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Manuel
I giorni trascorsero monotoni. Lui e Simone dopo la litigata della settimana prima si parlavano ancora meno di quanto facessero normalmente. Si era pure spostato di banco e stava chiacchierando animatamente con Aureliano di qualcosa a lui ignoto e incomprensibile. Di certo quello era stato il peggior primo giorno di scuola della sua vita, e anche la settimana peggiore della sua vita, seconda solo a quella che Simone aveva trascorso in ospedale l'anno prima. Fatto sta che continuarono così anche la settimana dopo, e quella dopo ancora.
Manuel non sopportava più la situazione. Non sopportava di vedere Simone che ogni santa mattina si scambiava la saliva con uno del Kennedy. Non sopportava di vedere i sorrisi di Simone non indirizzati a lui. Non sopportava di vedere Simone star bene con un altro.
Ma soprattutto non sopportava quell'altro.
Ora era in classe che stava assistendo al primissimo giro di interrogazioni dell'anno nuovo. Erano stati pescati Simone, Laura e Giulio. I tre secchioni della classe. Tirò un sospiro di sollievo al sapere che lui si era salvato ma poi guardò Simone e il sollievo che aveva provato svanì immediatamente.
Era bello Simone. Lo aveva sempre saputo. E come l'anno prima Manuel si soffermò a guardarlo. Osservò i suoi capelli, ora tornati marroni e la pelle che incominciava a perdere il colorito estivo. Osservò lo sguardo concentrato sul ricordare ciò che il prof gli aveva chiesto. Osservò anche il suo corpo, cosa che si era concesso di fare solo quella pazza notte del 30 marzo dell'anno prima; le spalle larghe coperte da una maglietta blu che gli stava a meraviglia, i pettorali che si intravedevano sotto di essa, le braccia muscolose dovute a tanti anni di rugby, e ne rimase incantato.
Venne risvegliato dal suo stato di trance da Chicca, che seduta nel banco affianco al suo gli diede un pizzicotto sul braccio ne si sporse verso di lui sussurrando.
"Oh, Manu'. Ma te sei 'ncantato?"
"Cosa?"
"Non lo so, eri lì tutto concentrato"
"Non stavo guardando Simone, stavo pensando"
"Ah, quindi era lui che stavi guardando. E a cosa stavi pensando?" imprecò mentalmente per essersi lasciato scappare che stava guardando Simone, perché lo stava facendo e anche intensamente.
"A nulla. Lasciame in pace"
"D'accordo, vedo che anche oggi ti sei svegliato con la luna storta. Fammi sapere quando ti finisce il ciclo così possiamo avere una conversazione decente" alzò le mani in segno di resa lasciandolo lì immerso nei suoi pensieri. E Manuel non si accorse che stava fissando di nuovo Simone fin quando quest'ultimo non incrociò lo sguardo col suo con fare confuso. Era un idiota e si era fatto beccare. Distolse lo sguardo in tempo record e prese a scarabocchiare sul quaderno. Con la coda dell'occhio vide Simone che lo stava ancora osservando mentre si sedeva al suo posto, ma Manuel si concesse di alzare lo sguardo solo quando era certo che Simone gli stesse dando le spalle.
Doveva assolutamente fare qualcosa.
"Ragazzi, dato che tra un paio di settimane è il mio compleanno, che ne dite se organizzo una festa da me? Manca una settimana abbiamo tempo per sistemarci" esordì Matteo arrivando davanti a scuola il giorno dopo, e anche se Manuel non aveva voglia, decise che sarebbe andato lo stesso, non tutti i giorni si può bere alcol gratis. Però poi gli venne un buco allo stomaco: sicuramente Simone sarebbe venuto col tipo e lui non aveva per niente voglia di vederli sbaciucchiarsi tutta la serata. Cazzo voleva esserci lui al suo posto. Voleva essere lui a baciarlo ad una festa. Voleva che Simone fosse suo e di nessun altro. E ora che stava accettando queste cose, realizzò una cosa. Ma non fece in tempo a rielaborare il tutto che subito Simone arrivò. Insieme al suo fidanzato ovviamente. Scese dalla moto e si avvicinò baciandolo seguito da una specie di schiamazzo generale. Disgustoso. A giudicare dalla faccia di Simone quando lo guardò, non doveva aver fatto una faccia molto bella dato che gli venne subito incontro.
"C'è qualcosa che non va?"
"Non c'è niente che non va Simo'. Va' dal tipo tuo che sicuramente starà aspettando il suo bacio d'addio"
"Er tipo mio si chiama Edoardo. E non è che sotto sotto tu rosichi? No, perché sai, è da quando è iniziata la scuola che mi guardi in modo strano. Almeno non fatte sgama'"
"Ma te pare che me frega? Te pare che sto a rosica' pe' te? Ma famme er piace'. Tornate da Eduardo che aspetta che je ficchi 'n gola la lingua n'altra volta" rispose acido Manuel.
Un momento dopo era a terra con gli occhi che lacrimavano e il naso che sanguinava copiosamente.
Stava per colpirlo un'altra volta quando arrivò il prof che si mise tra di loro bloccandolo.
"Ma che cazzo state facendo voi due, me lo volete spiegare? Ma un po' di buon senso lo avete in quella testa o no?"
"Pa'-" provò a esordire Simone ma venne bloccato subito.
"Pa' un cazzo Simone. Fila in presidenza. -poi si girò verso Manuel che nel frattempo si era alzato e si era appoggiato a Chicca frastornato dal pugno appena ricevuto- E te fila in infermeria a farti guardare quel naso. Mi farete impazzire. Ma cosa vi è saltato in mente?"
"Ha iniziato lui" Simone scaricò la colpa indicando velocemente Manuel
"Ma che cazzo te dici che m'hai colpito tu in faccia" disse con la voce dolorante mentre afferrava un fazzoletto per cercare di fermare il sangue
"Basta ragazzi. Sparite dalla mia vista. Forza anche tutti gli altri, lo spettacolo è finito, su, svelti, sgombrare"
"Manuel me vuoi spiega' che cazzo t'è saltato in mente?" esclamò Chicca a voce alta mentre entrò nell'infermeria.
"Ma mo' sembra mia la colpa. Quel cojone m'ha quasi spaccato er naso e mo' la colpa è mia. Ahia cazzo" disse Manuel toccandosi il naso dolorante
"Certo che è tua! Se nun je dicevi quelle cose là, nun te faceva er mazzo. E nun toccarte!"
"Come se avessi detto qualcosa di così grande"
"Sì, Manuel! Gli hai fatto 'na scenata de gelosia davanti al tipo suo, era ovvio che qualcosa sarebbe successo"
Cosa aveva detto? Gelosia? Manuel non la pensava allo stesso modo.
Lui non era geloso di Simone.
Non poteva essere geloso di Simone.
Eppure, ogni mattina quando vedeva Simone arrivare insieme a Edoardo a scuola, quando lo vedeva baciare quel tizio, quando lo vedeva sorridere, lui si sentiva mancare e voleva solo che quel coso sparisse dalla sua vista, voleva che i baci fossero per lui, che i sorrisi fossero per lui.
Davvero era geloso?
"Man-" si accorse che era rimasto incantato a pensare e che Chicca gli stava schioccando le mani davanti al viso
"Non sono geloso di Simone" rispose secco e con un filo di voce interrompendo l'amica. Era decisamente poco credibile
"Questa la racconti a tua madre"
"Chicca"
"Allora è questo. Quando quest'estate m'hai liquidato i messaggi. È questo. Ti piace Simone"
"Cosa? No! Assolutamente no!" Assolutamente sì.
"Manuel... va' che li ho notati tutti gli sguardi che gli lanci. E tutti quelli assassini che lanci al suo ragazzo. Ma se po' sape' che è successo tra di voi? Sul serio però" disse prendendo una sedia e sedendosi davanti a me. Ora c'erano solo loro due, la scuola era in silenzio, le lezioni erano cominciate.
"Vuoi la verità?"
"Sì"
"Te ricordi la festa de Simone dell'anno scorso? -Chicca annuì, segno che poteva andare avanti. Tolse il ghiaccio dal naso e riprese a parlare, la voce gli moriva in gola- Quando me so' presentato ero furioso. Noi ci eravamo lasciati e io me la facevo con l'architetta, te la ricordi sì?"
"Sì, sei stato uno stronzo di prima categoria" disse lei
"Sì lo so, ma ora questo nun c'entra. Stavo dicendo. Proprio quel giorno m'aveva lasciato dicendomi che pe' lei era stato solo un gioco e che mi aveva usato. E quindi non avendo altro posto dove andare so' venuto qui a scola. Ma io ero furioso, non riuscivo a sopporta' la situazione. E quindi so' uscito, ero fuori di me e ce mancava poco che tiravo giù er cantiere. E Simone mi ha raggiunto e mi ha fermato... e-e m'ha detto -la voce iniziò a tremargli. Aveva una paura fottuta anche se sapeva che poteva fidarsi di Chicca- insomma, m'ha detto che me voleva bene"
"E...?"
"E... e io l'ho baciato Chicca. E abbiamo pure scopato quella notte" la sua espressione cambiò: da comprensiva si trasformò in sorpresa e lo guardò con occhi spalancati e la bocca aperta
"Tu cosa? Fermo non ho capito. L'hai fatto con Simone Balestra qui? A scola?"
"Eh sì Chicca che te devo di' -dice gesticolando nervoso- e le cose tra noi in realtà non si sono mai chiarite del tutto. Poi st'estate quando l'ho visto con quel tipo me so' sentito ribollire" vedo Chicca ridere
"Che cazzo te ridi mo'?"
"E pensare che sei il più etero della scuola"
"Vaffanculo Chicca"
"No vabbè dai non te la prende'. Ora come stai?"
"Di merda. Di merda perché ce sto male. Ce sto di merda -e chicca sorrise. Conosceva Manuel, e sapeva che il sentimento che aveva nei confronti di Simone non era nulla di comparabile a quello che aveva provato per lei o per l'architetta- E ho una paura fottuta, perché quando ho baciato Simone me so' crollate tutte 'e certezze che pensavo de ave' da 'na vita. Non sapevo e tuttora non so chi sono. Mo m'hai detto pure che so' geloso de Simone... Io nun so che fa' Chicca. Nun so se me piacciono pure i maschi o solo Simone o è solo una cosa così... so solo che vorrei esse' io a farlo sorride' e nun quel damerino del Kennedy"
"Beh, se davvero te piace così tanto, cerca de riprendertelo"
"Sei seria? Nun te fa' strano sta cosa?"
"Cosa? Che il mio ex è innamorato del suo migliore amico? In effetti un po' sì, ma il mondo è bello perché è vario. E so' sicura che quello che provi pe' Simone è un sentimento davvero forte e sincero. Mo' andiamo in classe che il prof ci aspetta, che è già incazzato per stamattina. Come sta il tuo naso?"
"Me fa 'n male cane, uscirà una botta bella grossa"
"Eh sì, mena forte Simone" disse Chicca allontanandosi un pelo
"È cresciuto tra le mischie"
"Cosa?"
"Nulla lascia sta'"
"Annamo va che sennò qui se becchiamo 'na nota" iniziò a dire Chicca mentre stava già per uscire dalla classe
"Chicca..."
"Che voi ancora?"
"Grazie -si avvicinò ad abbracciarla, il suo profumo gli piaceva, gli era sempre piaciuto, sapeva di floreale e non se lo sarebbe mai dimenticato. Ora aveva un'altra persona su cui contare a parte sua madre- Sono sincero, davvero. E scusa per tutte le cazzate che ho fatto e che t'ho detto"
"Chi sei tu? E che cosa ne hai fatto del Manuel stronzo e strafottente dell'anno scorso?"
"Ma vaffanculo -rise Manuel sciogliendo l'abbraccio- Annamo va, seriamente sta volta" disse per poi prendere il ghiaccio secco e uscire dalla porta.
Beh, seconda parte! Mi piace molto il dialogo che ho creato tra Chicca e Manuel, una nuova evoluzione del loro rapporto!!
Alla prossima,
Alice
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