Aria di casa

Colin Bridgerton mandò il cavallo al trotto, scostò il pesante cappotto e si prese un istante per abbracciare con la sua mente la visione di Hyde Park che si stava vestendo a festa per prepararsi alla nuova stagione. C'era qualcosa di tranquillizzante nell'erba verde dei prati, nelle fronde degli alberi sbattute dal vento al pari del ciuffo ribelle che portava sulla fronte. Era incredibile quanto avesse agognato quell'istante negli ultimi mesi, eppure il suo gran tour in Italia era stato strabiliante. Non di meno, la solitudine che a Cipro l'aveva tanto ritemprato, quest'anno su di lui aveva avuto un effetto diametralmente opposto e quella spiacevole sensazione, se possibile, era perfino cresciuta nell'approdare ai dolci lidi veneziani. Forse per la natura romantica dei calli o lo sciabordio dell'acqua, ma le ultime pagine del suo diario di viaggio erano risultate ai suoi stessi occhi terribilmente malinconiche. Si scrollò di dosso quella cupa sensazione e proseguì fino a inoltrarsi tra le strade trafficate di Mayfair.

Ora che era tornato a Londra, non doveva più preoccuparsi, avrebbe ritrovato l'affetto della sua famiglia e ottimo whisky, cosa altro mai poteva desiderare un giovin signore dell'aristocrazia londinese? Non aveva scritto a casa del suo rientro, un po' perché aveva deciso all'ultimo di anticipare il viaggio, inoltre non voleva preoccupare inutilmente sua madre che aveva il terrore delle traversate marittime. L'idea di comparire all'improvviso senza che nessuno l'aspettasse, segretamente lo aveva sempre divertito molto. Quel giorno sarebbe avvenuto il debutto in società di sua sorella Francesca e dopo la tragica stagione di Eloise dell'anno precedente, voleva essere di appoggio alla famiglia e non intendeva perdersi l'esordio a viscontessa della cognata Kate. Conoscendo il suo carattere impetuoso, si era divertito a immaginare le più buffe situazioni e soprattutto il volto attonito di Anthony, suo fratello maggiore, compassato di sudore e preoccupazione viva. Di certo non si aspettava di vederli tutti li schierati sulla soglia di casa. Francesca era una visione in un candido vestito bianco traforato da ricami dorati. Sorrideva a braccetto con la madre e la cognata, senza curarsi troppo delle piume che svolazzavano sopra di lei. Un vero esempio di contegno, Eloise avrebbe dovuto prendere appunti.

La prima a vederlo fu Hyacinth, la più piccola della famiglia, che ruppe le righe e si precipitò in strada con un'espressione di stupore che lo lasciò alquanto soddisfatto. Pochi secondi e fu attorniato dalla famiglia. Salutò la madre e Francesca. Gregory gli tese la mano; il collegio doveva averlo trasformato in un piccolo ometto, ma Colin non si lasciò intimorire e gli strappò subito un bel sorriso. "Quanto ti sei alzato?"

"Un paio d'anni e ti supero, caro fratello" minacciò lui.

"Con tutte le lettere che ti ho mandato dovrei essere la prima a essere salutata" intervenne Eloise con le braccia puntate sui fianchi.

"Ma se mi hai risposto al massimo un paio di volte..."

"Due in più dell'anno precedente" rispose la ragazza tagliente.

Salutò quindi suo fratello maggiore con un profondo abbraccio; al contrario di quanto pensava non pareva affatto agitato, anzi, sembrava un'altra persona, completamente trasformato, sicuramente merito della cognata che era decisamente radiosa nel ruolo di madrina. "Non mi avevi detto che c'erano novità in arrivo!" protestò Colin.

"Io avrei voluto, ma Kate ha detto che poi saresti tornato prima e che non era necessario interrompessi il tuo tour, in ogni caso mancano ancora almeno un paio di mesi."

"Benedict?"

"Recluso in campagna a disegnare chissà quali paesaggi, ma ha promesso di tornare per il secondo ballo."

"Speriamo" annuì la madre prendendolo per mano. Colin lasciò le redini del cavallo al maggiordomo e la seguì fin sulla carrozza che era già pronta a partire per il palazzo reale. Hyacinth si litigò il posto col fratello finché si sedette al suo fianco trionfante.

"Oggi sarai il mio cavaliere?" domandò speranzosa.

"Puoi contarci, sorella."

"Sono così felice che sei riuscito ad arrivare prima per la presentazione di Francesca." Sua madre gli accarezzò il volto.

"La situazione mi sembra totalmente sotto controllo, in realtà, non sento urla, cameriere infuriate e siete addirittura in anticipo..." Colin era stupito.

"Francesca può sembrare più docile di Eloise, ma ti assicuro che è alquanto agitata."

"E tu con lei?" intuì Colin.

"Avrei voluto essere con lei fino all'ultimo momento, insomma per tranquillizzarla e ricordarle alcune piccole astuzie, ho una certa esperienza, sai!" protestò Violet piccata.

"L'ultima presentazione sei stata interrotta da Lady Whistledown a quanto mi è stato raccontato, non sono certo che conti" ricordò divertito.

"Dio non voglia che si ripeta quella tragica situazione, per fortuna quest'anno è già ricomparsa. E stranamente non ha dato nessuna notizia del tuo ritorno... anticipato."

"Forse le sue spie non arrivano in Europa" ipotizzò Hyacinth

"Tu non dovresti leggere quel giornale" ricordò la madre.

"Non sono più una bambina, ormai."

"Vedremo quando verrà il tuo turno, se avrai ancora tutta questa vena di sposarti. Piuttosto, Colin ..."

"No, mamma, ti prego, sono appena tornato."

"Mi chiedevo solo quanto rimarrai a Londra" disse la madre fingendo di osservare il palazzo fuori dal finestrino.

"Giusto a titolo informativo, immagino, come sempre."

"Anthony si è sposato, Daphne è felicemente madre, non sarebbe delizioso se anche quest'anno avessimo un bel matrimonio in famiglia. "

"Adesso toccherebbe a Benedict. E forse Francesca potrebbe stupirti..."

"Benedict non è pronto, sta cercando di mettere in ordine la sua vita. In ogni caso mai mettere limite a un provvidenziale incontro. Ti chiedo solo di restare aperto a quello che potrebbe presentarsi."

"Se per questo, anche io devo trovare la mia strada. Una volta che avrò capito cosa fare del mio futuro, rivaluterò la situazione. Nel frattempo, potresti smetterla di complottare alle mie spalle o compilare liste di aspiranti Mrs. Bridgerton. "

"Sono solo suggerimenti, caro, tutto qui. È che sono preoccupata, scappi da Londra a ogni piè sospinto."

"Forse perché non appena torno, tu ricominci a torturarmi con la storia del matrimonio."

Violet sospirò. "Io capisco che ci sei rimasto male, per la signorina Marina, Lady Crane, ma questo non è un buon motivo per rinunciare alla felicità."

"Non ho affatto rinunciato alla felicità, sono molto felice con me stesso nei miei viaggi." Nel frattempo, la colonna si era fermata davanti a palazzo. Anthony era sceso imponendo il braccio alla sorella e poi alla moglie guidandole verso l'entrata.

"Ci sarà modo di riparlarne, mio caro." Quella di sua madre pareva più una minaccia che una promessa. Tuttavia, le resse la mano mentre scendeva dalla carrozza, quindi prese a braccetto la sorella e seguì Eloise che macinava scalini quasi fosse un militare chiamato al tribunale a rispondere delle sue azioni. Hyacinth trotterellava accanto a lui, felice, pavoneggiandosi con la gonna colma di pizzi. Gli strappò un sorriso, giusto prima che facessero ingresso nel lungo corridoio che portava fino al trono riccamente decorato. Della regina Carlotta ancora non c'era traccia e nemmeno dei suoi amati cani o delle dame di compagnia, ma Brimsley, il valletto reale, era già schierato col suo imbarazzante panciotto all'entrata della sala per annunciarla, non appena il salone fosse stato pieno.

L'ultimo debutto a cui aveva assisto in realtà era quello di Daphne e delle sorelle Featheringhton. L'anno precedente, invece, era rientrato solo a stagione iniziata e ora che si trovava lì, stretto tra tutti quei nobili, tirati a lucido, col suo mantello ancora impolverato per il viaggio, non poteva fermare i suoi occhi dal cercare un piccolo scricciolo dai capelli rossi e ribelli tra i ranghi, impresa finora del tutto vana. Forse aveva semplicemente cambiato indirizzo o forse le lettere erano andate perdute, doveva pur esserci una spiegazione per cui Penelope non aveva risposto nemmeno una singola volta alle sue missive. L'aveva aiutata, l'aveva salvata dalla rovina, doveva pur essergli un minimo riconoscente! La considerava una buona amica, l'unica che desse impressione di comprendere le sue lettere e le cui parole leggeva sempre più di una volta, perché quella ragazza era un mago a nascondere certe sfumature nella penna. Pareva sapere sempre di quale incoraggiamento lui necessitava, anche se non era presente con lui fisicamente, capiva ogni suo stato d'animo e ora che aveva più bisogno di lei, si negava. Era veramente crudele! Ovviamente non era quello il primo aggettivo a cui legava Penelope, ma era oltremodo irritato dal suo comportamento. Si sentiva tradito. Perso in quei pensieri non si era accorto nemmeno dell'arrivo della regina.

"La signorina Francesca Bridgerton presentata dalla cognata, l'illustrissima Viscontessa Bridgerton."

La regina si rizzò sul suo trono e squadrò le due giovani che procedevano appaiate lungo l'elegante stanza. Anthony si sporgeva alzando la testa per vedere meglio. In effetti la madre aveva ragione, notò Colin, Francesca era tesa come uno spillo. Kate con una mano sulla sua spalla procedeva sicura cercando di non spostare lo sguardo dal trono, ma i suoi occhi tradivano una certa apprensione, forse per il lungo strascico della sua protetta o chissà quale diavoleria. Colin non aveva mai capito perché fosse tanto importante che si presentassero alla regina vestite in quel modo così stravagante. Anche a Penelope era toccato quel "patibolo", così Eloise lo definiva facendolo sorridere non poco ogni volta.

"Viscontessa Bridgerton, vedo che la gravidanza procede splendidamente."

"Sì, maestà."

"Spero che vostra madre e vostra sorella riescano a tornare in tempo dalla Germania."

"Vostro nipote, il principe, sta loro mostrando i suoi possedimenti, tutti luoghi mirabili a quanto scrive mia sorella. Ho insistito io stessa perché non interrompano il loro soggiorno per causa mia."

"Hanno già fissato le nozze?" chiese pressata la sovrana.

"Non ne sono al corrente, vostra Maestà" dovette ammettere la viscontessa tremando.

"Brimsley, fate scrivere a mio nipote, esigo un matrimonio reale entro fine stagione."

"Certamente, Maestà" scattò il valletto.

"Quanto a voi, cara, assolutamente adorabile, siete la degna erede della duchessa di Hastings. Credo che questa stagione sarà un giardino in fiore... e sfido chiunque osare asserire il contrario" aggiunse la sovrana ad alta voce. A quella provocazione, chiaramente diretta a Lady Whistledown, Eloise sussultò e si aggroppò al braccio di Colin per non cadere.

"Qualche problema, sorella?"

"Affatto, un perfetto giardino fiorito" ripeté allucinata.

https://youtu.be/BtcC9GGQM9c

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