Matthew Espinosa
Era una normalissima mattina di marzo, quando Marta si alzò dal letto, non pronta alla stressante giornata che avrebbe affrontato. I suoi capelli castani erano un casino sopra la sua testa ed aveva delle profonde occhiaie sotto i suoi pozzi marroni. Rotolò nel letto nella speranza di riprendere sonno, ma la madre continuava a chiamarla dalla cucina, il che significava che doveva sbrigarsi ad uscire dal letto o ci avrebbe pensato lei a farlo. Trascinò il suo corpo in bagno, lavandosi rapidamente e sistemandosi i capelli, applicò del correttore e del mascara per poi tornare in camera, scegliendo i vestiti prese un leggins nero con una felpa della Vans, del medesimo colore, ovviamente il tutto completato dalle sue Vans a scacchi.
-Tesoro, stai bene? Hai una brutta cera.- le disse la madre sorseggiando il suo caffè mattutino, Marta annuì distratta, bevendo una tazza piena di latte caldo, per affrontare quella pessima giornata. Si lavò i denti e senza dire una parola uscì di casa. Si poteva ben dire, notando il suo volto, che era uno di quei giorni in cui era meglio evitarla e lasciarla meditare sul senso della vita, se non si voleva morire in modo atroce. Sicuramente Matthew Espinosa non sapeva ben leggere le espressioni facciali o semplicemente aveva un intenso desiderio di scoprire cosa ci fosse dopo la morte, dal momento che le andò incontro, dandole una scherzosa spallata.
-Hey muso lungo!- esclamò deridendola, ma Marta, come detto precedentemente, non era dell'umore giusto per scherzare, infatti si limitò a fulminarlo con lo sguardo, quasi a volerlo bruciare vivo e ridurlo in un piccolo mucchietto di polvere. Matthew le circondò il collo con il suo braccio, non facendo caso al suo sguardo. Da come avete potuto osservare i due avevano un rapporto molto stretto, ma a differenza di tutto quello che pensava il resto delle persone, che li incontrava, non erano fidanzati, anzi, la loro era solo una profonda amicizia, non per nulla erano migliori amici da sempre.
-Chi ha fatto arrabbiare la mia piccola Mar?- disse Matt, mentre entravano in quell'istituto così odiato da tutti gli studenti, che lo frequentavano. Marta si liberò presto del braccio del castano, non appena giunsero al loro armadietto, senza neanche degnarlo di una risposta. Matthew si rese conto la situazione era peggiore di quanto pneasse, c'era qualcos altro sotto alla sua incazzatura mattutina, sicuramente non dovuta dal fatto che al cento percente era caduta dal letto.
-Mar, cosa ti prende? Per caso è successo di brutto?- continuò il ragazzo più serio e più preoccupato di prima, adagiandosi contro la fila di armadietti, attendendo che la sua migliore amica gli spiegasse cosa le passasse per la mente. Marta chiuse con un rumore sordo il suo armadietto, stringendosi i libri di fisica contro il petto, stanca di tutta quella futile curiosità da parte di Matt. Posò di nuovo i suoi pozzi marroni, che ora erano di una tonalità più scura, sulla figura del ragazzo al suo fianco.
-Niente, Matt. Ora lasciami in pace che devo andare a lezione, ed anche tu.- aveva risposto con tutta la nonchalance che aveva in corpo, pur di non rispondergli male, sebbene quella mattina non fosse per niente dell'umore adatto per la sua insistenza. Il castano sospirò affranto, mentre lei si allontanava con passo sostenuto verso il laboratorio di fisica. Anche se si conoscevano da una vita a volte gli sembrava un libro chiuso, a volte non riusciva a capirla e forse mai ci sarebbe riuscito completamente.
...
Finalmente era giunta la pausa pranzo e Marta sembrava essersi calmata, ma questo Matthew non poteva saperlo dal momento che lo aveva evitato per tutte le prime ore di scuola, adesso era quello abbastanza irritato. Odiava quando non gli raccontava cosa le passasse per la testa, cosa le accadeva che le cambiasse il suo umore, tendeva a tenrìersi tutto dentro per poi scoppiare.
Marta prese il suo vassoio e si diresse verso il loro solito tavolo, dove erano seduti anche i loro amici comeCameron, Nash, Aaron, Carter, Maggie, i Jack, Taylor e Madison. Tutti sembravano chiacchierare animatamente, ma quello che Marta non sapeva era che Matthew non riusciva a prestare attenzione nemmeno a mezza parola, troppo preso dal suo mondo. Sedendosi ben presto Nash la circondò col suo braccio, depositandole un casto bacio sulla guancia, prima che possiate arivare a conclusioni affrettate, tra loro non c'era nulla che un'amicizia e qualche bacio di troppo. Più volte Matthew le aveva fatto notare quanto fosse sbagliare trattare così un amico, ma Marta se ne era sempre fregata dicendogli che era la sua vita e poteva farci quello che preferiva.
-Di che parlate?- si inserì nel discorso, mentre infilava la cannuccia nel suo bicchiere di Coca-Cola, lanciando una rapida occhiata al suo migliore amico, che se ne restava in disparte, immerso nei suoi pensieri, probabilmente neanhe l'aveva notata arrivare. Ma ovviamente quello che lei non sapeva era che l'aveva notata, come aveva notato quel braccio intorno alle sue spalle scoperte dal crop-top e come aveva notato quel bacio.
-Di quanto sia noiosa la bidella del terzo piano e di come sia silenzioso Matt oggi, come mai? Francis non ti ha dato il bacio di buongiorno?- lo derise Cameron, dandogli un piccolo buffetto sul braccio, senza però ottenere l'attenzione del diretto interessato, che si irritò solamente di più. Tutti ridacchiarono, tranne marta che lo osservò preoccupato, che fosse arrabbiato per come l'aveva trattato quella mattina? Era decisa a parlarci più tardi, sebbene il fatto che Cameron avesse tirato fuori Francis l'avesse infastidita più del dovuto, era la sua ragazza, in un certo senso, lei pendeva dalle sue labbra, ma Matthew non sembrava esserne troppo preso, infatti ancora non le aveva chiesto di stare insieme, non che dovesse farlo.
-A te com'è andata la mattinata?- le sussurrò Nash all'orecchio senza farsi sentire dal resto del gruppo, troppo preso a parlare delle solite stupidaggini. Marta fece spallucce, sorseggiando la sua bevenda. Sapeva che Nash non provava semplicemente dell'amicizia nei suoi confronti, ma non fingeva di non saperne nulla, dal momento che il sentimento non era ricambiato. Sentendosi osservata alzò lo sguardo per incontrare gli occhi confusi di Maggie, che le facevano intendere che avrebbero parlare, il prima possibile.
-A quanto pare oggi abbiamo due musoni, non mi stupisce che voi siate 'migliori amici'.- esclamò Taylor mangiando come un maiale il suo panino al prociutto e facendo le virgolette a 'migliori amici', ricevendo uno sbuffo da parte di Matthew, che si alzò di scatto, probabilmente irritato da tutte quelle battute. Prese il vassoio e si allontanò dal tavolo, senza dire una parola, era decisamente di pessimo umore. Marta, indecisa sul da farsi, alla fine si alzò, lasciando il suo cibo, parzailamente intatto, sul tavolo, sebbene sapesse che tra Taylor, Carter e Aaron sarebbe ben resto scomparso. Corse dietro il suo migliore amico, neanche prestando attenzione allo sguardo di Nash, che la supplicava implicitamente di restare. Non appena riuscì a raggiungerlo, o almeno ad essere a dieci metri dietro, lo vide baciarsi appassionatamente con Francis. Un senso di disgusto e rabbia le passarono per lo stomaco, confondendola, strinse i pugni, mentre osservava come le mani del castano si stringevano attorto alla vita della bionda, molto sopresa da quel gesto, e lei gli circondava il coll con le sue esili braccia. Matthew però sembrava essere guidato dalla rabbi e non dalla passione o amore, sembrava che la baciasse per scaricare la sua ira, non perché l'amasse o le piacesse. Senza farsi notare si allontanò, non volendo assistere ancora a quella scena. Perciò con passo spedito si diresse verso la sua prossima lezione, sentendo il malumore tornare.
-Non pensi di doverci chiarire. Alla fine è il tuo migliore amico, non potete tenervi il muso per più di ventiquattro ore.- disse Maggie al telefono con Marta, la quale sbuffò, sebbene sapesse che non aveva tutti i torti, ma era decisamente troppo orgogliosa per fare il primo passo.
-Potrebbe scusarsi anche lui. Poi non mi sembrava così arrabbiato quando era attaccato alla faccia di Francis- disse passandosi lo smalto rosso scuro sangue sulle sue unghie, mentre sentiva la sua amica sbuffare, a sua volta, dall'altra parte del capo telefonico.
-Sei per caso gelosa, piccola Marta? Perché dovresti ormai saperlo che Matt non ti rimpiazzerebbe mai.- rispose la mora, Marta non era con lei, ma era piuttosto sicura che stesse sorridendo maliziosa, dal tono di voce che aveva utilizzato. Rifletté per due secondi: gelosa? Di Matthew? Il suo migliore amico?
-Nono, lo sai che è il mio migliore amico da sempre.- si affrettò a rispondere, anche se sembrò titubante. Maggie sospirò affranta, mentre Marta cambiava velocemente discorso, non avrebbe mai capito perché non riusciva semplicemente ad ammetterlo, anche solo a se stessa. Ma prima o poi se ne sarebbe accorta, sperava non troppo tardi.
-Mai dire mai...- aveva sussurrato prima che cambiasse argomento, parlando di Nash e di gossip. Dopo qualche minuto le arrivò una notifica, quindi sbloccò il suo cellulare per vedere che era un messaggio da parte di Matthew, un brivido le attraversò la schiena ed un magone le posizionò sulla bocca dello stomaco.
Da: MattMyButt
Sono fuori casa tua, esci. Dobbiamo parlare.
Matthew era il tipo di ragazzo da mille faccine ed il fatto che non ne avesse messa neanche mezza la preoccupava alquanto, voleva dire che era qualcosa di serio e Marta ne era leggermnete spaventata, Dall'altra parte Maggie ancora parlava, non essendosi accorta che la sua amica si fosse distratta.
-Mar, tutto bene? Mi stai ascoltando?- richiamò la sua attenzione la mora. Marta balzò in piedi per poi osservare il suo riflesso allo specchio: indossava la sua tuta della Nike grigia e il top della Calvin Klein del medesimo colore, regalatole da Madison al suo diciassettesimo compleanno.
-Mag, ora devo andare, ma ti chiamo il prima possibile. Ti voglio bene!- esclamò attaccando prima che potesse dire qualsiasi altra cosa. Guardò fuori alla finestra, per notare che il tempo non er dei migliore quindi afferrò la felpa, abbinata alla tuta e, senza chiuderla, corse giù per le scale. non pronta mentalmente a parlare con Matthew.
Il castano era sotto il porticato, che si osservava intorno in attesa della ragazza, quando aprì la porta. Subito attirò la sua attenzione ed i suoi occhi perlustrarono ogni centimetro del suo corpo, arrossando leggermente, ma lo nascose assumendo un'espressione dura del volto. Marta si chiuse la porta alle spalle, facendo un paio di passi avanti, avvicinandosi al suo migliore amico, sentendo la sua freddezza, di rado litigavano e quando accadeva era per motivi veramente sciocchi.
(Se volete mettete Personal- The Vamps ft. Maggie Lindemann e poi Say It To My Face- Madison Beer)
-Dobbiamo parlare, Marta.- sospirò Matthew con una voce da cui trapelava la sua stanchezza e rabbia, le era suonato quasi sofferto il suo nome uscire dalla sua bocca. Lei annuì, evitando di dire una delle sue stupide battute, che avrebbero solamente peroggiato la situazione. Passarono una manciata di minuti quando le arrivò un messaggio da Nash, che la fece sorridere leggermente, ma che causò uno sbuffo da parte di Matthew.
-Qual è il tuo problema? Non eravate amici te e Nash?- disse lei confusa ed irritata dalla sua stupida reazione. A volte aveva dei comportamenti inspiegabili, soprattutto quando Nash era attorno a lei, avrebbe potuto dire che fosse geloso, ma poi c'era Francis ed accantonava ogni supposizione. Non la sopportava perché non c'era assolutamente nulla che non andasse in lei: era carina, dolce, premurosa, gentile, divertente, umile, graziosa, bella ed altruista. Forse era il suo essere perfettamente perfetta ad infastidirla.
-Siamo amici, ma è fastidioso vederlo con te... Comunque sono qui perché voglio capire quale sia il tuo problema con me ed ance con Francis, dopo quella scenata dell'altro giorno, non pensare che sia passata inosservata.- esclamò all'improvviso, cogliendo alla sprovvista l'amica, che si stava torturando le dita nervosamente, aveva paura che qualsiasi cosa avrebbe detto la loro amicizia si sarebbe rovinata completamente, le sembrava di camminare sull'orlo di un precipizio.
-Mi dà semplicemente fastidio la sua esistenza, è troppo fottutamente perfetta, si comporta come una principessa, è sempre gentile, è altruista, non mi odia e siamo sinceri, a quante dlle tue ex sono andata a genio? Zero. Lei è la prima e questa cosa, non so neanche il motivo, ma mi dà decisamente troppo fastidio.- disse Marta sapendo che prima di quanto pensasse sarebbe esplosa, come una bomba, era solo una questione di tempo. Matthew, dal suo canto, si irrigidì sui suoi stessi piedi, non capendone il perché.
-Forse perché lei è quella giusta, forse... Lei è la mia metà, forse è per questo che non ti odia. Non dovretsi esserne felice?- rispose titubante, ma nessuno dei due sembrò credere a mezza parola, nemmeno Matthew, perchè non riusciva a vedere Francis come la sua anima gemella, come la persona con cui passare il resto della vita insieme, non riusciva a vederla perché vedeva solamente Marta.
-Beh... Allora sono contenta per te, finalmente hai trovato la tua... Felicità...- le pesarono più del dovuto quelle parole e qualcosa si depositò sul suo petto, mentre Matthew rimase deluso da quelle parole, ma comunque che cosa si doveva aspettare? Era la sua migliore amica, non la sua ragazza. Marta indietreggiò pronta a tornare in casa, dandogli le spalle, ma improvvisamente si fermò.
-Sai che ti dico? No, non sono contenta per te, Matt. Non sono affatto contenta per te, perché so che lei non è la tua metà, so che lei non è fatta per te, che non è la tua anima gemella. Vuoi sapere perché? Perché da quando vi 'frequentate' non ti ho mai visto preso, non ti sei mai comportato da fidanzato geloso, non ho mai visto una fiamma accendersi nei tuoi occhi quando parlavi di lei, ti ho visto sbuffare quando ti scriveva, ti ho visto mandare gli occhi al cielo quando si comportava da ragazza gelosa, ti ho visto baciarla, ma mai con amore o passione. Quindi non venirmi a dire che è la donna della tua vita, perché, né te né io, ci crediamo. Quindi per cortesia non mentirmi e non mentire a te stesso.- esclamò iniziando a gesticolare come era suo solito quando era arrabbiata o nervosa od imbarazzata, ma tra le tre si poteva facilmente dire che era la prima. Matt la osservò senza fiatare per tutto il tempo, leggermente compiaciuto che l'avesse contraddetto, che non fosse d'accordo, perché ciò dimostrava che le importava, di lui.
-E tu, Mar? Uh? Che stai con Nash, ma in realtà lo illudi, lo usi, lo deridi. Non ti è mai piaciuto nello stesso modo in cui a lui piaci tu, on ti è mai interessato in quel modo, l'hai sempre visto come un buon amico con cui pomiciare, come un fratello da baciare. Proprio tu vieni a farmi la ramanzina sui sentimenti quando sfrutti un tuo amico, illudendolo costantemente?- rispose a tono il ragazzo, sapendo di avere completamente ragione. Infatti Marta inspirò, sentendo la rabbia insinuarsi nelle sue vene e scorrere al posto del sangue, sebbene le avesse dato molto fastidio come aveva parlato di lei e Nash, in fondo, sapeva che aveva completamente ragione. Avanzò di un passo, facendo allarmare il ragazzo.
-E a te perché dà così tanto fastidio, Matthew?- disse molto più vicina Pal suo volto, i loro occhi si guardarono quasi a voler scoprire la verità, sapeva che sotto il suo sguardo Matthew non avrebbe saputo mentirle e lo utilizzava a suo vantaggio. Infatti il ragazzo deglutì sentendosi stretto contro un muro, che in realtà non esisteva, ma gli occhi di Marta lo fissavano intensamente ed insistentemente, pressandolo.
-Vuoi sapere perché, uh? Perché sei così sciocca da non vederlo, così accecata da tutto e da tutti da non notarlo. Perché sono circa sette mesi che ti vengo dietro, come un cagnolino, come un idiota. Sono sette mesi che mi piaci, che non riesco a smettere di pensarti, che sorrido come uno stupido quando vedo le nostre foto insieme, che ci rimango di merda quando diciamo che siamo solo migliori amici, che mi incazzo quando baci Nash, che mi dà urto quando dici che ti piace, anche se entrambi sappiamo bene che non è vero, che mi sento pieno se stiamo insieme, che sento di essere in paradiso ogni qualvolta che tu mi abbracci. Mi piaci probabilmente da sempre, ma me ne sono accorto da solo sette mesi. Ed è vero, hai completamente ragione quando dici che Francis non è la mia anima gemella, che non è la mia metà, che non è la donna della mia vita, che non mi piace, che non mi interessa, perché da quando mi sono accorto veramente di te non guardo le altre, non le noto nemmeno, Francis non è nulla per me in confronto a te, perché sei tu la ragazza che voglio per sempre al mio fianco, sei tu la donna con cui voglio vivere per sempre, con cui voglio fare mille esperienze, con cui voglio passare il resto della mia vita. Sei tu la mia anima gemella, sei tu la mia metà, sei tu quella che amo.- esclamò esasperato, alzando man a mano sempre di più al voce. Marta era sconvolta dalle sue parole, mai nella sua vita avrebbe mai pensato che Matthew potesse mai guardarla in quel modo, né aveva mai pensato di guardarlo in quel modo, ma dopo quel discorso qualcosa scattò in lei, come se fosse stata la chiave per i suoi sentimenti da sempre repressi. Proprio nel momento in cui stava per aprir bocca, iniziò a piovere a dirotto. I due si guardarono per poi scoppiare a ridere e tagliare quella tensione, che si era creata e che era insopportabile. Sotto quella pioggia Marta osservò Matthew, lo osservò come non aveva mai fatto, iniziò a vedere quei piccoli particolari mai visti, notò il neo sopra le labbra, notò quella sfumatura di verde nei suoi occhi, notò il sorriso dolce, notò la risata contagiosa, notò le ciglia lunghe sbattergli sugli zigomi, notò la pelle cosparsa di nei, notò i capelli leggermente lunghi. Notò tutto quello che non aveva mai notato.
Senza pensarci, neanche un attimo, si gettò su di lui, come una specie di avvoltoio e lo baciò, con tutta la passione, la tensione, l'amore, la gioia, il dolore, la felicità e con tutte le emozioni che possedeva in corpo, lasciandolo sorpreso, ma non deluso o disgustato, infatti ben presto ricambiò. Sorrisero entrambi durante quel lungo e desiderato bacio, gioiosi come due bimbi il giorno di Natale. Quando poi si staccarono non ci fu bisogno di parole per capirsi: lui era suo e lei era sua. Per sempre...
-Ed io che pensavo che neanche il padre eterno ci avrebbe aiutati. Sia lodato Gesù Cristo!- esclamò la madre di lei dalla porta di casa, entrambi ridacchiarono imbarazzati e bagnati dalla pioggia, mentre Marta nascondeva la sua testa nel petto di Matthew, scosso dalle risate. Sentiva che quello era il suo posto sicuro, il suo posto preferito, il suo posto, da allora in avanti...
Spazio Me!
Ogni tanto resuscito anch'io! Spero che vi sia piaciuto, perché a me non convince molto.
Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento e con una stellina.
drogatadeimates scusa il ritardo, ti prego di farmi sapere se ti è piaciuto.❤️
Byee
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