•CAPITOLO 13•
Dai fori delle persiane della camera dei miei genitori filtrano i raggi del sole che vanno ad illuminare il volto pallido di mia madre.
Un volto bellissimo segnato da tanta sofferenza ma su cui aleggia sempre l'ombra di un sorriso nonostante tutto.
Mi fisso a guardarla in silenzio.
Sembra così fragile! Il suo esule corpo è steso tra le lenzuola di raso blu in netto contrasto con la sua pelle così bianca.
I suoi occhi sono chiusi ma non sono sicura che stia dormendo.
Ultimamente dice che fatica anche ad addormentarsi per il troppo dolore alle ossa.
Il medico ha dovuto prescriverle addirittura delle punture di morfina per alleviare un po' il dolore perché null'altro le fa effetto.
Perché un essere umano deve soffrire così tanto?
'Veramente Dio una volta tra le tue braccia la mia mamma potrà tornare a correre come una ragazzina? Veramente il suo dolore scomparirà? Ma perché? Perché per far sì che avvenga tutto ciò devi averla con te ? Perché non lasciarla guarire e farla restare con noi? Dimmi, perché? Cosa ti abbiamo fatto? Quali sono le nostre colpe? Deve esserci una spiegazione a tutto ciò! Dio, se esisti veramente, perché mi stai facendo questo!?' chiedo urlando disperata dentro di me e volgendo lo sguardo all'Uomo inchiodato al crocifisso sistemato sopra al letto dei miei genitori.
"Non piangere Jessica "mi sento dire dalla fievole voce di mia madre.
"Non piango" le dico sedendomi accanto a lei e mentre le afferro la mano che lei mi tende una lacrima cade sul suo palmo.
"Jessie la mia piccola Jessie! Che vuole raccontare bugie ma non sa farlo! So che ti sto procurando tanto dolore ma..."
"No ,mamma! Non è colpa tua, è che trovo che sia tutto così ingiusto! Sei ancora così giovane! Ho ancora bisogno di te, di parlarti, di confidarti i miei segreti, i miei problemi e farti conoscere un giorno il ragazzo di cui mi innamorerò e sentirmi dire da te se ho fatto la scelta giusta. Con chi lo farò se tu non sarai più con me? Solo una madre può leggere il cuore di un figlio. Perché quindi? Questo chiedo a Dio ogni giorno: il perché vuole toglierti a me così presto."
Sono arrabbiata, mi vergogno a dirlo ma sono arrabbiata con Dio.
"Perché quando nasciamo ognuno di noi ha un destino ed il mio è questo. Lo so che fa male, ma non possiamo cambiarlo. Ricordi cosa ti ho sempre detto? La morte non ha età. Ogni momento può essere quello giusto per ognuno di noi, dal più giovane al più vecchio. Vedi Jessie, nella vita possiamo fare di tutto:divertirci, rubare, odiare, amare,uccidere,soffrire e a tutto volendo possiamo porre rimedio ma davanti alla volontà di Dio dobbiamo inchinarci e arrenderci. Non possiamo fare nulla. Io non voglio fare nulla. Aspetto con serenità il mio giorno. Il giorno in cui mi dirà devi venire con me, è ora. E quel giorno, Jessie, nessuno potrà cambiare il mio destino. Una cosa sola ti chiedo:devi promettermi che non piangerai. Non piangere, mai, perché io ci sarò sempre anche se non mi vedrai più. Ascolterò da lassù tutto quello che avrai da dirmi e quando ti innamorerai e avrai bisogno di chiedermi un consiglio ascolta il tuo cuore perché sarà lui a guidarti. Segui lui e non sbaglierai mai. E se ti accorgerai di aver sbagliato non importa perché hai fatto ciò che ritenevi fosse giusto, hai fatto tutto perché in quel momento amavi. Posso solo darti un consiglio. Impara a dare sempre una seconda possibilità. Tutti possiamo sbagliare, tutti possiamo perderci. L'importante è saper costruire sui propri errori. Se ami puoi perdonare. Se ti perdi puoi ritrovarti. Non far sì che l'orgoglio trasformi la tua vita in un inferno. Ama, Jessie, ama con tutta te stessa, non aver paura di mostrare i tuoi sentimenti. Ed ora da brava promettimi che non piangerai mai. Promettimelo amore mio" mi dice ed io sento il mio cuore frantumarsi in mille pezzi.
Come farò a non piangere? Impossibile!
"Non so se riuscirò a mantenere la promessa se la faccio" le dico piangendo ormai a dirotto e abbracciandola forte a me "se stacchi un ramoscello da una pianta sai cosa succede? Il ramoscello muore" .
Io sono il ramoscello che morirà di dolore.
"Muore se lo lasci morire ma se lo curi e lo pianti potrai far nascere una nuova pianta, più bella e più forte. Piangere non mi farà mai tornare da te, da voi. Ma potremo stare sempre insieme qui- mi dice toccandomi il cuore- se riuscirete a sconfiggere il dolore. Promettimelo Jessica, ti prego, promettimi che non piangerai".
"Promesso " le dico con un sussurro sdraiandomi accanto a lei e sapendo di essermi uccisa con le mie mani.
La porta della camera si apre e sento dei passi avvicinarsi.
È mio padre. Da un po' di giorni torna alle 15,30 dal lavoro per passare più tempo con la mamma.
Guardo il suo volto: ultimamente sembra invecchiato di dieci anni.
Sta soffrendo pure lui anche se cerca di non darlo a vedere.
Con mamma scherza e fa battute su tutto e lei ride, ride sempre. Piangerà mai quando è sola?
Sappi dare una seconda possibilità mi ha detto mia madre prima. Perché? Lei si è trovata in questa situazione? Mi sa che è arrivato il momento di chiarire una faccenda vecchia con mio padre. Li osservo. Non ora però questo è il loro momento.
Si baciano, un bacio intimo. Poi si ricordano di me , mi guardano e scoppiano a ridere.
Ho capito, meglio uscire!
"Vado al parco con Lexie voi fate pure non preoccupatevi" dico salutandoli con la mano e scoppiando a ridere.
Si, finalmente dopo tante lacrime un sorriso.
Lexie mi sta aspettando seduta su di una panchina e sta sfogliando una rivista; ora per cinque minuti farà finta di non avermi vista perché le urtano le persone che ritardano agli appuntamenti.
Il parco è pieno di bambini la maggior parte con i nonni ed io mi incanto ad osservarli mentre corrono e giocano felici.
Arrivano sempre tutti belli tirati a lucido e vanno via con la terra fin sopra i capelli.
Che ridere.
D' altronde oggi è una giornata troppo calda ed afosa per poterli portare in spiaggia.
Mi siedo accanto alla mia amica ed aspetto i suoi famosi cinque minuti dopodiché "Interessante quel giornale?"le chiedo.
"Pieno di modelli veramente 'wow' "mi fa alzando il pollice in su "ottima visuale in attesa della mia amica".
"Scusami Lexie, ma sono stata un po' con mia madre e non mi sono accorta del tempo che passava" le rispondo abbassando lo sguardo.
Capisce che la cosa mi fa male.
"Vogliamo parlarne un po'? Ti farà bene" mi dice la mia dolce amica.
Ed io comincio a dirle tutto e piango, piango a dirotto e lei mi abbraccia sapendo quando sto soffrendo.
"Anche tu sei triste?" mi dice una voce infantile.
Ci stacchiamo dal nostro abbraccio e ci troviamo davanti agli occhi un piccolo scricciolo di circa tre anni ,biondo e con due magnifici occhi azzurri.
"A volte capita di esserlo " faccio io rivolgendogli un sorriso ed asciugandomi in fretta le lacrime "a te non è mai capitato?" continuo.
"Si" mi fa lui serio guardandomi dritta negli occhi.
Questo bambino ha l'aspetto di essere molto più maturo della sua età.
Ti guarda come se volesse leggerti nell'anima.
Come se sapesse cosa significhi soffrire.
Impossibile, troppo piccolo!
"Quando papà urla contro la nonna dopo aver parlato al telefono con la mamma".
Dolcissimo! si vede che trascorre molto tempo con la nonna e lei lo vizierà un po' suscitando l'ira del padre perché poi la moglie se la prende con lui che sua madre lo vizia. Eh sì sempre la stessa storia. Poveri nonni!
"Ma a te papà non urla vero ?" faccio io indagando. Che cazzo di padre è uno che urla ad una madre davanti ad un figlio così piccolo? Sarà che mio padre con mia madre ad esempio ci ha fatto vedere solo sorrisi e baci in famiglia anche se poi
sicuramente tra loro ci saranno stati motivi di tensione.
"Mi dice che sono il suo piccolo principe e che nessuno ci dividerà mai" risponde sorridente questa volta.
"Il principe di papà ed il re della mamma scommetto " dice Lexie intervenendo anche lei.
"Della nonna" ci risponde e fugge via.
Che buffo che è, penso guardandolo correre verso una signora di mezza età bionda e molto bella. Immagino che sia la nonna e lui deve esserle molto legato per sentirsi il suo re.
"Torniamo a noi e cambiamo argomento " mi fa Lexie " allora com'è che conosci un tizio, lo baci e non mi dici niente?".
"Dunque "le rispondo "il tizio in questione è il fratello di Margaret e l'hai visto sicuramente anche tu al locale e non ci siamo baciati "
"Ma se vi ho visti con i miei occhi! Non lo puoi negare!" mi dice interrompendomi.
"Quello che hai visto è stato un bacio che mi ha rubato dopo che io l'ho fatto incazzare capito? Non perché io gli piaccio ma per punirmi. Se tu avessi spiato meglio avresti visto lo schiaffo che ne è seguito" le dico e inizio a raccontarle del ballo, del battibecco davanti al bancone e infine della sua visita al bar.
" Oh mio Dio, Jessie, lui ti piace!"
"Ma che cazzo dici?" le urlo contro "È come tutti gli altri bellocci in giro, sicuro di sé e del suo fascino. Forse baciandomi pensava pure che lo avrei pregato di scoparmi ma ha visto male il tizio, anzi sai che ti dico? gli è andata pure bene visto che potrà ancora procreare!"
"Ora hai due problemi da risolvere " mi fa lei "tua madre e lui".
"Continui?" le urlo contro facendo girare una vecchietta seduta poco distante da noi.
"Sì perché se ti fosse stato indifferente conoscendoti non staresti neanche a raccontarmi tutte queste cose , mi avresti liquidata con 'il solito stupido che ci prova Lexie non esiste mangiamoci un bel gelato invece che è più interessante' "dice scimmiottandomi. Che bella amica penso guardandola è proprio una stronza ma la amo lo stesso anche se si sbaglia. O forse no? Chi ci capisce è bravo.
"Senti mia bella ed ancora per poco migliore amica-sorella! Perché invece di continuare a rompermi i testicoli che ancora non mi sono nati piuttosto non mi racconti di te e del tuo amichetto?".
"Nostro " mi dice. Ora mi agito! Parla piuttosto.
Sbuffo e dico "Ok, del NOSTRO amico. Avanti parla! Ti ha scopata?".
"Mi hai preso per una sgualdrina? " mi dice offesa.
"No, è lui che è un porco!" dico scoppiando a ridere.
Lei mi guarda seria e non parla." E tu ci sei dentro fino al collo" continuo seria questa volta.
"Si, mi piace, e non mi è saltato addosso come pensi tu. Siamo andati al mare insieme, abbiamo parlato, scherzato, passeggiato e infine fatto i tuffi dalla scogliera. Ed è stato in acqua che mi ha baciato" mi guarda e continua "e mi è piaciuto, tanto. Al contatto dei nostri corpi ho sentito il mio percosso da brividi e lo stomaco stringersi per la prima volta."
"È andata amica, sei cotta a puntino e lui?" chiedo perché in realtà è di lui che ho paura. Non ha preso mai le donne seriamente, starà giocando pure con lei?
" 'Cosa mi stai facendo?' mi ha chiesto per poi darmi un bacio stampo sulle labbra. 'Forse sarebbe il caso di tornare a casa' è il tempo di asciugarci e raccogliere le nostre cose che siamo andati via. Ieri ed oggi non si è fatto sentire ed io non so cosa pensare." mi dice con lo sguardo rivolto a terra. Ci sta male, si vede e mi dispiace.
"Dagli tempo, Lexie" le dico cercando di tirarla su di morale "Può darsi che anche lui si trovi a dover combattere con sentimenti mai provati prima e non è facile. Vedrai che ti chiamerà e se non dovesse farlo peggio per lui, non sa cosa ha perso e tu ci avrai sicuramente guadagnato. Ma ti prego,dagli tempo."
Ci abbracciamo di nuovo, siamo uno la spalla dell'altra, indivisibili.
"Che ne dici di un bel gelato alla panna cotta, bacio, Nutella e tanta panna sopra?" dico saltando improvvisamente in piedi dalla panchina.
Vedere tutti questi bambini che mangiano gelati vari o zucchero filato mi ha fatto venire una gran voglia di dolce.
"Signore ,signori e bambini Jessica Anderson è tornata alla base!" dice ridendo Lexie alzandosi con me dalla panchina.
Ridiamo come pazze e ridono anche le persone accanto che l'hanno appena sentita recitare la sua frase.
Intrecciamo le nostre mani e ci incamminiamo verso la gelateria.
Ci sentiamo libere e felici. Tutti i nostri pensieri li abbiamo lasciati lì seduti su quella anonima panchina del parco.
TRENT' S POV
L'altro ieri per la prima volta sono uscito con Lexie.
È una ragazza bellissima, mora , carnagione olivastra e due magnifici occhi da cerbiatta.
È da un po' che la osservo perché mi piace ma Travis ha vietato a tutti noi di avvicinarci a Jessica e a lei perché sono diverse, sono le classiche brave ragazze.
'Scusami, perché io cosa sarei?' gli ho sempre risposto, ridendo, per prenderlo in giro.
'Una testa di cazzo come me e gli altri" è la sua risposta.
Però a me lei piace ed al diavolo tutto le ho dato appuntamento per poi pentirmene subito dopo il bacio.
Come mi è passato per la mente baciarla?
Si sarà accorta che sentire il semplice tocco delle sue mani sul mio collo mi ha fatto eccitare? Secondo me no.
È così ingenua che mi ha fatto spaventare perciò l'ho riportata a casa.
Fosse stato per me l'avrei scopata in acqua.
Ma lei non è una ragazza da una botta e via ha ragione Travis, che cazzo sto combinando? Devo togliermela dalla testa.
Non è la ragazza giusta, io non sono giusto per lei, non sono pronto ad impegnarmi seriamente, mi piacciono troppo le donne.
Ieri quando Vicky in discoteca è entrata in bagno e mi si è letteralmente buttata addosso non l'ho di certo mandata via.
Anche se non mi piace e non avrà mai nessuna possibilità con me perché troppo troia, non nego che mi piace come sa muovere le sue mani e la sua bocca sul mio membro. Sicuramente in quel momento non ho pensato a Lexie ma al mio godimento.
Quindi perché farle perdere tempo con un caso disperato come me?
Io, Travis, Matt e Scott quando usciamo abbiamo un solo obiettivo: rimorchiare le ragazze, sedurle, scoparle e arrivederci e grazie.
No.
Non la chiamerò più.
Perdonami Lexie!
• • •
🌸
Doppio aggiornamento mi sento troppo buona!
Devo continuare o interrompo qui la pubblicazione?
•Ylenia•
Per maggiori informazioni sulla storia
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ylenia.marini
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