Odio San Valentino
La sveglia suonò per un minuto, prima che Joe si decidesse a spegnerla ed alzarsi pigramente dal suo comodo letto. Afferrò la divisa scolastica e con tutta la calma del mondo andò verso il bagno. Si svestì, aprì l'acqua della doccia e ne regolò la temperatura, per poi buttarcisi sotto e iniziare a insaponare il suo corpo.
Una volta lavato e vestito decise di controllare l'orario, avrebbe dovuto farlo molto prima. Era in ritardo per scuola, di nuovo. Corse in cucina e preparò velocemente la sua colazione, che consisteva in un semplice toast al burro e un bicchiere di the verde.
Recuperò lo zaino, abbandonato davanti alla porta di casa e corse a scuola. Fortuna volle che, almeno per quel giorno, arrivasse in classe al suono della campanella.
Si sedette al suo posto e dopo nemmeno qualche minuto entrò il professore di lettere.
《Buongiorno》salutò lui, così i ragazzi si alzarono e ricambiarono il saluto, per poi sedersi di nuovo.
Fatto l'appello il professore fece una domanda insolita, o almeno lo era per Joe.
《Qualcuno ricorda che giorno è oggi?》
Il castano si accigliò. Che giorno poteva mai essere? Nemmeno il tempo di cercare una risposta che il professore diede parola ad un suo compagno di classe.
《Oggi è il 14 febbraio, si festeggia San Valentino》
Appena il portiere sentì quella frase sbuffò sonoramente.
Per lui San Valentino era una festa inutile. Serviva una ricorrenza per dire "ti amo" alla persona che ti piace? O per prenderle del cioccolato accompagnato da un peluche, o qualcosa del genere? Erano cose che si potevano fare tranquillamente quando si voleva. Per lui quella giornata era solo una scusa per incrementare il commercio una volta finite le altre feste. E in più tutte le coppie facevano scenate pubbliche, che in tanti definivano molto romantiche -ma per lui erano solo imbarazzanti- e che alla fine non servivano ad un bel niente. Di certo il tuo partner non ti condanna se non prendi un microfono, non sali su un tavolino di qualche bar a caso e non urli il suo nome, seguito da un "ti amo" che ti toglie il fiato facendoti svenire, o roba del genere.
Il professore si complimentò col ragazzo per aver risposto correttamente ed annunciò che la lezione del giorno si sarebbe incentrata sul tema "San Valentino".
Il quel momento Joe avrebbe voluto sprofondare. Due ore intere passate a sentir parlare il professore di quell'inutile ricorrenza. Quando la campanella suonò la fine di quella tortura il moro poté che esserne grato. Quel giorno il trillo, che aveva sempre ritenuto fastidioso a livelli insopportabili, fu il suono più bello che udì.
Il resto della giornata trascorse tranquilla tra una lezione all'altra, fino all'arrivo degli allenamenti.
Appena arrivato notò che, a differenza degli altri giorni, avevano degli spettatori. E non si parlava di una o due persone, ma di un gruppetto molto sostanzioso, una decina o giù di lì. Il numero uno decise di non dare importanza a quella piccola stranezza e si allenò come sempre, impegnandosi al massimo. Peccato che i suoi compagni quel giorno non volessero collaborare, erano tutti troppo impegnati a fare gli esibizionisti.
Quelle poche volte che c'erano degli spettatori avevano sempre fatto i ragazzi seri, perché in quel momento no?
Osservò meglio il gruppetto e notò che la maggior parte di loro erano ragazze.
"Se due più due fa quattro allora ho capito perché tutti fanno i coglioni" pensò il portiere.
Tutti si erano montati la testa. Erano convinti che quelle ragazze erano lì per loro, solo perché a San Valentino alcune ragazze innamorate facevano "il grande passo", correndo il rischio di spezzare il loro cuore in mille pezzi pur di sapere se fossero ricambiate o meno dalla persona amata. Quella stupida festività gli aveva rovinato anche gli allenamenti.
Vedendo che non si concludeva niente uscì dal campo e andò negli spogliatoi. Si fece una bella doccia fredda -che gli servì a distendere i nervi, più che per altro-.
Una volta fuori dalla doccia notò che non era stato il solo ad uscire dal campo. Appena notò chi era pensò che quella giornata aveva preso la piega giusta, finalmente.
《David, che ci fai qui?》
Il turchese lo guardò, accigliandosi.
《Potrei farti la stessa domanda》 rispose un po' acidulo.
《Sì, ma te l'ho chiesto prima io》 fece notare il più alto.
David lo liquidò con un gesto di mano, distogliendo lo sguardo dal più alto.
《Piuttosto dovresti vestirti》 disse con finto disinteresse, facendo una breve pausa 《prenderai un malanno così》
《Perché oggi sei così scontroso?》 nel mentre il castano prese i boxer e li infilò rapidamente.
《Non sono scontroso》 nel mentre lui si era già liberato del tutto dei vestiti, così si spostò nella doccia.
Joe infilò velocemente i pantaloni e lo seguì.
《Nessuno ti ha portato i cioccolatini per caso?》 disse in tono scherzoso, non l'avesse mai fatto.
David aprì la tendina della doccia e gli puntò il getto d'acqua dritto in faccia. Tossicchiò per la sorpresa, passandosi una mano sugli occhi per liberarli dall'acqua che grondò sul suo petto, per fortuna ancora nudo. Non poteva immaginare cosa gli avrebbe fatto la madre se fosse tornato a casa coi vestiti bagnati.
Il numero undici guardò con soddisfazione il suo operato, per poi iniziare, finalmente, a lavarsi.
《E giusto per informarti, a me non piace San Valentino. È solo una scusa per scambiarsi effusioni intime in strada senza essere scambiati per pervertiti》
《Quindi se tu fossi fidanzato non permetteresti al tuo partner di limonarti in un luogo pubblico?》chiese, mentre asciugava il busto, prima che l'acqua potesse bagnare i pantaloni.
《Esistono le camere da letto per fare certe cose》
《Per tua informazione, ci sono persone che usano anche altre stanze》
L'acqua smise di scorrere e non ci volle molto prima che il turchese raggiunse il castano.
《Tipo te?》disse poi, schernendo il più alto.
Il portiere si girò a guardarlo, pronto rispondere a tono, ma appena notò com'era messo l'altro gli morirono le parole in gola.
Tutto d'un tratto aveva ricordato il perché provasse una certa attrazione per il pinguinomane.
Il suo fisico asciutto costellato di goccioline d'acqua era una visione paradisiaca, la pelle leggermente ambrata faceva risaltare il colore dei capelli, i quali coprivano momentaneamente l'occhio che teneva coperto con una benda, lasciando scoperto l'altro color caramello.
In più il suo carattere era la ciliegina sulla torta.
《Joe? Ho ragione per caso?》 un'espressione interrogativa dipinse il suo volto, rendendolo semplicemente adorabile.
《Beh, ti farei volentieri in tutte le stanze di casa》 subito si maledisse mentalmente. Lo aveva detto davvero, non lo aveva solo pensato.
Ci furono alcuni secondi di silenzio, in cui Joe pensava a che dire, possibilmente senza peggiorare la situazione, mentre David più realizzava la frase che aveva appena sentito più diventava rosso in viso.
《In mia difesa posso solo dire che sei troppo sexy》 ancora. Aveva peggiorato la situazione più di prima. Dove aveva dimenticato il cervello?
《King! Ma che dici!? Insomma... che intendi?》 la sua faccia stava dando in fiamme. Se gli avessero buttato un secchio d'acqua gelata in faccia sarebbe evaporato immediatamente.
Ormai la bocca l'aveva aperta, perché tirarsi indietro?
《Vuoi la dichiarazione scritta?》
《Dichiarazione? Una dichiarazione a San Valentino? È uno scherzo, vero?》 se fosse davvero stato uno scherzo avrebbe ucciso Joe, per poi deprimersi il resto della giornata per essersi illuso di piacergli.
《Se vuoi te la faccio domani, così magari mi credi》
David rimase imbambolato a guardare il castano con l'occhio spalancato e la bocca leggermente aperta per lo stupore.
《Davi-》
Le labbra del turchese si posarono su quelle del castano, zittendolo. Una volta staccatosi si vestì velocemente e fece per andare via, ma il portiere lo bloccò per un polso e lo tirò a sé.
《Ti va di tornare a casa insieme?》
Il ragazzo fece finta di pensarci su.
《Prima dovresti finire di vestirti, non credi?》
Solo allora Joe ricordò di essere ancora a dorso nudo. David uscì tranquillamente dagli spogliatoi. L'altro subito si affrettò a mettere una maglia, recuperare il suo borsone e seguirlo.
《Allora Dav, ancora non ti piace San Valentino?》
Il turchese lo guardò divertito e gli prese la mano
《Credo che sia diventato il mio giorno preferito》
《Credi?》 Domandò con finto scetticismo.
《Dipende tutto da come finirà la giornata》
Joe invitò David a casa. Avrebbe voluto proporgli di fare merenda ad un bar, ma dopo aver visto tutte quelle coppiette invadere i locali decisero di comune accordo optarono per un luogo dove potessero stare lontani dalle smancerie.
Per entrambi fu il miglior 14 Febbraio di sempre.
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