5. Velvet

La guardo dalla porta socchiusa.

Sta semplicemente lì.

Distesa a pancia in giù su quel letto sfatto.

Respira lentamente a significare che il sonno l'ha presa tra le braccia, così come l'ho tenuta io tra le mie fino a qualche manciata di minuti prima.

Il primo sole del mattino si permette di posarsi sul suo corpo.

Mostra la gamba sinistra nuda e piegata fino fuori al bordo del letto.

L'altra distesa è celata alla mia adorazione.

Il lenzuolo di un bianco accecante la copre fino alla base della schiena, lasciando in bella mostra le sue fossette che ho accarezzato con la punta della lingua.

La vita e le spalle scoperte sono come un invito a sfiorarli con le labbra, solo per il gusto di vedere affiorare la pelle d'oca che risveglia i suoi sensi.

Le scapole sono sporgenti per la posizione delle sue braccia sotto il cuscino, e il volto sprofondato in esso, coperto quasi del tutto da quel suo ciuffo che adora e che sistema continuamente.

I capelli scuri sparpagliati sul cuscino come a fingere un sole che splende di forza propria.

Le ciglia chiuse su quegli occhi di onice nei quali mi annullo se solo si posano nei miei.

Quelle labbra appena dischiuse che ho sentito sospirare tutta la notte sulla mia pelle.

E' come una paralisi vederla così, vederla dormire e sognare...e chissà cosa sogna.

Vorrei essere io quello che le riempie i pensieri, i sogni e il corpo.

La pelle come velluto, la schiena liscia e sensibile al minimo passaggio delle mie dita.

Si inarca la mia Velvet, si muove piano e le ciglia le tremano appena. Non voglio svegliarla, desidero solo che mi senta, anche nel sogno.

Poso le labbra su quel manto liscio e profumato di lei, la sfioro e la risfioro fino a morirci su quel velluto.

E' una droga la mia donna e il suo corpo la mia fine...


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