Capitolo 51: Sei in imbarazzo?
Aideen
«Che cosa diavolo sei venuta a fare qui?» sibilo, toccandomi nervosamente i capelli.
«Pensavo che ormai avessi capito le ragioni delle mie visite» sorride l'amorino, imitandomi e toccandosi i capelli biondi.
Mi giro verso il supermercato, poi decido che la strega se la saprà cavare da sola, e mi avvicino ad una panchina un po' più in là.
«Non è proprio il momento, davvero, Amaris» dico mentre mi siedo.
«Ti ricordi il mio nome» batte forte le mani, sorridendo come una scema.
Alzo gli occhi al cielo, e cerco di parlarle il più gentilmente possibile.
Quando l'ho vista, prima, che correva verso di me... stavo per strangolarla, ammetto. Ricordo l'ultima volta che era venuta, e ricordo il motivo, ma so anche che non diceva la verità, perché non è per niente andata come lo voleva lei.
«Senti... devi tornartene a casa tua.»
«Ma sai che non posso!»
Aggrotto le sopracciglia, e faccio per dire qualcosa, ma mi blocco non appena la vedo porgermi un mazzetto di rose bianche.
«Grazie...» mormoro, prendendole in mano.
Osservo le rose bianche e mi viene quasi da piangere, ma non lo faccio. Perché proprio le rose bianche?
«Chi era quell'altro?» le chiedo, tornando a pensare alla strega e a quell'altro amorino.
«Si chiama Kaos, l'ho conosciuto poco prima di partire» mi spiega, ridacchiando, «È un po' strano!»
«E perché è venuto anche lui insieme a te?»
Lei sembra riflettere per un po'.
«La nostra padroncina ci ha detto di dare i fiori a te e alla tua amica.»
«Non è mia amica» aggrotto le sopracciglia, «Ci conosciamo da pochi giorni.»
Scuoto la testa, poi capisco a chi si riferisce con "la nostra padroncina" e faccio una smorfia. Mia madre...
«Io non li voglio i suoi fiori» le porgo le rose.
«Ma li ha raccolti con molta cura!» esclama.
Alzo le spalle e cerco di ridarle le rose.
«C'era anche una ragazza ad aiutarla! Le ha suggerito lei di scegliere le rose bianche!»
Mi giro verso di lei, respirando molto profondamente.
«Che cosa?»
Ma Amaris sembra essersi già dimenticata di questa rivelazione, perché si alza e comincia a camminare verso il supermercato.
Non ci posso credere che Jessica passi davvero del tempo con mia madre! In pratica me l'ha rubata!
Prendo i fiori e la rincorro.
«Devi promettermi una cosa» le afferro la mano.
«Che cosa?»
Mi abbasso al suo livello, per poterla guardare in faccia. Lei sbatte le palpebre innocentemente.
«Non devi farti vedere da nessuno, okay?»
«Nessuno?»
Annuisco, e lei aggrotta le sopracciglia.
«Nemmeno Royal?»
«Soprattutto lui!» spalanco gli occhi.
Per Lucifero, se dovesse vederla... no, non può proprio succedere! Lui è ancora ferito... chissà che cosa penserebbe se la vedesse... penserà che lo sto ancora prendendo in giro, che sto giocando con lui...
«No, non se ne parla, io voglio andare a salutarlo!» comincia a saltare per farmi capire che non vuole.
«Farai quello che ti dico» sbotto, pensando ad un modo per farla accettare, «Altrimenti li butto.»
Le indico i fiori, poi mi alzo e vado davanti ad una pattumiera. Alzo i fiori e faccio per metterli dentro, e la bambina comincia a piangere. Faccio un sospiro, e la lascio fare.
Non butterei mai quei fiori. Mai e poi mai. Se li ha scelti Jessica, allora mi impegnerò a tenerli vivi. Sto soltanto giocando un po' con l'amorino, non c'è niente di male...
«Hai finito?» le chiedo, quando la sento tirare su col naso.
«No! Sei cattiva!» cerca di asciugarsi le lacrime, che continuano a colarle lungo le guance, «Va bene, non mi farò vedere! Ma tu tienili i fiori!»
Faccio un sorriso e la prendo in braccio, lasciandole un bacio nei capelli nella speranza che possa farla smettere di piangere. E infatti funziona, non appena la mia bocca tocca i suoi capelli la sento ridere, e appoggia la testa alla mia spalla.
«Però posso dormire con te, vero?»
Theo
«Io vado a prendere quella per me e Theodor» esclama Anakin, correndo su per le scale, come se chi arrivasse per primo potesse vincere la camera.
Io mi guardo intorno, e Aideen mi fa cenno di seguirlo. Da quando sono tornate dalla spesa sono strane, lei e Beatrice: si guardano intorno spesso, soprattutto Aideen, come se stessero nascondendo qualcosa.
Decido di seguire Anakin su per le scale, e osservo i quadri che ci sono sui muri. Questa casa è davvero gigantesca, e sinceramente dall'esterno non me l'aspettavo proprio così!
Quando siamo arrivati, Anakin e io, ci siamo ritrovati davanti - ci ha spiegato dopo Beatrice - ad un nuraghe. Lei ci ha detto che è un'antica costruzione di pietra, tipica della Sardegna, ma quando siamo entrati dentro, mi sono chiesto se non ci eravamo sbagliati di posto: non c'era niente, soltanto della terra e certe caverne scavate nella pietra, si vedeva anche il cielo aperto se alzavamo la testa. Poi è arrivata Beatrice, e non appena è entrata, tutto si è trasformato, ed è diventata un'enorme casa, con tantissimi corridoi e scale che salivano fino a dei piani superiori.
Quando la rampa di scale finisce, mi accorgo di avere due direzioni da poter prendere: aggrotto le sopracciglia, e comincio ad annusare l'aria per trovare Anakin. Prendo il corridoio che va verso la destra, e poco dopo vedo una stanza che ha la porta aperta.
«Sono stanco» sento Anakin dire, e quando entro lo vedo stendersi - o piuttosto buttarsi - sul letto.
Anche io sono piuttosto stanco, ma non voglio ammetterlo perché ho dormito per la maggior parte del viaggio. Osservo la stanza, che è piuttosto piccola: il letto matrimoniale prende la maggior parte dello spazio, con un mobile con dei libri e uno per i vestiti. C'è anche una specie di piccola scrivania, con una sedia.
Torno a guardare il letto, toccandomi la schiena con una mano.
«Ti fanno male?!» esclama Anakin, mettendosi a sedere di scatto.
«No, mi prudeva soltanto-»
«Sei sicuro?»
Annuisco, sorridendo un po', ma lui non sembra molto convinto.
«Ti metto questa» dice, per poi tirare fuori un barattolo pieno di crema.
Spalanco gli occhi quando realizzo che è quella pomata bellissima che mi aveva regalato quella volta. Senza dire niente mi siedo e mi tolgo la maglietta, dandogli la schiena. Anakin comincia a spalmarmi la crema sulle ali, e io chiudo gli occhi lasciandomi cullare dai suoi movimenti.
Quando ha finito, mi rimetto la maglietta, e se c'era anche una piccola traccia di dolore prima, adesso non c'è più. Lui torna a stendersi, sospirando.
«Possiamo riposarci un po'? Poi verranno a svegliarci se ci addormentiamo» mi dice, spostandosi dall'altra parte del letto, per lasciami spazio.
Mi tolgo le scarpe e poi mi stendo anche io, lasciando le braccia rigide ai lati del mio corpo. Osservo il soffitto e mi domando che cosa dovrei fare adesso. Io non sono mai stato con qualcuno dentro a un letto...
«Non essere così teso, angelo mio» lo sento dire, mentre mi tocca il braccio con una mano.
Sento una sua ombra accarezzarmi la guancia, e annuisco, anche se non riesco a rilassarmi come ha detto lui.
«Sei in imbarazzo?» fa un sorrisetto divertito, «Va bene, se vuoi mi giro.»
Si gira dall'altra parte, e quando sposto lo sguardo su di lui, vedo soltanto la sua schiena e i suoi capelli neri sparsi sul cuscino.
«È meno imbarazzante?»
Non dico niente, però mi metto sul fianco anche io e mi avvicino un po' a lui, appoggiando la testa a pochi centimetri dei suoi capelli. Con una mano tocco un'ombra che sembra riposare sul suo braccio, e Anakin fa un verso che sembra quasi una risata soffocata.
«Mi fai il solletico!»
«Riesci a sentirmi?» aggrotto le sopracciglia, mentre intreccio il dito con l'ombra.
Credevo che potesse controllare le ombre, non che fossero una parte di sé! Dev'essere così, altrimenti perché reagirebbe al mio tocco se non lo sto toccando direttamente?
«Alcune ombre sono mie da sempre, un po' come un estensione di me» mi spiega, girandosi verso di me, «Come le ali, però meno... oh, non so come spiegare!»
Sorride imbarazzato, e io resto un po' senza parole, perché rigirandosi ha avvicinato di molto i nostri visi. Si allontana un po' per potermi guardare, mentre io ho sempre la sua ombra sulla mano.
«Altre invece sono quelle dei dintorni» alza le spalle.
«Questa è tua?» gli dico, toccandone un'altra che si trovava sulla sua clavicola.
«Sì» annuisce.
Aggrotto le sopracciglia e ne trovo un'altra accanto al suo orecchio.
«Questa invece?» gli chiedo, toccandola.
«No, è della stanza.»
«E ti dice qualcosa?»
Assottiglia gli occhi, e l'ombra si avvicina ancora di più al suo orecchio.
«Se la ascolto, posso sentirla sussurrare» mormora.
«E che cosa dice?»
«Mi racconta di che cosa è successo in questa stanza, cose del genere.»
Annuisco, incuriosito da tutte queste cose che sto scoprendo oggi.
«E le tue, invece? Ti parlano?» chiedo.
«Non saprei descriverlo.»
Si tocca la guancia, per poi afferare quella che c'era sulla sua clavicola.
«È come se fossero i miei pensieri, ma mi vengono in mente così velocemente e improvvisamente che certe volte capisco che vengono da loro.»
Che spettacolo... sto per chiedergli qualcos'altro quando lo vedo aggrottare le sopracciglia.
«Che c'è?»
«Le ombre mi dicono... che c'è qualcun altro qui.»
«Che cosa?» spalanco gli occhi, girando piano la testa per osservare la stanza.
Anakin si mette a sedere, e lo imito poco dopo.
«Intendi uno spirito?» gli chiedo, visto che non vediamo nessuno.
«No, no» scuote la testa, «Qualcuno si sta nascondendo.»
Assottiglio gli occhi per cercare meglio, ma non vedo ancora niente.
«Aspetta, ora lo trovo...»
Anakin chiude gli occhi, e tutte le ombre della stanza lo raggiungono, appigliandosi ai suoi capelli che sembrano crescere. Che strano, non l'avevo mai immaginato con i capelli lunghi, ma adesso con tutte le ombre sembrano lunghissimi.
Socchiudo gli occhi per la troppa luce nella stanza, e li apro di nuovo quando la vedo scurirsi. Anakin ha ancora gli occhi chiusi, ma le ombre si sono riunite in una scia che sembrano perlustrare la stanza.
«No! No! Basta! Non mi fare del male ti prego!» esclama una vocina che sembra quella di una bambina.
«Ma che diavolo è?!» Anakin spalanca gli occhi, sorpreso da quella piccola voce.
Le ombre tornano al loro posto, e quando sposto lo sguardo verso il punto dove è venuta la voce, quasi spalanco la bocca. Non è uno spirito, per niente!
«È un amorino» sussurro, osservando la bambina bionda e le sue ali.
Aggrotto le sopracciglia, perché la riconosco! Mi sembrano passati anni da quando Aideen era venuta a chiedermi di mandarla via perché la infastidiva...
«Ti prego, Signor L'Angelo, digli di non farmi male, ho paura!» la sento strillare, per poi correre verso di me e nascondersi spingendo la testa sul mio braccio.
«Non volevo farti male, volevo solo capire chi ci stava spiando» mormora Anakin, un po' addolcito da questa scena ma ancora confuso.
«Non vi stavo spiando!» esclama lei.
Mi giro verso la bambina e la vedo guardare Anakin come se fosse il suo incubo peggiore.
«Ehi, non c'è bisogno di guardarlo così» le dico, prendendo la mano di Anakin, «È gentile, vedi?»
«Gentile?!» esclama, come se avessi detto la cosa più assurda del mondo.
Poi, come se l'avessi tradita, scende dal letto e se ne va, correndo.
Sento Anakin muoversi dietro di me, e quando mi giro verso di lui vedo che si è alzato e sta guardando fuori dalla finestra, le braccia incrociate al petto.
«Anakin...» mi alzo e mi affretto a raggiungerlo.
«Che ci faceva qui? Chi è? La conosci? E perché... perché mi guardava così, come se fossi un super-cattivo?» mormora, scuotendo la testa.
«Penso abbia avuto paura delle ombre» gli dico.
Lui aggrotta le sopracciglia, e gira la testa da un lato, in modo che io non possa vederlo. Deglutisco e mi avvicino a lui da dietro, fino a poter toccargli la guancia con le labbra.
Anakin non si muove, quindi poggio le dita intorno al suo mento per fargli girare la testa, e prima che possa dire qualcosa, lo bacio. E Anakin si scioglie di nuovo, leccandomi il labbro mentre io faccio avvicinare il suo viso al mio poggiando una mano sulla sua guancia.
Posso capire perché l'amorino si sia spaventato delle sue ombre, ma io non avrei mai paura di lui. Forse prima avrei potuto. Ma adesso non potrei. Mai.
Beatrice
«Posso toccarti i capelli?» mi chiede per la terza volta, allungando la mano verso l'alto.
«No» gli sorrido per la terza volta, stringendo i denti.
Torno a spolverare la cucina con un sospiro, mentre quel bambino strano che mi ha seguito dal supermercato fino a casa continua a saltellarmi intorno.
Non avrei mai pensato che mi sarebbe successa una cosa del genere. Non sapevo nemmeno esistessero davvero gli amorini! E uno qui? Per me? Per me?!
Oh, Ecate, non so che fare! Ho pensato per ore alla sua frase. Di chi mi starei innamorando? Di Royal no, perché nonostante sia bellissimo è di Aideen, e Nicklaus... Nicklaus non lo conosco nemmeno bene! Insomma, è vero che molte volte mi prendo delle cotte molto in fretta e molto spesso... ma non mi sto innamorando! Vero?
Kaos... è da prima che mi domando se quelle carte che mi predicevano qualcosa di imprevisto... qualcosa che scombussolasse la mia vita... be', Kaos potrebbe dirsi anche caos, no?! Oh, non so più che cosa pensare!
«Dov'è Nicklaus? Dov'è?» Kaos torna a tirarmi i pantaloni per attirare la mia attenzione.
«Non lo so, tesoro... è da quando siamo arrivati che non lo vedo...»
Aggrotto le sopracciglia, toccandomi la punta delle orecchie: con Kaos e l'altra bambina che Aideen mi ha fatto promettere di non nominare a nessuno, non avevo avuto un attimo per pensare a lui e alla sua assenza. Forse è andato in una stanza per stare da solo...
«Ma io voglio vederlo» piagnucola il bambino.
Sospiro e torno a pulire il tavolo, ignorandolo. Devo spolverare un po', altrimenti i miei parenti poi mi sgridano! Ho già messo in forno la cena, spero di non combinare nessun guaio...
Dopo un po' sento Kaos strillare.
«Beatrice! Per tutti gli Dei!»
«Che succede?» mi giro di scatto verso di lui.
Osservo la sua manina, che punta alla porta finestra della cucina. Quasi spalanco la bocca quando capisco che cosa sta indicando.
«Tu? Ma che cosa ci fai qui?» sussurro, aprendo la porta finestra e facendo entrare il mio amico lupo.
La luna piena non è oggi! E come ha fatto ad arrivare fin qui? Per Ecate, ma il cibo per lui non l'ho comprato, e adesso come faccio?!
«Perché è un lupo?» chiede Kaos, aggrottando le sopracciglia, senza più essere spaventato.
«Eh?»
«Perché è un lupo?» ripete.
Guardo il lupo che si è messo a sedere, e che ci sta guardando in un modo un po' strano.
«Non lo so, in che senso?» gli chiedo.
Il bambino si gira e va a cercare qualcosa sul tavolo. Quando torna e mi porge quello che ha trovato, aggrotto le sopracciglia.
«Gli hai fatto bere questa?» chiede, indicando l'acqua lunare.
«Non gli ho fatto bere niente!» esclamo, talmente confusa che potrei anche mettermi a strillare.
Il bambino mi guarda come se fossi stupida e quando sta per dire qualcosa, sento un rumore strano prevenire dal mio amico lupo.
Quando ci giriamo verso di lui, mi accorgo che sta tremando tutto, e prima che possa chiedergli se si sente bene, Kaos mi copre gli occhi con le manine, come se fossi io la bambina.
Quando riesco a divincolarmi dalla sua presa, e che riesco finalmente a vedere di nuovo, quasi svengo. Davanti a me non c'è più il mio lupetto... ma il guardiano del pugnale di Caitlìn, con soltanto un asciugamano addosso per coprirlo.
Per un attimo non dice niente, poi incrocia le braccia al petto e piega la testa da un lato.
«Posso avere un bicchier d'acqua?» chiede, facendo un sorriso stretto, «Normale, questa volta.»
ECCOMIII!! Sono tornata aaaa finalmente!
Qui in Francia sono le vacanze quindi sono riuscita a scrivere! Scusate per l'attesa 😭
In queste capitolo Aideen cerca di nascondere Amaris... ma sembra proprio che Anakin sia bravo a trovare gli amorini! Che ne pensate di lui e Theo 🥺? E Beatrice... che cosa ha scoperto?! Ve lo aspettavate? Ehehehe
Proverò a tornare presto!
Baci 😈
-Gaia 💜
P.S: ecco il nuraghe ✨
E le vibes della casa quando ci entra Bea:
(eheh ✨)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top