Capitolo 58: La stella rossa.

Beatrice

«Siamo a casa!» esclamo, aprendo la porta rotonda della mia casetta, che mi era mancata fin troppo.
«Finalmente» mormora Nicklaus, dietro di me.

Sorrido ritrovando l'odore familiare di incenso che si è acceso per darmi il benvenuto. La vacanza in Sardegna è stata fantastica, perché mi ha permesso di scoprire di più sulla personalità di Aideen e di tutti gli altri... ma anche di Nicklaus. È sempre un libro chiuso, ma quel ballo è stato il momento più bello della vacanza.

Dopo... Ho sentito tristezza e rabbia nell'aria, penso che Aideen e Royal abbiano discusso, ma Anakin ha rifiutato di smettere di festeggiare, e così siamo andati a letto tardi.

Questa mattina abbiamo di nuovo preso l'aereo - tranne Anakin e Theo - e ci siamo separati all'aeroporto, ognuno diretto verso casa sua. Royal mi ha ricordato che tra pochi giorni dovrò ricominciare a lavorare al Lux, e sinceramente non vedo l'ora! È vero che lavorare in un posto del genere è complicato, certe volte, perché le persone che lo frequentano non sono così raccomandabili, però mi diverte lavorare, e penso che sia un bel modo per diventare sempre più indipendente! E poi, mi piace esercitarmi nel leggere le persone...

«Ti era mancata?» chiedo a Nicklaus, mentre appoggio la valigia accanto alle scale, per poterla portare di sopra appena avrò un momento - penso che dovremmo mangiare prima visto che è l'ora di pranzo passata.
«Sì.»
«Ma ti è piaciuta la Sardegna, vero? E la biblioteca? Non ti sei annoiato troppo, vero?»

Nicklaus non risponde e mi mordicchio il labbro mentre mi giro verso di lui. Forse ho parlato troppo...

Quando appoggio lo sguardo su di lui mi accorgo che si è appoggiato al muro con una spalla e che si sta toccando la fronte con una mano.

«Ehi, tutto okay?» aggrotto le sopracciglia, avvicinandomi subito a lui.
«Mi gira la testa» borbotta, e io vado in panico ancora di più.
«Oh, Ecate! Ti succede spesso?»

Cerco di prendergli il braccio per aiutarlo ad arrivare ad un pouf non troppo lontano da dove si trova. Lui ci si siede e fa un sospiro. Lo vedo rabbrividire, e aggrotto le sopracciglia osservando la maglietta nera che indossa: forse avrà freddo?

«È la luna nuova, niente di che... la mia forza in qualche modo dipende dalla luna, e se la sua luce è minore allora anche la mia energia.»
«Allora ti vado a prendere l'acqua di luna!»
«L'altra volta mi ha fatto trasformare, no grazie» sorride piano, e allora ci rinuncio.

Mi siedo accanto a lui, ma per terra, e cerco di pensare ad una soluzione.

«Allora qualche pietra? Ma hai mangiato a colazione?»
«No» ammette.
«Ma sei stupido? Vado a prenderti qualcosa» sbuffo scuotendo la testa.

Mi alzo e borbotto tra me: mi sembra logico che se non mangia si sente male! Prendo della cioccolata non ancora aperta e torno da lui.

«Non so se farà qualcosa» dice lui, prendendola.
«Certo che farà qualcosa! Guarda che se non mangi è ovvio che ti gira la testa!»

Nicklaus non dice niente ma mi guarda mentre mangia.

«Non mi sono annoiato» dice rispondendo alle mie domande di prima.
«Mi fa piacere» sorrido, stringendo l'orlo del mio vestito bianco che mi ero messa per il viaggio - è un vestito che non uso molto, e che uso solo per stare in casa o per viaggiare, «Nemmeno quando hai ballato con me? Non sono molto brava, ti avrò pestato i piedi-»
«Non è vero» ribatte, aggrottando le sopracciglia, «Era da tanto che non ballavo con qualcuno.»

Abbasso lo sguardo, ripensando a quando gli avevo chiesto se era rimasto sempre solo, quando era confinato nel castello. Non riesco nemmeno ad immaginare come sia stato restare lì da chissà quanto tempo, da solo.

«Ma... nel tuo castello non è mai entrato nessuno?»
«Certo» annuisce, «Invito sempre le persone che bussano a bere qualcosa.»

Lo dice con un tono malizioso che mi fa venire i brividi. Chissà quante donne saranno entrate per sbaglio nel suo castello... e chissà che cosa avranno fatto...

«Non ricordo mai i loro nomi, però. O non me li dicono. E poi, le porte del castello cambiano sempre, una volta chiuse. Non si riaprono mai nello stesso posto due volte.»

Mi rattristo nel pensare che lui non abbia creato legami con nessuno, e un po' capisco perché venisse da me, sotto forma di lupo. Forse allora eravamo veramente amici, io e il lupo! Penso di sì... o almeno, credo che lui ne avesse bisogno quanto me.

«Sai, Beatrice, è vero che è pericoloso cercare di liberarmi, come dici tu, ma non è quello il motivo per il quale io non voglio che tu lo faccia» mi dice, girandosi verso di me e facendo muovere il pouf du qualche centimetro.

Mi osserva con i suoi occhi nerissimi, in modo molto serio, una volta che ha finito la sua cioccolata.

«La verità è che non voglio che il nostro legame si spezzi, altrimenti non avrò più una scusa valida per restare con te.»
«Oh, ma non ti devi preoccupare, se ti serve un posto in cui dormire posso sempre lasciarti la camera-»
«Non vuoi proprio capire, eh» borbotta allungando una mano verso il mio collo.

Aggrotto le sopracciglia ma non faccio in tempo a capire che cosa sta facendo che la sua mano si ritrova sulla mia nuca, e mi attira verso di sé, toccandomi le labbra con le sue.

Se fossi stata in piedi sarei caduta, e ringrazio Ecate di trovarmi per terra, altrimenti non immagino la figura di merda che avrei fatto. Nicklaus si sposta un po' e fa più pressione sulle mie labbra. Non ho idea di che cosa stia succedendo, so solo che la sua bocca sa di cioccolato e che mi sta facendo perdere la testa.

Quando smette di baciarmi guarda dietro di me.

«Pensi che quell'amorino si stava soltanto facendo una passeggiata?» chiede, scrutando attentamente Kaos.
«Lo... lo vedi?» spalanco gli occhi girandomi di scatto e osservando il bambino alato che si sta dondolando da un piede all'altro.
«Pensavi davvero di potermelo nascondere?»

Torno a guardarlo e deglutisco. Non sapevo che potesse vedere attraverso l'illusione dell'amorino, e poi... Sì, pensavo di poterglielo nascondere. Pensavo che non avrei ceduto ai suoi occhi neri, che alla fine avrei trovato un modo per spezzare il legame del pugnale e che... e che poi sarebbe andato via.

Kaos si avvicina e stringe la mano a Nicklaus, poi mormora qualcosa sul lasciarci soli, che è stato bello conoscersi, e se ne vola via, dopo un ultimo occhiolino. Spalanco gli occhi e non riesco a credere che se ne sia andato per davvero: pensavo sarebbe restato più tempo... non so... che mi avrebbe detto qualcos'altro... Forse gli amorini sono occupati. Io già sono stata fortunata a vederlo! Forse tornerà? Io volevo conoscerlo!

Quando torno a guardare Nicklaus, mi rendo conto che mi stava già guardando.

«Si chiama Kaos» riesco a mormorare, ma non credo che lui mi abbia ascoltato, perché la sua bocca si avvicina ancora, e questa volta non sembra essere intenzionato a baciarmi rapidamente.

Prende il suo tempo, ma quando le sue labbra toccano le mie, torna il Nicklaus che avevo incontrato la prima volta che l'ho portato qui, con la camicia mezza aperta e gli occhi maliziosi. La sua lingua mi lecca le labbra, mi chiede il permesso che in realtà possiede già, e comincia a baciarmi davvero, lasciandomi senza fiato.

Ad un tratto sento Nick aggrottare le sopracciglia, e si stacca da me per alzare lo sguardo sul soffitto. Faccio come lui e arrossisco di colpo, perché mi accorgo che la casa sembra aver reagito a ciò che è successo tra noi.

«Lo fa spesso?» mormora osservando il fiore di frangipane che è appena sbocciato sul soffitto.
«Oh, sta zitto» sbuffo zittendolo con le mie labbra.

Aideen

Con una mano mi scrocchio le dita, mentre con l'altra sono occupata a trascinare la valigia. Royal è accanto a me, ma non ci siamo detti una singola parola dalla nostra ultima conversazione sulla spiaggia.

Devo ammettere che mi sta uccidendo. Non dire niente, lasciargli il suo spazio e stare zitta mi sta facendo impazzire: non credo di poter continuare così a lungo... E tornare a casa non mi rende felicissima, se non che potrò rivedere Evil e stare con lui. Tornare qui mi fa tornare in mente Peter, Arrow, Jessica e tutto quello che ho perso.

Ma credo che io ne abbia bisogno. Sento che tornare e ricordarmi di tutto sia essenziale se voglio guarire davvero. Insomma, è vero che ho strappato le erbacce dalla mia mente e ho liberato la rosa, ma devo ancora lavorare su me stessa, e adesso l'ho capito.

«Stella...»

Aggrotto le sopracciglia e mi giro di scatto, perché chiamarmi con il mio nomignolo era l'ultima cosa che mi aspettavo da Royal.

«Sì?» mormoro, ma quando alzo la testa capisco che non stava parlando con me.

Forse non stavo ascoltando, ma intendeva stella letteralmente, perché quando sposto lo sguardo nella direzione in cui sta guardando lui, mi accorgo della stella rossa dipinta sulla porta di casa mia.

Spalanco gli occhi e mi ci avvicino rapidamente, toccandola con le dita.

«Katherine...» mormoro guardandomi le dita sporche.

Do un occhiata veloce a Royal e capisce subito. Entriamo e casa e mentre mi pulisco le mani ci avviamo alla Stanza Delle Invocazioni.

«Le avevi chiesto di richiamarti?»
«No... l'ultima volta che l'ho vista all'inferno sembrava tutto okay...» mormoro confusa.

La pittura era ancora fresca, quindi dev'essere stata fatta poco fa... non capisco ogni volta che non ci sono deve dipingere quella dannata stella?

Una volta entrati nella Stanza Delle Invocazioni preparo in fretta tutto il necessario e mi limito a pronunciare la parole, perché non c'è tempo per fare il cerchio di fuoco: Katherine non mi chiama mai per niente.

Mi allontano un po' dal centro della stanza, mentre Royal rimane appoggiato alla porta.

L'attimo prima non c'è niente, e l'attimo dopo comincia a formarsi un'immagine, soltanto che non è quella che mi aspettavo.

Certo, i capelli sono rossi come quelli di Katherine, ma soltanto a causa del fuoco che li illumina.

«Kai?» aggrotto le sopracciglia, facendo un passo indietro.
«Piccolo fuoco, devi ascoltarmi bene» mi saluta, seduto sul suo trono.
«Dov'è Katherine?»

Lui sembra quasi offeso, ma poi fa un gesto con la mano come per dire che non è importante.

«È occupata, mi ha chiesto di prendere la chiamata.»

Sbuffo ma non dico niente e aspetto che mi sveli la ragione della stella rossa.

Kai si tocca i capelli con le mani, e posso vedere un po' di pittura verde sulle sue dita.

«Ascolta... l'umano è sparito» mi fa un gesto come se dovessi indovinare io.
«Eh?»
«È scappato» alza le spalle, grattandosi una guancia.

Aggrotto le sopracciglia e cerco di riflettere, visto che Kai sembra essere diventato muto. Un umano... scappato dall'Inferno? Perché dovrebbe importarmi... aspetta, c'è un umano che abbiamo mandato all'inferno...

«Intendi... intendi Matthew?»

Kai annuisce, e mi copro gli occhi con le mani. Non ci credo. La parte cattiva di Matthew, quella che si era alleata a Kai. Il traditore che ha ucciso Jessica, quello che ha fatto del male a Lentiggini e che mi ha rovinato la vita...

«Che cosa vuol dire che è scappato?!»
«Il demone che faceva il suo turno si sarà distratto, non lo so, certe volte succede. È riuscito ad arrivare alla porta dell'Inferno» dice in fretta, come se non volesse che io l'accusassi.

Incrocio le braccia al petto e mi domando se mio padre abbia aumentato lo stipendio ai demoni come aveva promesso. Se l'avesse fatto forse Matthew non sarebbe scappato, dannazione!

«Ti sta cercando.»
«Che venga pure» ringhio, e sento i miei occhi bruciare.

Se pensa di potermi fare del male, si sbaglia di grosso. Questa volta non scapperò, e lo torturerò finché non mi supplicherà di lasciarlo tornare all'inferno.

«Lo sai che non è così che agirà. Vuole farti del male, ma può farlo anche senza toccarti.»

Non ribatto, ma lo sapevo perfettamente. Per questo devo trovarlo subito: non deve avere nemmeno il tempo di pensare a come ferirmi. Se vorrà farlo allora dovrà colpire me.

«Qui all'Inferno si dice che hai trovato qualcun altro da proteggere. Una strega.»

Spalanco gli occhi e alzo il mento. No.

«Beatrice» mormora Royal.
«Pensi che la stia cercando?» aggrotto le sopracciglia.
«Potrebbe averla già trovata» ribatte Kai.

Assottiglio gli occhi e cerco di riflettere. Beatrice non è così irritante, ma non è nemmeno mia amica: Matthew questo dovrebbe saperlo visto il tempo che ci metto a fidarmi delle persone.

«Non credo sia perché pensi che io gli sono legata in qualche modo affettivo... è per il pugnale» sussurro.

Ripenso al tatuaggio sul polso della strega che nasconde il pugnale, e riesco ad immaginare l'idea che si è messo in testa Matthew. Se riesce ad impossessarmi, potrà vendicarsi completamente, o usandolo direttamente su di me, o su qualcuno a cui tengo.

«Io vi ho avvertiti» dice Kai, «Se avete bisogno di aiuto... potete sempre chiederlo.»
«Perché non vieni tu a prenderlo?»
«Sono occupato a tenere nascosta la sua assenza» sbotta, appoggiando la schiena al trono, «Ricorda che hai una Dea a disposizione... e forse più di una. E ho mandato Evil da te, dovrebbe arrivare tra poco.»

Mi mordicchio il labbra ma non considero il suo primo consiglio. Per Evil invece, penso di aver capito che cosa intendeva.

«Va bene, ciao» sbotto avvicinandomi all'uscita.

Kai sparisce, e con Royal torniamo davanti all'entrata. Lui sembra preoccupato, e lo sono anche io. Non voglio immaginare che cosa potrebbe succedere se Matthew trovasse Beatrice, che cosa potrebbe farle...

«Dobbiamo avvertire-»

Royal viene interrotto dalla porta di casa che si apre di scatto. Ci giriamo verso di essa e il guardiano del pugnale di Caitlìn ci guarda con degli occhi neri preoccupati.

Ha il respiro ansimante, come se non si sentisse molto bene ma avesse fatto tutta la strada di corsa.

«Non la trovo» sussurra, «Beatrice, è sparita.»

AMICIII! Finalmente eccomi qui! Mi dispiace un sacco che vi faccio sempre aspettare, ma spero che vi godiate lo stesso i capitoli!
I nostri amici sono tornati a casa, e se da una parte Nick e Bea si sono mooooolto avvicinati, Aideen e Royal... beh beh...
E poi Matthew. Ve lo aspettavate il suo ritorno?? E Bea? Secondo voi che cosa le sarà successo?
Vi avverto che la storia finirà con il capitolo 60 e l'epilogo, quindi da qui in poi saranno lunghini i capitoli visto che devo ancora dire un po' di cosette hehehe...
Baci 😈
-Gaia 💜

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