Capitolo 18
Tornata a casa sento mia madre richiamarmi e chiedere dove fossi ma la ignoro e vado direttamente in camera, avevo bisogno di una doccia. Metto la mia playlist preferita e alzo il volume a tutto. Sento l'acqua scorrermi addosso e cadere a terra, vorrei che i ricordi facessero lo stesso. Nella mia testa sento ripetere le frasi crude di Giorgio, mi sentivo male, bruciavano più dei tagli. Inizio a sentire gli occhi pizzicare ma lascio le mie lacrime uscire, scivolo a terra con l'acqua che mi arriva addosso.
Mi sentivo in colpa di non essere intervenuto prima, pensavo che ti fossi innamorata di me immaginandomi come un eroe e non sapevo come uscirne
Come ha potuto, come è riuscito a prendermi in giro così? Gli dispiaceva che fosse andato a letto con Giulia per me, perché oggi mi dice che non gli è mai fregato nulla di me? Mi ha presa in giro, tutte le volte che mi gironzolava attorno per sapere se stessi bene era una finta. L'attore doveva fare, altro che rapper. Era una giornata perfetta, finalmente stavo bene, perché si è comportato così? Come ha fatto a prendermi in giro per tutti questi giorni, poi così bene. Mi sento come se qualcuno mi avesse tolto qualcosa da un momento all'altro, sono disorientata, non so più che pensare. Tiro un pugno alla parete accanto a me, poi appoggio la testa mentre le lacrime si mischiano con l'acqua della doccia che mi colpisce.
Quando finalmente mi sono calmata esco dalla doccia, mi guardo allo specchio e quasi mi spavento: sembro uno zombie. Ho delle occhiaie così scure che non le avevo mai viste, gli occhi rossi e gonfi per il pianto ma sembra che mia sia fatta venti canne, ma allo stesso tempo il mio sguardo sembra spento, vuoto, non vedo nessuna emozione dallo specchio.
Finalmente mi metto il mio pigiama e mi infilo dentro le coperte, mi sentivo così stanca che non riuscivo più a tenere gli occhi aperti e infatti dopo poco mi ritrovo nel mondo dei sogni.
"Buongiorno piccola" sussurra Vittorio al mio fianco e io sorrido come un'ebete e biascico un saluto con la mia voce rauca appena sveglia. Mi lascia un bacio sulla fronte, scende dal letto ed esce dalla camera. Solo ora mi accorgo che siamo a casa sua. Mi alzo anche io, prendo di istinto un paio di pantaloni della tuta e con la maglietta che ho usato come pigiama scendo in cucina.
Trovo Vittorio di spalle impegnato ai fornelli e lo abbraccio da dietro, dopo poco si gira e mi lascia un bacio sulle labbra. Appena mi giro per andarmi a sedere al tavolo vedo Giorgio con la mascella tirata e con i pugni stretti.
"Deciditi Sam!" io lo guardo confusa mentre mi urla contro "Prima sembra che tu sia follemente innamorata di me ma poi scopro che ti fai mio fratello!" prende il vaso accanto a lui e lo butta a terra.
"Ma sai che c'è?" Vittorio mi aveva raggiunto subito e si è posizionato davanti a me per proteggermi da suo fratello minore. "A me non è mai fregato nulla di te, ti stavo accanto solo per quello che è successo quella notte, mi sentivo in colpa di non essere arrivato prima. Ero convinto che ti piacessi perché mi consideravi il tuo eroe e non sapevo come dirti che non è corrisposto senza farti male. Di te non mi è mai importato nulla."
Mi sveglio di soprassalto e mi accorgo che altre lacrime mi stanno rigando il volto. Le tolgo con un gesto della mano e guardo l'ora: le sei e mezza del mattino. Decido di alzarmi e prepararmi per bene. Inizio a truccarmi, mettendomi anche l'eyeliner che sono riuscita a mettere bene alla prima volta con del mascara e rossetto scuro. Apro l'armadio alla ricerca di qualcosa da mettere e opto per i jeans neri strappati con un maglioncino nero aderente.
Fortunatamente quando sono scesa per colazione ancora era presto e Francesca si stava cambiando, perciò mi sbrigo e riesco a uscire di casa senza incrociarla. Decido di andare a scuola a piedi visto che sono più che in anticipo.
Arrivata davanti scuola noto quanto sia piena, cerco di farmi spazio ma sento chiamarmi da dietro. Vedo un braccio alzato e mi invita a unirsi con loro, subito dopo riconosco Vittorio che si sta avvicinando a me.
"Mi eviti piccola?" mi chiede appena mi raggiunge mentre mi abbraccia e io sorrido. Mentre stiamo tornando dal suo gruppo lo blocco.
"Non voglio vedere mia sorella e tanto meno Giorgio. Ti dispiace se ci vediamo direttamente a ricreazione?" mi guarda con occhi dolci e annuisce, ci diamo diversi baci a stampo prima di entrare e sento già tutti gli occhi addosso. "Mai nessuno che si fa i cazzi suoi, può essere che devo essere sempre sulla bocca di tutti?!" mi dico nella testa.
Arrivo in classe, dopo poco vedo Giorgio entrare ma continua a guardare in basso come faceva sempre prima di conoscermi, ma io non sorrisi. Non sentire la sua risata e il suo saluto mi fecero male, ma cercai di non pensarci.
"Buongiorno ragazzi!" Dice euforica la professoressa di lettere. "Come già saprete tra poco ci sarà la gita e andrete fuori per una settimana con il 3G" Appena concluse quella frase mi sento mancare l'aria, quella è la classe di Giulia. Mi maledico mentalmente di essermene dimenticata.Continua a parlare e cerco di focalizzarmi sulle parole, cercando una via di fuga da Giulia. "Ho avuto notizie dalle segreteria e non c'è nessuno che ancora non ha pagato per la gita, da questo si nota la vostra maturità".
"Ma dormiremo fuori?" Chiede Martina.
"Certo, è compreso tutto. Se non sbaglio le camere sono da due o tre persone e andrete a Torino" sento qualche grida entusiasta e sento già borbottare qualcuno sul fatto di mettersi in camera insieme, nel mentre io mi sto ancora insultando per essermi convinta di partecipare a questa uscita: sarà l'inferno e non sono pronta.
La lezione delle due ore passa fin troppo velocemente e sento la campanella suonare, finisco di scrivere gli appunti e sento qualcuno sussurrare accanto a me: "Ci divertiremo". Alzo lo sguardo e vedo Giorgio che esce dalla classe con un ghigno, ma poco dopo compare Vittorio sulla soglia e sorrido automaticamente, lascio tutto sul banco e lo vado ad abbracciare e lui mi lascia un bacio sui capelli. Mi prende per mano e andiamo verso il suo gruppo.
"La settimana prossima andremo in gita con la stessa classe di Giulia" dico di punto in bianco e lui di istinto mi abbraccia più forte da dietro.
"Andrà tutto bene. Però non picchiatevi proprio la settimana che non ci sono" scoppiamo a ridere insieme, le persone accanto a noi continua a fissarci e Vittorio continua a lasciarmi qualche bacio e io sorrido.
"We Sam!" mi saluta Matteo "Ti sei divertita l'altra sera vero? Non sapevo che la tua pischella fosse così brava a beer pong anche da ubriaca" dice ridendo a Vittorio.
"Modestamente è la migliore" mi lascia un bacio all'angolo della bocca, poso lo sguardo per un secondo su di Giorgio, lo vedo irrigidirsi e girarsi dall'altra parte.
"Abbiamo saputo che tu e Gio andrete a Torino la settimana prossima, non litigate anche lì che poi via telefono non lo sopporto" continua il nostro amico, quando sento quelle parole quasi che mi sbianco, lui aveva detto che non gli interessava nulla di me.
"Non ci sono rischi!" rispondo forzando un sorriso. "Tanto a lui non importa nulla di me" sussurro e fortunatamente nessuno mi sente. La ricreazione finisce e Vittorio mi lascia un bacio a stampo e torno in classe, ma mi scontro contro una ragazza. Dalla fretta mi scuso e cerco di superarla ma appena sento la sua voce mi blocco e mi giro di scatto.
"Per una volta ti scusi!" mi urla contro Giulia "la settimana prossima ci divertiremo" mi fa un occhiolino e continua a camminare. In quel momento volevo sprofondare, le ultime persone con cui adesso avrei voluto passare una settimana sono proprio quei due. Prima di entrare in classe mi rinchiudo in bagno, caccio un urlo dalla rabbia e tiro qualche pugno al muro, finché non sento alcune nocche spaccarsi. Guardo le mie ferite, volevo scoppiare a piangere e sedermi a terra, ma non avevo le forze neanche per fare quello. Mi lavo le mani, togliendomi il sangue, ed entro in classe.
"Prete dove eri?" mi chiede la professoressa mentre passo la soglia d'ingresso della classe "Invece tu Ferrario?" mi giro di scatto e vedo Giorgio dietro di me, mi chiedo cosa abbia fatto, come mai fosse in ritardo, ma cercai di togliermi la curiosità quasi subito appena vidi il suo ghigno.
"Déjà-vu" dice sussurrando "Dovevo portare un foglio in segreteria per la gita, se mi scusa" finisce di dire in modo che senta anche la prof e indica con la testa il suo banco e lei annuisce.
"Lei Prete? Sto ancora aspettando la sua risposta" mi sento bloccata, senza voce, mi sembra cadere e di essere sospesa nel vuoto. Abbassai il mio sguardo sulle mie mani e le nascosi di scatto, mi giro verso Gio e mi stava guardando storto, come se non stesse capendo cosa stia facendo. In verità non mi comprendo neanche io stessa, non riesco a concepire la mia azione passata e tanto meno la mia reazione attuale.
"Al bagno prof, scusi ma c'era fila" dico con un filo di voce, sento qualche risatina ma lascio correre, in quel momento mi stavo concentrando su di me, l'insegnante mi dà il permesso di accomodarmi. Lottavo con tutta me stessa per trovare la forza di rimanere in equilibrio e non cadere, in quel momento mi sentivo fragile, come se anche un piccolo sasso mi avrebbe fatto finire con il sedere a terra. Un piccolo soffio e sarei volata via, stavo camminando troppo lentamente, lo capivo dal vocifero dietro di me e lo sbuffo dalla professoressa prima che cominci di nuovo la spiegazione.
Le ore passarono velocemente ma io non riuscì a seguire quasi nulla, ero immersa nei miei pensieri, nella mia immaginazione che non so quanto sia lontana dalla verità, più mi guardavo le mani più mi sentivo sola, sembrava come se una nebbia mi circondasse e non vedevo nient'altro, il terrore aveva preso la meglio su di me, infatti avevo iniziato a tremare, più volte mi avevano chiesto se avessi freddo e ogni volta negavo. Mi sentivo morire da dentro, mi sembrava di essere risucchiata piano piano. Più passava il tempo più mi mancava il respiro, più i minuti trascorrevano sentivo la testa scoppiare. Trasalì da quello stato di trance quando la campanella suonò, vedo Giorgio uscire di corsa come se fosse in ritardo. Io con calma sistemo le cose e rimetto tutto il materiale nel mio zaino, senza avere fretta, avevo deciso che avrei fatto una passeggiata prima di tornare a casa, per schiarirmi le idee.
"Ei piccola, oggi stai in un mondo tutto tuo eh?" mi spaventò, ma appena riconosco la voce mi alzo e lo abbraccio, affondo il mio viso sulla sua felpa, ne avevo bisogno, soprattutto da colui che con un minimo contatto visivo mi faceva sentire protetta.
"Come mai ci metti così tanto tempo per uscire dalla classe?" mi chiese mentre continua ad abbracciarmi forte tra le sue grandi braccia.
"Volevo fare con calma, avevo in mente di fare una passeggiata prima di andare a casa. Avevo bisogno di pensare un po'" dico sincera mentre alzo lo sguardo e ci fissammo. Mi tiene per i fianchi e mi lascia un lungo bacio, poco dopo mi alza e mi fa sedere sul banco e approfondiamo il bacio.
All'improvviso sentiamo delle voci avvicinarsi e ci fermiamo subito, prendo lo zaino e usciamo di corsa fuori dalla scuola cercando di non farci vedere, stavamo ridendo e mi meravigliavo di me. Fino a dieci minuti fa mi sembrava di morire e adesso stavo sorridendo come se non fosse successo nulla.
"Come mai sei venuto nella mia classe?" dico all'improvviso guardandolo, mentre stavamo camminando mano nella mano. Lui si ferma e sorride, capisco il doppio senso e arrossisco.
"Vuoi la verità o una dolce bugia?" mi chiede guardandomi fisso negli occhi.
Volevo la verità, ma non so perché sentivo qualcosa bloccarmi, una vocina dentro di me mi suggeriva una dolce bugia. Spesso la verità fa male, taglia più delle lame, mentre una dolce bugia ti fa stare bene, sicura, protetta, ma a lungo andare, quando si scoprirà la verità, farà il doppio male.
"La verità" capisco dopo averlo detto che non fossi io in primis sicura di questa scelta.
"Appena sono uscito dalla classe mi sono ritrovato Giorgio davanti, con il fiatone, aveva corso per raggiungermi il prima possibile." Il mio cuore stava rallentando, mi sentivo gelare, pensavo che stessi per trasformarmi in un ghiacciolo umano. "Mi ha detto che per le ore dopo ricreazione ti sei comportata in modo strano, troppo strano. Era preoccupato, voleva che mi assicurarsi che stessi bene, ti ha visto molto più rigida del solito, più distratta. Ha notato che ti fissavi spesso le mani, ma poi le nascondevi" finisce di parlare alzando la mia mano che era nella sua e mi mostra le mie nocche che per quanto le ho guardate le saprei disegnare a occhi chiusi. Gli tolgo subito la mano e la nascondo dietro la mia schiena. "Cosa è successo?"
"Mi ha mentito" sussurro, realizzando ciò che mi stava raccontando il mio ragazzo.
"Chi?"
"Ha detto che di me non gli è mai fregato nulla" prendo un sospiro.
"Piccola cosa stai dicendo?"
"Perché?!" urlo guardando Vittorio, continuo a ignorare le sue domande, avevo il bisogno di parlare io, di sfogarmi. "Perché tutte quelle menzogne!" mi metto le mani nei capelli e mi giro verso il panorama.
"Piccola cosa succede?" mi sussurra mentre mi abbraccia da dietro.
"Non ci capisco nulla" rispondo sincera.
* * *
Ciao!
Scusate per il ritardo ma sono stata presa e non restituita dai libri cartacei
Come sono andate le vostre letture di febbraio? Quanti libri avete letto?
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina o se avete dei consigli da darmi sono contenta di riceverli.
Vi voglio bene,
Bblonde <3
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