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Plozia lo aveva capito. Qualcosa era nell'aria, l'aveva percepito. E se la vita le aveva insegnato qualcosa, era che non bisognava diffidare dell'istinto.

La missiva era stata spedita da un piccolo villaggio nei pressi di Alessandria. Non era lunga, ma bastò a non farle chiudere occhio per tutta la notte.

Valeria saluta Plozia, nipote affezionata.

Spero che non ti risentirai di questo incipit. Sebbene tu non lo sia biologicamente, sposando Plotino anche tu sei diventata parte della mia famiglia. Ti ho sempre vista come una nipote e mi è dispiaciuto dovermi separare da te come da tua madre, che Proserpina l'abbia in gloria. Ma come ben sai le circostanze lo richiedevano...

Oh, sto sbagliando tutto, non è vero? Avrei prima dovuto informarmi sulla tua salute. Se non l'ho fatto, è solo perché la felicità me lo ha fatto passare di mente.

So quanto poco ami le perdite di tempo, perciò cercherò di essere sintetica. La mia vita, qui in Egitto, è giunta al capolinea. Vorrei tanto venire a trovare te e la tua famiglia. Dato che non ho sufficiente denaro con me, speravo mi avresti offerto ospitalità. So che sembra un brutto modo per riallacciare i rapporti, chiedendo un favore, ma ti prego... Non mi tratterrò a lungo, il tempo di sistemare alcune faccende e porgere a te e ai tuoi un saluto. E se Roma sarà bella come tutti dicono, potrei anche decidere di fermarmi. In effetti, quest'esistenza vagabonda comincia a stancarmi. In ogni caso, non sarei una zavorra sulle tue spalle. Mi troverei una casa e, chi lo sa, anche un uomo. La mia bellezza non è ancora sfiorita, malgrado i tanti anni!

Sto divagando, cara Plozia, ti prego di perdonarmi. La mia scelta di fermarmi nell'Urbe sarebbe condizionata solo da una persona. Spero che mia figlia sia ancora lì. Vorrei trovarla, e raccontarle tutta la verità. Spero vivamente che non abbia cambiato città, o che nel frattempo non le sia successo qualcosa. So bene quale opinione tu ti sia fatta di me e so che, come te, se la sono fatta tutti coloro che mi hanno conosciuta. Ma vorrei rimediare. E il primo passo sarebbe raccontare a quella bambina quali siano le sue radici. Se poi non vorrà più avere niente a che fare con me, la capirò e sparirei di nuovo dalla sua vita. Se invece mi credesse, e comprendesse le mie ragioni, farebbe di me la più felice delle madri.

Cara, cara nipote mia, tante sono le cose che muoio dalla voglia di raccontarti! Quanto sembrano inadeguati frammenti di papiro in questi casi!

Non aggiungo altro. So che ti sarà costato fatica leggere anche solo queste poche righe.

Si vales bene est, ego valeo.

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