò all'improvviso la distolse dai suoi pensieri che come spesso accadeva avevano preso la deriva come un zattera in mezzo al mare.

"Ciao bellezza, come stai?" era Domy ma che ore potevano essere?

"Tutto ok bellezza e tu?" rispose all'amica.

"Solite cose darling, qui a Milano sai com'è, sono tutti molto frenetici." rispose quella ridendo, come se fosse ovvia la battuta appena fatta.

Andrea rise a sua volta fra di sé pensando quanto fosse vera quell'affermazione. Domi proseguì senza curarsi del suo silenzio. "Allora com'è andata con l'architetto?" le chiese l'altra con tono curioso.

Lei si riscosse " Bene direi, anche se non è venuto il Dott. Forti, ma bensì suo nipote Leonardo!" disse lei con un tono alquanto stizzito.

"Ti prego dimmi che questo Leonardo è giovane nonché un gran pezzo d'uomo?" strillò nell'apparecchio l'altra tutta eccitata.

"Certo per essere giovane è giovane. Ha la nostra età credo. Anche se gran pezzo d'uomo non l'avrei detto, forse sbruffone, o meglio sfrontato. Sai che si è presentato con oltre un'ora di ritardo senza avvisare? E con dei Ray-Ban e un succhiotto vistoso al collo? Neanche fosse appena uscito da un bordello di lusso." disse lei con un tono più alto del normale.

"Caspita e tu hai notato tutto questo in quanto cinque minuti di presentazione?" rispose Domy ridendo ancora più forte che in precedenza.

Andrea sbuffò" Comunque l'ho subito rimesso in riga mia cara, tanto che mi ha appena mandato il progetto della dependance. Mi piace sai?!?"

"Chi il progetto o l'architetto?!?!" insinuò l'altra. "Oh non ci provare? Il progetto sciocca che non sei altro!" e questa volta riservo insieme complici, come se fossero lì una di fronte all'altra e non a kilometri di distanza.

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