4. Ladra
(Esercizio 1: immagino di parlare a qualcuno che vuole sempre essere cercato, che mi desidera nel momento del suo bisogno, ma che non allunga una mano nel momento di venire incontro al mio.)
Non sono una vera ladra.
Ti sono debitrice di emozioni, questo sì.
Ma sono emozioni che ho voluto catturare da sola, te le ho rubate senza che tu volessi davvero donarmele. E per questo ti chiedo scusa.
Non mi piace elemosinare attenzione, avrei voluto solo che mi cercassi perché desideravi farlo.
Rispondermi per cortesia è la cosa che detesto di più, così come tenere viva forzatamente una conversazione.
La cosa che mi assorda i pensieri è ammettere che mi sono sbagliata...perché neanche tu riesci a vedere me, attraverso la mia maschera.
Mi illudevo che anche non guardandomi tu mi vedessi, ma in realtà anche tu vedi solo quello che c'è in superficie, quello che per tutti è rassicurante vedere.
Hai ragione sai...non conviene comprendere i silenzi e le cose non dette. Non è facile ammettere l'esistenza di ciò che non si comprende.
Che errore è stato riempire di significato parole e frasi dette e sentite. Molto meglio come fai tu, sminuire e ridimensionare le cose e tutto ciò che viene detto.
E' un modo per proteggersi anche quello.
Meglio usare tutte quelle parole che rendono così ridicolo il mio comportamento verso te. Frasi come: "anche solo per un capriccio", "anche solo per gioco".
TU, che non hai compreso fino a che punto o che non hai voluto farlo davvero.
Io il muro verso cui correre ormai l'ho sfondato e non era stato preventivato, ho provato a fermarmi prima, ma era un muro di gomma quello su cui rimbalzavo...e i segni che mi hanno lasciato i suoi colpi si vedranno ancora per molto tempo.
Rendersi conto in un attimo di aver perso la maschera con la persona sbagliata.
Capire in un attimo che per non soccombere dovrei ancora una volta girare pagina e fare finta che non sia successo nulla...ma accorgersi improvvisamente di non aver più voglia di sfogliare queste pagine e non avere la forza di fare finta di nulla. Non oggi. Non con te.
Aspettavo questo piccolo lampo di verità.
Che mi si illuminasse nel cuore una scintilla di comprensione di ciò che, ammetto, tu mi dici dall'inizio. Non hai mentito, ero io che non volevo sentire.
Tu hai solo giocato...non è una colpa, sono io che non ho saputo farlo.
Ed è davvero arrivato il momento della leggerezza, quella che mi fa smettere di tatuarmi tulipani sulla pelle, un'altra idea senza significato...o perlomeno che lo ha solo per me.
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