Capitolo 6


Annabelle si prepararò per uscire da sola, voleva andare a vedere quei due fantastici ragazzi che suonavano al The Dublin Castle, si mise un vestito bianco di seta con delle sfumature rosse che si aderiva bene al suo corpo con una scollatura che faceva intravedere il suo seno prosperoso. Si guardò allo specchio con un sorriso di soddisfazione, sapeva che avrebbe fatto girare la testa a qualsiasi ragazzo, specialmente ad Alejandro. 

Finí di truccarsi, si sistemò i capelli, prese giacca e borsa e si avviò a prendere un taxi che l'avrebbe portata al 94,Parkway.

Entrò, il locale era pieno di gente che beveva e ascoltava la musica dal jukebox, all'interno le pareti erano dipinte di un rosso intenso, interrotte da infissi in legno scuro e poster di varie icone della musica londinese e la sala era scarsamente illuminata.

Si avviò al bancone e si sedette su uno sgabello, ordinò una birra analcolica e, mentre la sorseggiava, il suo sguardo girava alla ricerca dei due ragazzi e ad un certo punto li trovò: erano seduti al tavolo che parlavano con altri ragazzi. Si avvicinò al loro tavolo con disinvoltura

"Ciao ragazzi!" miagolò sbattendo le lunghe ciglia.
I ragazzi si girarono verso di lei, ammutoliti dalla sua bellezza, alcuni di loro la guardavano in modo languido. Alejandro si alzò per abbracciarla e le dette un bacio lieve sulla bocca
"Ti stavo aspettando... Sei un'incanto stasera".
"Grazie, tesoro".
Annabelle si mordicchiò il labbro inferiore e le sue mani giocavano con i bottoni della camicia di lui, che ansimò dal desiderio. Quella ragazza lo stava facendo impazzire.

"Che ne dici se usciamo un attimo? Suoneremo tra un'ora" le sussurrò all'orecchio.
Si guardarono con passione, la prese per la mano e la condusse nel cortile del pub, la fece girare, sbattendola contro la parete di legno e la coprì col suo corpo possente.
"Non vuoi placare la mia fame, Annabelle?".

Si sentì la gola secca, di certo non era in grado di parlare in quel momento. Restò immobile, mentre lui le alzava il vestito lentamente.

Un sorriso divertito gli addolcì lo sguardo. "Mmm, cosa vedo? Soltanto i tuoi bellissimi seni? Sei una dolce tentazione..."
Alejandro si chinò sui suoi seni e prese in bocca un capezzolo, strappandole un gemito.
Cielo, era così dannatamente piacevole.  Annabelle lo desiderava così tanto che avrebbe fatto qualsiasi cosa, anche inginocchiarsi ai suoi piedi, se lui avesse voluto. Si leccò le labbra, per inumidirle.
Intanto Alejandro si era staccato da lei e si stava sbottonando i pantaloni
"Mettiti in ginocchio, dolcezza" ordinò. La voce ridotta a un sussurro rauco
"Voglio la tua bocca intorno al mio cazzo. Ora."

La ragazza si mise a ridere, in fondo era quello che voleva. Si inginocchiò, come lui le aveva ordinato, e accostò le labbra al suo membro palpitante. Lo prese in bocca e dalla reazione di lui si accorse che gli piaceva. Lo vide chiudere gli occhi e sospirare.
"Sì, così. Succhialo".

Tutto ciò la fece sentire potente. Usò le labbra per accarezzarlo, leccando e succhiando sempre più veloce. Alejandro sibilò qualche parola incomprensibile, poi le afferrò i capelli per tenerle ferma la testa e si irrigidì.

"Oddio, sei fantastica! Se continui così non sarò in grado di trattenermi. Ora alzati. Non voglio che finisca tutto subito".
Lei obbedì e solo in quell’istante si rese conto che erano ancora nel cortile.
"Potrebbe arrivare qualcuno e vederci" disse vergognandosi.
"Che ci vedano. Voglio scoparti qui, in piedi."
"Ma…".
"Tranquilla, se qualcuno ci vedrà, si allontanerà." disse con un ghigno.

Annabelle esitò, ma il desiderio di accontentarlo la fece decidere e lasciò che lui le sollevasse la gonna e chiuse gli occhi mentre l’accarezzava. Le sue dita si muovevano abili sulla sua pelle, incendiandole i sensi.
Cominciò a toccarla lì. Oddio, era così piacevole! Strofinava, pizzicava e infine la penetrò con un dito.
"Sei così bagnata, vieni per me".
Lei cominciò a gemere piano, il piacere era troppo da sopportare e la stava devastando, così tremò, abbandonandosi a un potente orgasmo. Il ragazzo si inginocchiò ai suoi piedi, così come aveva fatto lei poco prima, e cominciò a leccare il suo sesso. Le stuzzicò il clitoride con la lingua e con le labbra, succhiando e mordicchiando.
Un urlo le morì in gola, mentre il piacere si riversava nuovamente su di lei a ondate.
"Sì, godi, piccola".
Per un attimo pensò che sarebbe morta di piacere. Stremata, riaprì gli occhi e incontrò quelli di lui che la fissavano rapiti.
"Sei così dannatamente bella quando godi. Resterei ore a guardarti venire".
Un sorriso tremulo le incurvò gli angoli della bocca.
Cielo, come riusciva a farla fremere in quel modo, con poche parole?
"Ora girati, ragazza. Non ho ancora finito con te".
L'afferrò per le braccia e la fece voltare. Si ritrovò premuta con la faccia contro la parete, mentre Alejandro le sollevava completamente la gonna di seta.
"Appoggia le mani alla parete, su da brava. Ecco, così. E ora piegati in avanti".
Lei lo accontentò, sebbene si sentisse le gambe molli dato che i due orgasmi di prima l’avevano sfiancata.

Alejandro riprese ad accarezzarla fra le gambe e, incredibilmente, il suo corpo rispose. Era così bagnata che le dita di lui scivolavano all’interno della sua vagina senza alcuno sforzo.
Improvvisamente tolse il dito e la penetrò da dietro, Annabelle lo sentì in profondità e riprese a gemere.

"Ti piace, eh?".
"Oh, sì. ti prego…" si inumidí le labbra mentre affondava ripetutamente dentro di lei, su e giù, avanti e indietro, le dita di lui ricominciarono a stuzzicarle il clitoride. Sentiva il sangue pompare nelle orecchie e i rumori le arrivavano ovattati, stava per venire di nuovo e non era certa di riuscire a sopportare un altro orgasmo. Ondate di piacere la fecero tremare, mentre il ragazzo aumentava il ritmo delle spinte.
Poi lo sentì gemere forte e venne dentro di lei.
Chiusero gli occhi stremati e si appoggiarono alla parete di legno.
"Sei stata formidabile, piccola!".
"Sì, è stato molto bello" lo guardò con ammirazione, le era piaciuto molto.
"Dobbiamo entrare, tra poco tocca a noi a suonare, Ruben mi starà cercando"
Lei si ricompose, sistemandosi il vestito e i capelli ed entrarono.

Ruben capí dal loro sguardo che erano andati a fare sesso e ne sorrise perversamente. Cominciarono a suonare, la loro voce incantò i presenti in sala, erano davvero bravi e le loro canzoni trasmettevano energia.

Quando finirono il loro turno, Ruben si avvicinò all'amico
"Ehi, l'hai già scopata? Dimmi almeno è brava a succhiarlo?".
Alejandro sorrise beffardo.
"Molto di più, è una cagna in calore, dovevi vederla come godeva".
"Secondo te ci starebbe a fare sesso a tre?"
domandò Ruben.
"Questo è poco ma sicuro, stanotte ce la sbattiamo e ce lo facciamo succhiare per bene".

Annabelle aprì gli occhi, disturbata da alcuni rumori e vide Alejandro e Ruben che si stavano vestendo e i loro capelli che gocciolavano sui loro petti. Dovevano essersi appena lavati e sbarbati: erano molto sexy. Si sollevò sui gomiti, senza staccare lo sguardo da loro.

"Non dormite mai, voi?" chiese stiracchiandosi pigramente. Erano andati in un motel, non si era ritirata quando le avevano proposto di fare sesso a tre, anzi, per lei era una novità ed era curiosa di provare, infatti era stato pazzesco, non aveva mai goduto così tanto in vita sua.

Loro si voltarono.
"Abbiamo riposato un paio d’ore. Non siamo abituati a restare inattivi" rispose Ruben ridendo.
"L’ho notato" arrossì per il significato malizioso che aveva dato, volutamente, alle proprie parole.
Alejandro le sorrise
"Chi dorme non piglia pesci, non si dice così?".
Lei fece per alzarsi,  si sentiva terribilmente indolenzita nelle parti intime, il che le ricordò i momenti di piacere condivisi con quei due ragazzi, uno rude ed enigmatico, l'altro dolce e passionale.

"Vado a farmi la doccia" disse Annabelle.
I due ragazzi si guardarono e dissero all'unisono
"Ti aiuteremo a lavarti".
"No, non c'è bisogno, faccio da sola".
"Sicura?" la guardò maliziosamente Alejandro.
Cominciò a spogliarla e in un attimo la sua camicia fu gettata sul pavimento.

Lei si ritrovò nuda fra le sue braccia ed entrarono tutti nella cabina della doccia.
Annabelle sentì le mani di Ruben sul proprio corpo, le stava accarezzando la schiena facendola rabbrividire, quel ragazzo riusciva a farla eccitare solo sfiorandola. Alejandro le passò la mano insaponata su un seno e immediatamente il capezzolo si inturgidì. Lei chiuse gli occhi per godere di quelle sensazioni fantastiche, era così bello sentirsi coccolata da quelle mani che toccavano ogni parte del suo corpo.
I due ragazzi ripresero a insaponarla sulla schiena e poi sul sedere.
"Sei bella, lo sai?" le sussurrò Ruben, inginocchiato ai suoi piedi mentre la guardava con desiderio. Intanto aveva iniziato a insaponarla fra le gambe e Alejandro, che era dietro di lei, le baciava il collo e le sue mani palpavano i seni. Il centro della sua femminilità cominciò a pulsare e lei rovesciò la testa indietro.
"Dio, ragazzi mi state facendo impazzire!"
"Adoro la tua fica" la voce calda di Ruben le provocava spasmi in tutto il corpo.
Le scostò le grandi labbra, per accarezzarle dolcemente, la ragazza cominciò a muoversi a quel ritmo, strofinandosi con più forza contro la sua mano.
"Oddio, Sì, sì, ti prego…" ansimò strappandó un grido. Quando riuscì a sollevare di nuovo lo sguardo su di lui, si accorse che Ruben sorrideva con soddisfazione.
"Me l’hai fatto venire di nuovo duro, sai? E considerato che ho dormito solo un paio d’ore, è un fatto straordinario".
Lei arrossí e si mordicchiò il labbro.
"Posso fare qualcosa per te?"
"Se ci mettiamo sul letto, faremo cose pazzesche, vero Ale?" disse girandosi verso il suo amico.
"Certo, vedo che la signorina è tutta eccitata e lo sono anch'io" rispose mostrando il suo membro duro.

Andarono nell'altra stanza, sul grande letto matrimoniale. Mentre Annabelle baciò il petto di Ruben, Alejandro le leccò la schiena strusciando il suo membro contro il suo sedere, la lingua della ragazza tracciava una scia infuocata, fino a raggiungere l'ombelico, gli afferrò il membro e lo prese in bocca, a Ruben si annebbiò la vista.
"Sì, … così, brava non fermarti".
Le afferrò la testa, affondando le dita nei suoi capelli, ancora bagnati. Lei, intanto, continuava a succhiare, prendendolo sempre più in profondità  nella sua bocca.
"Oddio, sto per venire!" ruggí.
Alejandro le allargò le gambe e la penetrò con una forte spinta, ad Annabelle piaceva sentirlo a fondo dentro di lei, mentre si muoveva di continuo e aumentava il suo godimento.
Si abbandonò all’estasi con un urlo, anche il ragazzo si abbandonò all'orgasmo, ansimando come un animale.

Si addormentarono esausti e felici per aver condiviso la stessa ragazza. Era l'ultima volta che si sarebbero visti.

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