PROLOGO
Come ogni mattina Alex fu svegliato da qualcuno che bussava alla porta della sua camera da letto. Lui odiava mettere la sveglia così, la signorina Miller lo svegliava ogni giorno alle sette in punto per prepararsi ad andare a scuola. Si alzò dal letto ancora con gli occhi chiusi, e così rimase per almeno cinque minuti finché la signora Miller non venne a bussare di nuovo alla sua porta.
"Svegliati dormiglione è ora di alzarti" lo avvertì lei "I tuoi genitori sono già di sotto che fanno colazione" lo informò lei con il solito sorriso amorevole.
Alex sbuffò. Lui odiava anche il semplice fare colazione con i suoi. Loro erano così monotoni che si annoiava a stare a tavola con loro. Si alzò dal letto e si diresse in bagno. Cinque minuti dopo tornò in camera pulito, ordinato e iniziò a vestirsi. Si mise un paio di jeans neri e una maglietta bianca con su scritto in nero Not Ur Babe. Mise le sue scarpe e usci dalla stanza con la cartella in spalla.
Appena entrò in cucina vide i suoi genitori che facevano colazione e la signorina Miller che stava pulendo un po' da per tutto. 'Ma non si stancava mai?' si chiese tra se.
"Buongiorno" disse lui sedendosi in una sedia e prendendo il succo d'arancia e una brioche calda al cioccolato.
"Buongiorno" dissero con il loro solito tono monotono. La sola persona che trattava Alex con gentilezza e un po' di attenzioni in quella casa era la signorina Miller. Lei lo aveva cresciuto e lo trattava come una mamma dovrebbe fare con suo figlio. Mangiarono tutti silenziosi e una volta finito Alex si alzò "Io dovrei andare" disse e ebbe solo un cenno di assenso da suo padre.
"Stai attento"gli disse la signorina Miller.
Alex si girò e le rivolse uno dei suoi sorrisi. Poi usci di casa e chiuse la porta alle sue spalle.
Era il primo di giugno e la mattina faceva un po' fresco così si massaggiò le spalle per riscaldarsi e si incamminò verso la fermata del pullman che lo avrebbe portato a scuola.
Appena dopo cinque minuti arrivò a destinazione a tra tutte quelle teste alla fermata notò una rossa. Sorrise e si avvicinò di più.
"Buongiorno" salutò Alex.
"Vedo che qualcuno si è svegliato bene oggi" disse Erica "Buongiorno a te"
Lei era la sua migliore amica. La conosceva da...beh, da sempre, la conosceva da una vita. Erano cresciuti insieme, avevano condiviso giochi, momenti insieme e perché no, anche disavventure ed alti e bassi. Ma lei le è sempre stata amica. Come si poteva non volerle bene.
"Studiato per oggi?" Chiese Alex sperando che la sua amica si fosse ricordata delle verifica di geografia ma puntualmente...
"Perché oggi c'era qualcosa?"chiese lei trasformando la sua espressione da un sorriso ad una faccia preoccupata.
Alex sorrise. Era sempre la solita, non cambiava mai. Lui continuava a ripeterle che doveva scrivere tutto sul diario ma lei insisteva sul fatto che non ne aveva bisogno e poteva benissimo ricordare tutto. "Hai la memoria di una mosca. Comunque sì c'era geografia"
"O miei dei" eh si, lei era la classica ragazza che sta sui libri. O come preferiva essere chiamata...fangirl.
"Continuo a ripeterlo ma devi seriamente iniziare a segnarti tutto sul diario. Hai una faccia che sembra quella della signorina Miller quando trova la mia stanza in uno stato di caos" lui continuava a ridere e lei lo fulminò con i suoi occhioni verdi, poi anche le sue labbra si trasformarono lentamente in un sorriso timido.
"Ok, prometto che ci proverò" ribadì lei in risposta ma questo fece ridere Alex di più.
"È la stessa risposta che mi dai ogni volta" e a quel punto si mise a ridere pure l'amica.
Ad un certo punto arrivò in pullman che puntualmente venne assalito da ragazzi che bramavano i posti in fondo. Alex ed Erica si sedettero vicino al autista e si misero comodi perché la loro scuola era a circa venti minuti di pullman da lì. Il tragitto passò senza interruzioni con un Alex che aveva studiato alla perfezione e che stava cercando di spiegare tutto quello che si ricordava all'amica che non aveva studiato un emerito...
Appena arrivati a scuola si sentiva già nell'aria il morale degli studenti. Quelli del terzo anno come Alex ed Erica erano tranquilli e felici che mancasse così poco alla fine della scuola. Quelli di quinta invece erano tutti radunati in cerchio studiando e discutendo sugli esami che erano ormai alle porte.
Si diressero verso l'entrata e una volta dentro salutarono la bidella che stava in portineria e si incamminarono verso la loro classe.
Una volta entrati vennero salutati da alcuni amici che si erano raggruppati in cerchio. Alcuni studiando geografia, perché la verifica sarebbe stata alla prima ora, e altri occupati a scrivere e a nascondere bigliettini dappertutto. Ma davvero dappertutto. E non c'è bisogno di spiegarvi dove.
Alex notò che Erica continuava a guardare con interesse i bigliettini ma Alex la tirò via da li a la portò con se alle macchinette. Non era un gran fan del caffè della scuola o del caffè in generale ma non gli piaceva che la sua amica usasse bigliettini o robe del genere. Lo sapeva, era uno scassa palle ma non ci poteva fare poco o niente.
"Ho troppa ansia"disse Erica. Si vedeva. Aveva lo sguardo preoccupato e continuava a torturare le sue mani.
"Dai non fare così. Vedrai che andrà bene" cercò di rassicurarla lui ma con poco successo.
"È facile per te. Tu sei bravo a scuola. I miei mi uccidono se mi prendo un debito" ora sembrava disperata altro che preoccupata.
La campanella suonò come se non aspettasse altro da tempo e Erica ispirò nervosamente e rumorosamente, segno che stava per crollare.
Entrarono in classe e si sedettero a i loro posti. Appena entrata in classe la prof sbuffò frustrata.
"Ragazzi...quante volte ve lo devo dire che vi devo trovare già separati con i banchi. Così perdiamo tempo prezioso"disse lei. Si vedeva che si era rotta di doverlo sempre ribadire ad ogni maledetta verifica.
Da lì a due minuti tutti erano ad una accettabile distanza tra di loro. La prof iniziò a dare i fogli della verifica e chi aveva già ricevuto il suo iniziava subito.
"Bene ragazzi"aggiunse la prof infine"questa è l'ultima verifica dell'anno quindi se non volete una bella sorpresina che vi farà annullare le vacanze...impegnatevi"scrutò tutta la classe e con un sorriso aggiunse"Buona fortuna"
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"Ok, lo ammetto. Non era poi così difficile"ammise Erica sentendosi decisamente meglio. Era lì in piedi davanti alle macchinette che stava scegliendo qualcosa di dolce da mangiare dopo le tre prime ore.
Dopo aver fatto la verifica, nella quale Erica continuava a ripetere che era andata benissimo, avevano avuto un ora di Italiano e un altra di matematica.
Ora si stavano rilassando un po'.
"Cosa c'è dopo?"chiese Erica che non aveva ancora scelto. Aveva premuto il tasto cinque ma sembrava indecisa poi sul due o sul quattro. Boh? Patatine o biscotti?
"C'è ginnastica" rispose Alex che la stava guardando divertito prima di scegliere per lei premendo due. Il sacchetto di patatine scese all'istante e lei appena lo prese si girò verso l'amico.
"Oddio grazie non sapevo scegliere"lo ringraziò lei che sembrava in vena di scherzare.
"De nada"rispose l'amico. Si misero a ridere tutti e due.
Lei accese il suo telefono. Era un HUAWEI Mate 20 lite. A lei piaceva un sacco la HUAWEI. Diceva che l'iPhone era troppo difficile da usare e che il Wi-Fi della samsung serviva come un ornitorinco contro un t-rex. Cioè a niente di niente. Appena accese il telefono tocco per sbaglio il tasto home che a volte ti portava nella sezione Google delle notizie.
"Guarda qui disse Erica che aprì un articolo intitolato Evento rarissimo potrebbe distruggere la terra? Cosa ne pensa il dott. Barrey astronomo tedesco di fama mondiale per le sue supposizioni infondate. Cosa stava facendo Google? Si stava prendendo in giro quel povero uomo? Che scemenze comunque...distruggere la terra...
"Wow"esclamò Erica"leggi qui"gli ordinò con un tono che non ammetteva repliche.
"Il professor D.Barrey, astronomo tedesco noto per le sue scoperte infondate ha deciso di lasciare un intervista per una rivista tedesca 'Die Tagesordnung ' dove annuncia la possibile distruzione della terra. La notte del primo di giunio 2017 il sole sara ad un punto nella sua rotazione intorno al centro della via lattea che si riuscirà a vedere ad occhio nudo la splendida galassia più vicina a noi. La galassia Andromeda. Egli sostiene che in questo evento che avviene ogni duecento milioni di anni si verificherà una catastrofe a scala universale. Questa teoria è stata già buttata giù da tutti gli astronomi della terra quindi non vi allarmate. Godetevi lo spettacolo invece.
Alex smise di leggere ed inarcò un sopracciglio "Davvero? Tu ci credi davvero?"
"Beh, perché no?"aveva replicato Erica.
"Perché tutte quelle sono idiozie dette da un pazzo"aggiunse lui"Vogliamo ritornare alle cazzate del 2012?"
La ragazza sbuffò ma non continuò oltre si limitò ad annuire e a mangiare le sue patatine.
Poco dopo suonò la campanella e tutti entrarono di nuovo in aula.
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"Buone vacanze ragazzi" li salutò la prof di ginnastica prima di uscire dalla palestra e dirigersi negli spogliatoi. Si cambiarono tutti e una volta finito tutti si diressero in classe. C'era il professore di fisica che aspettava solo loro.
"Buongiorno ragazzi" li saluto sorridendo a tutti. Lui era uno dei prof più simpatici. Riusciva a rendere la fisica, da 'che cazzo dice questo quì' a 'wow ma quell'uccello vola'. Sì, in poche parole era fantastico "Bene" continuò "Oggi parleremo di energia. Sapete cos'è l'energia no?" chiese alla classe.
"L'energia è la grandezza fisica che misura la capacità di un corpo o di un sistema fisico di compiere lavoro, a prescindere dal fatto che tale lavoro sia o possa essere effettivamente svolto." ripose Alex puntualmente.
"Molto bene Alex" si congratulò il prof con lui "E se fossimo ad Hogwarts darei anche venti punti a..." si fermò un attimo guardando lo studente in attesa della sua risposta.
"Corvonero signore" rispose Alex subito.
"Corvonero giusto" ripeté il professore "Venti punti a corvonero allora" aggiunse facendo ridere tutta la classe compreso Alex. "Ma oggi non parleremo solo di questo ma anche di come viene dispersa l'energia. Ok, in realtà l'energia non può essere dispersa ma cambia forma. Per esempio, può diventare da energia elettrica a meccanica. Qualcuno mi fa un esempio?"chiesto puntualmente alla classe.
Alex alzò la mano.
"Si Alex?"
"Beh ho pensato al ventilatore. Da una parte c'è l'alimentazione con l'energia elettrica. Poi questa muove le eliche e si trasforma in energia meccanica. E può essere anche il contrario tipo l'energia eolica si ricava dal vento che genera energia meccanica e che poi viene trasformata in energia elettrica"
"Giusta osservazione, bravo. Ma l'energia può essere pure trattenuta. Da un solo corpo. Sapete, i fisici stanno cercando di accumulare energia abbastanza per alimentare il sole quando egli non ne avrà abbastanza"
"E ci stanno riuscendo prof?" chiese Erica.
"Beh non ancora" sorrise il prof.
"Beh servirebbe qualcosa di gigantesco per contenere tutta quel energia" affermò Gerard, un ragazzo seduto in prima fila.
"È questo il punto ragazzi. Loro cercano un modo per in qualche modo mettere più energia possibile in uno spazio ristretto" aggiunse il professore "ma puntualmente falliscono" poi sorrise timidamente.
"Prof ha sentito di stasera?" chiese Erica.
"Certo"rispose il prof"Sarà senza dubbio l'evento astronomico più raro di sempre. Non vedo l'ora"
Dopo quaranta minuti in cui il giovane professore stava spiegando qualcosa di incomprensibile, suonò la campanella e tutti uscirono dall'aula dirigendosi verso l'uscita dato che la bidella li aveva informati che la prof di diritto era malata e avevano il permesso di uscire un ora prima.
Sul pullman c'era sempre lo stesso baccano di sempre.
"Vieni da me stasera?" chiese Alex all'amica "non voglio guardarmi lo spettacolo da solo"
"Ok verrò di sicuro"sorrise lei.
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Alex ritornò a casa, si diresse in camera sua e si sdraiò sul letto. Adorava farlo ogni volta che tornava da scuola. Dopo qualche minuto si alzò e accese il telefono che aveva appena iniziato a vibrare. Era Erica. Aveva appena mandato un messaggio
"Ciao Alex. Lo so che mi odierai per questo ma non posso venire da te stasera"
"Perché no?" Chiese Alex che si era fatto di colpo serio.
"Ricordi i miei nonni?"
"Certo" rispose lui. Come dimenticarseli.
"Beh mio nonno vuole passare la serata in famiglia e non posso andare da nessuna parte stasera. Ma puoi venire tu da me se vuoi"
"Sicura non si un problema?" chiese l'amico un po indeciso.
"Non dire scemenze" rispose lei.
"O-ok, a stasera allora"
"Ok, ti aspetto."
"Dai un bacio da parte mia alla signorina Miller" era sempre la solita...
Alex sorrise all'idea di passare una serata con la sua amica e con la sua famiglia. Loro erano così buoni. Si alzò dal letto e scese in cucina. Appena sotto si mise a cercare la signorina Miller. Appena la trovò le diede un baciò e gli raccontò la giornata. Eh si, quella donna era una vera madre per lui.
"Vuoi che ti prepari qualcosa da portare a casa dei Bakker quando andrai stasera?"chiese la signorina Miller appena Alex gli diede la notizia.
"Non ti disturba vero?"chiese Alex.
"Ma no. Anzi sono contenta che finalmente tu ti sei messo con quella là. Lei si che è una brava ragazza" lo canzonò la domestica.
"Non ci siamo messi insieme"la corresse velocemente lui con le guance che gli andavano a fuoco.
"Ah no? Ma lei è così carina"affermò la signorina Miller.
In effetti Erica era carina. I suoi capelli rossi erano belli. Non erano come tutte le ragazze tinte con un quintale di trucco in faccia. Lei era la rossa naturale acqua e sapone, ma sempre carina. Poi i suoi occhi erano verdi come i giardini della regina d'Inghilterra. Sembrava un angelo quando si addormentava sul pullman la mattina mentre andavano a scuola.
Alex scosse la testa. Lei era la sua migliore amica e basta.
"A cosa stavi pensando?"lo stuzzicò la signorina Miller.
"A niente"rispose Alex. Sentiva già le guance che gli andavano a fuoco.
Sentirono la porta che si apriva e due sagome che passavano la porta del salottino e si sedevano sul divano. Poi due voci. Due voci femminili.
"Buongiorno signorina Miller"salutò l'amica della mamma di Alex.
"Ci prepari due caffè Marta?"chiese la madre di Alex.
"Certo signora"rispose subito la signorina Miller.
"Hai fatto i compiti?"chiese la madre di Alex e quest'ultimo.
"Non ancora"rispose lui.
"Beh che aspetti allora? Un permesso ufficiale magari? Fila in camera tua"poi aggiunse"Cassandra cara andiamo poi a provare l'abito che ho comprato per stasera?"chiese all'amica.
"Per stasera?"chiese Alex.
"Si. Per stasera. C'è quel strano evento e al lavoro di papà ci sarà una festa."
Non gli aveva nemmeno chiesto come avrebbe passato la serata, pensò Alex. Lanciò un ultimo sguardo alla donna e si diresse in camera sua. Quella non era sua madre. Da quando aveva iniziato a lavorare anche lei era diventata come il padre. Fredda. Si asciugò le lacrime che iniziarono a uscire e scendere nelle sue guance. Lui voleva rivedere sua madre sorridere di nuovo. Ricordava ancora quando lei e Marta gli facevano il bagno e gli facevano il solletico. Poi quando aveva cinque anni sua madre viene chiamata al telefono da un amica che le proponeva un lavoro in un agenzia di viaggi.La stessa amica che ora stava parlando con lei in camera da letto. Con un gesto automatico aprì il rubinetto e prese una quantità di acqua con le mani. Se la versò in faccia e ripete il gesto più volte. Prese la maniglia della porta e la aprì velocemente. Uscì dal bagno e si diresse verso la sua camera. Si buttò sul letto e prese il telefono
Andò su WhatsApp e scrisse ad Erica
"A che ora?"
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"Benvenuto Alex" lo salutò la mamma di Erica.
Il signor Bakker gli diede la mano come al solito e poi toccò ai nonni di Erica. Il nonno di Erica era sulla settantina. Aveva dei baffi che superavano solo poco la lunghezza della bocca. Aveva i capelli argentati, ormai vecchio come si definiva lui e quando si trattava di discutere di qualcosa che riguardasse la scienza lui ti faceva tacere con il suo essere 'Un Uomo di Scienza'.
Anche la nonna di Erica era sulla settantina. Un po' più bassa del marito ma sempre gentile con i suoi capelli corti colore argento. Lei era la nonna che tutti avremmo voluto avere nella nostra infanzia. Sempre gentile e sorridente e anche se eri un po' giù, la sua lasagna di riportava con l'umore quasi buono quanto il sapore.
"Buonasera signori Andreas"lì salutò Alex.
"Ciao Alex"ricambiò la nonna di Erica abbracciando Alex come una vera madre dovrebbe.
Il nonno di Erica gli sorrise"Buonasera peste"
Peste. Era sempre stato il nomignolo che il nonno, come lo chiamava lui, gli aveva dato da quando era piccolo e che ancora usava. Alex avrebbe voluto dei nonni così. O forse i suoi lo erano stati, chissà. Loro erano tutti morti prima che Alex nascesse. La signora Bakker lo invitò ad entrare e appena in salotto si stupì. La tavola era piena di cibi che alcuni Alex non lì riconosceva neanche. Poi in mezzo notò la lasagna della nonna. Non vedeva l'ora.
"Coraggio siediti" lo invitò la signora Bakker indicando una sedia accanto ad Erica. Alex era felice che almeno si sarebbe seduto vicino all'amica. Dopo cinque minuti erano tutti a tavola che provavano quelle assolute prelibatezze.
"Alex dimmi"iniziò il nonno di Erica"Cosa sta per succedere stasera"
"Dai nonno dopo aver mangiato"gli rispose Erica a posto suo.
"Fa niente"la tranquillizzò Alex.
"Vai parla"lo incoraggiò il signor Bakker.
"Questa sera il sole sarà ad un punto, nella rotazione intorno al nucleo galattico della nostra via lattea, che si potrà facilmente vedere ad occhio nudo non solo la nostra via lattea ma anche la galassia più vicina a noi, ovvero la galassia Andromeda"spiegò Alex lentamente.
"Bene e sai perché è così speciale?" gli chiese il nonno. Sembrava un interrogazione ma ad Alex piaceva quando il nonno gli faceva le sue solite domande.
"Perché questo evento si ripete ogni duecento milioni di anni"
"Bene" il nonno sembrò soddisfatto delle sue risposte.
Allora Alex si girò a ammirò il telescopio che era stato montato dal nonno prima e collegato alla TV così che tutti potessero ammirare l'evento al meglio.
"Non capisco perché ci serve il telescopio"aggiunse Erica"Nonno, non si poteva vedere tutto dal vivo ad occhio nudo?"
"Beh piccola mia, siamo in una città grande dove l'inquinamento luminoso è molto elevato. Non riusciremmo a guardare granché"rispose il nonno.
"Ah"
La cena passò abbastanza in fretta. Troppo secondo Alex. Dopo aver assaggiato la lasagna della nonna, che era a dir poco una prelibatezza unica nel suo genere, si sistemarono tutti sul divano e sulle poltrone.
"Bene, sono le 21:34"affermò il nonno"Il momento perfetto sarà intorno alle 21:40 quindi..."ma venne interrotto da Erica.
"Guardate!!!"esclamò lei
Tutti si voltarono per guardare la TV. Si vedeva un gioco di luci fantastico. Le stelle erano bellissime. C'erano di tutti i colori. Rosso, verde, giallo, blu... Era bellissimo. Neanche le dive di Hollywood non hanno visto tante luci insieme. Si poteva perfettamente notare la forma della galassia Andromeda in tutta la sua bellezza.
Poi tutto diventò di un unico colore. Bianco...
L'espressione del nonno di Erica non era più affascinata. Era preoccupata. Le rughe erano diventate più profonde soprattutto sulla fornite.
"Ehm...nonno?"anche Erica si era accorta dell'espressione del nonno.
Di colpo la luce iniziò a diventare irritante e tutti notarono che si poteva vedere anche da fuori.
Poi di colpo quella gigantesca massa diventò un puntino, o almeno così sembrava. Era come una freccia di energia che puntava verso la terra con una velocità tale da stracciare senza dubbio la velocità della luce.
Pochi secondi e il cielo della terra divento bianco e giallo come se fosse giorno.
Poi il nero più profondo...
Now uou see me
Now you don't
Now you need me
Now you don't
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