Capitolo 21

Come penso sia giusto, mi alzo di scatto, cerco un fazzoletto ed esco di corsa dalla camera. Inizio a bussare forte sulla porta della camera di Giorgio. Sento dei brontolii che provengono da dentro, ma continuo a bussare finché il mio ex amico mi apre con dei jeans sbottonati e a petto nudo. Do una piccola sbirciatina ai suoi pettorali ma non è il momento per soffermarmi su di loro.

"Cosa vuoi Samantha?" Dice poco dopo che ha aperto leggermente la porta.

"Fammi entrare" sostengo decisa.

"Perché hai pianto?" Chiede e io di istinto alzo gli occhi

"Come se a te interessasse. Fammi entrare" cerco di spingerlo per entrare, combatto contro tutta me stessa di non scoppiare a piangere.

"Amore sono vestita, a quella troia la puoi fare entrare" sentito ciò lo spingo via e lo sorpasso come fossi una furia.

"Non mi chiamare amore, non siamo fidanzati" la minaccia e al momento sorrido.

"Cosa vuoi eh?" Mi urla contro Giulia "cos'è tanto urgente da rovinare la meravigliosa scopata che stavamo facendo?" Cerca di darmi fastidio, ma guardo Giorgio, ha le braccia incrociate, è appoggiato al muro della camera mentre ci guarda.

"Vorrei parlare sola con Giorgio" le dico nel tono più calmo possibile, ma una lacrima mi tradisce.

"Oh poverina le dà tanto fastidio il fatto che scopiamo che piange!" Mi prende in giro Giulia ma Giorgio gli urla contro subito dopo di stare zitta e lei non parla più.

"Di voi due non me ne fotte un cazzo! Potete anche sposarvi, non mi tocca minimamente. Voglio parlare di una cosa urgente con lui" sposto il mio sguardo da Giulia al ragazzo davanti a me, ma una seconda lacrima mi scorre sul viso.

"Non fidarti Gio, lei vuole arrivare solo al tuo uccello" continua ridendo.

"Giulia smettila! Si può sapere perché vieni da me piangendo te? Te l'ho già detto di te non mi è mai importato nulla" urla contro di me, se fossi stata lucida quelle parole sarebbero state come pugnali sulla schiena dove potevo sentire il sangue scorrere, ma in quel momento avevo un coltello che si rigirava nel polmone e mi portava molto più dolore.

"Tommaso e Alessandra hanno avuto un incidente!" Sbotto di scatto, lo vedo sbiancare e diventare una statua nello stesso momento. Dicendo di nuovo quella frase a voce alta mi rifece cadere a terra e in un pianto disperato.

"Guarda che scuse devi trovare!" Giulia incrocia le braccia al petto, la fulmino con lo sguardo, ma torno a fissare Giorgio "sono stati investiti, ora sono ricoverati all'ospedale" finisco la frase cercando di non far prendere il sopravvento ai singhiozzi. Lui si gira verso il muro e un secondo dopo inizia a tirargli i pugni, ma un mio piccolo urletto lo fecero smettere, mi guarda per un secondo. Aveva la mascella tirata e lo stesso i muscoli. Teneva stretti i denti e i pugni, quasi vedevo la sua vena della fronte e del collo pulsare. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo finché lui non distaccò lo sguardo e uscì infuriato dalla camera.

"Ti dà così fastidio che scopiamo che devi inventarti un incidente del fratello?" mi urla contro Giulia, la ignoro e continuo a fissare il muro che poco prima ha preso a pugni Giorgio "Che fai stronza non mi rispondi?!" viene vicino da me e mi tira una spalla.

Giulio entra subito in camera "Giulia smettila!" la prende per le spalle e la sposta, noto solo ora che lui è poco più alto di lei.

"Ma hai sentito che cazzate spara?!" si agita e cerca di liberarsi. "Ah no certo sei il suo nuovo cagnolino!"

"Non è una cazzata! La sorella maggiore l'ha appena chiamata dicendoglielo!" Giulia si ferma, ma lo sposta comunque, ci supera e va verso la nostra camera. "Come stai?" mi chiede Giulio avvicinandosi a me. Ma mi alzo di scatto e lo supero, prima di chiudere dietro di me la porta della camera sussurro un "voglio stare da sola, non venire a cercarmi".

Inizio a camminare nel vuoto, mentre le lacrime scorrono sulle mie guance senza fermarsi e i miei pensieri negativi non si prendono una pausa. Come sta Alessandra? Se le è successo qualcosa di veramente grave non me lo perdonerei mai. Lei mi è stata sempre accanto e mi ha difeso più volte, farei di tutto per tornare a Roma e starle accanto, quando io ho rischiato di morire affogata nella piscina lei è stata la prima voce che ho sentito e il primo viso che ho visto aperti gli occhi. Lei ha preso a pugni Giulia per me, le ha sempre tenuto testa, anche se non le raccontavo tutto è sempre stata una spalla su cui poter contare. Non mi perdonerei mai se fosse grave.

Continuando a essere immersa nei miei pensieri non mi ero accorta di arrivare nel giardino, dentro di me qualcosa sperava di vedere Giorgio, poter parlare e condividere il dolore, non immagino come stia lui e gli altri fratelli. Mi siedo sull'erba con la schiena appoggiata alla base dell'altalena, prendo una sigaretta fregandomi se mi avrebbero potuto vedere e prendo il telefono, provo a chiamare Vittorio, dopo diversi squilli mi risponde.

"Pronto?" Ha un tono freddo, vorrei vederlo, sentire il suo profumo, lui che mi abbraccia e cerchiamo di farci forza insieme.

"Ei... come stai?" Dico quasi sussurrando, non ero convinta di ciò che stavo dicendo.

"Oh finalmente hai richiamato!" Alza un po' la voce ma sento qualcuno rimproverarlo.

"Ero arrabbiata con te, scusa"

"Con me?! Cosa ho fatto io?"

"Ti ho chiamato per prima io! Per tre volte! Alla terza avevi il telefono spento! Avevo bisogno di te!" Ormai le lacrime erano un tutt'uno con me.

"Ma io non ho sentito il telefono, ero al parco con gli altri. Ho visto tutto con i miei occhi piccola... ti ho chiamato subito ma mi stavi ignorando. Che stavi facendo? Ti scopavi quel nanetto?!" L'ultima parte stava gridando di nuovo, ma non sento nessuno ribattere da nessuno, ha cambiato stanza.

"Dove sei ora?" Chiedo cercando di trattenere i singhiozzi più che potevo

"Stai evitando la mia domanda! Mi hai messo le corna?!" Continua ad urlare, non lo avevo mai visto così, ero abituato al mio Vittorio dolce e coccoloso, che mi abbraccia di continuo e mi fa sentire al sicuro, che mi sussurra un andrà tutto bene e poi mi lascia un bacio sui capelli, non a quel ragazzo dall'altra parte del telefono.

"Vittò ma che cazzo stai dicendo? Non lo conosco neppure e secondo te posso metterti le corna! Vaffanculo" butto lontano da me la cicca e mi sdraio a terra disperata.

"I nostri fratelli rischiano la vita e te stai fuori a divertirti e chissà che fai lontano da me!"

"Ma senti ciò che dici?! Io ti ho chiamato per aiutarci a vicenda e te mi urli contro sostenendo che ti abbia messo le corna?!" Urlo anche io, anche se vengo interrotta dalle lacrime.

"Tua sorella è stata presa sotto e tu stavi scherzando e ridendo, chissà cosa altro facevi"

"Vaffanculo Vittorio" chiudo subito la chiamata e ormai mi ritrovo nel singhiozzare e non riuscire a controllarmi. Lancio di nuovo il telefono, mi metto di nuovo appoggiata all'altalena, porto le gambe al petto e le circondo con le braccia. Mi sembra di morire. L'ansia per mia sorella, il dolore delle parole di Vittorio, mi sentivo in colpa di essere in gita mentre mia sorella stava rinchiusa in una stanza dell'ospedale. Continuo a singhiozzare e piangere.

"Non sapevo fossi qua" dice Giorgio appena si accorge di me entrando anche lui nel giardino, ma io non rispondo, cerco di trattenere i singhiozzi ma non riesco con le lacrime.

"Bella merda" prova ad avvicinarsi, mi alzo di scatto e lo supero. Era l'ultima persona con cui avrei desiderato parlare, mentre torno in camera controllo il telefono più volte sperando in un messaggio, ma nulla.

Mi scontro con diverse persone mentre cerco di raggiungere la camera, sento imprecare dietro di me per questo, ma ignoro e continuo per la mia strada. Non vedevo quasi nulla per via delle lacrime che non si fermavano. Appena apro la porta vedo Giulia sul balcone, in quel momento avrei voluto un suo abbraccio, come tutte le volte che stavo giù e mi stava accanto come una vera migliore amica, ma lei non lo era più e mai lo è stata. I pensieri di lei e della sua falsità mi fecero ancora più male e continuando a piangere mi stesi sul letto.

Dopo poco rientra Giulia mi lancia uno sguardo ma per una volta, fortunatamente, non mi rivolge parola e mi ignora per tutto il tempo. Dopo mezz'ora le lacrime si fermano, vorrei continuare a piangere. Il dolore dentro di me mi stava mangiando lentamente, ma non scorsero più, penso che le abbia finite, ci sarà un limite prima o poi.

Continuavo a pensare a mia sorella minore, a tutte le risate insieme e i litigi di quando eravamo più piccine, poi pensai a Tommaso, lo conoscevo poco, ma è un ragazzo formidabile, sono così perfetti insieme, non sopporterei di perdere nessuno dei due, mi stanno abbandonando sempre più persone ogni giorno che passa. Mi torna in mente Giulia e i nostri ultimi litigi, mi fecero rabbrividire, soprattutto quando mi sono sentita vicina alla morte nella piscina. Poi ripenso alle parole crude di Giorgio, ma subito dopo la sua presa del polso e vede i miei tagli, avevo visto una luce di speranza nei suoi occhi, pensavo che a me ci tenesse davvero, non capisco le sue parole. La voce di Vittorio mi risuona nelle orecchie, non si fidava di me, sarà il momento, ma sto soffrendo, per troppi motivi, volevo tornare a Roma, risolvere con Francesca e stare accanto ad Alessandra ed esserci quando mi cercherà.

Mentre la mia mente navigava tra i ricordi e i pensieri sento chiamarmi, era Giulia: "Dobbiamo scendere a fare cena, se vuoi cambiarti hai massimo dieci minuti" si siede sul letto mentre mi sta avvisando e dopo poco la vedo cercare nell'armadio, solo adesso noto che era in accappatoio. Mi alzo subito, anche se contro voglia, vado in bagno per struccarmi, come immaginavo sembravo un panda per le lacrime. Mi strucco e mi ritrucco, mi spazzolo i capelli e vado a cambiarmi la felpa, mentre ne cerco una Giulia esce dalla camera, mi ha detto che mi avrebbe aspettato di sotto, non capivo la sua frase, ma non gli diedi peso. Trovai una felpa viola con il cappuccio, la infilo, mi lascio i leggings neri di questa mattina insieme alle Vans che mi ero tolta precedentemente. Esco di corsa essendo in ritardo e trovo tutti riuniti nella hall, vedo Giulia che mi stava guardando scendere le scale, poco dopo si gira e vedo la folla spostarsi verso un'altra stanza, sicuramente dove faremo i pasti nei prossimi giorni.

Giulio si avvicina a me, mi chiede come stia ma non gli rispondo, non avevo la voce. Appena entriamo nella sala noto diverse tavolate lunghe in fondo, capisco che sono riservate per noi. Giulio mi supera e lo vedo fiondarsi per prendere i posti, ne prende due al lato dell'ultimo tavolo, il secondo era per me. Per mia sfortuna davanti ci capitano Giorgio e Giulia e mi sto maledicendo mentalmente di non essere rimasta a casa. La mia ex migliore amica sforza un sorriso ma tolgo subito lo sguardo, ci si avvicinano dei professori comunicandoci che questi saranno i posti per le prossime volte e che per l'antipasto è a buffet, si raccomandano di non alzarsi tutti insieme per non creare disturbo alle altre persone presenti nella sala. Giulio si alza e va a prendere qualcosa per tutti e quattro. Nessuno dei tre apre bocca, vedevo la ragazza davanti a me sentirsi in difficoltà ma non capivo il motivo visto che non mi dava problemi a insultarmi davanti a tutti.

Giulio torna dopo con quattro piatti di insalata mista e qualche patatina, più qualche pezzo di pane per dopo. Provo a mangiare un po' di insalata ma non mi va giù, appena provavo a ignorare anche una sola patatina mi veniva da vomitare, quindi ho evitato di toccare qualcos'altro se non l'acqua.

"Non mangi?" Chiede la ragazza davanti a me.

"Da quando tutto questo interessamento?" Le sputo acida e Giulio mi dà una gomitata sul fianco.

"Eravamo amiche da una vita, nonostante l'ultimo periodo sia stato un po' così, mi preoccupo ancora per te" scoppio a ridere sarcastica.

"Tu stessa hai detto non ti è mai fregato nulla di me, tanto meno della nostra amicizia" bevo altra acqua, avevo lo stomaco chiuso. Vedo Giorgio sogghignare e capisco subito l'ironia, entrambi la stessa storia.

"Ero arrabbiata! Capiscimi" cerca di supplicarmi.

"No Giulia, quello che hai detto e fatto fa parte del passato e non si può cambiare. Non me ne frega più nulla" finisco la frase appena giusto in tempo che arrivano i camerieri con il nostro piatto, era una cotoletta.

"Sembra quasi una barzelletta" sussurra Giorgio e lo fulmino con lo sguardo.

"Non puoi non mangiare nulla" si rivolge a me Giulio con la bocca piena "neanche a pranzo hai mangiato" finisce la frase una volta ingoiato il pezzo di carne che stava masticando ma lo ignoro, continuo a giocherellare con il coltello.

"Ha ragione, se ti succedesse qualcosa mio fratello non me lo perdonerebbe" Giorgio stava parlando così piano che quasi ebbi difficoltà a capire ciò che stava dicendo. Lo guardo incredula.

"Se non mangio nulla per una sera non mi succederà niente!" Sbotto per poi provare a mangiare un po' di carne, ma ho bisogno subito di un bagno. Mi alzo subito e ne vado in cerca nella stanza del ristorante, non trovandolo ed essendo di fretta vado quello in camera. Entro correndo, lasciando la porta spalancata, mi butto sulle ginocchia vicino al gabinetto e dopo due secondi inizio a vomitare. Era molto che non succedeva, non mi mancava per niente. Una volta finito mi sentivo la gola secca, mi allontano un po' che la puzza mi faceva tornare il conato.

Ciao!

Scusate per l'assenza ma la scuola mi sta tenendo molto occupata.

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se avete opinioni sono felice di leggerle nei commenti ;)

Vi voglio bene,

Bblonde <3

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