Jacob Sartorius
Con passo lesto Marianna si dirigeva verso la casa di uno dei ragazzi più popolari della scuola, ma anche il più stupido di tutti.
Pioveva a dirotto, ma la pioggia era il suo ultimo dei pensieri, nonostante i capelli e i vestiti bagnati, non aveva intenzione di fermarsi o di tornare indietro e di rilassarsi facendo un bel bagno caldo.
Ormai aveva un diavolo per capello, perché la scrittrice del giornalino della scuola aveva messo in prima pagina una stupida foto di lei e Jacob, mentre sembrava che si stessero baciando, cosa alquanto falsa, visto che erano nel bel mezzo di una litigata, causata dalla professoressa di inglese che aveva deciso di metterli in coppia insieme in un progetto. Jacob era la persona più irritante, stupida, idiota, egoista e narcisista che lei avesse mai conosciuto in tutta la sua vita. Lo odiava come non aveva mai odiato nessun altro, aveva questa dote che era il riuscirsi a farsi odiare. Era bravissimo in questo.
Erano ormai venti minuti che camminava senza sosta, ed iniziava a sentire le gambe un po' doloranti, ma non si fermò sapendo che mancava poco meno di un chilometro. I capelli le sbattevano in continuazione sul viso, procurandole un leggero fastidio, e continuamente li spostava. Le goccioline d'acqua scendevano lungo il viso, bagnandole gli occhi scuri e impedendole di vederci bene, il trucco ormai era totalmente colato, nonostante non si truccasse molto.
Dopo un'altra decina di minuti, passati a camminare velocemente, mentre chiunque la vedesse pensasse che fosse una malata a correre sotto la pioggia, raggiunse la villa Sartorius e senza farsi troppi scrupoli, suonò al campanello.
-Chi è?-
-Marianna, un'amica di Jacob.-
Senza ricevere risposta il cancello si aprì e lei corse dentro, riparandosi sotto la tettoia della villa. La porta si spalancò e una figura femminile apparve davanti ai suoi occhi: era una donna sulla quarantina, vista da cameriera come nei film e con uno sguardo alquanto dolce.
-Entra pure. Starai congelando lì fuori. Vado a prenderti una coperta, Jacob sta arrivando.- disse facendola aspettare sull'uscio della porta. Marianna le sorrise grata ed attese com ansia l'arrivo del ragazzo.
La casa era enorme, alla sua sinistra c'era la cucina, probabilmente spaziosa come il resto e alla sua destra invece si apriva l'immenso salotto, davanti a lei c'era un corridoio ed una scala che portava al piano superiore.
I colori erano sui toni del bianco e del beige. L'occhio le cadde sulle sue scarpe, la sue adorate vans nere erano completamente bagnate e stavano inzuppando anche il parquet. Si sentì leggermente in colpa e cercò di non bagnare più del dovuto, mentre osservava la sua maglietta bianca attaccarsi al resto del corpo, insieme ai suoi skinny neri e alla camicia a scacchi. La sua tracolla beige non sembrava essere in pessime condizioni.
Dopo qualche minuto tornò la cameriera con una grande coperta rossa con cui l'avvolse, facendole sentire immediatamente caldo. Era molto gentile, nonostante non la conoscesse.
-Non so perché Jacob ci stia mettendo così tanto, ma nel frattempo ti sto facendo una bella cioccolata calda. Devi aver fatto i chilometri sotto la pioggia per essere così pallida.- disse tornando in cucina, Marianna avrebbe voluto ribattere che non ce né fosse bisogno, che avrebbe parlato con Jacob e poi se ne sarebbe andata, ma la donna se ne era già andata e non aveva il tempo.
Dopo pochi secondi sceso, stile modello, il castano, con addosso solamente un pantalone della tuta grigia e i suoi soliti calzini bianchi della Nike. Vedendo la ragazza le sorrise con fare provocante, mentre lei arrossiva avendo notato l'assenza di una maglia sul corpo di Jacob.
-Marianna, qualche buon vento ti porta qua? So che sono attraente ed irresistibile, ma prendere tutta quell'acqua solo per vedermi... Beh... Sono lusingato.- disse cominciando a darsi tutte le sue solite arie, in quel momento Marianna si ricordò di quanto fosse egocentrico e quanto adorasse pavoneggiarsi. Per questo sbuffò e si passò una tra i capelli bagnati.
-Ecco a... Jacob! Finalmente, la ragazza si è presa tutta l'acqua di questo mondo e tu ci hai impiegato un'ora per scendere. Ah... I giovani d'oggi!- esclamò la donna porgendo la cioccolata calda alla castana, che afferrò e sentì subito la sensibilità alle sue dita, che aveva perso precedentemente. Jacob sbuffò e fece cenno a Marianna, che era totalmente imbarazzata in quella situazione, di seguirlo. Si sentì leggermente in imbarazzo quando si mosse e si udì un leggero 'squash' provocato dalle sue scarpe completamente bagnate.
Salirono le scale, mentre lei lasciava dietro di lei una scia di acqua e sentiva in colpa con non mai, poiché poi quella donna avrebbe dovuto pulirla. Nel frattempo stringeva tra le sue dita la tazza di cioccolata calda ed ogni tanto ne prendeva qualche sorso, senza berne troppa, così da non rischiare di bruciarsi.
Entrarono in una camera e Jacob si infilò nella sua cabina armadio, cercando qualcosa. Marianna si guardò intorno notando quando grande e bella fosse la stanza: blu notte, con un letto al centro, abbastanza ampio, una moquette azzurrina e con dei poster, in un angolo si trovava una scrivania con tanti libri di scuola e no, una piccola libreria e poi la porta per il suo bagno.
-Tieni.- le disse lanciandole dei capi d'abbigliamento, che afferrò prontamente, facendo cadere a terra la coperta che portava addosso. Lei guardò i vestiti confusa, mentre la raccoglieva.
-Indossali, i tuoi sono bagnati.- rispose alla sua domanda Jacob. La ragazza allora tentò di darglieli, dicendo che non né aveva bisogno, ma il ragazzo non volle sentire scuse, infatti la trascinò nel bagno, dove poi la lasciò sola a cambiarsi. Allora Marianna fu costretta a spogliarsi, sentendosi leggermente più libera, senza tutti quei vestiti bagnati addosso. Indossò la felpa rossa della Vans e la tuta grigia che gli aveva dato, erano entrambi molto più grandi di lei, poi trovò anche un paio di calzini bianchi, che indossò. Si osservò e notò che era abbastanza ridicola, ed anche che il mascara le era colato, così si lavò il viso, levando i residui.
Poi uscì dal bagno e trovò il castano intento a fissarla, anzi, a squadrarla da capo a piedi. Inutile dire che la ragazza si sentì immediatamente a disagio e abbassò lo sguardo.
-Quindi... Per quale motivo sei qui?- domandò Jacob sedendosi sul suo letto ed incrociando le gambe. Marianna pressò tra loro e cercò la sua borsa, che aveva lasciato dentro la vasca, poiché era bagnata. Così la andò a prendere ed estrasse il giornalino della scuola, completamente bagnato.
-Cosa sarebbe?- ridacchiò Jacob vedendo il pezzo di carta fradicio. Marianna volle mettersi a piangere, ma si trattenne dal farlo, non volendo apparire una bambina davanti al più popolare della scuola, che l'avrebbe sputtanata per tutta la sua vita.
-Hai il giornalino della scuola? Hai preso l'ultimo?- domandò gettando il suo dentro la vasca. Jacob sembrò pensarci e poi annuì, Marianna fu felicemente sollevata ed attese che il castano lo prendesse. Quando glielo diede sfogliò un paio di pagine prima di arrivare alla sua. Lo voltò verso il viso di Jacob e glielo fece leggere.
-Marianna Smith* e Jacob Sartorius avvistati a scambiarsi effusioni davanti al West Virginia High School. Che ci sia del tenero tra l'anonima Marianna e il popolare Jacob? Questo ancora non lo sappiamo, ma per restare aggiornati continuate a seguirci.- lesse ad alta voce il ragazzo, poi alzò lo sguardo verso di lei con faccia confuso.
-Cosa ci sarebbe di male?- domandò continuando ad avere uno sguardo confuso. A quell'affermazione Marianna non si trattenne più e scoppiò, facendo riversare tutta la sua rabbia nei confronti di Jacob.
-Cosa ci sarebbe di male?! Tutta la scuola pensa che io sia diventata una delle tue stupide sgualdrine, che non hanno un briciolo di rispetto nei loro confronti e si gettano tra le braccia del primo ragazzo popolare della scuola! Ma notizia dell'ultima ora, Sartorius: io non sono come loro! Non sarò la ragazza più dolce e simpatica del mondo, ma non ho bisogno di te, il ragazzo più figo della scuola, per sentirmi meglio.- esclamò spintonandolo. Jacob le bloccò i polsi, facendola avvicinare a sé e trovandosi pericolosamente vicino al suo viso.
Marianna, improvvisamente, perse tutta la sfrontatezza di pochi secondi prima quando trovò la bocca del ragazzo vicina alla sua.
La situazione era imbarazzante, ma nessuno dei due si mosse.
-Quindi mi stai dicendo che provi ribrezzo nei miei confronti?- sussurrò lui, facendole arrivare un'ondata di menta alle narici della ragazza, che si ritrovò paralizzata, senza una risposta valida. La troppa vicinanza del castano le aveva sfracellato il cervello, non riusciva neanche a comporre una frase di senso compiuto.
-Come pensavo...- disse allontanandosi e posando il giornalino sul letto. Marianna si riprese dal suo stato di trance e si volle prendere a schiaffi per essere stata così vulnerabile sotto il suo sguardo.
-Marianna, perché non accetti semplicemente il fatto che sei attratta da me come tutte le altre? Non c'è niente di male!- esclamò toccandosi i
capelli come era suo solito fare. Marianna si ritrovò, per la seconda volta, ammutolita non sapendo cosa dire. Era senza parole, era vero ciò che Jacob stava farfugliando? <Certo che no> si rispose mentalmente.
-Sai che c'è? Sei solo un pallone gonfiato che non merita un cazzo dalla vita. Non mi importa ciò che pensano gli altri, né tanto meno quello che pensi tu, essere con un intelletto inferiore agli altri che si crede di potersi sentire il re del mondo solo perché è ricco ed è carino, ma sveglia sveglia, Jacob: nella vita là fuori a nessuno frega se hai un bel sorriso o se hai dei bei capelli, a nessuno frega di te! Quindi conditi questi ultimi anni da star nel West Virginia High School, perché poi sarai solamente uno dei tanti figli di papà, che non è mai riuscito a fare un cazzo senza i soldi dei propri genitori! Ma probabilmente non ti servirà a niente tutto questo discorso, visto che sei così tanto preso da te e da tutto quello che ti riguarda, senza neanche accorgerti di ciò che ti accade attorno, di come le persone vivono, di come soffrono, di come scherzano, di come semplicemente sorridono! Non ti interessa se ci sono persone che si fanno il culo ogni giorno solamente per avere una semplice C in un compito, non ti interessa di come le persone vengono scartate da te e dai tuoi stupidi amici solo perché non è abbastanza per i vostri standard del cavolo! Quindi smettila di andare in giro come se fossi il re di questo mondo, perché non vali più degli altri!- vomitò tutte le parole che le passarono per la mente riguardo al ragazzo di fronte a lei. Sputò tutto quello che teneva dentro da due anni, tutto quello che temeva di dire, tutto quello che pensava di lui, che in realtà pensavano tutti.
Il silenzio occupò la stanza e Marianna quasi si sentì in colpa. Poi Jacob, dopo averla fissata negli occhi per una manciata di minuti, aprì bocca.
-Pensi questo di me? Eh? Pensi che io sia solo un pallone gonfiato? Solo un coglione che si prende il gioco di tutti? Solo che mi importi della mia popolarità? Solo che mi interessi di essere figo e amato da tutte? Pensi che io sia solo spazzatura, eh? Beh Marianna Smith, tu sei solo criticare gli altri, le loro azioni, i loro modi di fare, il loro modo di agire, il loro modo di essere, senza neanche conoscerli, non curante dei loro sentimenti, delle loro emozioni, delle cause per cui agiscono in quel modo, non ti preoccupi di come in realtà vanno le cose! Ti preoccupi solamente di criticarle. E cara mia, fidati che così non farai molta strada. È vero, spesso sono un coglione, spesso uso le ragazze, spesso prendo in giro gli altri, ma non sei nessuno per potermi giudicare. Neanche tu sei una santa.- le rispose urlando di rimando. Marianna ancora una volta si ammutolì, Jacob aveva ancora il respiro affannato a causa del discorso ed osservava una possibile reazione da parte di Marianna, la quale prese la sua borsa e se ne andò, senza dire alcuna cosa. Il ragazzo la lasciò andare, sospirando.
-Signorina, non posso lasciarla andare, sta facendo il diluvio universale qui fuori. Resti finché non finirà, poi sarà libera di andare. Non voglio avere una ragazza sulla coscienza.- disse la domestica posizionandosi davanti alla porta, bloccando il passaggio alla castana, che fu costretta a retrocedere ed accantonare l'idea di andarsene e mandare al diavolo Jacob, il quale scese le scale pronto a scusarsi con Marianna.
-Mar, senti... Non vol...- fu bloccato sempre dalla ragazza, che non voleva sentire le sue stupide scuse che rifilava a qualsiasi essere umano. Non era come gli altri eppure Jacob non lo capiva, a lei non fregava della popolarità, di vestire alla moda, di avere tanti amici, di uscire con il più popolare della scuola, di avere le borse firmate. Non gliene fregava nulla di tutto ciò.
-No Jacob, senti tu: io non sono la tua puttanella di scuola, io non sono il tuo migliore amico, Mark, io non sono tua sorella, io non sono un tuo parente o un tuo amico. Io non sono niente per te, per questo non puoi trattarmi di merda aspettandoti che io ti capisca e ti perdoni, non è così che funziona.- esclamò Marianna giocherellando con le maniche, troppo lunghe, della felpa che le aveva prestato il castano. Profumava di lui, del suo profumo che indossava sempre. Per un attimo fu stordita da quell'odore, così familiare.
Jacob si avvicinò a lei, avendo notato il suo momento di trance e le accarezzò la guancia destra, guardandola negli occhi. Mar pressò le labbra tra loro, non sapendo cosa dire.
-Mar... Lo sappiamo entrambi che non è vero ciò che dici, non è vero che sei niente per me. Puoi fingere che non sia successo nulla, ma noi due sappiamo come sono andate le cose...- sussurrò alzandole il volto dal mento, con il pollice e l'indice. Lei sapeva bene di cosa lui stesse parlando, eppure nell'ultimo anno aveva cercato di dimenticare.
-Nono... Basta Jacob, noi non siamo niente.- disse debolmente cercando di liberarsi dalla sua presa. Lui però non la lasciò andare, non poteva e sapeva che era anche quello che voleva lei, che lui la trattenesse, che non la lasciasse scappare ancora una volta dalle sue braccia.
-No Mar, non posso. Ho lasciato che per un anno tu fingessi di odiarmi, ho lasciato che io diventassi un'altra persona, che gli altri credessero che io fossi fatto in un modo, mentre in realtà ero tutto il contrario. Ho lasciato che tu mi scivolassi via dalle mani, perdendo la cosa più preziosa che io avessi mai avuto, ma ora basta. Io senza di te non ci riesco a stare, non c'è giorno in cui io in ripensi all'estate scorsa, Mar, di come fossimo felici, di come stessimo bene insieme, di come sorridessi solo a me in quel modo, di come mi baciassi. Mentre ora non fai altro che disprezzarmi, mi guardi male, mi odi! Io non ce la faccio, non mi interessa di quello che pensano gli altri, finché ho te, ho tutto.- disse bloccandole il viso, costringendola a guardarlo negli occhi. Adorava quegli occhi castani, circondati da un verde che poteva non essere visto, ma lui lo aveva notato e lo amava. Prima che lei potesse dire qualsiasi altra cosa, attaccò le loro labbra in un dolce bacio,
che desiderava da molto tempo. Marianna fu sorpresa e scossa da quella mossa, ma dopo qualche attimo ricambiò, chiudendo gli occhi e allacciando le braccia dietro la sua testa, mentre lui le adagiava sui suoi fianchi, coperti dalla felpa che le aveva prestato. La strinse a sé, non volendo farsela scappare ancora un'altra volta.
Quando si staccarono, si sorrisero a vicenda guardandosi negli occhi. Ma un tuono fece saltare la castana, che strinse Jacob in un abbraccio, ridacchiò baciando il capo della ragazza e stringendola forte a sé.
-Mi sei mancata tanto, amore mio.- sussurrò accarezzandole dolcemente la schiena, mentre lei sprofondava il viso nel suo petto.
-Anche tu, Jay...- rispose chiudendo gli occhi e godendosi a pieno quel momento. Dopo tanto tempi anche lei aveva il suo momento di gloria e felicità.
Spazio Me!
Heey! Ancora in ritardo, ma meglio tardi che mai, l'immagina su Jacob per sartoriuxdallas , spero che ti piaccia!
Per altre richieste scrivetemi in privato.
Byee
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