L'uomo che era sempre in viaggio

(Tratto da "L'uomo che cancella i ricordi e altri racconti" raccolta scritta con VincentSantino)

Pose la valigia sul marciapiede, nelle vicinanze del bar che sapeva essere un punto di riferimento in quella zona e che gli avrebbe, finalmente, dato la sensazione di punto stabile che tanto desiderava. Qualcosa gli disse di essere arrivato a destinazione.

Controllò di avere tutto come da programma, biglietto, documento, denaro e cartina del luogo. Riprese la valigia e spingendo la porta con troppa enfasi, entrò nella penombra del bar lasciandosi alle spalle la luce accecante di quella mattina di sole.

Si affrettò al bancone vuoto e solitario, come se avesse una urgenza di un qualche tipo. Come era solito avvicinarsi al banco dell'imbarco del gate o come quando era in fila in attesa di un taxi. Solo che stavolta Tony non era una bella signorina in divisa e foulard, ma un solitario e silenzioso uomo dall'espressione poco amichevole.

Gli porse i documenti e Tony rimase interdetto

"Guarda che si vede che sei maggiorenne!... e se anche li portassi male, non sarebbe un mio problema versarti da bere" brontolò il barman credendo in uno scherzo.

"No guardi, non è per questo che le mostro il documento, è un bisogno che sento dirompente in me, devo per forza illudermi di stare per affrontare un viaggio o una qualunque partenza. Per una destinazione qualunque, purché sia lontana dalla mia realtà. Purché dia respiro alla mia vita per un po' ... quindi accetti di controllare questo pezzo di carta e mi assecondi. La prego!"

Tony conobbe il vero significato delle parole "fuori di testa" in quell'esatto momento. Non che nel suo locale non ci fosse l'imbarazzo della scelta in quanto a stranezze, ma con questa di fronte a lui aveva completato la sua personale top five.

Assecondando quello strano tipo prese il documento che gli porgeva e diede uno sguardo veloce...

"Per la miseria!" si ritrovò ad esclamare Tony alla vista di quel passaporto pieno zeppo di timbri ad accavallarsi nelle pagine ormai irriconoscibili.

Alzando lo sguardo sull'avventore rimase interdetto dalla consapevolezza che quell'uomo aveva viaggiato davvero in lungo e largo per tutto il globo terracqueo. Non c'era un timbro che mancasse, un luogo che fosse sfuggito al suo peregrinare.

Riconsegnò il piccolo libretto dopo averlo rigirato ancora tra le mani. L'uomo con un mesto sorriso, gli chiese da bere adesso necessario per continuare a spiegare.

Il dottore che aveva assistito curioso da lontano alla discussione tra i due altri uomini presenti nel locale, si avvicinò e si sedette sullo sgabello logoro accanto all'uomo. Si fece allungare il documento per vedere con i suoi occhi quella stranezza unica, e che anche a lui fece un effetto strano.

Un misto tra invidia per questa vita dedita ai viaggi, e curiosità nel cercare di capire come l'uomo avesse potuto avere, realmente, il tempo materiale per girare con questa frequenza il mondo intero. Il viaggiatore si rivolse al dottore con lo sguardo basso.

"Sapete com'è, quando ti fermi dopo tanto andare non hai più uno scopo nella vita e ti sembra di non servire più a niente. Hai speso tutto il tuo tempo per una cosa sola e hai dimenticato altre cose ... una famiglia, un amore, una carriera ... tutto trascurato solo per la tua passione, e poi quando non c'è più nulla di nuovo da vedere o visitare rendersi conto di avere accumulato solo ricordi e fotografie."

"Adesso DEVO ritrovare quella sensazione, quell'adrenalina che provavo quando facevo i bagagli e imboccavo il gate, quando prenotavo un albergo o ripiegavo la tenda nello zaino. Ho un bisogno fisico di continuare a credere che ci sia ancora qualcosa da vedere nella vita e che mi faccia perdonare le mie mancanze e le mie scelte..."

Il dottore e Tony non avevano mai sentito tanta tristezza e nostalgia nella voce di un uomo che si rende conto improvvisamente di aver sprecato la sua vita a non costruire nulla di duraturo, per rincorrere ciò che di più effimero e brevemente appagante ci sia, come un viaggio.

Non sapevano davvero cosa consigliare all'uomo che suscitava in loro uno strano sentimento di comprensione. Il dottore, però, all'improvviso si girò verso il barman e con il loro solito sguardo complice che li mise in sintonia riguardo alla cosa più giusta da fare, disse solo:

"La preghiamo di prendere posto, tra poco passeremo per un piccolo servizio bar, in attesa del decollo"

L'uomo sorrise e una lacrima di gratitudine solcò la sua guancia. Raccolse il suo bagaglio e andò a sistemarsi comodo in un separé, mise sotto il divanetto la valigia e chiuse gli occhi con la piacevole sensazione dell'attesa del decollo.

Il dottore e Tony si fecero un mezzo sorriso e alzarono contemporaneamente il bicchiere di bourbon che stavolta si erano più che meritati.


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