Mummie, mamme e maschere di bellezza
C'era una tale umidità che a Nito sembrava di muoversi nella colla mentre a fatica si alzava dal letto per andare a rispondere al telefono che squillava da almeno tre minuti, implacabile.
«Ma vi sembra questa l'ora di chiamare?»
«Buongiorno!» trillò la voce acuta e artificiosamente felice di una centralinista all'altro capo del telefono.
«È magari interessato all'acquisto di una maschera di bellezza della nostra ditta Lumache&Co?»
«No, guardi...»
«Gli sconti sulle nostre creme corpo sono mostruosi!»
«Lusingato, ma...»
«Per non parlare dei trucchi, che sono in saldo per Halloween e...»
«Grazie, non mi interessa!» sbottò Nito, chiudendo la telefonata prima che la ragazza potesse replicare. Per nulla pentito di quella brusca apocope e, anzi, ancora insonnolito per essere stato svegliato in maniera così traumatica — e decisamente troppo presto per i suoi gusti — pensò di tornare a dormire un altro po', ma gli cadde l'occhio sulle notifiche del cellulare e vide che sua madre gli aveva mandato un messaggio. Come tutte le persone di una certa età, anche sua madre aveva difficoltà ad adattarsi alla tecnologia moderna, perciò i suoi whatsapp suonavano più come decreti reali.
«A Nitocris Amenophis I
Mio amato figlio, spero che questa mia nuova ti trovi in buona salute.
Hai già fatto il cambio delle bende? Vedi di non tardare troppo come al tuo solito, o ti rimarranno attaccate alle ossa e dovrai andare dall'imbalsamatore. Dubito però che ce ne siano di bravi a Roma, come ho avuto già modo di dirti più volte da quando decidesti di trasferirti laggiù.
Ti scrivo per comunicarti la mia decisione di trovarti moglie. Oramai sei morto da più di tremila anni ed è giunto il momento che tu scelga una mummia di buona famiglia con cui accasarti in un qualche cimitero rispettabile. Quel mucchio di tombe in cui vivi ora è del tutto indegno dei tuoi nobili natali.
Riceverai ben presto visite in tal senso.»
Nito rabbrividì: di certo la gloriosa Neferetis III si era messa in contatto con qualche vecchia amica romana dei tempi dei Cesari per combinargli qualche incontro al buio.
"E pensare che sono venuto qui proprio per sfuggire alla sua presa soffocante" pensò, malinconico. Sbirciò dalla porta della cappella cristiana che aveva eletto a sua residenza: era primo pomeriggio e c'erano ancora troppi umani in giro per il cimitero del Verano.
Avrebbe dovuto aspettare la sera per scoprire cosa aveva in mente la sua pressante genitrice.
E infatti poco dopo il tramonto gli fu recapitata una cassa dall'Egitto tramite un servizio di posta express gestito da streghe.
«Santi dèi, se pesa!» borbottò, forzando il coperchio.
«Come osi? Ho perso il mio ultimo filo di grasso quasi mille anni fa!»
Era una delle mummie più belle che Nito avesse mai visto: bende di lino bianco tese su ossa che non avevano più neanche un grammo di carne, orbite nere e vuote e labbra rinsecchite piegate in un grazioso broncio.
Per la prima volta in tremila anni, si ritrovò a ringraziare sua madre.
497 parole
E fu così che Nitocris e Sekemeth s'innamorarono, si sposarono, andarono a vivere in una piramide bifamiliare per l'orrore dei loro genitori e... Fecero tante piccole mummie (?)
Ovviamente tutto questo non poteva entrare nelle 500 parole imposte dal regolamento dell'Halloween Vault indetto da AmbassadorsITA ma anche le mummie hanno diritto al loro lieto fine, o no?
Termino qui il mio sproloquio, enjoy 🙈😂❤️
Crilu
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