capitolo 11

"Oh Vittò" lo salutano in coro le mie sorelle, io mi sono coperta il viso da un cuscino. Appena lo sento vicino a me sussurro: "ti prego dimmi che non hai sentito". Lo ascolto ridere, vuol dire che ha compreso ogni minima parola. "Non ci credo!" Esclamo togliendomi il cuscino dal viso.

"Io e te parliamo in privato, a voi vi ucciderò poco dopo" dico prendendo per una volta io il polso di Vittorio e lo accompagno in camera.

Lo vedo guardarsi intorno, nel mentre chiudo la porta dietro di me.

"Scusa il casino, solo che tipo una settimana fa ho avuto una crisi e ho distrutto quasi tutto"

"Lo avevo capito le foto strappate e le lampade spaccate" lo vedo prendere una foto per poi riposarla poco dopo, gironzola un po' per la stanza esaminandola.

"Mi sono dimenticata di buttarle via" esclamo alzando le spalle mentre lo raggiungo.

"Mmm tutti dischi rap eh?" Dice osservando la mia collezione.

"Colpa di Ale, me li ha fatti scoprire e me ne sono innamorata." Fisso anche io i miei numerosi dischi, adesso capisco di esserne un po' ossessionata.

"Bassi Maestro, Salmo, Emis killa, Marracash, Gemitaiz, Madman... beh devo dire bei gusti signorina"

"Comunque ti volevo dire di non fraintendere le parole di Ale e Fra, loro sono convinte che tu mi venga dietro ma sto cercando di far capire che siamo solo amici" rivelo tutto d'un fiato senza guardarlo negli occhi.

"Oi respira" dice prendendomi il viso e obbligandomi a guardarlo. Il mio viso sta andando a fuoco, ci scommetto. Sorridendo continua: "tranquilla non ho frainteso nulla, capisco che posso sembrare un cagnolino" scoppia in una risata e avvicina il suo viso al mio, fin troppo e mi ritrovo a trattenere il fiato.

"Eh ma loro continuano a credere che tu mi venga dietro, le convinci tu? Io non le sopporterei" dico ridendo. Lo vedo avvicinarsi sempre di più con il viso e io automaticamente faccio qualche passo indietro ma finisco incollata al muro. Dopo pochi secondi me lo ritrovo vicino a me, i nostri visi erano distanti pochi centimetri, aveva appoggiato la sua mano destra sulla parete dietro di me e sentivo il suo respiro, mi sentivo soffocare. Ancora non riuscivo a stare così vicino con qualcuno che le immagini ricompaiono e non riesco a toglierle, inizio a respirare molto velocemente e l'ansia prende il sopravvento su di me, volevo fuggire ma ero una statua. Non so il motivo ma non volevo essere così vicina, mi sentivo a disagio, so che non mi farebbe mai del male, ma io mi sento in pericolo, come se il ragazzo davanti a me si mutasse in quell'uomo ubriaco di quella sera.

"E se non volessi?" Gli compare un ghigno sul viso e la sua mano sinistra sta percorrendo il mio braccio fino ad arrivare sulla spalla "se fosse vero?" Adesso ha portato il suo dito vicino al mento. Ho il battito accelerato e sto respirando a fatica. "Però non voglio che sia così, tu devi stare bene ed essere lucida" mi lascia un bacio sulla guancia ed esce dalla mia stanza salutandomi. Appena chiude la porta le mie gambe cedono e cado a terra seduta, fisso un punto vuoto davanti a me e mi perdo nei pensieri, non riuscivo a capire molte cose: lui, me, la mia reazione sotto i suoi tocchi ma allo stesso tempo l'ansia di averlo così vicino. Perché devo rovinare sempre tutto? Un ragazzo perfetto mi voleva baciare, ma io mi sono fatta prendere dai ricordi e dal terrore. Perché è dovuto capitare a me? Fino a quel giorno era tutto perfetto, adesso mi sento in un buco nero. Perché il mio corpo ha reagito così? Cosa ho di sbagliato?

Poco dopo entra Francesca e inizia a farmi l'interrogatorio, cerco di calmarla e dopo che mi sono fatta portare un bicchiere d'acqua inizio a raccontarle. Me ne pentì poco dopo, ha iniziato ad urlare e l'ultima cosa che volevo era tutto quel casino. Desideravo un po' di silenzio e perdermi nei pensieri da sola. Anche Alessandra irrompe nella stanza chiedendo cosa fosse successo, non faccio in tempo a risponderle che mi anticipa nostra sorella maggiore. Proprio come Francesca anche Alessandra ha iniziato a sclerare. Mi sentivo in imbarazzo, fin troppo, infatti mi copro il viso con le mani. Spero che finiscano presto, non le sopporto più.

"Non provare a dire nulla a Tommaso" la minaccio realizzando che fosse nell'altra stanza.

"Troppo tardi, avevo già capito dalle urla ma ora ho la conferma" sta ridendo e io, dentro di me, maledico tutti.

"Fantastico!" Esasperata mi alzo e mi butto sul letto.

"Ma non sei felice?" Chiede Francesca.

"No! Ve lo avevo detto!" Ogni volta che mi chiama piccola o si avvicina a me manca un battito, ma dovrei aver avuto una reazione diversa se piacesse anche a me, non mi sarei dovuta far trasportare dal terrore, avrei dovuto dare più importanza alle famose farfalle nello stomaco se per lui provassi qualcosa in più rispetto alla semplice amicizia. "Gli voglio bene, un sacco, ma non di più" mi girai e appoggiai il mio viso sul cuscino, non volevo dire della mia reazione, non volevo ricevere una ramanzina o le solite frasi del tipo: "devi superarlo".

"Sarò muto come un pesce" giura Tommaso e lo ringrazio con un gesto della mano.

Le ragazze non sanno più come continuare, forse hanno capito che è tutta colpa loro, non di tutto certo ma di questo pomeriggio possiamo dire di sì. Sono una codarda, non c'è altra spiegazione. Sono così cattiva da cercare di dare colpa solo alle mie sorelle anche se loro non c'entrano nulla, perché in un modo o nell'altro sarebbe successo e avrei potuto reagire in modo diverso.

"Il futuro potrebbe ancora cambiare, potresti interessarti a lui, non fare tutta l'erba d'un fascio!" Cerca di consolarmi Francesca. Non ha capito che il problema non è che non mi interessa, il problema è che non capisco la mia reazione.

"Il problema è perché non so il motivo del fatto che sto giù!" Provo a dire nonostante abbia la faccia ancora sul cuscino, non ho intenzione di alzarmi.

"Visto che non è ricambiato potresti avere paura di rovinare l'amicizia?" Mi chiede Ale, rimango spiazzata dalla domanda. Non ci avevo pensato e non sapevo nemmeno la risposta

"Oppure ti piace qualcun altro quindi ti senti in colpa per Vittorio?" interviene Tommaso. Mi giro di scatto e lo guardo storta, non ci credo che abbia detto una fesseria del genere, vedendomi alza le spalle.

"Non ti facevo così intelligente" dice ridendo Francesca. La fulmino con lo sguardo.

"Non mi piace nessuno! Vi devo ricordare cosa è successo in questi giorni? Se non fosse per voi e Giorgio non starei a meno di due metri da un soggetto di sesso maschile."

"Se lo dici tu, cercheremo di creare meno problemi la prossima volta" mi fa una carezza sul braccio Francesca prima che tutti escano dalla mia stanza. Volevo bene a tutti, ma volevo stare sola, quindi dentro di me esultai un pochino.

"Ah, prima che mi dimentichi, Massimo fa una festa sabato, sono invitati tutti. So che ci andrete o magari già lo sapevate ma ve lo dovevo dire." Dico sorridendo, mi ringraziano e mi lasciarono da sola e ne fui grata.

Un mix di emozioni prese il sopravvento su di me, panico, tristezza, felicità, ansia, non so riconoscerli manco io. Lo avevo così vicino, desideravo baciarlo ma dentro di me una morsa mi bloccava, mi faceva male. Vicino a lui mi sento bene, ho il cuore che accelera se mi sfiora, inizio a essere nervosa ma riesco ad essere me stessa. Ma c'è qualcosa di strano, ma non riesco a capire: il terrore.
Mi metto le mani sui capelli per la disperazione e per il mal di testa.

Poco dopo mi alzo e prendo il portatile e apro spotify, metto la playlist di Alessandra a tutto e mi butto sotto la doccia. Sento l'acqua calda scorrere su di me, ma appena chiudo gli occhi vedo Giorgio. Li riapro di scatto e metto l'acqua gelida per svegliarmi e calmarmi. Cosa c'entra lui ora?

Mi guardo allo specchio una volta uscita dalla doccia. Cosa mi sta prendendo? Perché non riesco a fare pace con il cervello. Sono solo amici entrambi, cosa penso? Davvero qualcuno come loro potrebbero venirmi dietro? Sono solo stupida e fraintendo tutto, non ci sono altre spiegazioni. Mi sono fatta prendere troppo dalla fantasia e ho sbagliato tutto, avrò capito male anche le parole, deve essere così perché se no non si spiega.
Mi distendo subito sul letto e poco dopo mi addormento.

"Ei piccola" dice una voce mentre mi abbraccia da dietro.

"Cosa fai qua?" Mi lascia un bacio sulla guancia mentre mi sto girando.

"Non riuscivo a non vederti" mi abbraccia forte, siamo distanti solo qualche centimetro.

"Dai stupido" sto sorridendo, mi fanno impazzire i suoi occhi scuri.

"Chiedimi un bacio" sussurra sempre più vicino a me.

"Baciami, ti prego baciami" avevo il battito a mille, non so per quanto avrei retto. Si avvicina sempre più vicino a me e continua a fissarmi le labbra, poi posa le sue delicate sulle mie. Le farfalle nel mio stomaco stanno ballando come se non ci fosse un domani.

"Come fai? Come riesci a fare la troia dopo tutto?" Dopo aver sentito questa frase Vittorio si allontana da me, all'inizio non volevo, ma poi ho riconosciuto la voce e anche io feci qualche passo indietro. Era Giorgio, con gli occhi infuocati dalla rabbia proprio sulla soglia della mia camera.

"Ei Gio, ti posso spiegare!" Cerco di avvicinarmi ma lui esce dalla camera, lo rincorro.

"Perché fai così? Fammi parlare!" Urlo prima che faccia le scale. Si blocca e si volta lentamente.

"Difficile da capire che a te ci tengo?" Mi dice lentamente.

"Gio anche io tengo a te"

"Ma non come voglio io se ti limoni mio fratello!"

"Gio tu non mi vuoi veramente, manco tuo fratello. Come fate a volere una come me?" Non faccio tempo a finire la frase che lo trovo accanto a me che mi circonda con un braccio dietro la schiena, proprio come questa mattina.

"Non voglio che ti succeda niente" sussurra al mio orecchio.

"Non mi succederà nulla" inizia a mancarmi il respiro, il cuore inizia a battere molto più velocemente.

"Io sono un Mostro, starai male se mi stai accanto" si allontana bruscamente e diventa cupo.

"Io sto bene da quando siamo amici" cerco di prendergli un polso per farlo tornare.

"Ogni maledetto giorno ti succede qualcosa, un giorno sarà colpa mia e se ci affezioniamo staremo ancora peggio." Sta facendo le scale.

"Per favore Gio, ragiona!" Provo a richiamarlo.

"Addio" lo vedo scomparire dopo che ha chiuso la porta di casa.

"Gio non farmi questo! Ti prego!" Sento le lacrime scorrermi in viso, poco dopo qualcuno mi sorregge, mi giro e trovo Vittorio a pochi centimetri dal mio viso.

"Finalmente saremo solo io e te" mi abbraccia.

"Io gli voglio bene, non voglio che se ne vada!"

"Lui ha scelto così" mi prende il viso tra le mani

"No! Non può decidere per entrambi!" Mi agito come una bambina.

"Perché quando TU non gli volevi parlare, non hai deciso per entrambi?"

"Beh era diverso." mi fermo, non aveva tutti i torti.

"In realtà no. Torna qua piccola" dice mentre allarga le braccia per accogliermi in un abbraccio.

"Scusami" sussurro, inizio a correre per le scale e appena apro la porta inizio a urlare il suo nome fino a finirmi la voce e ad un tratto tutto intorno a me diventa nero.

"Oi che succede?" Sento scuotermi e mi sveglio di soprassalto.

"Era un sogno, solo un sogno" sussurro mentre mi copro la faccia realizzando ciò che ho appena vissuto.

"Stavi urlando" Francesca è accanto e me e si vede che è preoccupata.

"Incubo, lascia stare"

"Cosa hai sognato?"

"Non ne voglio parlare" dico secca, spero che capisca.

"Mi hai fatto preoccupare"

"Scusa" mi copro con le coperte fino alla testa.

"Alzati che è tardi" la sento chiudere la porta.

"Cosa diamine ho sognato?" mi rimprovero. Quando finalmente riesco a mettere da parte il sogno mi alzo per cambiarmi. Mi sono messa dei pantaloni della tuta neri con una maglia con le maniche lunghe bianca che mi lascia scoperta una piccola parte di pelle. Mi trucco e mi metto le air max nere.

"Buongiorno!" Alessandra si avvicina a me, mi abbraccia e mi porge una fetta biscottata già farcita con la marmellata.

"Cosa è successo?" La guardo interrogativa, non è mai stata così dolce con me.

"Mh" dice guardandosi attorno. "Beh c'è stato un bacio" inizia ad arrossire tutta e poco dopo corre via a prendere lo zaino. "Dopo scuola mi ha invitato allo skate park, me l'ha scritto sta mattina, vuole parlare." Sta parlando velocemente. È in ansia si vede dal fatto che non riesce a stare ferma e non vede l'ora di uscire di casa. "Andiamo?"

"Intanto vai, io prendo lo zaino e ti raggiungo" ingoio l'ultimo boccone e mi alzo. "Fra?"

"Vado a fare colazione con Edo visto che entro un'ora dopo" ci dice dalle scale mandandoci un bacio.

"Qua tutte innamorate, mi avete lasciata sola bastarde" apro la porta e sento ridere dietro di me.

"Senti chi parla!" Urlano insieme.

"Sono solo vostri film!" Mi allontano e continuano a ridere. Poco dopo Alessandra mi raggiunge. "Non ti azzardare ad aprire bocca. Nessuno mi viene dietro e io non vado dietro a nessuno" la zittisco subito e lei alza le mani in segno di arresa. Usciamo di casa, incrociamo la macchina di Edoardo, ci saluta con un suono del clacson e noi ricambiamo con un gesto della mano. Mentre cerco di far calmare mia sorella minore, presa dall'ansia per l'appuntamento di quel pomeriggio, ci dirigiamo verso la fermata dell'autobus.

"Oi" sento chiamarci da dietro e poco dopo vedo un braccio circondarmi le spalle. Mi volto e vedo Giorgio con il suo sorriso. È vestito completamente di nero e oversize.

"Giorno Gio!" Dico con forse un po' troppo entusiasmo e lo abbraccio. All'inizio non se lo aspettava manco lui, infatti era rigido, poco dopo si ammorbidì. Respirai anche troppo il suo profumo, l'incubo era ancora impresso nella mia mente, non avrei voluto rischiare di perderlo. L'unica cosa certa è che io tengo a lui.

Quando mi staccai dall'abbraccio vedo Giulia fulminarci con lo sguardo e poi fare un ghigno, non era un bel segno.


Ciao! Come state?

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Bblonde

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