35
Sofia POV
Questo era davvero troppo!
Lorenzo Gherbini, colui che tra un po' si faceva pure le serrature delle porte, stava rifiutando me?
- Sofiaaaa!!!-
L'idiota invocò il mio nome correndomi appresso, mentre acceleravo il passo sul terreno di foglie, nella speranza di seminarlo.
-Ma vaffanculo!-
Quel poco di birra che avevo bevuto mi rendeva debole ed insicura. Lasciavo che persino un'imprecazione uscisse tremolante e poco decisa, nonostante io fossi davvero arrabbiata con lui.
Ma cosa mi era saltato in mente?
Ma sopratutto..perché lui aveva deciso di umiliarmi in quel modo?
Sentii la presa morbida di Lorenzo sul mio avambraccio.
-Hei aspetta!- soffiò accaldato.
-Lasciami, Gherbini!-
-Non te ne andare da sola per la pineta, adesso. Non fare la bimba piccola.-
-Ma quale bimba piccola?! -
Quando mi voltai per eludere la stretta, incontrai i suoi occhi color smeraldo e per un attimo fui ancora meno luicida.
-Sono incazzata- sbottai senza alcun filtro.
Vidi Lorenzo aprire la bocca rosea, poi allargò le braccia con fare sconsolato, come se dicesse "guardami, questo sono io, non posso farci niente."
Le sue gote arrossate facevano sembrare le sue iridi di un verde più cristallino, mentre sotto al suo orecchio qualche ciocca castano-dorata si arricciava impercettibilmente.
E io continuavo a fare segno di "no" con la testa.
Lo facevo a ripetizione, come se mi fosse bloccato il collo, ma in realtà tentatavo di nascondere a me stessa che avevo provato a baciare Lorenzo Gherbini.
Io, con i miei pregiudizi e la mia diffidenza, avevo provato a baciare uno stronzo che non si faceva scrupoli ad usare ogni sera una ragazza diversa.
Ma la cosa più assurda era stata proprio il suo rifiuto.
Sincero, fermo, inequivocabile.
- Ma cosa mi è preso...-
Lo sussurrai a me stessa, perchè fondamentalmente ero adirata con me stessa. Avevo spento totalmente il buonsenso, solo per sentire il sapore delle labbra di un idiota che era solo troppo attraente per una come me.
Probabilmente mi considerava anche brutta, e se era lì a parlarmi ancora, lo faceva solo per prendermi in giro con i suoi amici.
Ci volle poco a convincermi di questo.
Bastava guardarlo.
Bastava vedere quanto fosse bello e sicuro di se' per capire che io ero un gioco per lui.
E poi teneva sempre la schiena dritta.
Mai fidarsi di uno che tiene tutti i muscoli della schiena retti, come se volesse impressionarti.
-E dai, Sofia lo sanno tutti.-
La sua voce graffiata e sottile mi fece innervosire.
- Ma cosa !?!?-
-Che tu mi piaci una cifra, no?-
- Ma vallo a raccontare a qualcuno che ti crede!-
Perchè io non ci credevo, o almeno, non finchè non finimmo occhi negli occhi.
"Dio, perché deve dirmelo in questo modo! Con questi occhi!"
Incrociai le braccia, mentre il suo viso rimaneva illuminato solo a metà da una luna troppo pigra per lasciarmelo vedere tutto per intero.
- Dico davvero.-
Lorenzo sembrò sincero, ma tentai di rimanere sulla difensiva, perchè con tutte le ragazze che aveva avuto, non era scontato che non fosse anche un ottimo bugiardo.
-Beh non sembrava!- strepitai.
Quasi puntai i piedi nel terreno umido.
Lui parve inacidirsi appena per via del mio comportamento sulla difensiva, quindi mi rispose bruscamente.
-Senti eh! Pensi che non voglio mettermi in un letto con te, ogni volta che ti vedo?-
"Che stupida! E io che lo sto pure a sentire!"pensai.
Misi su una faccia decisamente schifata.
-Ahhh certo, grazie tante! Tu sì che sei uno che ci sa fare!-
-Ti sto dicendo la verità, che cazzo devo farci?!-
-Pensi che non lo sappia che lo faresti con qualsiasi essere femminile che respira?-
Lo accusai di qualcosa che non c'entrava nulla con il rifiuto di qualche minuto fa, ma di sicuro la mia tesi avvalorava il fatto che l'avesse fatto solo per umiliarmi.
-Ma con te è diverso.- ripeteva Lorenzo.
O forse era la prima volta che lo diceva, ma era qualcosa i suoi occhi mi avevano già sussurrato poco prima.
-Ah, è diverso! Quindi è per questo che mi hai...-
"...fermata!"
Non ebbi l'indecenza di continuare, mi ammutolii e lui mi osservò con uno sguardo interdetto.
-E che.. Porca merda, Ferrari..sei ubriaca!! Ma non lo vedi??-
Lo disse urlando, e io mi ritrassi appena.
-Non bacia le ragazze ubriache? Che stronzata è mai questa..-
Lo mormorai a voce tiepida, come se lo chiedessi a me stessa, ma lui si avvicinò a me, dandomi una risposta non richiesta.
-Certo. Ci faccio anche sesso in genere, con le ragazze ubriache.-
Lo guardai malissimo.
-Ma..-
Lorenzo si addolcì quando i nostri visi si fecero più vicini.
-Ti ho detto che stavolta è diverso. -
La menta, il bosco, il mare.
Tornò tutto prepotentemente dentro alle mie narici, quando sentii la sua pelle abbronzata così vicina al mio perimetro vitale.
- Raccontalo a Lisa e alle amiche tue! Io sinceramente non ti credo manco per il cazzo!-
Il fatto di aver nominato Lisa lo rese più indisponente.
-Ma vuoi aprirle quelle orecchie ogni tanto, Ferrari? O sono peggio delle tue gambe?-
M'indispettii ancora di più.
Possibile che cambiasse umore così facilmente?
-Perché fai così! L'attimo prima sei dolce e poi metti questa corazza, che io cavolo...non capisco più cosa vuoi!-
Sputai con tutto il livore che avevo dentro.
-Baciarti, Sofia. Voglio baciarti.-
Rimasi di sasso, i suoi occhi sinceri mi bucarono lo sguardo.
"Ma quale baciarmi!Mi stai facendo impazzire!"il mio cervello gridò forte.
Indietreggiai appena per prendere le distanze da lui. Ero confusa e mi girava la testa.
Era l'alcool o era Lorenzo Gherbini?
-Ma chi ti credi di essere per farmi questo? Eh?? Heathcliff?- chiesi ormai rabbiosa. O forse troppo brilla.
- Chiiii??? -
- Sei solo Lorenzo Gherbini!Uno stupido ragazzo, stupido e...-
Mi morsi il labbro, prima che l'alcool mi facesse dire altre cavolate.
"Oh merda, che figura"
Era proprio la mia voce a parlare in maniera così incostante.
Lui si avventò sul mio viso.
- Sì sono uno stupido, perchè non ti ho baciata. E questo che vuoi sentirti dire? Sono stupido. Ma lo sarei stato ancora di più se avessi approfittato di te!-
- Ma era solo un bacio!- sbottai stremata per il battibecco infinito.
-Appunto! Magari non sarebbe stato abbastanza..-
Per un attimo, pendevo dalle sue labbra. Aspettavo solo che terminasse la frase.
-Non sarebbe stato cosa...?- incalzai.
-Romantico.-
Inarcai il sopracciglio, poi scoppiai letteralmente a ridergli in faccia.
-Serio, Gherbini?-
Non poteva esserlo.
-Eh.-
-Che cazzo di scusa è!?- feci io, continuando a ridere.
Lorenzo sembrò davvero offeso, ma era solo il suo orgoglio da maschio ferito a brillare nel buio.
-Senti, mica lo faccio per me.
Per me possiamo pure farlo ora, va bene uguale. E che..magari tu..te lo immagini romantico.-
Mise in atto il suo tono da duro, quello che usava davanti ai suoi amici.
-Cosa mi immaginavo romantico, scusa?-
Lo provocai, infilzandomi i fianchi con le mani.
-Il bacio con me.-
-Mappercortesia, Gherbini! Non mi immagino un bel niente con te.-
Mentii per proteggermi, ma ormai lui sapeva che l'avrei baciato. Glielo avevo reso troppo chiaro.
-Non me ne frega niente di baciarti! Hai capito??- provai ad intestardirmi.
-Beh manco a me, Ferrari!-
Ci comportammo come due bambini pazzi sotto all'effetto di anfetamine.
Alcuni ragazzi che passarono accanto a noi ci guardarono male, ma non sembravano scandalizzati.
-Bene, allora lasciami in pace!- conclusi, prima di voltargli le spalle e tornare in bungalow.
Mi tolsi il vestito.
Mi tolsi tutto quel trucco.
E mi lavai i denti a lungo.
Allo specchio contemplai gli aloni neri che mi si erano formati sotto agli occhi, mi sentivo uno schifo.
Rannicchiata nel fondo di quel letto sconosciuto, presi a pensare a mia madre.
"Cosa mi direbbe se sapesse che ci sto male per una cosa del genere?"
Non trovai risposta, quindi spensi la luce.
Passarono pochi minuti che delle ombre mosse fuori dalla finestra, interruppero il mio pianto silenzioso.
Allungai il collo oltre alle coperte e vidi una testa fuori dal vetro.
Lo riconobbi subito, non so se per le spalle larghe o per la testa di capelli spettinati, ma sapevo che era Lorenzo.
Se ne stava sugli scalini a fumare e sfogliava lentamente il libro che avevo lasciato sul tavolo della verandina.
Mi chiesi che libro fosse, ma poi mi dissi che non mi importava affatto.
Coprii la testa con il lenzuolo e mi voltai dall'altra parte.
Sempre "Il piccolo principe."
🍭
- Certo che è un peccato accartocciare un vestito così costoso sul pavimento...-
Alice aprì tutte le finestre, facendo entrare una luce accecante all'interno del bungalow.
- No! Voglio dormire!- piagnucolai da sotto il cuscino.
- Alzati, Sofi. Non puoi stare tutto il giorno a letto!-
- Ma senti chi parla! Che cosa ci fai già in piedi??-
- Già?? Signorina è mezzogiorno! Possibile che io mi debba svegliare prima di te!?-
- Uffff- sbuffai, poi emisi un urlo quando Alice si gettò addosso a me, sedendosi sul mio letto, delicata come un ippopotamo impazzito.
- Ahia! È la mia gamba quella!- sbraitai.
- Già e la mia amica Sofia dove l'hai nascosta?? Escila fuori!- disse lei ridendo, poi tentò in tutti i modi di scoprirmi dal lenzuolo.
- Ma vedi questa! Uno non può dormire in santa pace?!- sbottai io.
Non ero arrabbiata, era chiaro che Alice facesse tutto questa messa in scena solo perché era preoccupata per me, ma io stavo bene.
Avevo solo bisogno di dimenticarmi della sera precedente.
- Perché non mi dici che ti è successo ieri?-
Avrei voluto dirglielo, ma sarebbe stato umiliante. Troppo, persino da raccontare alla mia migliore amica.
- Ma niente..-
- Dillo che è stata la faccia da culo di Salvetti a farti venire ste occhiaie!-
Mi prese in giro, e bastarono due parole stupide di Alice, che mi spunto' un sorriso.
- Okay non insisto se non vuoi dirmi cosa c'è. Però vieni a pranzo con me e Matti! E poi andiamo al mare! È una bellissima giornata!-
Alice sprizzava gioia persino dalle punte dei capelli, mentre io avevo l'aspetto di un tappetino da bagno usato.
- È una giornata come tante.- sbuffai, sfilandomi la maglietta del pigiama.
- Troppo ottimista, Sofia!-
Mattia arrivò il camera con un freesbe ed una palla.
- Matti! Mi sto cambiando!-
- Lo sai che è pudica! Esci!- lo spintono' Alice.
Poi si voltò verso di me, minacciosa come non mai.
- Fuori tra dieci minuti non uno di più.-
- Va bene!- borbottai controvoglia, prima di finire di vestirmi.
Cercai il cellulare per tutta la camera, ma poi mi accorsi che ce l'avevo ancora dentro alla borsa da ieri sera.
Avevo voglia di chiamare i miei genitori perché erano due giorni che non ci parlavamo.
Ma ciò che catturò la mia attenzione era un messaggio da un numero sconosciuto.
Sofia non ho dormito ieri sera.
È tutta colpa tua, lo sai vero?
Sgranai gli occhi.
Possibile che fosse lui?
"Poco mi importa, non gli risponderò"mi dissi prima di uscire a fare pranzo con i miei amici.
🐸🐸🐸
Se riesco, stasera pubblico il continuo.
#3 in Teen Fiction
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