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June girava con attenzione lo zucchero nel suo caffè. Non aveva mai perso l'abitudine di recarsi a danza già praticamente pronta, i soli scarponi ai suoi piedi sarebbero stati rimpiazzati in Accademia dalle delicate scarpette da ballo. La sua cautela era dovuta quindi al non voler macchiare il candido body e in più stava cercando con tutte le sue forze di ignorare Eleonor che, seduta di fronte a lei, sfogliava con attenzione maniacale una rivista di abiti da sposa. Ogni tanto sollevava lo sguardo su di lei, probabilmente valutando se un certo modello le sarebbe potuto stare bene.
"Ignorala, come faccio io", propose Jason nella sua mente con il divertimento nella voce. Si trovava nell'altra stanza con Ethan a completare un lavoro.
June si mosse a disagio sulla sedia. "E' una parola", mugugnò a voce alta, continuando ostinatamente a tenere lo sguardo basso sulla sua tazza.
A quel punto, dal divano malconcio che strideva con tutto il resto dell'arredamento super moderno si levò una voce sghignazzante. "Ragazza, fossi in te mi avvierei, rischi di far tardi".
June non si scompose. "Perché Anthony non vai tu a fare qualcosa di là, così magari ti rendi utile? Io sono perfettamente in orario e in più non ho bisogno di fare riscaldamento".
Anthony fece capolino, raddrizzandosi sul divano. "Ah, sì, ho sentito dire che ti chiamano il cyborg ", disse trattenendo a stento le risate, al che June, spazientita, strappò la rivista dalle mani di Eleonor e la lanciò verso Anthony, che si coprì la testa con le mani, ridendo a questo punto senza il benché minimo ritegno.
Eleonor, che aveva osservato la scena in silenzio si voltò verso Anthony. "Cos'è un cyborg?", chiese curiosa.
Anthony sorrise alla sua compagna. "Hai presente quel film che abbiamo visto l'altro giorno, su skynet?".
Lo sguardo di Eleonor si accese di comprensione. "Certo! Terminator!". Subito dopo, però, si voltò verso June, squadrandola con occhio critico. "Lei però non somiglia per niente a quello Schwarzenegger".
Anthony, ridendo, avvolse un braccio attorno alle spalle di Eleonor, baciandole il capo. "beh, diamole un po' di tempo...".
June, si guardò attorno in cerca di qualcos'altro da lanciargli, ma Eleonor la anticipò, prendendole una mano con gentilezza. Il suo sguardo però era di acciaio. "June, tesoro, se quelle persone ti infastidiscono me ne occupo volentieri io".
June spalancò la bocca, in cerca delle parole adatte per declinare l'offerta senza offendere la sua stupenda spaventosa - forse un giorno suocera -, ma per fortuna arrivò Jason a salvarla da quella spinosa situazione.
"Grazie mamma, ma ci penso io", e così dicendo fece l'occhiolino a June che si affrettò ad alzarsi, raccogliendo il borsone da terra. Jason glielo tolse prontamente e le prese la mano. "Pronta?", chiese accarezzandola con lo sguardo.
"Prontissima!", si affrettò a rispondere June, che non vedeva l'ora di andarsene.
La risatina di Anthony le fece capire che la sua fretta era qualcosa di estremamente percepibile.
Jason sospirò, contrito. "Scusami, ci abbiamo messo più del previsto a terminare".
June fece spallucce. "Non preoccuparti, sarà meglio farci l'abitudine".
Jason rise, stringendola a sé per consolarla. "Parlerò con Eleonor".
June sollevò lo sguardo verso di lui e gli sorrise, bisbigliando per non farsi sentire. "Ma no, è così gentile, solo che a volte mi terrorizza".
A quel punto aprirono la porta per poter uscire e restarono a dir poco esterrefatti nel trovare pronto a bussare Matt in compagnia di un ragazzo e una ragazza molto giovani.
"Salve terrestri!", salutò il ragazzo dai penetranti occhi blu.
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