5

Simone

Manuel si stava comportando in modo strano. Questo era tutto ciò a cui era riuscito a pensare Simone dopo l'inizio della scuola. Ok, lui stava con Edoardo da due mesi, eppure non riusciva a capacitarsi di come potesse ancora pensare così tanto a lui.
Quell'estate era stata pazzesca e tremenda allo stesso tempo. Dopo la fine della scuola aveva mollato tutto e se n'era andato a Glasgow da sua madre. Voleva dimenticare Manuel a tutti i costi. Voleva dimenticare i sentimenti che provava per lui e rimanerci amico. Solo quello.
In quel mese e mezzo in cui era stato in Scozia, ne aveva ricevute di chiamate e messaggi dai suoi amici, ma da Manuel... beh, da Manuel aveva ricevuto qualche notizia all'inizio dell'estate poi però i messaggi si sono fatti sempre più sporadici fino a scomparire quasi del tutto, e Simone avrebbe dovuto essere felice per quello, dopotutto era ciò che voleva. Poi aveva incontrato Edoardo e dopo quel momento avrebbe dovuto iniziare a sentire la sua mancanza sempre meno, avrebbe dovuto iniziare a chiedere sempre più raramente notizie di Manuel ai suoi amici o a suo padre e semplicemente sarebbe dovuto andare avanti con la sua vita.
Solo che questo non era successo.
Sì, aveva chiesto sempre meno cose a suo padre, perché ogni volta sentir parlare di Manuel faceva ancora male, ma non smise di sentire la sua mancanza. E no, non era riuscito ad andare avanti. Non completamente, perché sentiva che la sua anima era come spaccata in due: Edoardo, il futuro, e Manuel, il passato che ancora lo inseguiva.
Per questo quando lo aveva visto a Nettuno aveva sentito il bisogno di salutarlo e sorridergli. Voleva vedere il suo sorriso, voleva vedere i suoi occhi splendere di nuovo. Non avrebbe pensato di trovarlo lì da solo ma poi vide Anita e si rassicurò. Almeno non aveva dovuto vedere Manuel, il suo Manuel con qualcuno che non fosse lui.
E quella sera quando era tornato a casa insieme a Edoardo, si era sdraiato sul letto consapevole che non avrebbe mai amato Edoardo come amava Manuel, e ne fu spaventato.

E quella paura lo tormentava ancora, anche dopo aver litigato il terzo giorno di scuola e dopo essersi menati dopo appena una settimana. E poi magicamente erano tornati amici, non ci credeva ancora che Manuel, pensava che la loro amicizia fosse finita.
Poi alla festa di Matteo... beh alla festa di Matteo, Simone era stato insultato pesantemente proprio dal festeggiato e il suo ragazzo era andato ad aiutarlo. Però non sapeva come mai, al posto di rimanere con Edoardo era andato da Manuel.
In un modo o nell'altro si ritrovava sempre con Manuel.
E quando Simone aveva insinuato che Manuel fosse stato con qualche ragazza quell'estate, quest'ultimo si era rabbuiato un attimo, come se un velo di insicurezza fosse calato sul suo viso. Non lo aveva mai visto così, tranne beh, tranne quella sera alla sua festa di compleanno l'anno prima, e le volte che aveva provato a parlarci insieme.
Voleva dannatamente capire come mai Manuel si comportasse così, voleva capire cosa stesse passando per la sua testa, e il modo migliore era chiederlo a Chicca. Poi la suoneria del suo telefono lo fece uscire dal suo labirinto di pensieri.

E: Ehi amore
S: cosa vuoi
E: Che c'è ti sei svegliato con la luna storta?
S: sono solo stanco scusa
E: Ma se non sono nemmeno le 11
S: ho l'autonomia breve. che fai?
E: Nulla, tra poco finisce l'intervallo e stavo tornando in classe
S: anche qui abbiamo quasi finito. ma mi volevi chiedere qualcosa?
E: Sì, senti ti va se stasera dato che è venerdì ci andiamo a mangiare qualcosa insieme?
S: venerdì ho gli allenamenti lo sai
E: Beh, posso venire a vederti giocare e poi possiamo andare
S: boh ci sta
S: ora devo andare che mi stanno chiamando, vieni tu dopo?
E: No, ho il dentista, ci vediamo direttamente stasera.
E: Ti amo, stase <3
S: va bene. ti amo anche io, a dopo

Come mai. Come mai quella sensazione di non star facendo la cosa giusta gli stava invadendo il petto? Come mai quel 'ti amo' che aveva appena inviato al suo ragazzo gli era sembrato forzato e privo di significato? Qualcosa era cambiato e Simone lo aveva sentito ma ancora non riusciva a capire cosa. E questa sensazione era insopportabile. Rientrò in aula e trovò Manuel mezzo addormentato sul banco, sembrava così pacifico e gli venne in mente quando una sera, l'anno prima gli aveva fatto un video mentre dormiva. Il numero di volte che aveva guardato quella registrazione superava la soglia del legale, a colazione, alla sera, se lo era persino sognato una volta. E guardando Manuel gli era venuto in mente perché gli piacesse tanto.
I lineamenti decisi, i capelli ricci, la pelle abbronzata. Manuel era proprio bello, questo non poteva negarlo. Poi il prof chiamò l'attenzione entrando in classe e Manuel alzò la testa di soprassalto guardandosi intorno per capire cosa fosse successo. Come un fulmine Simone distolse lo sguardo sperando di non esser beccato né dal diretto interessato, né da eventuali compagni di classe. Ormai lo sapeva che soprattutto le ragazze speculavano su di lui. Trovò Chicca girata verso di loro ma non capì se fosse solo perché Manuel stava facendo casino con Aureliano o se stesse effettivamente guardando lui.
Se si sorprese a guardare Manuel sonnecchiare durante l'intervallo, si sorprese ancora di più quando si fermò a fissarlo durante l'interrogazione dell'ora seguente, e poi si ricordò quando lui stesso la settimana precedente lo aveva sorpreso a guardarlo.
Ora aveva potuto constatare quanto fosse imbarazzante dato Manuel gli aveva appena lanciato un'occhiata interrogativa e lui manco se ne era reso conto... Fece subito per cercare qualcosa dentro lo zaino distogliendo i suoi occhi da quelli scuri ed espressivi di Manuel, consapevole del fatto che forse qualcun altro oltre al presidente Mattarella appeso in classe lo aveva visto. Era un cretino. Dopo scuola salutò tutti velocemente e prese il motorino andando in fretta verso casa. Aveva bisogno di schiarirsi le idee e levarsi Manuel dalla testa o sarebbe successo un casino totale.

Mentre era agli allenamenti sorprese Edoardo sugli spalti. Lo guardava come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto e gli sorrideva e sventolava le mani ogni volta che segnava e Simone gli sorrideva in rimando. E si ricordò perché si fosse fidanzato con Edoardo. Era la persona più entusiasta che conosceva ed era la prima che lo supportava oltre ai suoi genitori... e beh Manuel prima di lui. E c'era anche un'altra cosa: lui aveva bisogno di certezze e Edoardo gliele garantiva tutte. Non era tutto un punto di domanda come con Manuel. Non c'era nessun 'Co' te è diverso', nessun 'niente è successo'. Niente di tutto ciò. E si sentiva felice e privo di ansia come non era da molto tempo. Però allora come mai quel 'Ti amo' che gli aveva scritto quella mattina gli era sembrato così vuoto, così incerto...
"Ehi" lo salutò il suo ragazzo mentre usciva dagli spogliatoi
"Ehi" si avvicinò baciandolo
"Giochi strabene"
"Non è vero dai" si girò a chiudere la porta dello spogliatoio
"Certo amore, secondo me sei il più bravo della squadra. Dico sul serio -disse Edoardo abbracciandolo da dietro e poggiandogli il mento sulla spalla- e ora per ricompensarti, andiamo a mangiare il ramen in un posto fighissimo"
"Mh, mi piace. E dove sarebbe sto posto fighissimo?"
"Sta vicino al Vaticano, ho la moto. Vieni" lo prese per mano e lo trascinò verso la moto per poi porgergli il casco. Simone salì ed entrambi sfrecciarono via, con l'aria ancora calda di inizio ottobre che li accompagnava.
Una volta arrivati Simone si sorprese. Il posto era fighissimo come aveva detto il suo ragazzo: era decorato in stile giapponese tradizionale e appena mise piede dentro gli sembrò di essere uscito dall'Italia e di essere andato in un altro paese.
Cazzo ma è stupendo!" esclamò
"Te lo avevo detto! Dai vieni" mi prende per mano trascinandomi dentro. Poi si sedettero e ordinarono iniziando a chiacchierare animatamente tra di loro. Continuarono a parlare di argomenti vari quando Simone quasi non sputò tutto quello che stava mettendo in bocca.
"Ma che hai fatto?"
"No nulla, mi è andato uno spaghetto di traverso"
"Per favore non morire qui -disse ridendo- Oh comunque buono vè"
"Si, davvero. Grazie, ti amo" gli disse quasi meccanicamente inclinandosi leggermente e baciandolo.
E poi si sistemò di nuovo riportando lo sguardo su quel qualcosa, o meglio quel qualcuno, che quasi lo stava per far strangolare: Manuel.
Stava chiacchierando animatamente con un altro ragazzo che non aveva mai visto. Quei due sorridevano e ridevano fin troppo, e quando Manuel abbozzò un abbraccio con l'altro ragazzo, Simone non poté fare a meno di ingelosirsi nonostante fosse già fidanzato, e nonostante Manuel potesse fare quello che voleva con la sua vita. Riprese a chiacchierare col suo ragazzo, ma ora che lo aveva visto non riusciva a ignorarlo. E poi, forse uno scherzo del destino pensò Simone, entrambi alzarono lo sguardo nello stesso momento, e il mondo si fermò per due secondi, come se ci fossero solo loro due in quel locale. Entrambi interruppero subito quel breve contatto visivo dopo aver colto l'altro sul fatto. Che situazione imbarazzante. Simone pensò che non ci potesse essere situazione più tremenda di quella.
Quando finirono la cena e andarono a pagare, Manuel, che stava seduto vicino alla porta, gli fece un cenno di saluto al quale Simone rispose con nonchalance per poi prendere per mano il suo ragazzo e uscire.
Beh, Simone non era geloso. Di più. Ed era inutile provare a capirci qualcosa perché tanto non ne sarebbe uscito così facilmente.
Sarebbe successo un casino e lo sapeva.

Eccomi con una nuova parte! Come potete ben vedere il pov è di Simone per questo capitolo, e forse ce ne sarà ancora un altro o due ma non lo so sinceramente, riesco meglio a scrivere usando il pov Manuel, ma penso che per le cose che succederanno il pov Simone sarà ancora necessario.
Spero vi sia piaciuta!!

Alice

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top