30


Quando San, Jaebum e Mingyu tornarono verso casa si resero subito conto, non appena misero piede nel loro territorio, che qualcosa non andasse. Nessuno di loro aveva percepito la presenza di nessuno degli altri. Si fermarono per un solo istante, lasciando che tutto ciò che avessero intorno parlasse per loro. La terra sotto le loro zampe era fredda e quieta. Si lanciarono uno sguardo veloce e preoccupato. Annusarono l'aria e non appena San si rese conto che al profumo degli altri vi era associato un mix di strozzalupo e verbena guaì. Fu il primo a scattare in avanti, correndo senza guardarsi indietro mentre Jaebum e Mingyu lo seguivano a passo spedito. Jaebum rimase dietro a San mentre Mingyu decise di far fronte al suo potere. Con uno scatto repentino si teletrasportò direttamente sul porticato di casa. Ciò che vide lo lasciò senza fiato.

La porta d'ingresso era stata in parte scardinata e i vetri delle finestre frontali erano frantumati. Mingyu rimase immobile davanti a quella vista, bloccato dal terrore. Portò una mano a sfiorare il suo marchio e respirò pesantemente.

Se fosse successo qualcosa a Wonwoo lo avrebbe certamente sentito, eppure non riusciva a tranquillizzarsi.

Percepì le lunghe falcate di Jaebum e San dietro di lui, e subito il lupo nero di San gli sfrecciò accanto per poi entrare velocemente in casa. Così come l'esterno era l'interno sembrava essere stato messo a soqquadro. I divani e che si trovavano nel salotto erano stati scaraventati ai lati della stanza o capovolti, il tavolino in legno era stato spaccato a metà e una breccia era aperta lungo il pavimento. La cucina sembrava messa nello stesso modo, e vi era anche un grosso buco in una delle pareti.

Vi erano alcune pozzanghere e segni di bruciature sulle pareti e sul pavimento, segno che gli altri avessero combattuto utilizzando i loro poteri. Nell'aria aleggiavano i loro profumi, quelli delle erbe velenose, e insieme a questi vi era un odore a loro sconosciuto. San e Mingyu si voltarono istintivamente verso Jaebum e questo annuì lentamente, rispondendo alla loro muta domanda.

Era l'odore del cacciatore.

San sentì un brivido di terrore e rabbia percorrergli la schiena e scorrergli nelle vene. D'istinto ringhiò prima di ululare rumorosamente. Il suo ululato riecheggiò per l'intera foresta, mettendo sull'attenti e allarmandone tutti gli abitanti. I suoi occhi rossi divennero più intensi, come se fosse stato vicino a perdere il totale controllo di sé. Mingyu se ne rese conto e istintivamente fece un passo indietro. Per quanto questo fosse stato fisicamente più grosso sapeva che San sapesse essere difficile da tenere a bada persino per lui. Probabilmente, avrebbe potuto anche batterlo in uno scontro. Jaebum intervenne, parandoglisi davanti. San ringhiò in avvertimento e Mingyu guaì, Jaebum però non si scompose. Il maggiore aveva ben capito come l'altro si sentisse, lui stesso si sentiva come se una parte di sé gli fosse stata strappata via. Sapeva che, specialmente i primi tempi, quando un lupo incontrava la sua metà era restio ad allontanarglisi, se questo allontanamento avveniva poi per costrizione il lupo dominante si ritrovava istintivamente a voler riavere il proprio partner indietro così tanto da ignorare o distruggere qualsiasi cosa, o chiunque, gli si mettesse contro. San ringhiò nuovamente, grattando con le unghie sul pavimento. Le fauci brillavano di un bianco puro mentre la pelle sul muro si arricciava in un'espressione minacciosa. Jaebum rimase immobile per qualche secondo, poi ringhiò di rimando poi lo colpì sul muso con la testa. Mingyu sgranò gli occhi a quella vista. San traballò, compiendo un passo indietro, poi scosse la testa con un guaito. Non appena i suoi occhi tornarono sui due lupi questo sembrava essersi ripreso dal suo stato di trance, o meglio risultava confuso.

Un nuovo ululato riecheggiò in lontananza, catturando l'attenzione dei lupi. Sembrava provenire dalla montagna che si ergeva a Nord. I tre subito ne riconobbero il proprietario e senza guardarsi intorno cominciarono a correre più veloci che poterono. Attraversarono quel lato del bosco ad una velocità mai utilizzata prima e arrivarono davanti a vari massi che erano rimasti accatastati su loro stessi dopo una piccola frana. Muovendosi su di essi, facendo attenzione, scalarono la base della montagna. Sentirono l'odore di Leedo e quello di Seoho, perciò cominciarono a seguirli. Si addentrarono in quella che sembrava essere una caverna, seguendo il percorso scavato nella roccia. Sembrava essere stretto persino per la loro forma animale, quindi furono costretti a schiacciarsi per terra e spingersi con le zampe cercando di avanzare. Per loro fortuna superarti alcuni metri il soffitto cominciò ad alzarsi fino a quando non arrivarono in un ampio spazio, che permetteva loro di riprendere la loro forma umana e così fecero nello stesso istante in cui videro il loro branco, o quello che era rimasto.

Non appena gli occhi di Jaebum si puntarono in quelli di Youngjae questo scattò in piedi dal suo posto e gli corse incontro. I due si riabbracciarono come se non si vedessero da secoli, e seppur fossero pochi giorni ai due era sembrato proprio così. In fondo quello era stato il periodo più lungo in cui erano stati separati sin da quando si erano conosciuti.

Gli occhi di San e Mingyu vagarono per quello che avevano capito fosse un rifugio dell'ultimo momento. Seungkwan e Vernon erano seduti sul pavimento l'uno accanto all'altro. Leedo era in piedi poco più in là. Le braccia conserte ricaddero lungo i fianchi non appena vide i nuovi arrivati, Seoho al contrario gli corse subito incontro e li abbracciò contemporaneamente.

<<Sono così sollevato che siate salvi>> disse il maggiore, in un sospiro di sollievo.

I due lupi sentivano il cuore del loro leader battere velocemente, e il suo calore avvolgerli. Le loro attenzioni erano però attenzioni erano però ancora occupate a scrutare tutto ciò che era intorno a loro e più si rendevano conto dell'assenza di ciò che cercavano più la loro preoccupazione pulsava nelle tempie.

<<Dov'è Wooyoung?>> domandò immediatamente San, lo sguardo confuso su Seoho.

Questo abbassò leggermente gli occhi prima di lanciare uno sguardo al suo compagno. Il vampiro capì e sì avvicinò a loro. La rabbia e la voglia di vendetta erano un chiaro dipinto sul suo viso.

<<Il mattino dopo che siete andati via il cacciatore ci ha attaccati>> iniziò a spiegare il biondo <<Come ci avevano anticipato Jaebum e Youngjae l'amuleto che ha al collo gli permette in qualche modo di avere accesso a dei poteri sovrannaturali e ne ha approfittato nel momento in cui Wooyoung ha abbassato per un secondo la guardia, dopo aver passato la notte sveglio per controllare la sua barriera. Abbiamo provato a combattere, ma i nostri poteri venivano in parte risucchiati da quell'amuleto perciò eravamo con le spalle al muro>>

<<Sembrava intenzionato a catturare Vernon>> s'intromise Seoho, lanciando uno sguardo al ragazzo alle sue spalle che sentendosi parte del discorso alzò per un momento la testa prima di riabbassarla <<Lui e Seungkwan non erano ancora in pieno delle forze perciò Wonwoo ha aperto una breccia fra noi e il cacciatore sfruttando Mark e Wooyoung come distrazione mentre Haechan forniva loro supporto. Ricordavo dell'esistenza di questa caverna perciò li abbiamo portati qui per nasconderli, quando però io e Leedo siamo tornati indietro...>>

Seoho s'interruppe. I suoi occhi saettarono dal nero al rosso per qualche istante e il suo intero corpo tremò. Il suo compagno gli si avvicinò e gli passò lentamente le mani sulle braccia, cercando di dargli conforto nonostante lui stesso sentisse lo stomaco rivoltarglisi.

<<Quando siamo tornati indietro>> riprese al suo posto <<Erano tutti spariti>>

I due ragazzi rimasero pietrificati al loro posto. Il loro cuore cadde nella cassa toracica come un masso nel vuoto. Intorno a loro si fece improvvisamente buio e silenzioso. Avevano entrambi promesso che si sarebbero presi cura di loro, che li avrebbero protetti. Sentivano di aver fallito.

Mingyu si voltò, diretto verso l'uscita della caverna e subito gli altri capirono cosa avesse in mente. Fu Leedo a pararglisi davanti, bloccandogli la strada.

<<Levati di mezzo>> ringhiò Mingyu.

<<No>> protestò il biondo, altrettanto perentorio.

Mingyu chiuse per un secondo gli occhi e li riaprì quando questi furono totalmente rossi.

<<Ho detto>> ringhiò, ancora più forte <<Levati di mezzo>>

Leedo non lasciò che la sua ira prendesse possesso di lui, perciò i suoi occhi restarono del suo colore naturale, seppur divennero più profondi e intensi. Fece un passo avanti e afferrò il lupo per il colletto della maglia, sollevandolo da terra di qualche centimetro. Lo sguardo di tutti si puntò allarmato sui due, ma nessuno si mosse di un millimetro.

<<Ascoltami bene>> disse in tono basso e freddo <<Potrei anche lasciarti lanciare in questa missione suicida, poco mi importa. Ma se te lo lasciassi fare non solo rischieresti di mettere in pericolo tutti loro, ma se ti accadesse qualcosa Wonwoo avrebbe il cuore a pezzi e quel ragazzo ha già sofferto troppo in passato. Perciò cerca di riportare un po' di razionalità in quel misero cervello che ti ritrovi>>

Mingyu portò le mani su quella del vampiro. Provò a forzarne la presa per costringerlo a lasciarlo andare, ma fu tutto inutile. In quel momento gli venne in mente che, per quanto lui potesse essere forte, Leedo era comunque un vampiro originale con secoli di vita ed esperienza alle spalle. Avrebbe potuto ucciderlo così facilmente, eppure seppur con parole dure e taglienti stava cercando di farlo ragionare. Il lupo però non riusciva a non pensare a Wonwoo, nelle mani del cacciatore.

Un particolare gli saltò alla mente. Nel momento in cui stavano entrando nella caverna era quasi il tramonto.

<<Il sole...>> farfugliò Mingyu <<Il sole sta calando...lui...voi non sapete>>

Leedo puntò i suoi occhi nei suoi per qualche secondo. Allentò la presa su di lui, lasciandolo ricadere sul pavimento.

<<Lo sappiamo>>

A parlare fu Seungkwan, che s'intromise in quel piccolo teatrino nello stesso istante in cui capì dove il lupo volesse andare a parare.

<<Lo sappiamo>> ripeté <<Lo abbiamo sempre saputo. Per quanto i suoi sensi siano sviluppati, di tanto in tanto andava sempre a sbattere contro qualcosa quando era in spazi chiusi. Inizialmente credevamo fosse semplicemente sbadato>> sorrise, come se fosse perso nei suoi ricordi <<Poi abbiamo capito>>

<<Di che cosa stai parlando?>> domandò Jaebum confuso.

<<Nel momento in cui cala la notte>> disse Leedo, guardando leggermente di lato come se non volesse incontrare lo sguardo di nessuno in particolare <<Wonwoo diventa cieco fino al momento in cui il sole non sorge>>

Il silenzio riempì la caverna. Gli guardi di tutti erano fissi sul pavimento, come se stessero cercando di riordinare i propri pensieri. Ricordarono le tante volte in cui avevano visto Wonwoo comportarsi goffamente, ma mai avrebbero potuto immaginare un qualcosa del genere.

Youngjae in quel momento realizzò il perché il vampiro gli sembrò così tanto interessato all'amuleto dello stregone. Riunì tutti i tasselli del puzzle che erano nella sua mente e capì che le anime dei vampiri che erano contenute in esso dovevano essere le stesse di coloro che lo avevano maledetto in quel modo.

Un urlo spezzò il silenzio creato intorno a loro. Sobbalzarono tutti e si voltarono verso la sua fonte.

Mingyu era riverso a terra, la testa posata contro il pavimento e racchiusa nelle sue mani. Un secondo urlò seguì il primo, poi un terzo, ancora più straziante.

Seoho gli corse incontro e gli sedette accanto, posandogli le mani sulle spalle. Gli chiese varie volte cosa non andasse, ma il ragazzo non riuscì a compiere una frase di senso compiuto, le uniche parole che lasciavano le sue labbra erano "fa male" e "Wonwoo".

<<Credo...>> iniziò Youngjae, sapendo avesse ragione ma sperando comunque di sbagliarsi <<Che stia accadendo qualcosa a Wonwoo>>

<<Sono marchiati?>> domandò Seoho, preoccupato e Yougjae annuì.

***

La sua fronte era imperlata di sudore mentre il suo corpo sembrava un blocco di ghiaccio. Intorno a lui non vide altro che nero, ma le voci di quei vampiri, le loro risate macabre e le promesse di sofferenze erano così reali. Sentiì le loro mani sul corpo e il vuoto nella mente.

Qualcuno pronunciò il suo nome varie volte, ma non fu altro che un suono ovattato. Lo credette un'allucinazione.

Credeva di esser fuggito da quell'oscurità. Credeva di aver trovato la luce. Era stato un illuso, non sarebbe mai potuto fuggire.

Non era stato altro che un lungo giro nella speranza prima di ritornare in quell'oblio. 

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