Epilogo
Il battesimo dell'erede dei Duval, nella piccola cappella della loro famiglia, fu un momento molto importante poiché Cédric, avrebbe partecipato alla cerimonia come un componente della famiglia, dopo mesi di astio.
Con grande dispiacere delle malelingue, il Duca aveva deciso di procedere ad una cerimonia intima e con solo i membri della sua famiglia, nessuna eccezione.
Isabelle era più che felice della situazione e strinse ancor di più il braccio di colui che era finalmente diventato il suo fidanzato e presto marito.
Erano già passate due settimane da quella notte dello scontro con Paul e tutto si era rivoluzionato. Era davvero successo il miracolo di Natale.
Dopo essere riusciti a scappare dalla nave, le guardie si erano adoperate ad arrestare Cédric, con l'accusa di essere un Bandito e di tentato omicidio.
Ma fortunatamente con l'aiuto del resto dei banditi e di Renée e Youri, avevano escogitato un modo affinché il Bandito scomparisse per sempre dalle strade di Parigi.
Adesso Cédric era considerato un eroe per aver salvato i bambini da una fine orribile.
Quest'ultimi erano stati riportati alle rispettive famiglie, mentre i due fratelli Ronald e Robin si erano potuti finalmente riabbracciare.
Isabelle sperava con tutto il suo cuore che presto avrebbero trovato una famiglia che li adottasse e amasse entrambi.
Dopo la cerimonia, si diressero ai giardini del Duca dove un gazebo pieno di leccornie li aspettava.
Isabelle si staccò a malincuore da Cédric, richiamato dal cugino che teneva in braccio il figlio.
I due adesso avevano stretto un rapporto che sperava ben presto rinforzasse sempre di più, ma che ovviamente aveva bisogno di tempo per cancellare gli errori del passato.
«Isabelle?»
La donna si voltò versa la moglie del Duca, Julia. Quest'ultima le sorrise amabilmente. «State bene? So che vostro padre sta migliorando.»
L'altra annuì, felice. «Sì, Vostra Grazia, mio padre si sta riprendendo molto in fretta ed è sicuro di riuscire a portarmi all'altare in piena forma» scherzò la donna.
Con i suo genitori era stato un po' più complicato, ammise a se stessa.
Erano successe tante cose e i suoi genitori dovettero ammettere alla fine che la loro figlia, per quanto gli dovesse la sua vita, adesso era una donna che voleva prendere le sue decisioni da sola e che non avrebbe più permesso che qualcun altro lo facesse per lei.
Ma si erano davvero resi conto di quanto fosse cambiata solo dopo essere fuggita per aiutare Cédric a scappare dalla prigione.
Quando poi avevano scoperto tutto, il tradimento del Marchese, l'intervento suo e di Cédric affinché riuscissero a svelare la sua innocenza, avevano compreso che il benessere della figlia era più importante di ogni cosa.
Forse il loro vero dolore fu quando Isabelle dovette ammettere di aver fatto indagini sul suo passato.
«Sono desolata per ciò che ho fatto, vi ho mentito pensando di darvi un dispiacere. Ma non mi sono resa conto che così facendo stavo mentendo anche a me stessa.»
Isabelle aveva pronunciato tali parole con grandi difficoltà e solo la mano di Cédric sopra la sua, le aveva dato il coraggio necessario.
Sua madre non aveva emesso parola da quando Isabelle aveva iniziato a raccontare tutto, assimilando la storia in silenzio.
«Vi sono grata per ciò che avete fatto per me, siete i genitori migliori che ogni figlia desidererebbe avere e se non vorrete più vedermi io comprenderò e...» ebbe difficoltà a finire, sentendo la gola stretta.
«Isabelle» cominciò la madre con tono duro, e la figlia lo riconobbe bene.
«Sono molto delusa da te.» Isabelle chiuse gli occhi, aspettandosi di essere cacciata da un momento all'altro. «Contessa, vostra figlia ha cercato la verità con un peso al cuore, consapevole che la cosa vi avrebbe ferito» aggiunse Cédric, non sopportando di vederla così addolorata.
La Contessa non commentò, alzandosi e mettendo le mani incrociate tra loro, cogliendo lo sguardo del marito seduto sulla sua poltrona.
«Sono delusa... perché hai preferito agire da sola, piuttosto che parlarne con noi» disse alla fine, sotto lo sguardo stupito dei due giovani.
«Non avrei mai agito da egoista, impedendoti di sapere la verità» stava continuando la donna con voce ferma.
«Ti abbiamo scelto perché desideravamo con tutto il cuore qualcuno da amare. E non credere, sapevamo della tua perdita di memoria fin dall'inizio. C'è bastato guardare il tuo sguardo per capire quanto tu avessi bisogno di affetto, quanto ne avevamo bisogno noi.
Eravamo così desiderosi di darti tutto ciò che potevamo
per farti sorridere.» Nel pensare la donna scosse la testa, ridendo.
«Ma per quanto ti dessimo tutto, giocattoli, vestiti e ogni tipo di comfort... niente sembrava farti sorridere... un vero sorriso di felicità.» Il suo sguardo cadde su Cédric, rivolgendogli un piccolo sorriso. «Nonavrei mai potuto immaginare che ti bastasse rivedere il
ragazzino di tanti anni fa, per renderti felice.» Isabelle fece per dire qualcosa, ma la mano della donnala fermò.
«Il voler darti il meglio, ammetto che era diventata la mia ossessione. Ti chiedo scusa Isabelle... perdonami per non averti capito, ancora una volta...» il suo sguardo divenne lucido e per la prima volta Isabelle vide in sua madre una donna con le sue fragilità e le sue paure... Si alzò istintivamente abbracciandola strettamente, come avrebbe desiderato fare da tutta la vita e che non aveva mai avuto il coraggio di fare. «Vi perdono, se voi perdonate me madre.»
Sentì le sue braccia avvolgerla e stringerla forte e a quel punto Isabelle non riuscì a trattenere le lacrime.
Sentì le sue mani accarezzarle dolcemente i capelli lisci, adesso corti fino alle spalle. «Se penso che ho rischiato di perderti...» mormorò, tra le lacrime, mentre l'altra scuoteva la testa sollevandola e rivolgendole un sorriso. «C'era Cédric con me» disse semplicemente, voltandosi verso di lui, così come la madre.
«Monsieur» mormorò, portandolo ad alzarsi. «Chiedo anche a voi perdono. Un uomo che sacrificherebbe, non solo la sua vita, ma anche il suo orgoglio, non merita di essere calunniato» ammise, per poi lanciare una frecciatina al marito che, sentendo il suo sguardo su di sé, fece per alzarsi ma venne preso da una fitta a causa della ferita non ancora guarita del tutto.
«Come... come dice tua madre. Chiedo anch'io perdono a voi Arsènè, per ciò che ho detto» ammise a malincuore l'uomo, dato il suo orgoglio. «Ovviamente avete la nostra benedizione per sposare nostra figlia, se la cosa la rende felice... sempre meglio di quel farabutto del Marchese, che possa marcire in prigione.»
«Grazie padre!» Urlò con entusiasmo la figlia, gettandosi anche sulle sue braccia, ma staccandosi immediatamente quando lo sentì urlare dal dolore.
Ricordando quei momenti, sentì istintivamente le sue labbra stendersi per un sorriso. «Sono felice di saperlo, nonostante tutto, vi amano molto» commentò la Duchessa.
Isabelle annuì. «Mi sono resa conto di essere sempre stata circondata da persone che mi hanno amato. Prima dai miei veri genitori, poi sono stata doppiamente ripagata da loro.»
«Per non parlare dell'uomo che presto sposerete» commentò Julia, lanciando uno sguardo alla coppia di uomini entrambe, dove in quel momento Cédric stava facendo sorridere il piccolo con l'orologio a catenina. Quel gesto la fece sorridere e battere il cuore ancora più forte. Ne era così innamorata!
Nel frattempo, un'altra coppia li stava raggiungendo, dopo aver dato le poppate ai loro figli. «Siamo qui!»
Urlò con il suo solito entusiasmo Crystal, correndo verso di loro, mentre David teneva in braccio entrambi i gemelli di un anno e mezzo.
Isabelle guardò, come sempre affascinata, la donna minuta dai colori identici a quelli di Cédric.
L'aveva sempre vista ai vari ricevimenti senza mai riuscire a rivolgerle la parola, ascoltando da altri affascinata la sua storia.
E adesso si ritrovavano ad essere componenti della stessa famiglia!
Sia Julia che Crystal avevano accolto Isabelle a braccia aperte e l'avevano aiutata in quelle ultime settimane con i preparativi del suo matrimonio.
Sperava che ben presto avrebbero avuto un rapporto come delle sorelle, lo stesso che lei aveva avuto con Anne.
Finalmente era riuscita, con l'aiuto della zia, a portare dei fiori sia a lei che ai suoi genitori. Aveva pianto, tanto, ma con il cuore meno pesante rispetto a quando aveva ricordato, con la nuova consapevolezza che loro l'avevano amata profondamente dandole la forza di superare il passato anche da lassù.
Nel frattempo Crystal salutò tutti, baciando il fratello e il nipotino e avvicinandosi a Cédric con un sorriso smagliante. «Sono felice di averti qui, cugino» disse, enfatizzando ancor di più il loro legame di parentela.
Cédric la fissò per un momento a disagio da quella esuberanza e franchezza che non fosse la sua, per poi chinare la testa e fare un mezzo sorriso. «Direi che ci voleva un altro uomo per reimpostare gli equilibri di questa famiglia. Queste donne stavano per stracciarvi» scherzò.
«Ne riparleremo quando avrete dei figli» rispose con sarcasmo David, poggiando i bambini nelle varie ceste con l'aiuto della bambinaia.
«A proposito di figli» s'intromise Richard, facendo lo stesso con suo figlio. «A quando il matrimonio?»
«Il mio avvocato sta per terminare con la procedura di adozione nei confronti di Dorian» rispose Cédric, sedendosi sotto il gazebo, con lo sguardo stupito delle coppie che aspettavano chiarimenti.
«Vuoi forse togliere il tuo nome al bambino?» Domandò sgomentata Julia, come Richard d'altronde.
«Capisco che quella donna ha commesso degli errori madornali, ma quel povero bambino non ha fatto nulla di male» si aggiunse Crystal, lanciando un'occhiata a David come se volesse portare a convincere il cugino, con le sue parole.
«Secondo me dovresti pensarci bene...» stava per aggiungersi Richard.
Cédric ascoltò in silenzio, per poi fissare Isabelle con una smorfia che fece ridere a crepapelle la donna, sotto lo sguardo stupito degli altri.
«State tranquilli, i documenti serviranno a me» rispose Isabelle con un sorriso dolce. «Voglio anch'io adottare Dorian» ammise alla fine.
«Ma nel momento in cui sposerai Cédric, sarà effettivamente tuo figlio» commentò David.
«Sì è vero, ma voglio che lui si senta davvero parte di questa famiglia e dato che ci sarà un altro cambio di nome vorrei approfittare per rendere legale anche da parte mia l'adozione» spiegò lei, emozionata.
Cédric le aveva raccontato i dettagli che Paul gli aveva ammesso, prima di morire.
Il fatto che Inés avesse voluto rimediare ai suoi errori era un dolore in meno da sopportare per Cédric, tradito da colei che pensava lo amasse il che, pensò Isabelle, non era così falso.
Ma nonostante gli errori della madre, Dorian meritava di essere felice e per lui Cédric era suo padre e nessuno aveva il diritto di dirgli il contrario. Quando sarebbe cresciuto e l'avesse voluto, sarebbero stati pronti a dirgli la verità.
«È meraviglioso Isabelle!» Esclamò emozionata Julia. «Davvero un bel gesto» commentò David. «Scusaci Cédric per essere stati precipitosi.»
«Dove abiterete?» Chiese entusiasta Julia.
«Vorremo trasferirci, dopo il matrimonio, proprio nella casa di campagna dove io sono cresciuta. Ovviamente resterà una residenza temporanea, dove alloggeremo solo in vari periodi, dato che il lavoro di Cédric lo porterà a Parigi molto spesso» spiegò Isabelle.
«Stiamo già procedendo per la costruzione di una residenza in città. Niente più alloggi da scapolo» commentò Cédric, sorridendo.
«Un altro cambio di nome, avete detto?» Domandò Crystal, che non si era fatta distrarre da quella succulenta informazione. «Di quale si tratta?»
Fu la volta di Cédric di sentirsi a disagio, sotto i loro sguardi. Ma bastò la mano di Isabelle su di lui e percepire il suo calore, per riprendere la voce e sicurezza.
«Ho deciso di cambiare il nome dell'Orfanotrofio in Arsènè. In onore di mia madre, dato che ormai con la morte di Paul, insieme a quella del Bandito, non ho più niente da proteggere da gente folle e vendicativa» spiegò con uno sguardo più luminoso, felice di poter fare quel dono alla madre.
«Ma non è il solo cambiamento» ammise con fatica, non sapendo se fosse troppo tardi per la sua richiesta. «Vorrei riprendere il nome che, per tanti anni, ho gettato con disprezzo.» Le sue parole uscivano con difficoltà e i loro sguardi allibiti e stupefatti non lo aiutarono di certo. «Se non è troppo tardi, vorrei riprendere il nome di Cédric Duval.» Non avrebbe mai immaginato di sentirsi così nervoso nel richiedere il nome che per tutta la vita aveva detestato. «Ho commesso così tanti errori, accecato dal dolore del passato e mi sento a disagio nel parlarne...» fece un respiro profondo, toccando istintivamente l'orecchino, sorridendo poi per il gesto. «Questa pietra, anche se gettatami addosso con tanto disprezzo, devo ammettere che mi ha portato fortuna... penserete che sia un idiota...»
«Comprendo perfettamente cosa vuoi dire» lo fermò Crystal con uno sguardo solidale, fuoriuscendo dal corpetto una lunga catenina con un ciondolo dalla pietra zaffiro.
Anche Julia fece lo stesso gesto, dandolo poi nelle mani di Richard, che le sorrise prima di rivolgersi a lui. «Siamo stati colpiti dalla stessa fortuna.»
Cédric era sbalordito, non immaginava che entrambi i suoi cugini possedessero la stessa pietra.
«Una volta» raccontò Crystal «mio padre mi disse che le pietre zaffiro sono da sempre considerati talismani che proteggono coloro che lo indossano, se donato da qualcuno.»
Cédric rise senza allegria, sentendo quella dichiarazione. «Non credo proprio che mio padre intendesse questo quando me lo donò.»
«Forse non tuo padre» intervenne Isabelle «ma tua madre non ha fatto in modo che tu non lo vendessi mai? Nonostante stesse male, ti ha impedito di farlo. Anche questo, in un certo senso è un dono.»
Cédric le sorrise dolcemente, comprendendo che stesse dicendo quelle cose solo per fargli un piacere. Ma , dovette ammettere dentro di sé, sperò che quelle parole avessero un nesso di verità.
Richard, che si era nel frattempo alzato, gli diede un colpo sulla spalla con la mano.
«Abbiamo tutti dei passati, a volte non semplici e altri ancora difficili e quasi impossibili, da gestire. Ma quando sei circondato da persone che ti amano » mormorò guardando prima Julia e poi la sorella e il cognato e dopo Cédric. «il mondo ha un'altra luce, non credi? Tutto
diventa più semplice e ci rende più forti e migliori, per affrontare il futuro» la sua mano si strinse sulla sua spalla.
«Non hai bisogno di chiederci di essere un Duval, poiché lo sei sempre stato. Dovevi solo capirlo» ammise alla fine, per poi guardare Isabelle. «E forse anche tu avevi bisogno di una donna forte e tenace che ti aiutasse a comprendere la tua strada» disse alla fine, facendole l'occhiolino.
Isabelle arrossì, non avendo mai pensato di essere come appena elencato dal Duca.
Sussultò sentendo la mano di Cédric stringere la sua e notando il suo sguardo blu zaffiro su di lei, pieno d'amore.
«Hai proprio ragione, cugino.»
A quel punto Crystal si alzò di scatto, prendendo il suo bicchiere di Champagne. «Che ne dite di un bel brindisi per questa riunione di famiglia?»
Gli altri la seguirono a ruota, prendendo il loro bicchiere e alzandosi.
«Brindo alla verità e all'amore» pronunciò Crystal guardando David con gli occhi luccicanti, come quelli dell'uomo. «Che nessun segreto possa mai intaccare la nostra felicità» continuò lui.
«Brindo» continuò Richard mettendo un braccio attorno alla vita di Julia. «Alla felicità, affinché non venga mai intaccata e che i nostri occhi possano sempre risplendere nello stesso identico modo anche tra cinquant'anni.»
«Finché ci guarderemo negli occhi sapremo sempre di amarci» continuò Julia poggiando la testa sulla spalla di Richard.
Sia Cédric che Isabelle si scambiarono un'occhiata. «Chi inizia?» Domandò lei, sorridendo.
«Credo di aver parlato già tanto, no?» Scherzò lui, ridendo al broncio di lei, offeso. «Va bene, va bene inizio io» cedette alla fine lui.
«Brindo alla serenità, qualcosa che mi è sempre mancato, ma che ho conosciuto solo da quando ti ho incontrata» affermò con serietà, guardando solo lei. «Brindo all'allegria, poiché ho imparato a ridere quando ho visto la vera felicità nei tuoi occhi.»
Isabelle adesso lo ascoltava ammaliata, poiché era così difficile sentirlo parlare a cuore aperto e l'emozione che sentiva in quel momento era assolutamente magnifica. «Brindo al destino che mi ha portato a incrociare la tua strada, quel giorno di tanti anni fa, poiché è stato il momento della mia rinascita.» prese la sua mano e l'avvicinò alle sue labbra. «Ti amo e credo così tanto in noi che sono sicuro, anche se fossimo separati un'altra volta, ci rincontreremmo poiché destinati ad amarci.» Isabelle sentì gli occhi lucidi, poiché sapeva che Cédric non l'avrebbe giudicata, fece scorrere le sue lacrime liberamente. «Hai finito?» Chiese con difficoltà.
«Non era abbastanza?» Domandò alzando le spalle, scherzosamente. «Se vuoi continuo...» stava dicendo, con le risate divertite degli altri.
«No, direi che è abbastanza se non vuoi vedermi trasformata in una fontana» lo fermò Isabelle, ridendo e piangendo allo stesso tempo.
«Brindo alla libertà» mormorò, incrociando il suo sguardo «la libertà di scegliere chi amare, senza pregiudizi, senza paura. Senza maschere. Alla libertà di esser chi siamo, indipendentemente da tutto, nascita nobile o meno.»
Isabelle adesso ne era più che convinta. L'amore era un sentimento con tante sfaccettature. L'amore è difficile, complicato, ma, in compenso, ti dà tante gioie. Bisogna solo perseverare ed essere sinceri con noi stessi.
«Brindiamo ai Duval!» Urlò Cédric, per poi baciare con
passione la donna amata, non vedendo l'ora di vivere la
sua vita con colei che era riuscita a vedere Oltre la maschera, come lui con lei.
«Ai Duval!»
Fine.
PICCOLO E ULTIMO SPAZIO A ME!!!!
Ciao ragazzi, ebbene sì, siamo giunti al finale di Oltre la maschera.
Siamo giunti al finale della serie Occhi Zaffiro.
Mentre vi scrivo, ammetto di sentire gli occhi pieni di lacrime e questo è abbastanza assurdo, poiché ho già pianto a sufficienza quando ho terminato, qualche giorno fa.
Perché mi rendo conto per davvero che sto lasciando per sempre questa serie. La mia primissima serie, i miei primissimi lavori. Quelli che mi hanno dato luce, coloro che mi hanno fatto rinascere e crescere.
Sembro quasi ripetitiva, lo so, ma credetemi quando vi dico che è tutto così surreale.
In questi ultimi anni sono davvero rinata, ho conosciuto tante sfaccettature della mia personalità, della mia anima.
Ho compreso tante cose.
Non ci sono limiti all'immaginazione, ma anche per la passione.
Quando hai la passione per qualcosa in cui tu credi fermamente, niente ti può fermare.
Questo non finirò mai di dirlo.
Non esistono limiti, non esistono ostacoli, dobbiamo solo credere nelle nostre capacità.
Poco tempo fa, ho avuto il piacere di essere intervistata da un blogger e alla domanda "Qual'è la tua paura più grande?" ho risposto "me stessa".
Precisamente, ho paura della me del passato, colei che non aveva fiducia il lei e non aveva prospettive per il futuro. Paura che possa ritornare a farsi viva in me quei vincoli del passato. paura di dare ragione alla gente, che diffidava delle mie capacità.
Ho cercato, con gli anni di dimenticarli, ma ho commesso un grave errore, che ho capito solo ultimatene.
Non dovevo dimenticare, ma affrontare la me del passato.
Non farò la coraggiosa, ammetto di aver avuto paura, ma ho capito che era necessario per chiudere definitivamente quella porta.
E difficile, non è come nei film dove passa un giorno di sclero e tutto ti sembra roseo... non è vero! XD HAHAAHA.
E' un percorso, non necessariamente lungo o breve, che credo chiunque debba fare una volta.
Adesso sono felice di dirvi che sto bene e che credo davvero di aver chiuso quella porta. Auguro a tutti di poterlo fare, un giorno.
Cédric credo che sia il personaggio, ad oggi, che mi rappresenti di più.
Ma lui, come io, siamo la dimostrazione che la vita può riservarci tante sorprese, se si vuole davvero cambiare.
Nessuno ha il diritto di crearci dei vincoli, nemmeno noi stessi.
Tutti abbiamo il diritto di amare, di essere amati.
Di credere in ciò che siamo e che vogliamo diventare un giorno.
Tutti abbiamo il diritto di sognare!
Sognante amici, non smettete mai, perché solo sognando possiamo volare in alto.
Un giorno, chi prima chi dopo, voleremo.
La scrittura mi fa volare e mi fa vivere, fuori e dentro le pagine di un libro.
La scrittura è emozione e spero, come sempre, nel mio piccolo, di avervi fatto emozionare.
Crystal, David, Richard, Julia, Cédric, Isabelle e tutti i personaggi, che vi hanno fatto compagnia in questa serie chiamata Occhi Zaffiro, vi ringraziano di cuore e vi abbracciano, insieme a me, con affetto!!!!
Grazie a tutti!!!!!
CIAOOOOO RAGAZZIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!
P.S.
Oh e mi raccomando non dimenticatevi di me! XD
Ho ancora tante storie in mente che non vedono l'ora di farvi emozionare!!!!
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