10
Alice quella sera mi chiamò mentre ero sotto la doccia.
La richiamai non appena mi misi un accappatoio addosso perché sapevo che era andata a fare un giro in canoa con Jack, quindi volevo assicurarmi che fosse tutto okay.
-Hei? Quando tornate??- chiesi notando che era già ora di cena.
- Sofi io e Jack siamo rimasti qui a.. -
- Ti sento male, cosa???-
- Siamo arrivati con la canoa su una spiaggetta isolata... È così romantico Sofi..Mi sa che tornerò tardi..-
-Ma come tornate?? Di notte con la canoa??-
- Non fare la nonna, siamo vicinissimi!-
Alzai gli occhi al cielo, lo spirito di avventura non era certo una cosa che mi si addiceva. La cosa più coraggiosa che avevo fatto era stato prendere la metro di sera,da sola.
- Si ma torna presto, va bene?-
- Siiiiiiiii-
La sentii ridacchiare, poi mise giù il telefono, lasciandomi indecisa sul da farsi.
Alla fine preferii non preoccuparmi troppo, mi vestii e andai a cena.
Decisi di starmene per i fatti miei quella sera, non chiamai Nash e mi misi in un tavolino appartato a mangiare. La temperatura era calda e la piscina stranamente vuota. Provai di nuovo quell'amarezza, mista a paura, quando fissai l'acqua limpida.
Da quando Gherbini mi aveva buttata in acqua avevo una sorta timore nel pensiero di trovarmi in piscina di sera.
Paura ingiustificata e stupida, ma pur sempre paura.
"Non puoi essere vittima di quell'idiota" mi dissi, ricordando di come mi aveva umiliata. Così decisi di superare l'ostacolo, abbandonai i vestiti nel bungalow e mi diressi in piscina per fare un bagno serale. Quando fui abbastanza stanca di nuotare e di guardare le stelle facendo il morto a pancia in su, mi avvolsi con l'asciugamano e presi la borsa che avevo poggiato sulla sdraio.
Percorsi un breve tratto di pineta, respirando a pieni polmoni il profumo muschiato degli alberi, e mi sentii finalmente tranquilla.
Senza Gherbini, e senza eventuali ragazzi americani che mi volevano stare appicciati, la vacanza si stava rivelando davvero rilassante.
Camminai qualche metro per giungere al mio bungalow, ma quando feci per cercare le chiavi nella borsa, queste non c'erano.
"Merda e dove le ho messe?"
Frugai ancora, ribaltai tutto il contenuto della borsa per terra, ma non vi era traccia delle mie chiavi.
Non so perchè, eppure pensai subito a Lorenzo, ma poi mi dissi subito che ero paranoica.
Non si era visto per tutta la serata, era chissà dove a fare chissà cosa, grazie al cielo.
Per una volta che mi stava lasciando in pace perché avrei dovuto incolparlo?
Stavolta non potevo dare la colpa a nessuno, ero stata sbadata e avevo perso le chiavi.
"Sì ma che faccio ora?"
Mi recai immediatamente dal tizio della reception, lui mi disse che non ne aveva una copia, ma che avrebbe chiamato qualcuno per aiutarmi.
- Mi puoi dire il tuo nome?-
Glielo dissi, poi lui si mise al telefono.
-Sofia Ferrari si chiama..Bungalow 11. Ah. Okay te la mando.-
- Ti accompagno, vieni.-
- Dove?-
- L'altra chiave ce l'ha Lorenzo.-
No ti prego.
- Grazie, conosco la strada- borbottai delusa, avviandomi verso il suo bungalow.
"Fa che sia breve ed indolore", mi dissi sapendo già in che battibecco mi stavo andando a cacciare.
Quando bussai, lui mi aprì dopo qualche secondo.
Non so se notai prima il fatto che era senza maglietta, o che aveva i capelli bagnati.
Fece un'espressione distaccata.
- Sì?-
Il tessuto della tuta accennava ad una lieve sporgenza sotto ai pantaloni.
- Non ti hanno avvisato??- domandai scocciata.
- Ferrari i miei occhi sono qui.- disse con un sorriso che si spense in fretta.
"Sembra di cattivo umore, stranamente."
Non risposi e lui parlò.
- Sono dovuto uscire di corsa dalla doccia per te. Che vuoi?-
- Sono rimasta chiusa, fuori. Ho perso le chiavi.- mormorai giocherellando con le dita.
-Scherzi, vero?-
-Ma ti pare che posso scherzare su una cosa del genere?-
- Dio, Ferrari. E ora?-
- Beh, dammi un altro paio di chiavi! No??-
Il mio tono si alzò un po', così lui si appoggiò allo stipite della porta e mi rivolse un'occhiataccia.
- Uno: l'educazione, Ferrari. Due: ce l'ha la tua amichetta l'altro paio. Cercale da lei.- sbraitò chiudendo la porta.
- No aspetta! - infilai la mano tra la porta e lo stipite, e con mia sorpresa lui non me la schiacciò.
-Alice è via..non so quando torna.-
-Beh..aggiustati.-
- Non puoi aiutarmi?-
- Quando hai finito.-
- Finito di fare cosa?- chiesi stupita.
- Di guardarmi gli addominali.-
Che gran presuntuoso, non stavo affatto guardando i suoi addominali.
- Mmmmappperfavore.-
- Vuoi negarlo?-
-Non lo sto facendo. Ti sto chiedendo di darmi una copia delle chiavi, riesci ad essere serio per una volta???-
Mi fece il verso.
-No, ne avevamo due, l'altro ce l'ha la tua amica.-
- Ma cazzo! E ora come faccio? -
Lo chiesi a me stessa, ma lui rispose.
- Il tuo fidanzatino può ospitarti nella sua camera no? O è una cosa troppo audace per te?-
- Ma la pianti???-
"Lorenzo versione acida è peggio di un Lorenzo versione strafottente.
Quasi lo ripiango." pensai guardandolo storto.
- Non ci vuoi stare con lui? - chiese lui, palesemente infastidito da me.
"Assolutamente No!"
- No è che...-
Mi scrutò con i suoi occhi verdi prima di aprire la bocca.
- Puoi stare con me.-
Mi diede una scossa fastidiosa la sua frase, perchè fu decisa e senza esitazioni.
- In che senso?-
- Hai capito, Ferrari.- disse lanciando un'occhiata dritta al mio petto, che coprii prontamente con le mani.
La discussione era stata così povera di frecciatine sconce che quasi avevo dimenticato di essere ancora in costume.
- Ho lasciato i vestiti nel bungalow..-
Alzò appena le labbra, accennando un sorrisetto.
"Fa il galantuomo per una cazzo di volta e offrimi una tua maglia, per favore!" pregai.
Lui ghigno' fissandomi.
- Sono in costume, lo vedi??-
- Oh lo vedo. Quindi?- ridacchiò, mentre io lo spintonai e entrai nel suo bungalow.
Mi stupii di non trovarci una ragazza nel letto.
- Posso?- chiesi afferrando una maglietta a maniche corte che trovai poggiata su una sedia.
- Uh certo fa pure. - disse ironico, scrutandomi.
Quando indossai quella maglietta extralarge fui inondata da un profumo di bosco, mare e qualcos'altro.
- Ma quanto profumo ti spruzzi??- chiesi con faccia quasi disgustata.
- Ti sta di merda. Sembra una camicia da notte.- sbottò fissandomi le gambe.
"Sempre il solito coglione."
Gli feci dito medio in un secondo, ma poi mi ricordai subito che stavolta ce l' aveva lui il coltello dalla parte del manico, e che quindi non avrei dovuto tirare troppo la corda.
-Ti do un paio di pantaloni, sembri una scappata di casa.- rispose lui frugando tra i suoi cassetti disordinati.
- No grazie mi va bene la maglietta.- dissi avvicinandomi alla porta.
Lui si voltò di scatto, alzando il sopracciglio.
- Vai in giro cosi?-
- E? Quindi?-
Si guardò intorno e per un attimo mi parve confuso, poi tornò alla sua solita faccia da schiaffi.
- Dove vai?-
"Da quando ti importa?"
- Da Nash, come mi hai consigliato tu.-
- Non dovevi stare qui?- chiese serio.
"Ma mi sta prendendo in giro?"
Non seppi cosa dire.
- Vai da Nash e dopo torni qui?!!- scoppiò a ridere - Scordatelo!-
-Stronzo.-
- Sbadata. Ma come si fa a perdere un paio di chiavi hai la testa nelle ovaie?- domando' avvicinandosi.
Notai il movimento del suo petto, alzarsi ed abbassarsi lento, poi scossi il capo.
- Non puoi chiamare un fabbro??-
- A quest'ora, Ferrari!!???-
- Ah, non ti sopporto!-
Uscii sbraitando dal suo bungalow.
- Sì certo, fa pure! Vieni a prenderti i miei vestiti quando ti pare eh!- urlò dal pianerottolo del bungalow.
Gli alzai il dito medio dritto in aria, quando ero ormai lontana, sperando che mi avesse vista.
Raggiunsi il baretto, e lì vi trovai Nash che stava parlando con due ragazze, appoggiato al tavolo da biliardo.
Mi sentii quasi sollevata.
Il pensiero che altre ragazze gli ronzassero intorno mi faceva pensare che magari non gli piacessi poi così tanto.
In qualche fece sentire meno in colpa.
- Ciao Nash!-
"Sembrerò stronza, ma non ho un libro, non ho un amico, e dovrò aspettare ancora ore prima che Alice torni. "
Decisi quindi di passare un po' di tempo con Nash e due ragazze inglesi che erano appena arrivate al campeggio.
Lui mi sorrise come al suo solito e quando presi a scrutarlo mi resi conto che era davvero oggettivamente un bel ragazzo, mi piaceva anche,ma perché non mi faceva battere il cuore?
- Ladies..-
Alzai gli occhi al cielo stellato non appena udii quella voce profondamente odiosa.
Lorenzo ci passò affianco deliziandoci con un inglese a dir poco orrendo.
Mi vergognai per lui, quando si mise a parlare con le due ragazze del nostro tavolo, eppure mi stupii di come queste continuassero a sorridergli e a ridere alle sue battutine penose.
Le osservai. Erano due ragazze proprio carine, da quel poco che ci avevo parlato sembravano anche sveglie, perché davano retta all'idiota?
Nash parlava anche la loro lingua, perché preferivano parlare con uno scimmione dall'inglese imbarazzante?
Ad un certo punto sbuffai forte, infastidita dalla sua presenza e dalla situazione.
- Che hai Ferrari?
-Perché non ti metti una maglietta addosso tanto per cominciare??-
Chiesi fissando il suo torace nudo ed abbronzato.
-Sono il padrone di questo posto, faccio il cazzo che voglio quando voglio. E soprattuto...- fece l'occhiolino alle ragazze che non capirono una parola -...mi faccio chi voglio.-
-Bravo va in giro a petto nudo come un cavernicolo. -
-Ha parlato quella che sta in mutande!-
- Dio se sei infantile.- sbottai voltandomi verso Nash, lasciando Lorenzo alle due ragazze.
Guardai il telefono.
Da Alice neanche una chiamata.
Chiesi a Nash se sapeva qualcosa ma lui ovviamente non sapeva nulla, "c'era da aspettarselo" mi dissi.
Quello che non mi aspettai fu l'audacia di Nash, quando si avvicinò alle mie labbra per baciarmi.
Mi sorprese ma non mi discostai.
Mi lasciai baciare, gesto che provocò un verso schifato da parte di Lorenzo.
- Che schifo dio santo! -
Non appena sentii le sue parole, presi l'iniziativa e fui io a ricambiare il bacio di Nash. Nash baciava abbastanza bene, e anche se non avevo molta esperienza in fatto baci, mi resi conto che presto divenne noioso.
-Ho bisogno di fumare.- sbraitò l'idiota guardando il cellulare.
Notai che le ragazze rimasero confuse dalla maleducazione che ebbe Lorenzo nell'abbandonarle nel bel mezzo di un discorso.
Anche se alla fine, visto il suo inglese penoso, non poteva neanche definirsi discorso.
Non troppo distante Lorenzo e i suoi amici presero a fumare dell'erba e l'odore mi fece venire un mal di testa così forte che mi alzai per fare due passi.
- Nash, arrivo subito.-
Mi congedai e mi appartai un po', per telefonare ad Alice.
-Ali???ma quando cazzo torni??? -
Le lasciai un messaggio in segreteria ma non ottenni risposta.
Dopo una chiacchierata con Nash e le due ragazze, verso mezzanotte mi sentii abbastanza disperata, così decisi di spiegare la situazione a Nash che si offrì di ospitarmi in camera.
Accettai di buon grado, dato che l'alternativa era dormire in camera con Lorenzo .
-E quella smutandata di Ferrari dove sta andando?- biascico' quel cretino di Gherbini con una canna in bocca, causando l'ilarità dei suoi amici, più trogloditi di lui.
-A dormire.- sbottai passandogli davanti.
-Non vuoi le chiavi?-
Lorenzo raggiunse me e Nash che camminavamo verso la pineta.
-Chiavi? Allora le hai!?!!-
-Si.- mi fece un ghigno.
-Tieni.-
Mi lanciò un mazzo di chiavi dritto sullo sterno.
-Ahia, cretino. Sono della mia camera?-
Espirò il fumo tossico per qualche secondo, la nuvoletta dalle odore fruttato si mescolò con il profumo dei pini.
Notai che si era messo una maglietta addosso, finalmente.
-No,della mia.-
Scossi il capo, perché da stupida mi ero fermata a perdere tempo ancora una volta.
-Non ci dormo in camera tua.-
Gli rivolsi una smorfia, ma lo sguardo di Lorenzo si posò su Nash che stava alle mie spalle.
-Dormi con lui? Davvero?- sbuffò in una risatina incredula.
- E allora? -
Non capivo la presa in giro in cosa consisteva questa volta. Non lo capivo affatto.
-Ce li ha i preservativi? Glielo hai chiesto almeno?-
Diventai rossa in un secondo, sperando che Nash non avesse capito nulla.
-Ma che cazzo dici!!-
-Secondo te se dormi con uno a cui piaci non ti vuole quanto meno scopare?-
Rimasi pietrificata dalla suo pensiero così gretto e insensato.
-Quanto meno??? Ma conosci l'uso dei vocaboli?? Ne conosci il significato!?!-
Mi fece alterare, come tutte le volte in cui ci rivolgevamo la parola.
Era più forte di me.
-Non ci andare.-
-Mi stai dicendo di non andarci? Tu? Davvero?-
-Ti sto consigliando vivamente di non andarci.-
- Sofia..-
Nash provò ad intromettersi ma io non gli diedi retta, volevo sapere che razza di pensieri malati passassero in quella testa.
-Ma come ti permetti, Gherbini?-
-Mhm.. È solo un consiglio fraterno.-
-Sì certo....-
-Beh vi siete baciati no? Ora vorrà fare qualcos'altro con te.-
Mi chiesi perché stavamo a parlare di queste cose, ma poi mi ricordai che aveva fumato, ma sopratutto che era un imbecille senza cervello.
-Non sono tutti pervertiti come te e poi ad una ragazza basta dire di no.-
- E come mai non gli hai detto di no quando ti ha baciata, prima?-
La domanda mi lasciò di stucco, rimasi incredula nell'intendere che Lorenzo aveva capito perfettamente la situazione tra me e Nash.
- Ma..-
-Ci sono due letti nel mio bungalow.
Puoi dormire lì. Non ti darò fastidio.-
Fu estremamente seria la maniera in cui me lo disse, nonostante il rossore evidente intorno alle iridi verdi, segno che non fosse proprio lucidissimo.
-E secondo te mi fido della tua parola, Gherbini?-
-Ti do la mia parola. Tieni.-
-Perché lo stai facendo?-
-Perché è il mio camping. Sei mia responsabilità.- asserì senza troppi giri di parole.
"Che gli sia tornato un barlume di umanità?"
Allungai la mano, titubante e lui posò la sua chiave sul palmo della mia mano.
Rimandi confusa per qualche attimo, quando Lorenzo disse
- Sorry Nash, c'est la vie!-
rivolgendogli un sorrisetto sfacciato.
Poi lo vidi allontanarsi, alzando le spalle larghe prima di creare dei piccoli cerchi di fumo nell'aria notturna.
- Nash...forse è meglio se aspetto Alice nel bungalow di Lorenzo.-
- It's okay.- mi schioccò un bacio sulla guancia, prima di lasciarmi sola nel bel mezzo della pineta.
Guardai le chiavi che avevo in mano.
"Ne sei proprio sicura, Sofia?"
Sospirai,poi mi incamminai.
Quando entrai nel bungalow di Lorenzo sentii immediatamente il suo profumo. Mi arrivò alle narici in maniera lenta, ma poi sempre più profonda.
"E ora?"
Mi guardai intorno.
Gli interni del bungalow erano identici a quelli del mio, il tavolino in legno era un po' più piccolo e c'era una finestra in più. Mi sporsi per guardare fuori e nel buio sentii solo le cicale. Pensai ad Alice.
"Spero stia bene."
Quando mi voltai, lo sguardo mi cadde sul letto a castello, era uguale al nostro, con la differenza che quello inferiore era disfatto e sgualcito.
Ovviamente Gherbini non sapeva cosa fosse l'ordine, difatti i suoi vestiti erano accatastati all'entrata del bagno.
Alzai gli occhi al cielo quando un piccolo quadernino poggiato sul suo letto attirò la mia attenzione.
Ero curiosa, sì, ma mi feci gli affari miei e non osai aprirlo.
"Non mi interessa delle sue cose" mi dissi.
Il letto a castello superiore era perfettamente intonso, quindi decisi che avrei dormito lì.
Non so se era il suo o no, ma sentii nelle coperte quell'odore che riconobbi subito.
Era davvero buono, ma mi faceva venire in mente la sua faccia strafottente e la voce insopportabile.
Mi lasciai cullare dal suono delle cicale, stavo per scivolare nel sonno, quando qualche minuto dopo sentii la porta aprirsi.
Nella stanza si insinuò un lieve bagliore, che sparì non appena la porta si chiuse.
Lorenzo entrò e senza accendere la luce andrò in bagno, dove lo sentii lavarsi i denti.
Quando udii i suoi passi tornare in camera, non potei fare a meno di aprire gli occhi: nella penombra vidi il suo corpo piegarsi mentre si toglieva la maglietta, poi rimosse il cellulare dalla tasca dei pantaloni della tuta, lanciandolo sul tavolino.
Si tolse anche quelli e rimase con un paio di boxer scuri.
Chiusi gli occhi all'instante, vergognandomi per aver avuto la curiosità di guardarlo.
Riaprii gli occhi ma non udii più nulla, sentii solo le coperte che mi avvolgevano, alzarsi lentamente.
Deglutii rumorosamente, e poi Lorenzo si posizionò a dormire accanto a me.
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Hola ragazze!
Come ve la passate?
Buon sabato a tutte 😙😙😙😍
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