Ciò che sembriamo e ciò che siamo.
vedere pelle, unghie, palmi -
siamo sensi, graffi e passi.
Chiudi gli occhi e guarda, apri il sorriso e parla. Nel tuo cuore c'è abbastanza spazio per capire ciò che la mente non afferra: che aldilà dei gesti non ci sono sassi, che le persone non sono fatte con compassi, e che ognuno ha una sua consistenza aldilà della semplice apparenza.
Forse siamo fatti di sogni, forse di bisogni, d'acqua o fuoco, o forse di terra o forse di ferro. Non saremo mai uguali, ma tutti mai perfetti, e a ognuno mancherà qualcosa che invece l'altro ha. Forse parleremo sempre due lingue diverse: basta che non siano avverse. Ma forse potremo condividere un po' della vita, se sapremo fidarci e provare. Perché non è infinita, e non dovremmo perderci nessuno che la possa affrontare con noi: non dovremmo perdere occasioni per essere deboli, stupidi, coraggiosi, incoscienti - noi stessi. E soprattutto non dovremmo perdere l'occasione di essere uniti, gli uni con gli altri, in tutto questo. Non dovremmo perdere occasioni per essere sgridati, stretti, lasciati, presi, persi, cercati. Per cogliere qualcosa - un tic, un gesto, una frase, un'abitudine, una passione, uno sguardo sul mondo - da chiunque ci circondi, per accoglierlo e renderlo al meglio, facendolo crescere dentro di noi come la memoria di qualcosa che c'è stato, che è stato bello, e che deve durare indipendentemente da com'è andata. Indipendentemente da quello che abbiamo visto, ma soltanto secondo ciò che abbiamo vissuto.
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