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| I commenti non sono collegati ai capitoli che leggerete. Purtroppo Wattpad ha stravolto tutto. Per evitare spoiler, vi consiglio di non leggerli. Semmai voleste scrivere, siete liberi di farlo|
Il rumore del cibo che viene masticato è qualcosa che ho sempre odiato. Ci sono molte cose che mi infastidiscono, e che soprattutto odio, e questo rientra tra le tante qualificandosi ai primi posti in classifica. Non so cosa scatta in me nell’esatto momento in cui le mie orecchie percepiscono quel rumore, l’irritazione formicola dentro ed il nervoso si impadronisce della mia testa. Quel modo di masticare, di triturare il cibo, sentire come viene ridotto in poltiglia… è fottutamente molesto e mi manda in bestia il cervello. Lily dice che soffro di misofonia, il cui termine intende "odio per i suoni", e viene diagnosticata a chi soffre di questo disturbo; l’individuo si sente disgustato, infuriato o frustrato quando sente dei determinati suoni. E in questo caso anche la masticazione mi irrita.
« Potresti gentilmente smetterla di masticare così? Sembri un cazzo di criceto» scatto poggiando malamente il piatto quasi del tutto vuoto.
Lily si acciglia e mi osserva, la forchetta rimane a mezz’aria mentre la bocca resta semi aperta. « Dovresti seriamente fare un controllo, amica mia» mormora. « Ti rendi conto che non sopporti proprio niente?»
Ruoto gli occhi al cielo sbuffando. « Se provassi a mangiare come la gente normale, forse, non starei qui a riprenderti ogni volta» osservo ingurgitando l’ultimo boccone della mia cena.
Lily riprende a mangiare come se nulla fosse, infischiandosene di quello che le ho detto solo qualche secondo prima e incrociando meglio le gambe.
« Ma se ti infastidisce persino Jessy! E lei non è che mangia rumorosamente! »
Poggio la schiena al muro ed un sospiro spazientito lascia le mie labbra. « Non è vero» mento.
Inarca un sopracciglio. « Ah, no? E allora chi ha gettato nella pattumiera il suo pranzo? Chi ha detto “ smettila fottutamente di mangiare perché il mio cervello sta friggendo” ?» afferma quasi divertita.
Beh, è successo solo una volta qualche giorno fa. « Potrei essere stata io ma-»
Solleva la mano e scuote il capo. « Ma hai un disturbo che, aggiunto ai mille e cinquecento che già hai, ti rendono solo più psicopatica» mi interrompe.
Le lancio un’occhiataccia che non la sfiora nemmeno. « Simpatica, davvero» borbotto ironica.
Sorride teneramente. « Che amica sarei se non ti dicessi queste cose?»
Ruoto gli occhi al cielo e, dopo l’ennesimo sbuffo spazientito, mi alzo dalla sedia.
Prendo il piatto vuoto e lo getto nella pattumiera accanto alla porta. Il tutto sotto gli occhi vigili e divertiti della bionda.
« Non so nemmeno perché siamo amiche» asserisco con tutta sincerità ma non con cattiveria.
Ride. « Ti sopporto dall’asilo, Ara. Da quando hai tirato una sedia ad un bambino solo perché non ti ha prestato le costruzioni e da quando hai fatto la pipì a terra solo per fare un dispetto alla maestra» ricorda.
Gli angoli della mia bocca si increspano in un sorriso. « Okay, non so cosa mi sia passato per la testa quella volta»
Lily rise sonoramente. « Lo ricordo come se fosse ieri. Eri così combattiva e dispettosa anche da piccola, e adesso non è che tu sia cambiata molto» asciuga le lacrime ai lati dei suoi occhi. « Forse un tantino vendicativa, ma questo lato alquanto negativo riesce a vederlo solo Trevor»
Il mio viso si tramuta in una smorfia. « Perché finiamo sempre per parlare di lui? Ci sono migliaia di questioni che potremmo affrontare!» blatero con un pizzico di stizza.
« Ho toccato un tasto dolente?» ghigna. « Ti ricordo che vi siete baciati»
Ruoto gli occhi al cielo, sapevo che non dovevo raccontarle nulla. Adesso, avrà sempre quel pallino in testa e quando si presenterà l’occasione non farà altro che ricordarmelo.
« Non dovevo parlartene, lo sapevo» borbotto gettandomi a peso morto sul letto.
Lily si alza dal suo letto e getta i residui della sua cena. « Certo che dovevi, ingrata! Solo che è divertente vedere la tua faccia ogni volta che menziono Trevor. Se lo sapesse Harley, ti ucciderebbe»
« Sai quanto me ne importa di lei» ribatto.
« Ma a lei importa. E diventa parecchio fastidiosa quando mi chiede se tra voi ci sia qualcosa» risponde senza giri di parole.
Mi acciglio. « Ma non si stanca mai?»
Scrolla le spalle. « Evidentemente no, ma deve capirlo lei. In fondo mi dispiace, Trevor non ha mai messo in chiaro nulla e non intende aver chissà quale relazione»
Sollevo le sopracciglia. « Non ti chiedo nemmeno come tu faccia a sapere tutte queste cose»
Una risatina fuoriesce dalle sue labbra. « Il gossip gira, solo che sei l’unica a cui non importa nulla» rivela.
Ed è così. Non me ne frega niente di nessuno.
Chiudo gli occhi e sospiro pesantemente.
« Non puoi dormire, dobbiamo andare in camera di Tom e Liam» mi ricorda provocando un verso di disapprovazione da parte mia.
« Ma non possiamo parlarne domani? Non capisco perché riunire tutti in camera di quei due» mi lamento.
« Non essere petulante, non possiamo dire di no» ribatte.
« Tu sei d'accordo?»
Schiocca la lingua su palato. « Conoscere il territorio è importante. Abbiamo deciso di far parte della squadra ed è più che lecito che si conosca parte del posto»
Sospiro. « Già… » concordo.
« Forza, alza il tuo culo pigro da lì e andiamo. Non voglio sentire nessuna predica» borbotta.
Apro gli occhi e mi sollevo. « Come se ti dispiacesse» la stuzzico.
Inarca un sopracciglio ma un sorriso malizioso increspa le sue labbra. « Drew è così sexy… i suoi rimproveri mi eccitano» mormora con voce sensuale e impudica.
Sorrido. « Lui non la pensa allo stesso modo, lo sai vero?»
Ops.
« Anche se tu sei convinta del contrario, io so che gli interesso. Solo che… è un tipo professionale» inventa distogliendo lo sguardo.
« Certo e poi si sbatte mezza popolazione femminile» cantileno.
Mi lancia un'occhiataccia. « Sei una stronza! Non farmi imbestialire con le tue stupide supposizioni»
Rido e scuoto il capo. Una cosa che descrive Lily è la permalosità.
Sollevo le mani in segno di resa. « Scusami, hai ragione. Adesso andiamo, su» la incito nonostante mi stia ancora guardando male.
Borbotta qualcosa di incomprensibile ma ciononostante mi segue.
La camera dei ragazzi non è lontana dalla nostra, i corridoi sono comunicanti, gran parte, e bastano pochissimi minuti per raggiungerla. Lily mi supera velocizzando il passo mentre io mi limito a sbuffare costantemente trascinando i miei piedi per starle accanto. Lancio un’occhiata alla porta ancora chiusa e attendo che la bionda bussi.
Il pugno collide con il legno scuro tre volte, delle voci ovattate sopraggiungono anche da fuori ma non riesco a distinguere una sola parola.
« Jessy ha detto qualcosa oggi?» chiedo.
Fa spallucce. « Suppongo sia già dentro» replica.
I passi diventano sempre più vicini e udibili, fino a quando la porta si apre e da essa fa capolino la figura di Tom. I suoi occhi azzurri alternando lo sguardo tra Lily e me, osserva con un cipiglio serioso i nostri visi ed infine abbozza un sorriso. Credo abbia la mia stessa età, forse un anno in più, ma la sua corporatura ed i suoi muscoli delineati lo fanno sembrare più grande di quel che effettivamente è.
« Ciao ragazze, entrate pure» apre la porta e con un cenno della mano ci invita ad entrare.
Lily non se lo fa ripetere due volte e con un sorriso entra dentro. Io, d'altro canto, impiego qualche secondo in più.
Tre per respirare, due per rendermi conto che lì dentro troverò due persone che mi irritano oltre modo.
Chiudo la porta alle mie spalle e, non appena volto il capo, scorgo Liam che intrattiene una fitta discussione con Paul e Tom, Jessy che scrive qualcosa su un quadernetto, Harley seduta su un letto che accavalla le gambe e Lily che lancia occhiate a Drew fuori in balcone. Il moro parla animatamente con Trevor e quest’ultimo dà le spalle a tutti noi.
I ragazzi si accorgono della mia presenza e Liam, abbozzando un piccolo sorriso, mi saluta con un cenno del capo.
« Direi che possiamo iniziare» annuncia Paul non appena i due che stavano fuori si decidono ad entrare. La porta viene chiusa da Drew che, osservando velocemente ogni viso, poggia le spalle al muro adiacente.
Trevor, invece, ammicca in direzione di Harley.
Serro la mascella non appena mi accorgo di questo scambio di sguardi e scuoto il capo disgustata. Come ho potuto baciare una persona del genere? Ero a conoscenza della sua indole meschina eppure l'ho lasciato fare. Non che quel bacio abbia avuto chissà quale grande significato, ma al di là di ciò è scorretto il suo atteggiamento da bastardo menefreghista. Harley è così cieca da non rendersi conto che la stia prendendo solo in giro; il mio lavoro, dopotutto, l'ho fatto e indipendentemente dagli eventi che si sono succeduti lei continua ad andargli dietro.
Se vuole farsi male ben venga, per quanto mi riguarda, invece, quella notte è stato l’unico e solo episodio. Tra me e lui non ci sarà più nulla e spero vivamente che lo capisca.
I suoi occhi verdi fissano i miei senza alcuna espressione, i lineamenti del mio viso si irrigidiscono all’istante ma non ho intenzione di dargli questa soddisfazione. La sua mente è contorta, potrebbe pensare che il mio atteggiamento possa essere una conseguenza del suo gesto, ed è per questo motivo che avanzo verso la figura di Jessy mettendo su una maschera di tranquillità apparente.
Jessy solleva il capo e abbozza un sorriso. Ricambio impercettibilmente per poi concentrarmi sul quaderno di piccole dimensioni su cui continua a scrivere qualcosa a me sconosciuta.
« Le due basi qui in Siria distano all’incirca 16,7 km, quindi 15 minuti se andaste con qualche mezzo, mentre a piedi all’incirca 2 ore e 10 minuti» asserisce inclinando il capo.
« Questo l'ho già detto» ribatte Tom.
Jessy lancia un'occhiata. « Magari, se mi facessi parlare...» mormora, abbozzando un sorriso quasi intimidito.
Tom solleva le mani in segno di resa, provocando un sorriso sulle mie labbra. Per quanto voglia mostrarsi dura, non riesce mai nel suo intento.
« Dicevo… Le basi formano un triangolo. Entrambe distano 16,7 km e sono raggiungibili in breve tempo solo con i mezzi appropriati. Però sarebbe troppo palese farsi vedere, Iabo ha numerose sentinelle sparse in giro e questo lo dimostra l’incendio di qualche settimana fa» Preme la base della penna che tiene in mano creando un ticchettio.
« Se non ricordo male, questo edificio ha diversi tunnel sotterranei risalenti alla seconda guerra mondiale e non più utilizzati da allora» interviene Lily. « Ricordo ancora la primissima spiegazione di Marxwell»
Paul gratta il mento pensieroso. « Non ne sono sicuro... Ci sono tre tunnel, forse, ma nessuno ha mai messo piede lì» mormora.
« E questi tunnel dove portano?» chiedo curiosa.
« Collega la nostra base con le due basi più piccole» risponde Drew. « Marxwell, però, non ne ha mai parlato, queste sono solo conoscenze del passato»
Aggrotto la fronte. « Iabo è a conoscenza di questi tunnel?»
Liam scuote il capo. « No, nessuno è a conoscenza di questi sotterranei. Sono stati costruiti per nascondere le armi nucleari nel ‘42 ma alla fine sono rimasti inutilizzati» spiega.
« O, magari, è quello che il colonnello voleva che voi sapeste» parla Lily pensierosa.
« Che intendi?» chiede Tom accigliato.
Prende un respiro profondo. « Potrei sbagliarmi ma, forse, non tutto quello che dice Marxwell è vero. Vi ha mai detto come sia riuscito a salvarsi, insieme a Jeffrey, in quella famosa guerra in cui persero la vita migliaia di soldati?»
I ragazzi si osservano silenziosamente, i miei occhi scrutano i loro volti e capisco immediatamente che la domanda di Lily li abbia sorpresi.
« Supponiamo che i tunnel siano serviti come scappatoia dopo la guerra… perché non menzionare questo dettaglio? Tutto sommato Iabo non sa dell’esistenza di queste strade e per il famigerato piano che dovremmo mettere su, potrebbero servirci» continua la bionda.
Drew pizzica le sue labbra e annuisce. « Hai ragione, non avevo pensato a questa eventualità»
Jessy scrive velocemente sul suo quadernetto e schioccando la lingua sul palato annuisce veemente. « In teoria, i tunnel sotterranei nascono per nascondere sia le armi nucleari ma anche, e soprattutto, per collegare luoghi. Questa base è stata fondata con lo scopo principale di nascondere i soldati per eventuali guerre ed evidentemente ciò è servito anche a Marxwell e Jeffrey dieci anni fa. Ciò, spiega anche perché il territorio sia così vasto e pieno di percorsi all’apparenza inutili. Solo… mi sembra scontato costruire un accesso proprio sotto la base»
« In realtà non è scontato, è una soluzione ovvia e sicura» interviene Harley confusa.
« No, invece» Trevor prende parola dopo minuti interminabili di supposizioni. « Tutti si aspetterebbero un sottopassaggio proprio qui ma sarebbe scontato e pericoloso»
La sua osservazione non è del tutto sbagliata. I nemici assalivano le basi militari e distruggevano ogni galleria possibile, ma lo si faceva nel momento in cui erano a conoscenza di un possibile passaggio.
E qui, proprio in questo edificio, non vi è alcun sottopassaggio.
Jessy aggrotta la fronte, sembra confusa e la sua espressione è la medesima degli altri.
« Non c'è alcuna galleria qui, conosco ogni perimetro del posto e non è presente nessun passaggio» asserisce Paul, molto più sicuro di poco fa.
Drew fissa un punto della stanza, perso nei suoi pensieri.
« Il colonnello lo ha confermato, però»
« E se...» la voce cauta e pensierosa di Jessy arriva alle nostre orecchie. Osservo il suo viso minuto e attendo che prenda parola.
« Marxwell ha confermato che esistono queste gallerie ma non ha mai detto dove sono situate. Paul afferma di conoscere tutto il perimetro ed è sicuro che proprio qui non ci sia alcun accesso… e se non fosse proprio qui ma da qualche altra parte?»
« Aspetta, dici che i tre accessi siano da qualche altra parte?». Lily la fissa curiosa.
La mora annuisce. « Potrebbe essere così, forse per questioni di sicurezza il capo ha deciso di costruire altrove gli accessi»
Trevor annuisce. « Questo spiega il motivo per cui Paul non conosce questi posti. Evidentemente, gli accessi ci sono ma non sono qui»
« Avete detto che il territorio è molto vasto e pieno di percorsi all’apparenza inutili» intervengo fissando distrattamente il disegno appena fatto da Jessy.
« Esatto»
« Forse, questi percorsi non sono poi così inutili. Le basi sono collegate tra loro e deve per forza esserci un modo per raggiungerle»
« Cercheremo questi accessi, se è vero che esistono li troveremo» asserisce con convinzione Drew.
« Ci divideremo perché il luogo è troppo grande e impiegheremo giorni se andassimo tutti insieme. Quindi: Drew, Harley e Lily andranno insieme, Paul, Liam e Jessy, ed infine io, Arabella e Tom.» ordina Trevor.
Inarco un sopracciglio infastidita dalla sue decisione presa su due piedi e senza chiedere alcun consenso, ma decido non obiettare.
Harley prende un respiro profondo ma a parte un'occhiata piena di fastidio rivolta a me, non dice nulla.
« Perfetto» risponde Liam. « Potete andare», ordina a tutte noi. « tratte te, dobbiamo lavorare sul perimetro da controllare» si rivolge a Jessy che confusa annuisce.
Trattengo un sorriso per la scusa che ha dovuto inventare per poter stare insieme alla ragazza.
« Ti aspetto in camera» avvisa Harley abbozzando un sorriso che Jessy ricambia fintamente.
I suoi occhi si posano su Trevor e quest'ultimo ricambia l’occhiata leccando le sue labbra.
Non oso nemmeno immaginare cosa faranno non appena tutti si rintaneranno nelle loro camere.
Disgustoso.
Saluto tutti con un cenno del capo e senza aspettare mi precipito fuori.
« Ehi, aspettami!» sussurra Lily per non gridare.
« Muoviti, piuttosto» borbotto.
Ride divertita. « Se ti dicessi cosa sto pensando in questo momento, mi uccideresti»
La ammonisco con un'occhiata glaciale. « Ti conviene cucire la bocca, allora»
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Spazio autrice;
Buon pomeriggio ragazze, come state? Ecco il capitolo ventotto, cosa ne pensate? Vorrei tanto sapere cosa ne pensate del capitolo e della storia in generale. Ci tengo parecchio alle vostre opinioni.
Votate e commentate!
Al prossimo aggiornamento x
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