Hunter Rowland

Quando si parla di scuola superiore americana, tre quarti della popolazione mondiale, se non direttamente tutta, si immagina una scuola ben organizzata, con armadietti e ragazzi che studiano e si vogliono bene a vicenda. Dei professori gentili e comprensivi, e una vita sociale media abbastanza ampia.
Infatti Lyn era l'eccezione che confermava la regola, non aveva molti amici, se non nessuno, solamente una ragazza che salutava visto che erano in coppia nel corso di spagnolo, ma non poteva definirla 'Amica'. Inoltre non la notava nessuno, era come un fantasma per tutti gli studenti della Arizona High School. A lei andava bene così, stava bene da sola nel suo angolino ad ascoltare la musica e scrivere, senza alcuna distrazione. Beh... Tutto filava liscio, secondo i suoi piani, finché non appariva il ragazzo più bello che lei avesse mai visto, per lei superava anche i modelli che posavano per Calvin Klein ed altre marche importanti. Per lei era l'unico e non le importava degli altri, a lei bastava lui, Hunter Bryce Rowland, uno dei ragazzi più ricercati di tutta la sua scuola. Era famoso per il suo essere molto vivace, non era il solito fuckboy, come uno dei migliore amici, Jacob Sartorius. Ovviamente anche lui aveva avuto più di due ragazze, ma non amava farle soffrire intenzionalmente. Eppure Lyn sapeva che non sarebbe mai stata alla sua altezza.

Durante la pausa mensa, mentre Lyn era al suo tavolo da sola a scrivere qualcosa sul suo adorato diario in pelle nera, la porta della sala si spalancò. Tutti tacquero, quando entrarono Blake Gray, Jacob Sartorius, Mark Thomas ed infine il suo amato Hunter Rowland, che aveva appena riposto nella tasca anteriore dei suoi skinny jeans neri il suo iPhone. Tutte le ragazze li fissarono, anche quelle fidanzate, a bocca aperta.
Ovviamente Lyn doveva ammettere che anche agli tre non scherzavano in fatto di bellezza, per l'appunto l'anno precedente aveva avuto una piccola cotta per il biondino, chiamato Blake, ma se l'era fatta passare velocemente, sapendo di avere zero possibilità.

Hunter si guardava intorno come se cercasse qualcuno, continuando a camminare dietro ai suoi amici, diretti al loro solito tavolo, al centro della mensa. Lyn non poté non iniziare a fissarlo, sapendo che non l'avrebbe mai notata, quindi poteva guardarlo quanto le pareva e piaceva. Ciò nonostante dopo qualche secondo lo sguardo del tinto, visto il suo ciuffo biondo non naturale, si posò sulla ragazza, facendola arrossire di colpo. Lui le sorrise facendole un movimento col capo, quasi a salutarla. Lyn si voltò per vedere se fosse stato diretto a qualcun altro, ma trovò solamente il muro e per poco non ci diede una testata contro. Quando si rigirò vide che Hunter ancora la stava fissando e ridacchiò davanti al suo essere goffa, poi si sedette e mise a termine quel contatto visivo.

Lyn sentì un mix di emozioni esploderle dentro, sentiva la felicità, la
gioia, l'euforia e una scarica di adrenalina le attraversò la spina dorsale, facendola continuare a sorridere. Era forse quello l'effetto che le causava un solo sorriso da parte del tinto? Allora era messa veramente male.
Continuò a consumare il suo pranzo e a scrivere fin quando qualcuno non si sedette davanti a lei, la quale non prestò molta attenzione, a volte i bidelli mangiava al suo tavolo, vedendolo quasi vuoto.

-Wow... Scrivi tanto, eh.- disse una voce che arrivò alle orecchie di Lyn indistinta. Lei alzò lo sguardo facendo scontrare i loro occhi. Gli smeraldi del tinto sembravano volerla leggere dentro, mentre i suoi erano una porta chiusa a chiave, che era stata poi gettata via. Lei annuì arrossendo, davanti a quel contatto visivo.

-Mi piacciono i tuoi capelli.- esclamò alludendo al suo ciuffo azzurro, ancora una volta le guance di Lyn si tinsero di un colore simile al porpora, mentre sussurrava un timido 'Grazie'. Avrebbe voluto attaccare bottone con lui, ma non era il tipo di ragazza che tirava fuori degli ottimi argomenti, quindi continuò a fissare il suo pranzo in un assoluto silenzio.

-Di cosa scrivi di solito?- domandò spostandosi leggermente più avanti con il busto per poter vedere. Lei non seppe cosa dire, molto spesso scriveva di lui, ma non sempre a volte anche delle strane vicende che le accadeva e altre volte ancora solamente semplici storie, prese dalla sua vasta fantasia. Riportando lo sguardo sul ragazzo di fronte a lei, che la fissava in attesta di una risposta, aprì bocca.

-A volte di cose strane che mi capitano e altre volte di storie completamente inventate dalla mia fantasia. Dipende dall'ispirazione.- rispose addentando la sua pasta. Il moro annuì, Lyn non sapeva se fosse realmente interessato o se magari tutto quello era solo una scommessa, ma non poterono parlare per molto altro tempo, perché la campanella suonò, il che significava la fine della pausa pranzo. Hunter si alzò dal suo posto.

-Ciao Lyn!- la salutò camminando verso Blake che lo stava aspettando sull'uscio della porta, la ragazza li osservò e notò il biondo dargli delle leggere gomitate al braccio, poi si voltò verso di lei. Come se non bastasse Lyn venne scoperta, mentre fissava i due, ma Blake non sembrò darci molto peso, visto che sorrise semplicemente.
Mentre la ragazza si dirigeva verso la sua classe di scienze rifletté sull'accaduto, e non poté fare altro che sorridere come una stupida a quando Hunter la salutò, non era conoscenza del fatto che lui sapesse il suo nome.
Sorrise per tutto il resto della giornata, anche sua madre era leggermente sospettosa ed infatti le domandò cosa fosse accaduto. Lyn le raccontò tutto, per filo e per segno, loro due erano come migliori amiche e la quattordicenne non si vergognava di dirle ciò.

-Aspetta un paio di giorni, ti chiederà di uscire.- disse la madre sorridendo, mentre lei scuoteva il capo. Il fatto che lui le avesse parlato era una pura coincidenza se non una semplice scommessa, non che Lyn non volesse che accadesse quello che sua madre aveva appena detto, ma non voleva sperarci troppo per poi finire col cuore spezzato. Poi si diresse nella sua stanza a studiare per il giorno seguente.

...
Era l'ora di storia e come sempre, quando la professoressa aveva intenzione di interrogare, tutti si erano ammutoliti, portando il loro sguardo sul libro o sul quaderno, cercando di ripassare qualcosa. Lyn non aveva questi problemi, lei studiava sempre, quindi non temeva le interrogazioni, eppure quel giorno aveva paura, poiché il giorno prima aveva fatto i compiti con fare disinteressato e male, troppo presa a pensare alla sua cotta, Hunter.

Il suo capo era attaccato al quaderno, cercando di ripassare il più possibile e allo stesso tempo sperando di non essere chiamata. Quando poi la professoressa iniziò a parlare, il cuore si fermò, forse per un attimo o forse per un minuto. Alzò lo sguardo, puntandolo sulla donna dai capelli grigi e neri.

-Gray e Rowland: interrogati.- disse e sentì degli sbuffi accompagnare i due minuti successivi, un peso si liberò dal suo petto, potendo finalmente respirare. Non aveva mai avuto così tanta ansia, scolasticamente parlando. Si rilassò sulla sedia, mentre Blake e Hunter si dirigevano verso la cattedra. Entrambi non andavano male a scuola, ma non aveva neanche voti così alti, si limitavano ad una semplice e misera C.

Arrivati alla cattedra Mrs Tretson i due aveva una faccia terrorizzata, non avevano, sicuramente, studiato quella volta. Lyn iniziò a guardare Hunter, anzi, a fissarlo, mentre la professoressa cercava domande da porgli.

-Allora... Gray...In quale anno Carlo Magno divenne imperatore del Sacro Romano Impero?- chiese chiudendo il libro e portando il suo sguardo sul biondo, che si mordeva insistentemente il labbro inferiore, cercando, mentalmente, la risposta.

-800 a.C.- rispose dopo una manciata di minuti. Mrs. Tretson annuì e si voltò verso Hunter, pronta a fargli una domanda. Lyn era in ansia, sperava che il moro prendesse un buon voto, come del resto anche lui.

-Rowland, cosa accadde nel 476 a.C. di memorabile?- domandò abbassandosi leggermente gli occhiali da vista. Hunter sbiancò completamente, tanto che Lyn si preoccupò che stesse per svenire, ovviamente non sapeva la risposta, ma lei sì. Quando il moro alzò lo sguardo dalla cattedra, lo posò su di lei. Con occhi supplicanti le chiese la risposta e lei non seppe fare altro che dirgliela, cercando di farglielo capire con il labiale.

-La caduta dell'impero Romano d'occidente.- rispose sorridendo. Lyn era felice che il moro l'avesse ascoltata, infatti si voltò di nuovo verso di lei, facendole un occhiolino, si sentì morire dentro dalla gioia dopo quel gesto.
«È troppo bello...» pensava scarabocchiando il quaderno. L'interrogazione continuò per venti minuti e poi tornarono al loro posto.

-Grazie Lyn.- le sussurrò quando passò al suo fianco, sfiorando con i polpastrelli il suo braccio sinistro, che sentì andare a fuoco, era forse questo l'effetto che le causava una semplice carezza da parte sue? Lyn si sentì al settimo cielo e passò la restante ora a vagare con la sua immaginazione.

...

La giornata scolastica era giunta al termine e Lyn era veramente stanca. Non vedeva l'ora di arrivare a casa e gettarsi sul suo adorato divano e guardarsi qualche puntata della sua serie tv preferita e rilassarsi.
Si dirigeva con passo stanco fino alla fermata dell'autobus, quando venne bloccata da una voce che la chiamava.

-Lyn! Lyn!- urlava, lei si voltò e vide Hunter correre verso la sua figura. Il ciuffo biondo sbatteva sulla fronte, oscurando, ogni tanto, i suoi fantastici occhi verdi, che Lyn tanto adorava.
Quando la raggiunse un ampio sorriso gli troneggiava sulle labbra e non aveva per niente l'affanno, dimostrazione che era un tipo molto atletico.

-Dimmi, Hunter.- disse lei sentendo le gambe, improvvisamente, molli e il cuore batterle più velocemente del solito. Il moro guardò qualcosa dietro di lei sorridendo leggermente, poi si passò una mano tra i capelli, abbassando lo sguardo sul suolo.
Un Rowland imbarazzato e timido era raro da vedere, quindi Lyn si sentì immensamente lusingata.

-Mi chiedevo se... Sì insomma, se... Ti andasse di... Non so... Di prendere un frappé più tardi? Sempre se non hai altro di meglio da fare... In quel caso potremmo fare un altro giorno, o magari non vuoi proprio uscir— - Lyn lo interruppe non volendo sentire altro, il suo cuore aveva definitivamente smesso di battere e un sorriso, che nessuno avrebbe potuto levare, colorava il suo viso.

-Va benissimo oggi.- disse bloccando le sue mani dal gesticolare freneticamente. A quel contatto le venne la pelle d'oca, non sapeva che il moro le facesse quell'effetto.
Hunter sorrise ampiamente, il che riempì il cuore della castana.

-Allora alle 16 davanti Starbucks?- domandò mordendosi il labbro lei annuì e felice si allontanò dirigendosi alla fermata dell'autobus con passo allegro e spensierato.

...
La testa della madre era ficcata dentro il suo armadio da circa dieci minuti ed ancora non aveva tirato fuori nulla. Lyn era in ansia, e non aveva la minima idea di come comportarsi, di cosa indossare e se quello sarebbe stato un appuntamento.
Dopo qualche altro minuto il capo della madre uscì fuori con dei vestiti.
Un blue jeans attillato, degli stivaletti sul marroncino con tre centimetri di tacco , un maglioncino della stessa tonalità delle scarpe ed infine una sciarpa grigia.
Lyn osservò i capi poco convinta, ma poi venne obbligata ad indossarli, anche solo per provarli.

Uscita dal bagno la madre rimase a bocca aperta.
-Sei proprio bellissima... Hunter non potrà non restare incantato.- disse osservando la figlia commossa.

-Mamma, sono solo dei jeans ed un maglione. Niente di speciale...- disse sminuendosi. La madre non le diede retta e le fece applicare del mascara, un po' di matita per le sopracciglia e del fondotinta per donarle un po' di colore.
In effetti sua madre era piuttosto diversa dalle altre, era più una teenager che una donna di quarant'anni.

-Perfetta! Adesso vai, prima che si faccia tardi o che mi metta a piangere.- disse cacciando la figlia via di casa. Lyn ridacchiò e iniziò ad incamminarsi per arrivare allo Starbucks il prima possibile, altrimenti sarebbe arrivata in ritardo, e non era proprio quello che voleva.

Arrivata lì davanti vide il moro appoggiato ad un muretto, col capo chino sul suo skateboard, il che la sorprese parecchio, non sapeva che lui ci sapesse andare. Con passo incerto si avvicinò a lui.
Quando gli stivaletti arrivarono nel campo visivo del moro, alzò lo sguardo facendo scontrare i loro occhi. Lyn rimase incantata per qualche attimo in quel verde così bello e profondo.

-Entriamo?- disse indicando con il pollice lo Starbucks dietro di lui. Annuì prontamente, sentendo le guance andare a fuoco. Quando si sedettero al tavolo arrivò subito la cameriera pronta ad ordinare. Hunter prese un un frappuccino al caramel, mentre Lyn alla vaniglia.

-Pensavo che non saresti venuta...- disse giocando con le sue dita. Fu molto sorpresa dalla sua affermazione, perché mai non sarebbe dovuta andare? Era Hunter Rowland, anche i muri sarebbero usciti con lui.

-Perché?- domandò osservando il suo viso così perfetto, mentre lui aveva lo sguardo basso. Si passò la lingua sulle labbra, inumidendole per poi rispondere.

-Non so, sei diversa dalle altre quindi mi aspettavo che ti comportassi differentemente... Cioè non fraintendere, il fatto che tu sia qui non ti rende uguale alle altre, per niente... Cioè non dico che tu sia diversa in senso cattivo, ma volev...- ancora una volta Lyn interruppe il suo parlare freneticamente, era la seconda volta che lo vedeva agitato per lei, per la sua presenza. Questo le scatenava le farfalle nello stomaco e tanta felicità.

-Ho capito, Hunter. Non ti preoccupare...- disse sorridendo leggermente, al che sorrise d'istinto anche lui. Ma questo scambio di sorrisi venne interrotto dalla cameriera che portò gli ordini ed iniziarono a sorseggiare i loro drink.

-Allora... Sai andare sullo skate?- domandò il moro posando i piedi su di esso. Lyn si staccò dalla sua cannuccia e timidamente rispose.

-Ehm... No, sono parecchio impedita...- disse arrossendo e posando lo sguardo sul frappuccino. Hunter ridacchiò davanti alla sua timidezza, la rendeva adorabile e speciale, diversa, come aveva già detto precedentemente.

-Ti insegno io allora!- esclamò finendo la bevanda. Era molto veloce, a differenza di Lyn che non stava neanche a metà. Lei sbiancò talmente tanto che fece invidia alla maglietta del moro. Non voleva andare col culo per terra e fare una pessima figura, ci teneva a continuare ad uscire con lui ancora.

-Non credo sia una buona idea...- rispose lei bevendo ancora. Lui scosse il capo insistendo, a quel punto lei si fece il segno della croce mentalmente. Era giunta la sua ora e non poteva fuggire.

-Ci sono io, non potrà succederti nulla.- disse confortandola e facendola arrossire, ancora una volta. Dopo aver consumato le due bevande e dopo aver bisticciato su chi avrebbe pagare, guerra che vinse Hunter, si diressero verso il parco, poco distante da lì.

-Okay, ora metti il piede sopra e datti la spinta con l'altro. Ricordati di sbilanciarti troppo o cadrai.- disse il moro lasciandole i fianchi. Lyn si sentì meno sicura senza di lui, ma fece lo stesse quello che le aveva detto, fece dieci centimetri e poi finì col sedere a terra.

-Ouch!- esclamò dolorante lei. Mentre Hunter correva in suo soccorso sorridendo.

-Non c'è niente da ridere, fa male, eh!- disse sbuffando e ridacchiando sotto i baffi. Lui alzò le mani in segno d'arresa e l'aiutò ad alzarsi dal suolo. Poi le rispiegò come fare e lei sembrò capire. Sperò di non cadere un'altra volta e fare un'altra volta la figure dell'impedita.
Ma questa volta, fortunatamente, riuscì a rimanere in equilibrio e quando si voltò sorridente verso Hunter si accorse che stava, felicemente, chiacchierando con una ragazza bionda.
Il suo sorriso si spense subito.
<Sarà la ragazza...> pensò mentre osservava i due. Poi fu costretta a tornare dal moro per restituirgli lo skate ed andarsene.

-Ehm... Tieni.- disse timidamente, porgendogli lo skateboard con il piede. Lui sorrise voltandosi verso di lei.

-Allora... Io vado....- disse cercando di dileguarsi, sentendosi di troppo. Non vedeva l'ora di tornare a casa e gettarsi sul letto a mangiare gelato e vedere film sull'amore, magari Titanic. <Cosa pensavo? Che mi avrebbe chiesto di sposarlo? Che idiota che sono. Lui è così bello e popolare ed io sono... Io.>

-Aspetta! Lei è mia cugina Tracy, Tracy lei è Lyn, la mia... Uhm... La mia alunna di skate.- disse ridacchiando. Lyn si sentì immensamente sollevata da quelle parole, mentre stringeva la mano alla bionda davanti a lei un macigno si sollevava dal suo petto, lasciandola sorridere e respirare.

-Io vado! Ci vediamo Hunt e ciao Lyn!- li salutò sorridendo Tracy, scuotendo la mano ed allontanandosi. In effetti erano le sette e trenta, il tempo era volato tra una caduta e l'altra.

-A quanto vedo ci sei riuscita alla fine...- disse prendendo lo skate in mano. Lyn annuì felicemente.

-Forse è meglio che io vada... Si sta facendo tardi...- disse tristemente la ragazza, dispiaciuta di doversene andare, ma il moro si offrì prontamente di accompagnarla. Lei, ovviamente, non rifiutò, sarebbe stata una mossa sciocca.
Quindi con passo lento si incamminarono verso casa sua, parlando del più e del meno.

-Aww! Già adoro tuo fratello Ashton sembra così carino!- disse battendo le mani come una bimba. Hunter sbuffò scherzosamente. Le aveva appena raccontato di quando lo aveva messo nei casini a causa dei suoi pancake bruciati.

-Un giorno te lo faccio conoscere.- disse arrivando davanti al portone. Lyn si voltò verso di lui, non volendo andarsene e dover ricordare quella giornata come un ricordo lontano. Sapeva che Hunter non le avrebbe più parlato, magari era tutto una scommessa e lei ci era caduta pienamente. <Sono proprio un'idiota.>

-Beh... Sono stato molto bene con te...- disse il moro imbarazzato mandando avanti ed indietro lo skate sotto il suo piede destro. Lyn annuì concordando con lui e non sapendo cosa dire.

-Ci vediamo in giro...- disse Lyn pentendosi subito delle parole dette. Hunter annuì allontanandosi dall'abitazione, dopo aver raccolto lo skateboard da terra. Lyn prese le chiavi, mentre pensava a cosa dire alla madre, che sarebbe stata molto curiosa.

-Lyn!- si sentì chiamare, così si girò proprio, mentre stava inserendo le chiavi della toppa. Vide il moro percorre i tre metri di distanza che li separava con poche e rapide falcate. Poi prese il suo viso tra le sue mani, facendo cadere lo skate a terra. La guardò negli occhi per qualche attimo ed attaccò le loro labbra in un piccolo bacio casto, che per entrambi valeva molto. Quando si staccarono entrambi sorridevano come due bambini il giorno di Natale.

-A domani, Lyn.- disse lui allontanandosi definitivamente dalla casa. Mentre lei entrava saltellando e toccandosi le labbra con le dita, sentendo dei brividi percorrerle la spina dorsale. Forse non era una scommessa, forse a lui le interessava veramente la timida, dolce e chiusa Lyn, come a lei interessava il dolce, estroverso e popolare Hunter...

Spazio Me!
Holaaa! Da quanto tempoooo!! Troppo, spero che vi sia piaciuto. Inoltre sono tipo 3100 parole quindi, amatemi.
_Shaaaaawnismybae scusami immensamente per il ritardo, spero ti piaccia.❤️
Byee

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