18
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L'aria umida coccolava i miei sensi, mentre me ne stavo spaparanzata sul letto a godermi le descrizioni delle campagne inglesi narrate da Jane Austen.
Piovigginò per gran parte del pomeriggio, quindi persi il mio tempo su Facebook, poi lessi un libro in bungalow, finché non mi raggiunse Alice.
Era stata tutto il giorno con Jack a fare dei giri nei paesini intorno al camping, e quando tornò mi raccontò tutto per filo e per segno.
Ascoltai paziente, finché mi venne di chiederle una cosa.
- Ma...stasera mangiamo insieme?-
Alice mi rivolse uno sguardo dispiaciuto, così capii subito.
- Sofi davvero ti sembrerò pazza..ma voglio sfruttare ogni momento con Jack! Stasera mi porta in un ristorantino dentro ad una grotta, sarà a lume di candela e sarà così romantico!-
Ma perché Alice trovava sempre ragazzi dolcissimi, mentre io mi imbarcamenavo tra Nash che non mi piaceva, Gianluca che moriva dietro alla sua fidanzata stronza e Gherbini che rompeva le palle?
"Le ingiustizie della vita!" mi dissi.
- Va beeene. Cenerò da sola.- sbottai tornando alla mia lettura.
- Puoi cenare con Nash!.- fece lei.
-Ceno da sola..!-
Alice scoppio' a ridere e dopo essersi truccata mi fissò incuriosita, mentre stavo nel mio lettino a castello.
- Perché hai sempre un libro diverso,Sofi?-
-Perché quando ne finisco uno, ne inizio uno nuovo. Non è ovvio?-
Domandai stranita dalla sua richiesta.
- No, volevo dire...ma quanti ne hai portati dietro??-
-Non tanti quanti i tuoi paia di scarpe, Ali!-
- Preferisci ancora i libri ad un bel ragazzo?-
- Dipende dal libro, ma sopratutto dipende dal ragazzo. - esclamai.
Lei si mise a ridere, ma la sua provocazione fu chiara.
Forse ero noiosa, o forse troppo selettiva, ma non mi interessava perdere tempo dietro ad uno come Nash se poi alla fine non provavo nulla per lui.
- Cioè voglio dire..non è che devi per forza essere innamorata per divertirti con un ragazzo.-
Sbuffai, non avevo voglia di tornare sul discorso "Sofia è noiosa e non sa come divertirsi", quindi lasciai cadere il discorso e salutai Alice che uscì di casa più radiosa che mai.
Per evitarmi l'imbarazzante cenetta al ristorante da sola con me stessa, quella sera passai al mini market a prendermi una pizza surgelata.
Quando tornai notai subito che c'era un po' di trambusto nel bungalow vicino al mio.
Alcuni ragazzi entravano, altri rimanevano fuori a fumare, creando un chiacchiericcio leggero che si disperdeva nell'aria notturna.
-Sera Ferrari.-
-Che sta succedendo?- domandai stizzita, osservando Gherbini emergere da un gruppetto seduto sul prato.
"Io, la mia pizza e il mio Orgoglio e Pregiudizio vogliamo stare per i fatti nostri stasera. Niente scocciatori."
pensai osservando le sue braccia abbronzate lasciate scoperte da una maglietta scura ed aderente.
- Niente...- sorrise lui -..è arrivato un amico delle inglesi e l'ho spedito qui .-
Lorenzo indicò il bungalow accanto al mio è notai che il suo naso era ancora ancora ammaccato.
-Che ti guardi?- mugugnò curioso, avvicinandosi a me, con le mani tasca.
- Non ti fare fantasie strane, stavo solo guardando che sei ancora messo male lì.- risposi, indicando il suo naso.
Lui mi fece un ghigno malizioso, poi si passò la lingua tra le labbra, mordendosi il labbro inferiore.
- Vuoi sapere dove non sono affatto messo male?- mormorò con voce bassa, con fare divertito.
- Okay, ciao.-
Sbottai infastidita dal suo modo di fare, poi mi avviai verso il mio bungalow con passo spedito.
-Hei, Sofia, aspetta!-
Non mi fermai ma lui mi raggiunse.
- Dammi, ti aiuto.- afferrò la busta della mia spesa, lasciandomi stranita.
- Da quando questi gesti nobili, Gherbini?-
- Siamo amici ora, no?-
Mi rivolse uno sguardo che non riuscii a decifrare, così mi incuriosii di più.
-Perché ? - chiesi quando arrivammo davanti alla mia porta.
-Beh, ci hai saputo fare ieri sera..-
ghignò lui.
- Ma che dici??-
"Lo sapevo che non dovevo rimanere a dormire da lui!"mi venne da pensare.
-Voglio dire..mi hai aiutato.- aggiunse Lorenzo, quando aprii la porta del bungalow.
"Già,ho questo brutto vizio di essere sensibile."
-Senti ora devo a mangiare.- sbottai allungando la mano verso la mia borsa della spesa che Lorenzo teneva in mano.
Lui però non percepì il mio tono scocciato, né il fatto che lo stessi cacciando via.
-Che hai preso? Uhhh la pizza!!-
Curiosò nella busta e mi resi conto da sul sorrisetto che come al solito si divertiva a darmi fastidio.
-Senti credo che i tuoi amici ti stiano aspettando..- provai a distrarlo, aspettando che se ne andasse.
- E la mangi intera, Ferrari?!-
-E certo .-
Accesi il fornellino e lui mi rivolse un'espressione fintamente scandalizzata.
-Odio Ferrari ma ti stai dando all'ingrasso??- mi punzecchio' allungando il collo verso il mio lettino a castello, poi chiuse la porta.
-Ehi ma che fai??-
-Ti aiuto a non diventare una balena.- asserì sedendosi sul tavolo di legno.
- Coosa?-
-Dividiamo la pizza, ho fame.- sputò lui, alzando le spalle.
- Ma perché non te ne vai da qualche altra parte??-
Rimasi quasi incredula, quando Lorenzo rimase lì a fissarmi mentre infornavo la pizza, facendo finta di niente.
-Mamma mia Ferrari quanto sei acida!? Ho rovinato la tua seratina speciale che ti eri programmata con qualche personaggio di fantasia dei tuoi libri??? -
La frecciatina non mi piacque, sopratutto perché, a suo modo, era vera.
- Ma non rompere.- borbottai mettendomi a mandare messaggi a mia madre.
Non lo facevo quasi mai, ma quando mi trovavo in quelle situazioni noiose o scomode, mi ricordavo di mandare un messaggino anche ai miei genitori, per rassicurarli che andasse tutto bene.
Mi aspettavo che Lorenzo facesse lo stesso, che prendesse il suo telefono e si mettesse ad ignorarmi, dato che lo reputavo superficiale e sempre in cerca di una ragazza da usare e poi gettare il giorno dopo.
Ma invece scese dal tavolo e con le mani in tasca e osservò i tre libri che avevo sul comodino.
Con la coda dell'occhio notai i suoi movimenti cauti, ma non dissi nulla, ero curiosa di vedere il comportamento di un animale che non stava nel suo habitat naturale.
Prese tutti e tre i libri in mano, li scrutò, ma alla fine mi accorsi che scelse di sfogliarne solo uno.
Vidi che la copertina bianca e sopra c'era disegnato un bambino.
"Il piccolo principe" mi dissi, mentre stavo appoggiata al bancone della piccola cucina del bungalow.
Quando il fornellino segnò che la pizza era pronta, la impiattai poi uscii nella veranda per mangiare.
- Stai facendo la maleducata lo sai?-
Disse Lorenzo quando mi raggiunse fuori e si sedette sul tavolino di fronte a me.
- Che vuoi ora?-
- Dov'è la mia forchetta? E il mio coltello?-
- È una pizza! Mangiala con le mani!- esclamai infastidita perché ero costretta a dividere la mia amata pizza.
Lui ridacchiò, mentre i ragazzi nel bungalow accanto a noi si duplicavano a vista d'occhio.
- E non più di due fette!- lo rimproverai.
-Quindi?- chiese ad un certo punto Lorenzo, fissandomi a lungo con i suoi occhi verde mare.
- Cosa c'è.-
-Di che conversa una come Sofia Ferrari?-
Lo guardai con sufficienza.
-Non credo che potremmo mai avere qualcosa in comune io e te, Gherbini.-
- Uh, dici?- sghignazzo' odiosamente.
- Eh. Dico.-
- Scommetto che a fine vacanza qualcosa in comune lo avremo.-
Fece un cerchio con l'indice ed il pollice, poi vi fece passare l'indice dell'altra mano dentro.
- Che schifo.-
Scossi il capo.
- Dai, sto scherzando! Che palle!-
- Se sono una palla perché stai qui?- domandai diretta.
- Per..la pizza.-
Smisi di rispondergli e continuai a mangiare, ma Lorenzo era un osso duro.
-Ok, senti..scherzi a parte...allora, dato che siamo amici..-
-L'hai deciso tu questo.-
Lui non fece una piega, e continuò a sghignazzare.
-Dato che io ho ho deciso che siamo amici...-
Allargai le braccia, aspettando la cavolata del secolo, ma Lorenzo terminò la frase con un 'espressione seria.
-..raccontami qualcosa di te.-
Il suo sguardo rimase fermo nel mio ed il mio nel suo, ma stavolta non ci vidi alcuna presa in giro.
"Cosa c'è da dire su di me?"
Presi a pensare.
"Vado bene a scuola, passo le notti a leggere, tento di non infilarmi in casini troppo grossi..."
Lorenzo si accorse che ci stavo ragionando su, quindi mi punzecchio'.
-Non sei interessante come vuoi fare credere, Ferrari? A questo sta significare il tuo silenzio?-
-Senti Gherbini, io non voglio fare credere proprio niente...cosa sei venuto qui a fare?- sbottai nervosa.
- La pizza, te l'ho detto! E ora sto tentando di fare conversazione con te, ma è impossibile, cazzo!-
Lo guardai corrucciare la fronte, aggrottando leggermente le sopracciglia chiare, sembrava che il mio modo di fare lo infastidisse e divertisse alla stessa maniera.
Ecco cosa avevamo in comune.
-Gli amici si raccontano le cose, no?-
chiesi ad un tratto.
Provai a ribaltare la situazione a mio favore.
-Cosa vuoi sapere? Sono un libro aperto!- esclamò Lorenzo, incrociando le braccia, poi portò la schiena sullo schienale della sedia, con fare sicuro.
E quindi io ne approfittai.
-Con chi parlavi oggi al telefono?-
Non avevo mai visto l'espressione di smarrimento e confusione sul suo volto. Avevo sempre l'impressione che il ghigno e il sorrisetto strafottente fossero le sue uniche espressioni facciali, ma a quanto pare mi sbagliavo.
-Beh?- incalzai, curiosa.
-Con i miei nonni.- rispose sbrigativo.
Mi accontentai di quella risposta, perché per quanto curiosa, per me non era di vitale importanza saperlo.
-Vedi le due inglesi?- chiese Lorenzo così, dal nulla, indicando le due turiste che erano state in barca con noi.
- Eh. -
- Me le voglio fare insieme. - asserì senza che nessuno glielo avesse chiesto.
Mi domandai cosa centrasse.
Perché voleva sempre ostentare le cose, in maniera esagerata ed infantile?
-Sai che mi importa!- sbottai buttando giù una sorsata d'acqua.
-Se non mi odiassi direi che sei gelosa!-
Per poco non mi ci strozzai con l'acqua.
- Ma per favore. Vedi di non prenderti qualche strana malattia.-
Lo osservai con disappunto mentre si alzò in piedi per andare dalle ragazze che stavano sul terrazzino del bungalow accanto al mio.
-Lo armo sempre prima di entrare in guerra, Ferrari!- esclamò l'idiota da lontano.
"Che schifo."
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Mi misi a guardare un po di TV, mentre Alice, come da programma, mi scrisse che sarebbe tornata tardissimo, quindi non appena il casino nel bungalow a fianco cesso', mi risedetti sugli scalini a leggere.
Certo c'erano ancora diversi ragazzi in giro, alcuni di loro mi guardarono e ridacchiarono, ma non ci diedi peso.
Mi chiesi se fosse per la crocchia improponibile che avevo in testa o perché stavo curva su un libro.
O forse molto più semplicemente erano degli idioti.
Hi babe, swim o walk?
Nash.
Non mi andava né di nuotare né di camminare, così non gli risposi al messaggio.
-Che leggi?-
Quando rimisi il cellulare nella tasca dei pantaloncini e alzai lo sguardo, notai che Lorenzo stava in piedi davanti a me con una bottiglia in mano.
-Va a fare la tua guerra Gherbini.-
-Che leggi? -
-Lasciami in pace. Possibile che non capisca quest'espressione linguistica?! Eppure è così basilare: lasciami-in-pace!-
- Ahhhh ho capito. Le ragazze hanno il ciclo ogni 28 giorni! Tu fai parte di una specie extraterrestre e ce l'hai tutti i fottutissimi giorni!-
Non lo disse arrabbiato, né infastidito, era divertito e già brillo per via della birra.
- Ma non dovevi andare dalle inglesi?-
-Si dopo. Mica c'è fretta.-
Lorenzo alzò le spalle larghe, ma quando dietro di lui vidi passare Gianluca, io smisi di leggere per guardarlo.
- Hei Ferrari? Che cazzo guardi..io sono..-
Lorenzo si voltò e si accorse che le mie attenzioni erano state subdolamente rubate dal sorriso di Gianluca.
Sospirai.
-Se mi chiedessi un consiglio per..che ne so..conquistare un ragazzo. Te lo darei.. -
-Non ho bisogno di trucchetti.- biascicai sforzandomi di tornare al libro poggiato sulle mie ginocchia.
-Beh sono un ragazzo e so cosa piace ad un ragazzo.-
"Un ragazzo, sì certo. Una specie di animale che è talmente stupida che andrebbe in via d'estinzione se non fosse per la sfrenata voglia di riprodursi."
- Quindi sai cosa piace ad un ragazzo? Sentiamo.-
Non mi interessava davvero, anche perché sapevo che di sicuro Lorenzo non era in grado di dare il benché minimo consiglio, ma volevo sapere cosa frullava in quella testa vuota.
-Ho detto che te lo 'darei' consiglio, ma non che te lo voglio dare.-
- Eh!? -
- Ho usato condizionale, Ferrari.-
- E perché mai?- chiesi ridendo di Lorenzo e della sua impensabile attenzione ai dettagli verbali.
-Perché non te li do per lui. Lui non mi piace.-
Il mio sguardo si scollò dalle pagine del libro per finire su Lorenzo, ma invece che sul viso, rimase intrappolato sul suo bacino, dove teneva le mani.
Notai le sue mani.
Nervose, mosse,agitate.
Eppure lui era tranquillo.
Ha bevuto e avrà pure fumato, sicuramente non ha motivo di agitarsi.
- Sei nervoso?-
Chiesi di getto.
- Eh?- lui non capì, e mi accorsi che lui aveva lo stesso sorriso sfacciato di sempre.
Scossi il capo, confusa io stessa di aver notato quel piccolo dettaglio poi le due ragazze inglesi arrivarono a chiamare Lorenzo.
Mi fecero un cenno di saluto con la mano e se lo portarono via.
Guardai l'ora. Mezzanotte.
Invece che tranquillizzarsi, l'atmosfera si stava movimentando tra i ragazzi del bungalow accanto.
"Ma perché non se ne vanno a dormire!?" Sbuffai.
Chiudermi in bungalow a leggere non era rilassante quanto starmene fuori con la brezza marina ed il rumore delle cicale, ma ora c'era troppo rumore per me.
Lanciai uno sguardo distratto verso la mischi e vidi Lorenzo sorridere con gli occhi chiusi, mentre una delle due inglesi gli parlava nell'orecchio.
Decisi di analizzare la situazione con occhio critico.
Lui era ubriaco okay, lei anche.
Non si calcolavano di striscio di giorno, che senso aveva fare gli amici intimi di sera?
Che senso aveva tutto quel finto corteggiamento se tanto poi sapevano che sarebbero finiti a letto insieme?
Non faceva prima a prenderla per mano e portarla in camera?
E poi perché doveva ubriacarsi in quel modo prima di avvicinarsi ad una ragazza? Gli piacevano davvero quelle che si portava a letto?
O lo faceva per noia?
Notai che a loro due si avvicinò anche l'altra ragazza inglese, portò una mano sul petto di Lorenzo, poi gli mostrò qualcosa che aveva in mano.
Chi stava corteggiando chi?
Perché nel mio ideale di rapporto doveva essere il ragazzo a fare la prima mossa? Perché queste due se lo mangiavano con gli occhi?
Ero io sbagliata?
Probabilmente no, dato che mai e poi mai mi sarei comportata in quel modo disinibito.
Da un lato invidiai quelle ragazze, erano perfettamente a loro agio con l'altro sesso, un po' come Lisa, dall'altro non sapevo cosa pensare.
Io ero sempre impacciata e nervosa con i ragazzi che mi piacevano.
Anzi, con il ragazzo che mi piaceva, dato che mi era piaciuto sempre e solo Gianluca.
Chinai il capo, confusa dai miei pensieri troppo contorti,quando una voce mi fece sobbalzare.
- 'Dovrò pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle'.-
Avevo già letto "Il piccolo principe", quindi conoscevo la citazione, ma mai mi sarei aspettata di sentirla pronunciare dalla voce raschiata e ubriaca di Lorenzo.
- Dove l'hai..-
- L'ho letta nel tuo libro, prima. Mi è rimasta impressa. Mi è sembrata bella, anche se non l'ho capita.-
Rimase immobile davanti a me, con una bottiglia di birra in mano, i suoi capelli erano un po' spettinati ma non disordinati.
- Ehm..-
Frenai l'impulso di
spiegargli la citazione, quindi distolsi lo sguardo dai suoi occhioni verdi.
- Non stavi andando da 'non so chi' a fare 'non so cosa'?- chiesi fingendo di tornare alla mia lettura.
- Perché alcune cosa mi sembrano belle anche se non le capisco, Ferrari?-
Mi strappo' un sorriso che tenni per me.
- Perché sei ubriaco, forse!?-
- Tu..mi sembri così...-
Alzai gli occhi e mi resi conto che per quanto intossicato, stava tentando di dirmi qualcosa.
Qualcosa di cui si sarebbe pentito il giorno seguente.
- Senti Gherbini, io ora torno dentro. Va dalle tue amiche.-
-Vogliono fottermi i il cervello con della.. Buh.. Roba che non conosco.-
Ammise con fare ingenuo.
Lo osservai stranita.
- Parli di droga?-
Lorenzo annuì, alzando appena le spalle.
- Senti... non è mia responsabilità né un campo di mia conoscenza, ma non dovresti assumere niente, tantomeno quando ha già esagerato con le sostanze alcoliche.-
Lui rise, e le sue guance arrossate si arrotondarono intorno a due piccole fossette.
-Ma sta zitta, mamma.-
Stavo per rispondergli con un insulto, ma poi mi ricordai che Lorenzo la mamma non ce l'aveva, quindi rimasi a fissare i suoi occhi verdi e persi, e mi fece tenerezza.
-Ciao Sofia.-
Quasi mi spaventai, e non so perché, ma mi alzai in piedi di scatto quando udii la voce di Gianluca.
- Gianluca.-
- Che ci fai con questo idiota?-
chiese Gianluca guardando Lorenzo dall'alto al basso.
- Sofia..-
Lorenzo provò a richiamare la mia attenzione, ma ero concentrata a voler dire qualcosa a Gianluca, e non fare la figura dell'imbranata come sempre.
"Cosa facevo con l'idiota?"
Bella domanda, mi dissi, poi sentii la voce di Lorenzo.
-Va beh. ciao.-
Per un attimo qualcosa di insolito si era messo in moto, come se le stesse si fossero disallineate lasciando che succedessero cose inusuali, quasi magiche per me, ma poi, era ritornato tutto alla normalità.
Lorenzo mi voltò le spalle e torno' dalle due ragazze, rimettendosi lì al suo posto, dove il destino voleva che fosse.
Io sorrisi a Gianluca e lui mi fece una proposta, indicando la porta del mio bungalow.
- Mi inviti ad entrare dentro?-
🍕🍕🍕🍕🍕🍕🍕🍕🍕🍕🍕
Eccomi!!!!
Spero vi piaccia il capitolo!
Io amo e odio Lorenzo, non so voi.
In bocca al lupo ancora per gli esami! ❤️
Notte a tutti!!! 🍫🍪🍩🍼
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