Capitolo VIII

Carly's Pov

La Westwood High School era una delle scuole più prestigiose della California, questo si sapeva, ma prestigiosi erano anche coloro che la frequentavano.

Molly Denver era una di loro. Una ragazza troppo snob per essere descritta, sempre vestita alla moda, truccata come una vip e piena di schiavette che le correvano dietro. Quando scoprii che Haley si era unita a quel gruppetto ci restai di stucco.

Avevo sempre odiato Molly, era sempre stata così, da quanto mi dicevano. Avevo passato un anno tremendo insieme a lei, frequentavamo i stessi corsi e studiavamo insieme. Capii subito che tipo era, ecco il motivo per cui decisi di starle alla larga. Mamma lo diceva sempre: "Non fidarti troppo, affezionati quanto serve"

Non sono mai riuscita ad affezionarmi a Molly. Quei capelli neri corvino e quegli occhi azzurri la rendevano incatevole e ammaliatrice allo stesso tempo. Avevo sempre odiato le persone che voglio avvicinarsi alla perfezione, ma la perfezione non esiste.

Tipi come Molly non potevano saperlo, vivevano intrappolati dentro maschere che non gli appartenevano.

Il sole cominciava a calare, presto Seth sarebbe venuto a prendermi con la sua nuova auto, con loro dovevano esserci anche Samantha ed Ashley.

Sperai con tutto il cuore che il disguido tra me e Seth quella mattina fosse soltanto una smanceria, nulla di importante, tenevo troppo a lui, e poi, avevo già perso Trevor, se non parlargli più significasse perderlo. Tra il chiarore del tramonto e l'oscurità della mia stanza mi guardai allo specchio.

Lì, in quel momento, vidi la vera Carly: la ragazza forte, che non aveva bisogno di maschere ma soltanto di uno scudo. Ma il mio scudo aveva parato troppi colpi, era destinato a rompersi, e io, non ne sarei più uscita.

Almeno quello era ciò che pensavo, nulla di assicurato, qualcosa di ovvio ma allo stesso tempo scontato.

La voce squillante di mia sorella urtò i miei pensieri.

"Papà" esclamò "Io vado, c'è Seth qui fuori"

"Fallo entrare, è ancora presto, è giusto arrivato il momento di conoscere il tuo ragazzo"

Mi venne subito un groppo alla gola, Trevor sarebbe entrato in casa mia, si sarebbe comportato come il ragazzo di mia sorella e io sarei stata la sorella della sua fidanzata, niente di più.

Niente di più, era questo che ero per Trevor Butler, una delle tante.

Non sopportavo l'idea di fingere, avrei gettato tutto in aria, avrei lasciato che la parte più perfida di me uscisse fuori, tralasciando ogni conseguenza.

Perché era così difficile? Trevor stava diventando parte della mia vita senza il mio consenso, sarei voluta scappare per non vederlo più.

L'abito che indossavo era l'unica cosa che mi piaceva, era un altro dei soliti regali che nonna Linsdey mi faceva per Natale. Potevo contare solo su di lei è su mamma. Io e Haley eravamo sempre andate d'accordo, non avevamo mai litigato, eravamo le sorelle perfette.

Ma di perfezione, tra noi, ce n'era ben poca. Il nostro rapporto non era così stretto, era nitido, lontano, si limitava soltanto allo scambio di qualche monosillabo. Eravamo sorelle di sangue, ma i nostri cuori erano diversi, non combaciavano tra loro, erano pezzi scomposti del mio grande puzzle.

Quei cuori, però, si erano innamorati della stessa persona. Al cuore non si comanda, eppure io facevo di tutto per deviare la sua tendenza.

Io e Trevor eravamo troppo diversi, non saremmo stati mai nulla, se non conoscenti, o magari, neppure quello. Il compito che avevo affidato a me stessa era troppo difficile da portare a termine, mi ero rassegnata, il cuore di Trevor Butler non si sarebbe mai liberato, e il mio non sarebbe stato la chiave che avrebbe smosso in lui il cambiamento che tanto desideravo.

Sentii la porta d'ingresso aprirsi.

"Benvenuto!" La voce di mio padre era diversa, il suo tono d'accoglienza riusciva a impressionarmi ancora, il mio era un papà diverso dai soliti canoni.

"Buonasera, io sono Trevor"

Era lui. Aveva fatto il suo ingresso. Era felice.

"Accomodati in salotto, ti offro qualcosa da bere"

Trattenni il respiro. Sembrava tutto uno scherzo, il mio vecchio amico d'infanzia, la persona più fidata che avessi mai potuto conoscere era seduta in salotto. Non sapevo che fare, ogni mia azione era bloccata, ogni singola motivazione per fare qualcosa sarebbe stata vana.

Mi avvicinai alla porta senza farmi vedere, ormai origliare stata diventando un'abitudine.

"E non hai ancora conosciuto mia sorella Carly" cominciò Haley mentre mio padre si dirigeva in cucina "Io e lei siamo molto legate"

Sbuffai senza farmi sentire. Io e lei siamo molto legate. Mi faceva venire il voltastomaco.

Dopo tutto quello che stava succedendo non pensavo proprio di essere legata a Haley. Non riuscivo più a trattenere le emozioni, tutto diveniva impossibile, persino credere che Trevor mi avesse tradito con mia sorella.

"Aspetta" disse accarezzandogli le nocche della mano "Te la faccio conoscere"

In quel momento pensai che scappare sarebbe stata l'opzione più giusta, ma era inutile, e dentro di me lo sapevo bene. Ero scappata per una vita da i miei ricordi, dai miei problemi, da ogni difficoltà, era arrivato il momento di smettere, la mia corsa era finita ancor prima che potessi raggiungere il traguardo.

"Carly!" urlò Haley "Voglio farti conoscere una persona"

Respirai e mi preparai all'incontro. A passi lenti mi avvicinai e li vidi: seduti accanto sul divano a scambiarsi sguardi compiaciuti. Ero io quella fuori posto. La terza in comodo. La ragazza che si era presa la cotta per il ragazzo sbagliato.

Di sbagli, nella mia vita, ce n'erano fin troppi.

Alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi. Lo sentii deglutire. Non si era preparato al momento, era come basito.

Ciao Trevor, sono io, la ragazza che hai illuso, che hai abbindolato con i tuoi stupidi occhi magnetici. Sto bene, non lo vedi? Senza te tutto va meglio, non verso più nemmeno una lacrima.

Non credevo nemmeno a me stessa, chi volevo prendere in giro? Ero innamorata del ragazzo di mia sorella. Ero pazza del ragazzo che non mi avrebbe mai amato, avrebbe amato Haley, per sempre.

A volte la vita gioca brutti scherzi, e io, come una sciocca, ci ero cascata dentro. Lo avevo voluto io, ero stata io a scendere quella sera, ero stata io a scontrarlo nei corridoi. Era colpa mia. Mica sua. Lui stava bene.

"Piacere" finsi di non conoscerlo, anche se mi riusciva male, era impossibile nasconderlo.

Ricambiò con un sorriso ancora più finto del mio.

Non riuscivo nemmeno a fingere, non era per nulla facile far finta di niente. Mancava meno di mezz'ora e la festa sarebbe cominciata, e io ero lì, in piedi, davanti a Trevor, non me lo sarei mai aspettato.

Haley scrutò per qualche secondo i nostri sguardi.

"Ma vi conoscete già?" Chiese accigliata

Stavo per rispondere ma fui preceduta dal "no" secco di Trevor. Quel suo carattere mi dava sui nervi, tutta quella storia mi dava sui nervi, non riuscivo a togliermi Trevor Butler dalla testa, era come una spina nel collo.

Mio padre rientrò dalla cucina con un vassoio tra le mani. Posò il vassoio sul tavolo del salotto.

"Questo è per voi" si voltò dalla mia parte "Oh, vedo che ci sei anche tu, Carly"

"Sì, ho fatto conoscere Trevor a Carly" continuò Haley "Strano che non si conoscano, ho scoperto che frequentano molti corsi insieme"

"A scuola non mi faccio notare molto" disse Trevor "Mi piace stare per i fatti miei"

Quel bastardo stava inventando tutto di sana pianta, ogni volta che apriva bocca era una pugnalata diretta al cuore, non sapevo per quanto sarei riuscita a resistere.

Il campanello suonò e io mi sentii subito salva. Uscii dalla stanza di corsa, lasciando in sospeso la discussione fra mio padre, Haley e Trevor. Sbirciai dall'orologio che tenevo al polso, dovevano essere Seth e Sam, erano puntuali. Aprii la porta, non mi ritrovai Seth, nemmeno Sam, di fronte a me c'era Molly Denver.

Era vestita come sempre: solita maglia stretta, rossetto a mai finire e una gomma da masticare in bocca. Le avrei dato altro da masticare.

"Carly Jensen" pronunciò il mio nome con disgusto, come per affermare ancora una volta che lei era superiore a me.

"Molly" ricambiai con lo stesso tono insolente.

Il suo volto era impassibile, continuava a fissarci negli occhi, masticando quella gomma che probabilmente teneva in bocca da più di un giorno.

Dopo qualche secondo si azzardò a prendere parola.

"Sono qui per Haley e Trevor" continuò "Chiamali"

Quel tono, lo odiavo. Non riuscivo a digerire il fatto che Haley e Trevor passassero del tempo con una come lei.

"Non sono in casa" mentii

"Stai mentendo, chiamali, la festa sta per iniziare"

"È vuoi andarci così?" Mi scappò dalla bocca.

"Sempre meglio di indossare quel tuo stupido vestitino da bambola"

Le avrei tappato la bocca con qualsiasi cosa pur di non sentirla più fiatare.

Decisi che chiamare i due piccioncini sarebbe stata la cosa giusta, ne sarebbe passato di tempo per far sì che quella gallinetta se ne andasse via.

Richiamai a voce alta Haley.

"Ecco brava" mormorò Molly "Così ti rendi utile"

Presa dalla rabbia le chiusi la porta in faccia laciandola sbigottita. Era questo che meritavano, le persone come lei.

Andai di corsa in camera mia, sentii Haley e Trevor solcare la porta d'ingresso, sarebbero arrivati prima di me. Non m'importava, non volevo avere a che fare né con Trevor tantomeno con Molly, mentre con Haley ero letteralmente costretta.

Il mio cellulare cominciò a squillare. Era una chiamata da parte di Seth.

"Siamo qui fuori"

"Che puntualità" sbuffai

"Sempre meglio di arrivare in anticipo, no?"

"Certo. Resterai sempre un ritardato"

"Come vuoi. Adesso però di conviene uscire, non vorrai fare tardi"

Chiusi la chiamata e corsi di nuovo a guardarmi allo specchio dell'uscita.

Sei perfetta Carly.

Aprii la porta e mi diressi verso la Jeep di Seth. Avevo bisogno di quella festa, avevo bisogno di dimenticare e ricominciare da capo, dovevo essere felice.

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