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Gala sorrise quando Nashima aprì gli occhi. Stremata, era piombata in un sonno profondo, dal quale Gala era stata bene attenta a non destarla. <<Bentornata tra noi... Come ti senti?>>

<<Sottosopra...>>

Mentre dormiva, Gala era andata ad assistere Lucrezia ma le sue condizioni si erano rivelate meno allarmanti di quelle della ragazzina. Aveva rigettato una volta soltanto; poi aveva fatto capire a Gala che, se se ne fosse andata, sarebbe stata molto meglio. Hermona, di umore particolarmente tetro, le aveva allontanate a denti serrati.

<<Forse ci teneva ad andare alla festa>> aveva ipotizzato Marzia, ma Gala non lo aveva ritenuto plausibile. Aveva ben visto la faccia che la greca aveva fatto quando Marco l'aveva informata del simposio a casa di Domizio, qualche ora prima.

<<Immagino tu non abbia fame, però Marzia mi ha ordinato di farti mangiare questi chiodi di garofano. Hanno un saporaccio, ma riusciranno a farti stare meglio.>>

Nashima storse il naso. <<Non li voglio!>>

<<Marzia mi ha anche dato il permesso di imboccarti, se tu ti rifiuterai di mangiare.>>

<<Arpie! Non è né mia madre né mio padre. Non può darmi ordini in questa maniera. E poi, mi dici come questa roba potrà farmi stare meglio?>>

<<Non so, però ti assicuro che nel giro di mezz'ora il tuo stomaco sarà tornato come nuovo.>>

<<Lo spero. Non ce la faccio più>> borbottò Nashima.

<<Gala?>>

La ragazza si voltò verso Hermona, che fino a quel momento era stata chiusa in un silenzio astioso. Le si avvicinò solerte. <<Hai bisogno di aiuto?>>

<<Devi fare una cosa per me.>> Hermona le prese con delicatezza un braccio, costringendola ad inginocchiarsi vicino a lei. <<Per come lo conosco io, sicuramente il dominus ha lasciato a casa torcia ed amictus per il ritorno. I banchetti durano fino a notte fonda e spesso quando se ne esce si è sudati ed è facile prendersi un malanno, lo so per esperienza. Portagli una torcia e un mantello. Gli dei soli sanno quanti sono i banditi che si aggirano per le strade in attesa di uno sprovveduto con troppa fiducia in sé stesso.>>

<<Glieli porterei volentieri, ma non so dove si trovi né quanto disti la domus del dominus Domizio da qui.>>

<<Non molto... pochi minuti a piedi. Esci sulla strada principale e percorrila tutta fino ad arrivare alle pendici dell'Aventino. Troverai subito un grande thermopolium che si chiama Domus Famosa. Prendi la prima semita a sinistra e arrivi alla casa delle mezzane. Se vedi l'insegna gialla con il gigantesco posteriore di una negra vuol dire che sei arrivata al bordello delle nubiane e devi tornare indietro. La domus di Domizio è a un piano solo, con un giardino di mirto e bosso. C'è un cespuglio a forma di serpente a bocca spalancata.>>

<<Riuscirò ad andare e tornare prima che faccia buio?>>

<<Se parti subito, senz'altro. Vai, non indugiare, o la torcia servirà più a te che a Marco.>>

Gala si allontanò subito ed Hermona tornò ad adagiarsi sulle coperte fresche che la schiava nuova le aveva cambiato, pregando perché tutto andasse bene e il suo piano, che il dominus era quasi riuscito a sventare, funzionasse.

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