Mark Thomas

Non è mai bello quando i tuoi genitori divorziano, quando ti ritrovi sballottata di qua e di là, quando ti ritrovi nel bel mezzo dei loro litigi, quando ti ritrovi a scegliere con chi stare, quando ti ritrovi a chiederti cosa hai sbagliato nella vita per meritarti ciò, quando ti ritrovi a piangere la notte mentre la tua mente vaga nei ricordi, quando ti ritrovi sola nel mezzo della tua adolescenza, senza una guida, senza una spalla. Ma è di certo dieci volte peggio quando decidi di andare a vivere con tuo padre, che trova una compagna e sfortunatamente, dopo aver conosciuto lei e i suoi figli, ti ritrovi a pomiciare contro il muro del corridoio con il tuo futuro fratellastro.

-Aspetta, aspetta, aspetta... Non credi che stiamo correndo un po' troppo?- disse Mad col respiro affannato, mentre il suo petto si alzava irregolarmente e fissava negli occhi intensi il biondino davanti a lei, nonché Mark Thomas, suo fratellastro. I due si erano conosciuti un paio di settimane prima, per mezzo dei loro genitori ed una stupida cena. Non erano andati molto d'accordo all'inizio: se Mad diceva bianco, allora lui diceva nero, se per uno era Sì, per l'altro era No. Un po' cane e gatto. Col passare dei giorni la situazione non era migliorata, anche il trasloco dei Thomas non aveva fatto altro che peggiorare il tutto. Non riuscivano ad evitarsi, ma neanche ad andare d'accordo. Fino a quel giorno, in cui, dopo l'ennesimo bisticcio tra i due adolescenti, Mark aveva preso in mano la situazione e l'aveva sbattuta al muro baciandola. Molto romantico, eh? Ovviamente Mad non si era tirata indietro, sebbene non sapesse precisamente il perché, ma sotto sotto aveva capito che quella continua intolleranza era solamente una maschera per celare la chimica che c'era tra loro, la loro attrazione fisica e mentale.

-Vuoi che mi fermi? Perché basta che tu me lo dica ed io lo farò...- sussurrò il biondo, baciandole il collo e soffiandoci sopra. Provocandole una scia di brividi lungo la schiena, Mad era completamente paralizzata, in estasi per tutti quei baci ed in uno stato ti trance. Senza emettere alcun suono, afferrò la nuca del ragazzo per poi avventarsi di nuovo sulle sue labbra. Ben presto le mani di Mark furono dappertutto sul suo corpo, fino a trovare luogo sotto le sue cosce, dandole la spinta giusta per farla salire in braccio. Mad, emozionata ed anche leggermente eccitata da quella trasgressione, non si fece indietro e ridacchiando si lasciò trasportare da lui. I loro baci erano l'unica cosa che si sentiva nel corridoio del piano, insieme ad alcuni sbuffi e gemiti, mentre lei affondava le sue dita tra i ciuffi biondi di Mark, su cui stava lasciando un dolce marchio di fabbrica, esattamente poco sotto la mascella.
Il biondo non sembrò essere dispiaciuto e gemette compiaciuto, stringendo leggermente il suo sedere tra le sue mani, facendola balzare sulle sue braccia. La tensione sessuale era salita alle stelle quando udirono un:
-Ragazzi, siamo tornati! Dove siete?- urlato dalla madre di Mark. Entrambi spalancarono gli occhi, allontanandosi rapidamente l'una dall'altro. Si scambiarono una rapida occhiata, che lasciava intendere tutto. Mark velocemente scese le scale, raggiungendo i genitori, mentre Mad sprofondò contro la porta del bagno.

-Cosa diamine mi è passato per la testa? Diamine, è il mio fratellastro, sua madre frequenta mio padre. Non possiamo baciarci come se fossimo fidanzati!- sussurrò stringendosi la testa fra le mani, sentendola scoppiare dagli eccessivi pensieri. Sospirò, sapendo di aver combinato un bel casino. Quando i ricordi di qualche momento prima le riaffiorarono per la mente, non poté far altro che sorridere leggermente. Come l'aveva baciata, come le aveva sorriso, come l'aveva stuzzicata, come l'aveva tenuta stretta a se, come l'aveva marchiata, come l'aveva... Marchiata?! La bionda scattò sui suoi stessi piedi, entrando rapidamente nel bagno e chiudendosi la porta alle spalle. Si piazzò davanti allo specchio, notando successivamente una leggera macchia lilla sul suo candido collo. Non era eccessivamente grande, ma era ben visibile, perciò sciolse i suoi capelli e li lasciò liberi sulle sue spalle, sperando che nessuno lo notasse. Si osservò ancora un altro po' allo specchio, sospirando poi uscì.

-Mad! Vieni a salutarci!- urlò suo padre dal piano inferiore. Senza neanche rispondergli, si diresse verso le scale e le scese il più lentamente possibile, giusto per temporeggiare. Purtroppo dopo nemmeno cinque minuti giunse nel grande salotto sui toni del rosso, a cui ancora si doveva abituare. Da quando la famiglia Thomas si era trasferita qui, suo padre aveva deciso di arredare di nuovo la loro vecchia casa, non che fosse stato una cattiva idea, ma i colori che aveva scelto erano troppo aggressivi e non le piacevano molto.
Girò verso la cucina dove i due fidanzati stavano sistemando la spesa nei ripiani e nel frigorifero.

-Hey.- disse lievemente, cercando di nascondere il suo nervosismo, dal momento che Mark era a soli cinque metri da lei e la stava fissando con uno sguardo indecifrabile. Ingoiò la sua bile, sapendo di non essere un'ottima bugiarda e sentì le sue guance andare in fiamme, non appena il ricordo di qualche minuto fa le ritornò in mente.
Suo padre alzò lo sguardo dalla spesa per adagiarlo su di lei.

-Ciao piccola, io e Mary volevamo dirti una cosa...- iniziò lasciando stare le buste di insalata come la donna al suo fianco. Tre paia di occhi furono su di lei, che iniziò a sudare freddo. Forse l'avevano beccata? Forse avevano capito tutto? Eppure stavano parlando solo con lei e non con Mark. Annuì, leggermente titubante, temendo qualsiasi cosa stessero per dire.

-Se ti stai frequentando con qualcuno non c'è alcun problema, puoi farlo venire in casa nostra e poi farlo uscire dalla porta principale, senza farlo andare via dalla finestra. Hai sedici anni, è giusto che tu abbia degli spasimanti.- disse suo padre leggermente imbarazzato, ma non quanto lei, che voleva quasi sprofondare sotto terra. Non solo avevano capito che c'era qualcuno nella sua vita, ma avevano anche notato i segni sul collo, dal momento che Mary non riusciva a distogliere lo sguardo da lì. Mad si fece più rossa del divano e iniziò a balbettare.

-Papà, guarda che non c'è... Nessuno nella mia vita... Cioè sto bene così.- disse imbarazzata, portandosi i capelli dietro l'orecchio. Abbassò lo sguardo, non riuscendo a mantenere un contatto visivo con chiunque nella stanza, soprattutto Mark. All'improvviso i suoi calzini bianchi erano diventati la cosa più interessante al mondo.

-E quei brutti segni sul collo? Chi te li ha fatti allora?- chiese suo padre. Gli occhi di Mad si spalancarono e si portò immediatamente la mano sulla parte del collo chiamata in questione, che le pulsava ancora e che era stata scoperta precedentemente dai capelli. I suoi occhi si posarono prima sui volti divertiti dei due adulti e poi su Mark, che era diventato bianco come un lenzuolo. Non poté fare a meno di notare il segno violaceo sulla mascella, e, evitando di farsi notare dai due, si toccò quella parte del volto per farlo notare anche al ragazzo, il quale inizialmente non capì, ma poi scattò sui suoi piedi, allarmato.

-Beh... Sì in effetti mi sto vedendo con un ragazzo...- disse Mad inventandosi tutto al momento, doveva parare il culo sia a lei che al suo fratellastro, di cui aveva attirato l'attenzione con quelle poche parole. Mary sorrise con gli occhi a cuoricino, amava le storie d'amore adolescenziale ed inoltre Mad era la sua unica figura femminile adolescente, sebbene avesse una figlia, era di soli cinque anni. Per questo le chiese il nome del suo ragazzo.

-Si chiama... Jacob.- disse la bionda, sapendo di star trascinando il suo migliore amico in un casino bello grosso, solamente per salvare il culo a se stessa e a Mark.

-Perché non lo inviti a cena? Magari stasera?- propose suo padre riprendendo a sistemare le borse. Mad spalancò gli occhi, provando a declinare l'offerta, ma a causa dell'insistenza di Mary non poté far altro che rassegnarsi al suo destino. Dopo altri dieci minuti i due fratellastri furono finalmente liberi dalle grinfie dei rispettivi genitori e tornarono nelle loro camere, senza fiatare.

-Sono proprio curioso di conoscere questo Jacob... Comunque ti stanno proprio bene i miei succhiotti, magari ricordano a Jacob che sei mia.- sussurrò Mark, facendole l'occhiolino e rientrando nella sua stanza. La ragazza divenne rossa da far invidia ad un pomodoro e sentì delle strane presenze nella sua pancia, che la facevano sorridere e confondere. Senza pensarci troppo entrò nella stanza e chiamò frettolosamente il suo migliore amico, spiegandogli la situazione e pregandolo affinché le reggesse il gioco. Per fortuna l'amore fraterno che Jacob provava nei suoi confronti era sconfinato, per questo accettò e gli diede appuntamento alle otto sotto casa sua.
Mad passò il pomeriggio a riflettere sull'imminente serata e su come comportarsi. Senza pensarci si fecero le sette ed iniziò a prepararsi, sebbene non volesse. Indossò una gonna nera e una maglia in pizzo ricamato bordeaux, per poi indossare le sue parigine e dei stivaletti, regalateli da sua madre al suo quindicesimo compleanno.

Il suono del campanello la distrasse dal tunnel dei ricordi e si affrettò ad andare ad aprire, prima che potesse farlo qualsiasi altro componente della famiglia. Jacob, ovviamente, era bello come sempre, nei suoi jeans neri, senza alcuni strappo, ed una camicia bianca di seta, accompagnata da un giacchino di pelle nera.

-Ciao Jacob! Grazie mille ancora, ti devo un favore.- gli sussurrò Mad, stringendolo a se in un abbraccio. Il castano ridacchiò, ricambiando la stretta. Per poi farlo accomodare dentro la casa, subito si presentò davanti a lui suo padre, Mary e i due piccoli Thomas. La bionda si guardò intorno, alla ricerca di Mark, ma non ne vide neanche l'ombra. Sbuffò sapendo che sarebbe rimasto sempre il solito idiota.

-Piacere Mr e Mrs Reyters sono Jacob.- disse il castano stringendo la mano ai due genitori e poi scompigliando i capelli ai due Thomas che ridacchiarono divertiti. A Mad non sfuggì il sorriso compiaciuto del padre, il che la fece sorridere leggermente.

-Chiamami anche Patrick.- disse amichevolmente, mentre si dirigevano verso la sala da pranzo e Mary andava a prendere le prime portate. Passando davanti alle scale, Mad guardò in alto, sperando di vedere la slanciata figura di Mark scenderle, ma di lui nessuna traccia. Alquanto irritata si diresse a tavola, provando a non pensarci. Prese posto affianco al suo migliore amico, che stava giocando con il piccolo Thomas. Suo padre era a capotavola, vicino a Jacob, Mary di fronte al padre e davanti a Mad si trovano i due fratellini, che lasciavano la sedia centrale per il fratello maggiore, che non sembrava avere intenzione di arrivare. Che sbruffone.

-Spero ti piacciano le tartine di salmone, Jacob.- disse Mary portando i piatti a tavola, il castano sorrise annuendo. Sebbene Mad dovesse concentrarsi sulla serata, affinché finisse bene non riusciva a smettere di pensare al comportamento immaturo e non giustificabile del fratellastro.

-Mary, sai che fine abbia fatto Mark?- chiese a bassa voce la ragazza, la matrigna stava per rispondere quando si udirono dei passi giungere nella sala, tutti si voltarono, compresa Mad, per scorgere la figura di Mark entrarono nella stanza. Indossava dei jeans blu, anche lui senza strappi, ed una camicia blu scuro, inoltre i capelli biondo cenere erano tirati in sù molto accuratamente ed intorno al suo collo teneva una collanina oro che risaltava la sua carnagione. Sebbene non volesse ammetterlo, la ragazza gli sarebbe saltata in braccio seduta stante, se non fosse stato per i presenti.

-Scusate il ritardo, mi stavo sistemando.—disse Mark sedendosi di fronte a Jacob e Mad— Comunque piacere Mark, tu dovresti essere Jaxon.- prese posto lentamente, senza mai staccare gli occhi da Jacob, leggermente in imbarazzo. Mad lo sapeva benissimo che Mark era a conoscenza del nome dels suo migliore amico e che lo aveva sbagliato apposta.

-Jacob, piacere mio.- rispose educatamente il ragazzo al suo fianco, il che fece sorridere vittoriosa Mad e sbuffare silenziosamente Mark. Il resto della cena passò tra discorsi, risate e cibo. Il biondo non aveva fatto altro che fissarli disgustato e fare battute di cattivo gusto, venendo rimproverato ogni volta dalla madre. Eppure Jacob non sembrava essere neppure toccato dalle sue parole, perciò Mark continuava ad irritarsi sempre di più e Mad ghignava.

-Mr e Mrs Reyters, temo che sia giunta l'ora per me di andare. È stato un vero piacere.- disse Jacob alzandosi dal divano color porpora, seguito da Mad. Il biondo sorrise felice, mentre la sorellastra lo fulminava con una sola occhiata.

-Torna quando vuoi, Jacob, e per favore, chiamaci Mary e Patrick.- disse la matrigna sorridendo dolcemente, alle volte Mad si domandava come potesse un essere così gentile e dolce aver creato un altri essere così stupido ed arrogante. Il suo migliore amico salutò tutti e poi si diresse alla porta, accompagnato da lei.

-Grazie mille, Jacob. Mi hai salvata.- sussurrò sperando che nessuno all'infuori di loro due la sentisse. In effetti Jacob era una specie di eroe per lei, l'aveva sempre aiutata ed era sempre stato al suo fianco, nonostante tutto e nonostante tutti, da quando avevano quattordici anni.

-Quando vuoi, Maddy. Non ti girare, ma la tua matrigna e il tuo fratellastro ci stanno fissando e credo che si aspettino un bacio, quindi non dare di matto.- sussurrò il castano, per poi adagiare la sua mano sinistra sulla sua guancia ed attaccare delicatamente le loro labbra in un breve, ma dolce bacio tra due migliori amici. Mad rimase leggermente scossa, ma non lo diede a notare, le labbra di Jacob erano estremamente soffici e sapevano di cioccolato. Niente a che vedere con quelle di Mark, che sapevano di Coca-Cola ed erano molto più invitanti.
Si chiuse la porta dietro di se, adagiando la schiena contro di essa, ma prima che potesse tornare di là, Mark la raggiunse mimandole un 'Noi due, al piano di sopra. Adesso.'. Ciò poteva significare una sola cosa: guai.

Dopo aver dato al buonanotte ai due fidanzati, e dopo aver ricevuto un occhiolino da parte di Mary, raggiunse il biondo, che era seduto sul suo letto, ancora con i vestiti della sera addosso, ma la camicia era sbottonata di qualche bottone. Mad sbuffò alla vista del ragazzo irritato, come se fosse una novità.

-Cosa vuoi, Thomas?- lo stuzzicò, mentre si toglieva la collana e gli orecchini di dosso. Sentì il rumore delle lenzuola che si sfregavano e poi due mani adagiarsi sui suoi fianchi, per poi essere voltata brutalmente. Incontrò immediatamente due pozzi blu come il mare, molto scuri e molto arrabbiati.

-Non so se sono stato chiaro oggi pomeriggio, infatti comincio a dubitarne, ma tu sei di mia proprietà e sebbene i nostri genitori ci siano cascati come due fessi, a me non inganni. Lo so che Jacob non è il tuo ragazzo, si vede lontano un miglio che non ti piace in quel senso. Anche solo semplicemente dal modo in cui lo guardi.- sussurrò Mark lasciando trapelare dalla sua voce tutta la sua frustrazione, Mad era combattuta: da una parte provava rabbia, dall'altra era piuttosto compiaciuta per la gelosia di Mark.

-Ah sì? Perché come lo guardo?- chiese lei sfidandolo con lo sguardo, e ovviamente Mark Thomas non rifiutava mai una sfida, mai. Si avvicinò di un passo, mentre Mad indietreggiava, non sentendosi padrona di se stessa quando c'era Mark troppo vicina a lei.

-Non lo guardi come guardi me, non lo guardi con quegli sguardi che riservi solo ed esclusivamente a me. Non lo guardi da ragazza innamorata, ma da amica, non lo guardi con gli occhi a cuoricino. Mad, parliamoci chiaro, ti sei presa una bella cotta per il sottoscritto e stai cercando di rimediare, ma non puoi rimpiazzarmi con il tuo migliore amico, e questo lo sai.- sussurrò con tutta la calma del mondo, mentre la bionda si faceva viola dalla rabbia. Era sempre così arrogante e sbruffone, ma chi si credeva di essere? Ma alla fine sapeva anche lei che non aveva per niente torto, era vero che vedeva Jacob solo come un amico ed era vero che si era presa una bella cotta per Mark, ma non voleva arrendersi così facilmente.

-E tu? Vorresti dire che non ti interesso?- rispose a tono la biondina sapendo di avercelo in pugno. Mark scrollò le spalle con nonchalance, come uno a cui non frega niente di nessuno.

-Davvero? Non avrei detto così poco fa quando mandavi quegli sguardi a Jacob, come cercavi di intimidirlo. Si vedeva da lontano un miglio la tua gelosia, quindi caro Mark, non venire a dire a me che ho una cotta per te, quando sei tu ad averla.- disse alzando lo sguardo e puntandolo nei due pozzi blu del ragazzo davanti a lei. Mark si sentì piccolo, bambino ed infantile davanti ai suoi occhi, sentì qualcosa nello stomaco, qualcosa che non avrebbe dovuto provare. Stesse emozioni le provò Mad, si guardarono intensamente negli occhi per un altro paio di minuti.

-Non possiamo, nono. Non possiamo, i nostri genitori si frequentano, probabilmente si sposeranno e noi non possiamo rovinare tutto solo per dell'attrazione fisica, mi spiace, Mad. Non posso... Meglio se ci evitiamo finché non ci passa. Scusami...- disse Mark allontanandosi di scatto dalla sorellastra, che ci rimase più che male. Ma anche lei sapeva che non era giusto nei confronti dei loro genitori, non potevano rovinare sei mesi di relazione solo perché erano attratti l'uno all'altra. Osservò il biondino allontanarsi con passo lento e sicuro, osservò la camicia muoversi sopra il suo busto ad ogni passo compiuto, udì il rumore dei passi sulla moquette.

-Mark...— sussurrò con un tono di voce talmente basso che per un attimo pensò che non l'avrebbe sentita, am lui si girò con un cipiglio sul volto— Comunque avevi ragione: mi piaci tanto.- disse sentendo le guance in fiamme, ma il petto libero. Il biondo cercò di nascondere un sorrisetto, provando a mantenere un'espressione dura. Si voltò verso la porta, pronto ad andarsene. Mad rimase leggermente delusa da quel suo atteggiamento, non che si aspettasse che i suoi sentimenti fossero ricambiati, ma almeno ci sperava. Si stava preparando per svestirsi ed andare a letto, quando accadde l'inaspettato: Mark si girò velocemente, inchiodando i suoi occhi in quelli di Mad, che era piuttosto confusa.

-Cazzo, non ti resisto.- disse prima di raggiungerla con due falcate e prenderle il volto tra le mani, attaccando violentemente le loro labbra in un bacio desiderato da entrambi. La ragazza rimase stupita, ma positivamente, ben presto chiuse gli occhi godendosi ogni attimo passato con le loro bocche incollate. Uno zoo si scatenò nella pancia di entrambi, si sentivano così in sintonia, così attaccati, così bene insieme, che per solo qualche minuto si dimenticarono di tutto, dei genitori, delle loro vite, di Jacob, della serata.

-Resta con me stanotte, per favore...- aveva sussurrato dolcemente Mad, con gli occhi pieni di amore. Mark la guardò come se fosse l'unica cosa importante della sua vita, stringendo le braccia intorno alla sua vita, mentre lei le adagiava sul suo petto. Sapeva che si sarebbero cacciati in un bel guaio, ma non importava. Mark annuì e si tolse velocemente la camicia di dosso, per poi correre nella sua camera e prendere un paio di pantaloncini per la notte, mentre Mad si spogliava in bagno ed indossava il suo pigiama. Si guardarono negli occhi un'altra volta prima di entrare nel letto di una piazza e mezzo e stringersi l'uno all'altra.
Era così confortevole stare così vicini, abbracciati. La bionda si stava per addormentare tra le sue braccia, che la cingevano da dietro sui fianchi, quando udì qualcosa.

-Anche tu mi piaci tanto, Mad.- aveva sussurrato prima di sprofondare in un sonno. Mad sorrise sentendo le guance infuocate, per poi seguirlo nel sonno. Chi l'avrebbe mai detto che due persone che a malapena si tolleravano sarebbero finite nello stesso letto, abbracciate, con quei sentimenti che crescevano troppo velocemente?

Spazio Me!
Come sempre sparisco per secoli e poi ritorno con qualcosa, ormai ci siete abituati e come sempre mi scuso.
Spero vi sia piaciuto, lasciate una stellina e un commento please!
Scusa Madleeeeeel per l'attesa, spero che almeno ti piaccia, fammelo sapere in un commento o in direct ;)
Byee

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