31.
Lyseris 's pov
LYSERIS GUARDÒ SUA SORELLA osservare il cielo.
Ne era sempre stata un'amante, fin da piccola.
Ogni volta che la vedere spiccare il volo su Rhaexe, si chiedeva cosa provasse ogni volta che saliva tra le nubi, il motivo dietro il suo sorriso.
Ora, davanti a quel mare calmo, il sorriso della sorella era scomparso, sostituito da una seria determinazione mentre guardava la distesa azzurra sopra di lei.
Era in attesa di qualcosa.
Lyseris desiderava avvicinarsi, starle vicino come le sarebbe stata prima della sua partenza.
Come lo era sempre stata.
Ma chi aveva davanti non aveva più il calore di sua sorella.
Vserya aveva la freddezza di una sopravvissuta o meglio, quella di un animale sul punto di morte.
Nel suo sguardo grigio vedeva ferocia, dove prima c'era stato amore.
-Sappi che... qualsiasi sia il tuo piano...io...-
Un attimo di esitazione.
Viserya avrebbe veramente accettato quello che stava per dirle?
-Io ti seguirò...-
Viserya rise.
-Non ho bisogno di essere seguita, sorellina .... l'unica cosa che devi fare è nasconderti.-
Lyseris la guardò sbigottita.
-Stai scherzando, vero? Che diavolo hai in mente,Vise? Cos'è che non posso sapere?-
Viserya si voltò verso di lei, la guardó con una freddezza che le entrò nelle ossa.
Poi, osservando meglio, notò che in quel pozzo grigio che l'aveva accompagnata durante tutta la sua vita c'era altro.
Amore.
Dispiacere.
Dolore.
-Niente di tutto quello che io so, tranne ciò che ti ho raccontato, deve raggiungerti, Lyseris.-
Lo disse con una serietà che non ammetteva un dibattito.
Lyseris accolse le parole come si poteva accogliere una lama fredda nel cuore.
Possibile che la sua sorellona, con la quale aveva condiviso tutto, la volesse tutto d'un tratto fuori dalla sua vita?
La più giovane abbassò lo sguardo mentre la più grande lo alzava verso il cielo, aspettando.
Viserya 's pov
-Vehearys Valaryen, primo del suo nome, Re sul Trono di Spade e Conciliatore dei Sette Regni!-
Il septon gridò i titoli del suo sovrano con vigore, applaudito da una folla di grandi lord, lady e cavalieri erranti, uniti a persone del popolo e mercanti dal grande seguito riuniti nell'unico spazio abbastanza capiente da riunire tutta quella folla.
La fossa del Drago.
Le temibile bestie da cui prendeva il nome però, erano fuori dal campo visivo degli invitati.
I due draghi ospitati, sebbene di notevoli dimensioni, venivano usati di rado, anche per un semplice volo.
I loro cavalieri, re Vehearys in persona e il suo figlio maschio, non amavano librarsi in aria sulle selle dei loro alati destrieri.
Vino e feste erano di gran lunga più desiderate, dai due uomini.
Viserya, inginocchiata in mezzo alla sala, diede un rapido sguardo ai presenti.
Sembrava più l'inizio di una festa, che una messa a giudizio.
Il suo giudizio.
Un sorrisino idiota le spaccò il volto cereo in due.
Le guardie che l'avevano messa in catene c'erano andate giù pesante con i calci, prima di lasciarla nella sua cella fredda, con l'unico sollievo di una piccola coperta di lana rotta e logora e la compagnia, non proprio desiderata di un ratto.
A Lyseris, per grande gioia della sorella, non era toccato lo stesso destino, evitato da uno schiaffo della stessa Viserya per costringerla ad allontanarsi da lei quel tanto che bastava per garantirle la salvezza.
Ora sicuramente era nelle sue stanze.
Era meglio così.
La sua camera da letto era in una delle posizioni più sicure del castello.
Quantomeno il fatto di essere la secondogenita del tanto odiato fratellastro del Re aveva portato dei vantaggi .
A causa di ciò non aveva mai potuto avere un uovo di drago e le sue stanze non rappresentavano di certo un lusso ma sarebbe stata la zona più protetta dalla pioggia di fiamme che stava per abbattersi sul posto.
Sorrise a quel pensiero e pregò i Sette che sua sorella non avesse voglia di abbandonare il suo letto.
Quel sorriso non la abbandonò neanche quando finalmente il Re arrivò a sedersi sul trono, il primogenito al suo fianco, coperto da un'armatura che a poco serviva se non per attirare lo sguardo.
Avrebbe presto rimpianto, quell'abbigliamento.
Lei voltò lo sguardo alla destra dello stranno e notò l'assenza della regina.
Braela probabilmente non aveva sopportato di perdere un altro figlio, anche se lei non aveva il suo stesso sangue.
-Sorella!-
Esordì Jaeras, la voce forte e altezzosa.
-Sei qui in presenza del Trono di Spade poiché giudicata traditrice della Corona e di conseguenza, un pericolo per i Sette Regni.-
Si sentirono dei singhiozzi di pianto, ma Viserya non capi da dove venissero.
-E quali sono le fondamenta per queste accuse, mio principe?-
Sputó le parole con fare poco interessato.
Il giovane ridacchiò mentre il più vecchio rimase serio e non proferi parola.
-In molti rammentano di averti visto sui tomi di storia di una città ormai caduta, subito prima della tua assenza. -
Cominciò lui.
-E quindi? Sono sempre stata affezionata alla lettura.-
- ... E poi, al tuo ritorno, l'aspetto tuo e del tuo drago era differente. -
-La stanchezza fa molto, al fisico delle persone.-
Ribattè lei, un mezzo sorriso sul volto.
-Il tuoi capelli non sono cambiati per la stanchezza, sorella.
Ne il tuo drago aveva profondi tagli neri su di sè per lo stesso motivo.-
Ottime osservazioni per cui Viserya non avrebbe avuto con che ribattere.
Il più giovane puntò il dito su di lei con fare accusatorio.
-La qui presente Principessa Viserya è stata corrotta dalla magia oscura dell'antica Valyria!-
Un brusio di voci invase la grande sala.
Occhi sbarrati osservavano la ragazza in ginocchio con le mani legate dietro alla schiena in mezzo a loro.
-Ed è quindi una minaccia, per i nostri Sette Regni! Per i Sette Regni che lei stessa aveva giurato di proteggere!-
Continuò.
A quella frase, la mente di Viserya volò a dieci anni prima, quando Ser Harvin, il suo maestro di spada, le diede una forte pacca sulla spalla e si congratulò con lei.
-Una dei migliori spadaccini che abbia mai addestrato. -
Lo disse con orgoglio, mentre aggiungeva che il regno aveva una delle più nobili Spade su cui contare.
-Guarda dov'è finita, la nobile spada-
Pensò lei, amaramente.
-Perciò, dall'alto dei potere dei Sette, con cui è stato benedetto, Re Vehearys, Primo del suo nome e Conciliatore dei Sette Regni, la condanna a morte, assieme allo Stregone valyriano e suo complice, Vexen.
Domattina, le loro teste da ingannatori e minacce cadranno sotto la spada della giustizia! La giustizia del Drago!-
Un sussulto da parte dei presenti, seguito subito dopo da un vigoroso applauso dato da gran parte delle persone.
Erano veramente così desiderosi di vedere morta la principessa a cui avevano guardato con ammirazione e amore fino all'ultimo?
Come cambia in fretta, la natura delle persone.
Viserya sorrise e le parole uscirono dalla sua bocca tranquille e letali.
Non aveva più nulla da perdere.
- Se zaldrīzes's justice iksos bē naejot māzigon va ao, pirta dārys-
《La giustizia del Drago sta per incombere su di te, falso Re》
- Gīda lo nyke morghūljagon, nyke jāhor maghagon ao rūsīr issa se urnēbagon ao zālagon isse se perzyssy-
《Anche se morirò, ti porterò con me e ti guarderò bruciare nelle fiamme.》
Continuò nel silenzio della sala, guardando negli occhi quello che aveva creduto fosse suo padre.
Il Re.
Il suo nemico.
L'assassino della sua famiglia.
-Nyke jāhor maghagon aōha ñuqir naejot issa beloved muñnykeā se lēkia.-
《Porterò le tue ceneri alla mia amata madre e a mio fratello》
Vehearys aveva lo stupore negli occhi.
E per la prima volta, Viserya ebbe l'impressione che quel castello di carte stava veramente per crollare.
-Tu... non oseresti...-
Disse il più vecchio, sotto lo sguardo interrogativo del suo primogenito.
Il vecchio si alzó dal trono, avanzando verso di lei.
La guardò in volto e si abbassò al suo livello.
-Tu non puoi fare nulla.
L'unico che poteva fare qualcosa per fermarmi e vendicarsi era Rhaegar-
Sorrise.
-Ma Rhaegar ora non c'e più... e io mi terrò stretto il potere che ho guadagnato grazie anche alla morte di Alysanne e di quell'infante senza nome.-
Si avvicinó di più.
-E dopo la tua morte, a seguirti ci penserà tua sorella Lyseris... ne ho abbastanza del sangue di quel bastardo.-
Fiamme si risvegliarono negli occhi della più giovane.
-Ao should daor sagon bona sure. Ziry iksos māzis syt ao. Everything ao gīmigon. Everything ao emagon mazvēttan bē. Ziry jāhor ry pālegon naejot ñuqir.-
《Non dovresti esserne così certo.
Lui sta arrivando a prenderti.
Tutto quello che conosci...
Tutto quello che hai costruito...
Si tramuterà in cenere.》
Vehearys perse il controllo e la sua mano strinse la gola di Viserya, che lo guardava negli occhi vittoriosa.
La mano di Vehearys però, non fece in tempo a stringere più forte, perché un grido lo ridestó dalla sua follia.
Un grido di allarme, seguito da rintocchi di campana.
-DRAGHI! ALLE ARMI! PROTEGGETE LA CITTÀ!-
Per la prima volta, il vero terrore prese possesso del Re.
Un ruggito potente ruppe l'aria.
Rhaegar era finalmente giunto.
E con lui, un esercito di dannati.
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