Prologo


                                                                             OLTRE LA MASCHERA 

Parigi, 1803

«Preparati, tra poco toccherà a te.»

Cédric strinse le mani a pugno, cercando di mantenere la calma e di non farsi assalire dalla paura e dall'ansia, annuendo all'uomo che lo fissava accigliato. «Cosa ti prende? Non dirmi che non sei pronto? Ti abbiamo preparato per giorni, affinché fossi pronto.»

L'uomo fissò il ragazzo, trattenendosi dal picchiarlo. Non poteva colpirlo adesso, sarebbe scappato e non avrebbe eseguito ciò che fin'ora gli era stato insegnato e il suo piano sarebbe fallito ancor prima di averci provato. Cédric scosse la testa, per negare. «No, Paul. Sono pronto e non fallirò. Ho solo paura delle conseguenze.» Ammise alla fine, guardandolo finalmente negli occhi con i suoi, color zaffiro. Paul si trattene dall'irrigidirsi nell'incrociare il suo sguardo. Era solo un ragazzino di dodici anni, pelle e ossa e cencioso, ma il suo sguardo riusciva in qualche modo a metterlo in difficoltà. Emanava una luce che in pochi uomini maturi aveva intravisto e solo uno sciocco non avrebbe intravisto il suo potenziale e Paul non era tale. Quel ragazzo sarebbe stato la sua miniera d'oro se fosse stato sotto la sua guida. Ma prima aveva bisogno di metterlo alla prova e mai occasione era ottima come quella.

«Non devi preoccuparti. Andrà tutto bene, ma devi fidarti di me.» Gli rispose alla fine Paul. Vedendo lo sguardo ancora incerto del ragazzo, Paul si accigliò, prendendolo per le spalle con le sue grandi mani e scuotendolo. «Dimmi, chi ti ha ti ha aiutato a scappare, quando quegli uomini ti stavano inseguendo perché rubavi le medicine per tua madre?» Cédric sgranò gli occhi, sorpreso da quella domanda improvvisa. «Tu, Paul.»

«E chi ti ha preso con sé, quando tua madre morì?» Continuò l'uomo, imperioso, ignorando il fatto di poter rattristare il ragazzo con le sue parole.

«Tu, Paul» mormorò.

«E chi ti ha sfamato nell'ultimo anno?»

«Tu.»

Finalmente, soddisfatto, Paul lasciò la presa sulle spalle di Cédric, continuando a fissarlo con i suoi occhi, neri come la pece. «Non dubitare mai di me, Cédric. Solo io posso davvero aiutarti e nessun altro.»

L'altro annuì, senza più commentare. Paul si voltò di nuovo verso l'uscita del vicolo dov'erano nascosti, aspettando il segnale che li avrebbe portati all'azione.

Erano in uno dei quartieri più malfamati e pericolosi, circondati da contrabbandieri, ladri e prostitute. La loro casa.

Molti avevano paura ad attraversare quelle zone, in carrozza, anche in pieno giorno, ma nonostante questo, erano i luoghi preferiti da molti gentiluomini che cercavano qualcosa di più emozionante e trasgressivo. Sapevano che lì avrebbero trovato tutto ciò che desideravano: dal gioco d'azzardo, preferito da molti uomini ma ormai bandito nelle principali sale parigine, dalle casa di piacere dove non esisteva alcun limite né all'immaginazione né alla legge.

Paul sorrise, nel vedere una luce comparire e scomparire subito dopo. Quello era il segnale.

«E' arrivato il momento» disse, voltandosi verso il ragazzo. «Hai l'arma con te, vero?»

Cédric mise la mano nel cinto, dove teneva stretta la pistola. «Sì, è qui con me.»

«Bene, questo è il tuo primo colpo importante. Non commettere errori.» L'avvisò.

«Ma non sarà necessario, l'hai detto tu» gli rammentò il ragazzo, preoccupato. Non aveva alcuna intenzione di sparare a nessuno. Non era un assassino.

Aveva rubato moltissime volte, ma solo per sopravvivere. Dopo la morte della madre era stato più che mai necessario e solo sotto la protezione di Paul, aveva evitato di finire in galera o peggio.

Non voleva continuare in quel modo per tutta la vita, ma per ora non aveva denaro a sufficienza neanche per sopravvivere, figuriamoci per andare via chissà dove.

«Non dovrai ucciderlo, te l'ho già detto. Dovrai solo distrarlo mentre noi lo derubiamo di tutto ciò che ha vinto, con le carte. In un certo senso è come se non lo stessimo derubando, dato che non stiamo rubando del denaro guadagnato dal duro lavoro» gli spiegò, con la sua logica e convinzione di fare una costa giusta. «Adesso vai e pensa solo a ciò che potrai fare con quei soldi.»

Cédric respirò profondamente, prima di decidersi e uscire dal suo nascondiglio. Si avvicinò ad un carro, appositamente rovesciato che sarebbe servito, insieme a lui, come esca.

Si sedette vicino a esso, mettendo una gamba il più possibile sotto una ruota, dando l'impressione di essersela incastrata sotto essa.

Guardò verso la strada, aspettando con pazienza la vittima.

Non ci mise molto, allorché il suono di passi cominciò ad arrivare al suo orecchio. Finalmente intravide la sagoma robusta dell'uomo, insieme al suo fischiettare allegro. Era il momento di attirare l'attenzione.

«Aiutatemi! Per favore, qualcuno mi aiuti!» Urlò, cercando di far risultare la sua voce più piagnucolosa possibile.

Il fischiettare dell'uomo s'interruppe, ma la sua camminata aumentò, e finalmente Cédric poté veder bene l'uomo. Era alto e robusto come aveva intravisto, con un addome abbondante e i suoi vestiti sembravano di buona fattura. «Chi ha urlato?» Domandò l'uomo, spaesato.

Da dov'era Cédric, l'uomo non poteva vederlo, coperto dal carro e quindi dovette gridare ancora una volta. «Sono qui, per favore mi aiuti.»

Finalmente il gentiluomo si avvicinò al carro, fino ad arrivare a lui, inginocchiandosi con sguardo allibito. «Cosa ci fai qui, ragazzo?»

Cédric ci mise qualche secondo, per ricordare cosa aveva memorizzato per ore. «Stavo raccogliendo alcuni oggetti dal carro, ma essendo molto vecchio non è riuscito a sostenere il mio peso e deve essersi rotto qualcosa, cadendomi addosso.» Cercò di rendere la sua voce più piagnucolosa possibile, affinché fosse più realista.

Ebbe un sollievo immediato vedendo il viso paffuto dell'uomo rattristarsi. Era il momento giusto per sferrare l'ultimo colpo. Emise un finto gemito dolore. «Vi prego signore, mi aiuti, sono rimasto incastrato e ho paura che la mia gamba si sia rotta.»

L'uomo lanciò una veloce occhiata alla gamba del ragazzo, che grazie al buio della notte riusciva a vedere a malapena in che condizioni fosse. «Certo. Deve farti molto male, ti aiuterò.» Si posizionò con le mani sotto gli angoli del carro. «Preparati, adesso lo solleverò e tu ti trascinerai via.» L'avvertì il gentiluomo, mentre il ragazzo assentiva.

Cédric vide con la coda dell'occhio un'ombra avvicinarsi e s'irrigidì.

Il suo soccorritore gli lanciò un sorriso incoraggiante. «Non preoccuparti, andrà tutto bene. Oggi è il tuo giorno fortunato, come il mio.»

Finì appena di pronunciare la frase quando, con un grido, si accosciò di fronte a lui. «Ben fatto ragazzo, ottimo» pronunciò Paul, mentre Cédric si allontanava dal carro, senza rivolgergli la parola. Non riuscì a guardare nemmeno l'uomo, ma in compenso era rassicurato dal fatto che si sarebbe ripreso presto.

Paul strofinò le mani tra loro, prima di chinarsi sulla vittima. «Questo è un bel bottino, vedrai.» Cominciò a cercare nelle tasche della giacca, con gli occhi luccicanti.

Cédric si sentiva un vero farabutto in quel momento. Non che non avesse mai rubato, lo aveva fatto spesso da quando sua madre era morta, sotto gli ordini di Paul, ma non così.

Sobbalzò, quando sentì un grido di sorpresa di quest'ultimo, voltandosi nella sua direzione. Divenne cereo in viso vedendo l'uomo che fino a pochi secondi fa era accasciato a terra, adesso si stava rotolando con Paul prendendosi a pugni.

Si era ripreso più in fretta del previsto, pensò atterrito Cédric.

Paul riuscì a scostarlo da sé, alzandosi. «Maledizione» imprecò, seguito subito dopo dalla vittima, che si era sollevato anche lui. «Furfante, non ti permetterò di derubarmi» farfugliò agitato, uscendo poi dalla tasca un coltello. «Conosco bene la zona e non sono tanto stupido da venir qui disarmato.»

Sia Paul che Cédric si trovarono spiazzati vedendo l'arma. Paul fu il primo a riprendersi, ridendo in faccia all'uomo. «Non era nei piani che tu ti riprendesti così presto.» Disse mettendo una mano dietro la tasca dei pantaloni. «Ma purtroppo non mi lasci altra...» Si bloccò a mezza voce, allorché si rese conto di non portare la pistola addosso. "Accidenti, l'aveva data a Cédric." Fissò il ragazzo, sentendo il cuore battere forte. Quest'ultimo, dopo un attimo di perplessità si rese conto della situazione, mettendo istintivamente una mano sull'arma. Aveva compreso immediatamente l'espressione di Paul, ma Cédric non poteva credere che gli stesse davvero chiedendo quello. Non poteva farlo!

Il gentiluomo, che fino a poco prima era stato la vittima e che adesso stava diventando il loro carnefice, fissò truce Paul. «Direi che adesso sei tu che non lasci scelta a me. Sarà un onore liberare Parigi da una feccia come te.» Urlò, preparandosi con l'arma ad infilzarlo. Paul chiuse gli occhi, aspettandosi di morire come un cane. Sussultò, sentendo i battiti del suo cuore fermarsi, quando il suono di uno sparo echeggiò nell'aria. Socchiuse esitante gli occhi e li aprì del tutto nel momento in cui vide l'uomo, cereo in viso, accasciarsi a terra. Un buco perforava la schiena dell'uomo, dove del sangue cominciava a fuoriuscire. Sentendo un gemito di sgomento, sollevò il viso e vide Cédric remare come una foglia, con la pistola fumante in mano. «Sei stato tu.» Paul fece più una costatazione, che una domanda. Il ragazzo mollò l'arma, come se fosse infuocata, guardando poi l'uomo con gli occhi sgranati. «L'ho ucciso? Dimmi che non è così» chiese implorante. Paul lo fissò intensamente. Non si era sbagliato, pensò, era coraggioso e sapeva che con i giusti insegnamenti sarebbe stato una macchina da guerra. Quel ragazzo sarebbe stata la sua miniera d'oro. «Purtroppo è così invece, Cédric» iniziò, consapevole che se avesse iniziato nel modo sbagliato, avrebbe perso la sua occasione. «Fa parte dei rischi di questo lavoro. Dobbiamo imparare da questi incidenti a gestire la situazione nel migliore dei modi, per la prossima volta.» Gli mise la mano sulla spalla, in apparenza fragile, ma forte. «Sei stato molto bravo, calmo quanto serviva e veloce al momento giusto.» Non ricevendo alcuna risposta dal ragazzo, lo lasciò per controllare nelle tasche del cadavere ciò che fin dall'inizio avevano cercato. Alla fine trovò la sacca e se la mise in tasca, facendo un segnale alla sentinella che si era avvicinata. «Andiamocene di qui, prima che le guardie arrivino.» Si voltò verso Cédric, che stava ancora immobile. «Cédric, guardami» lo richiamò. Quest'ultimo sollevò il viso, incrociando il suo sguardo. Lo sguardo di Paul era freddo ma deciso. «La vita non è semplice e se vuoi sopravvivere a volte devi sacrificare qualcuno.» I suoi occhi neri si strinsero, mentre fissava quelli blu del ragazzo. «Dovresti saperlo dato ciò che hai vissuto.» Il ragazzo sussultò, ma non emise un suono, cosa che fece infuriare ancor di più l'uomo. «Non dimenticare che sei il figlio bastardo di un nobile che ti ha gettato in mezzo alla strada come feccia. Coloro che dovevano aiutarti non l'hanno fatto. Adesso è arrivato il momento di prendere la tua vita in mano e lottare per te stesso.» Detto ciò, si allontanò verso il loro rifugio, lasciandolo solo. Cédric rimase lì per un tempo indefinito, fino a che il rumore di cavalli lo riportò alla realtà.

«Dovrebbe essere nelle vicinanze, non hanno saputo specificare esattamente dove sia il cadavere.» Il ragazzo, accorgendosi della presenza di qualcuno, corse via, nascondendosi tra i vicoli malfamati, fino a che il rumore dei cavalli non fu ormai lontano. Si fermò finalmente sentendo il fiato affannoso. Sedette vicino a delle cassette, nel retro di un palazzo che cadeva a pezzi, come la sua anima. Si mise le mani sul viso, cercando di cancellare ciò che aveva fatto. Aveva ucciso un uomo.

Gli riusciva intollerabile solo l'idea, ma l'aveva fatto!

Coloro che dovevano aiutarti non l'hanno fatto. Adesso è arrivato il momento di prendere la tua vita in mano e lottare per te stesso. Non dimenticare che sei il figlio bastardo di un nobile che ti ha gettato in mezzo alla strada come feccia.

Un figlio bastardo, indesiderato...

Dopo la scomparsa della madre, tutto era andato troppo veloce, la sopravvivenza era stato il suo unico obbiettivo. Ma, l'aver ucciso un uomo, l'aveva scombussolato e, in un certo senso, obbligato a fermarsi, a pensare ed analizzare tutto ciò che era successo. Si prese le ginocchia con le braccia stringendole al petto, mentre sentiva un nodo alla gola farsi sempre più grande. Cosa doveva fare? Quella non era la vita che voleva.

Desiderava sua madre, il suo calore e le sue parole d'affetto. Prima che se ne rendesse conto, le lacrime cominciarono a versarsi sulle sue guance sporche e, in un attimo, i singhiozzi furono quasi incontrollabili. Passò un po' di tempo prima che il fiume di lacrime s'interrompesse e la sua mente ricominciasse a pensare con lucidità. Non avrebbe mai più permesso che una situazione del genere riaccadesse. Se nessuno voleva avere a che fare con lui, allora avrebbe agito di testa sua. Sarebbe rimasto con Paul il tempo necessario per decidere che fare della sua vita e imparare a sopravvivere. Dopo di che, ognuno sarebbe andato per la propria strada. Avrebbe deciso lui le sorti del suo destino.

Lui e nessun'altro.



Piccolo spazio a me!!!!!!!!!!!!!!!!

Ciao, come promesso, ecco il prologo del mio terzo e ultimo romanzo della serie Occhi zaffiro!

E' fantastico poter di nuovo scrivere per voi, sono al settimo cielo!!!!                                               Il prologo non è molto, ma spiega leggermente l'inizio del nostro sfortunato protagonista Cédric. Ma non temete, scoprirete ancora molto altro su di lui, ma non solo!   In questo romanzo troverete, come sempre, molti misteri ma anche avventura e ovviamente amore senza freni ne misure. Questo è molto altro nell'ultimo capitolo della serie Occhi zaffiro, Oltre la maschera!!!!

Prima di salutarvi volevo ringraziare colei che ha realizzato la copertina, una carinissima ragazza che con gran cuore si è offerta di realizzarla, sopportando la mia pignoleria che non è facile lo giuro XD                                                                                                                                                           La dolcissima @Nora1912   grazie ancora per esserti offerta e adoperata per rendere la copertina come la desideravo io!

La consiglio vivamente per coloro che come me pignole e, anche rompi XD, cercano qualcuna che realizzi le loro copertine, riesce davvero a rivoluzionare una semplice immagine in qualcosa di unico e personale. 

Detto ciò, vi auguro una buona giornata!

CIAO RAGAZIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!

P.S. Può darsi che entro il fine settimana vi faccia una sorpresa con un nuovo capitolo +.+

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top