Royal
Aideen è immobile. Si è pietrificata, lo sguardo fisso su di lui.
Anche io lo guardo. L'umano sembra un'altra persona. L'ho osservato molto... per proteggerlo come mi aveva chiesto Aideen. E il suo viso sembra diverso. Il modo in cui respira, in cui si muove. I suoi occhi sono cambiati da quando è entrato nel Lux.
Sembra più... vivo.
Torno a guardare Aideen, e le sue labbra si schiudono.
«Lasciaci soli.»
Un sussurro, appena udibile. Non posso fare altro che obbedire. Annuisco e mi avvio verso la porta. Quando passo accanto all'umano, sento il suo battito cardiaco risuonarmi nelle orecchie. Mi affretto ad uscire, ma non me ne vado. Non posso. Chissà che cosa potrebbe fare Aideen?
Chiudo la porta dietro di me, e mi dirigo verso una finestra che mi lascia la possibilità di vederli. Lei si potrebbe arrabbiare, o potrebbe fare qualcosa di affrettato...
Faccio in modo che non mi si veda, e li ascolto.
Per qualche secondo nessuno dei due dice nulla, poi l'umano si avvicina lentamente ad Aideen. La vedo sussultare, anche se leggermente.
«Aideen» pronuncia il suo nome.
Lei sussulta di nuovo, questa volta un po' più forte.
«Non dovresti essere qui» mormora.
Il ragazzo la ignora, e arriva a qualche passo da lei. Anche se non sembra aver fatto nessuno sforzo, il suo respiro accelera mentre Aideen lo guarda negli occhi.
«Mi sei mancata» sussurra.
«Devi andartene» lei scuote leggermente la testa.
Assottiglio gli occhi. Forse avevo torto... forse Peter potrebbe aiutare Aideen a stare meglio. Forse potrebbe farle abbassare le difese e farla tornare come prima. Di certo io non sono riuscito a farle questo effetto.
Nel frattempo lui si è avvicinato. Sono molto vicini ormai, e l'umano le prende piano la mano. Aideen non si muove. Si lascia fare, come se fosse pietrificata. I suoi occhi però, lo guardano.
È diverso dal suo sguardo di prima. Non c'è malizia, non c'è nulla di perverso. È soltanto puro... amore...
Quando lui poggia le labbra sulle sue, Aideen non oppone resistenza. Risponde al bacio, anche se piano e in modo esitante. Non è niente di passionale... anzi, è piuttosto dolce. Faccio un sospiro di sollievo. C'è una possibilità...
Osservando le mani di Aideen, mi accorgo che quella destra esita e cerca di toccarlo in qualche modo, sul fianco o sul braccio, mentre quella sinistra è stretta in un pungo. Smetto di guardarli.
Non me la sento di lasciarli soli, e non perché non voglia che stiano insieme, ma soltanto perché ho paura che Aideen possa cambiare idea all'improvviso e fare qualcosa di affrettato.
Anche se è un po' disgustoso sentire il rumore che fanno le loro bocche scontrandosi, devo essere sicuro se Aideen si lascerà davvero andare.
«Come sei riuscita a tornare? Pensavo... pensavo che non ti avrei più rivista.»
Non appena l'umano pronuncia quella frase, mi giro di scatto verso di loro. Ma allora è deficiente! Pensavo che l'angelo gli avesse spiegato che non bisognava ricordarle quelle cose, o almeno, non in questo modo, non adesso...
Aideen sussulta, e dopo qualche secondo indietreggia. Indietreggia e indietreggia fino ad allontanarsi da lui.
«Devi andartene.»
È emozionata, ma il suo sguardo è fuggente: guarda in terra, a sinistra, a destra, ma non lo guarda più in viso. Con una mano si tocca la testa, e poi comincia a stringere gli occhi. Non mi sembra un buon segno. Forse dovrei intervenire...
«Aideen... per favore» l'umano torna ad avvicinarsi, ma lei si gira dall'altra parte.
«No. Vai via. Non voglio...» sussurra.
La sua voce è debole, e mi sembra quella di una persona completamente diversa da quella con la quale stavo parlando pochi minuti fa. Quell'umano ha tutto quello che gli serve per aiutarla, allora perché non lo fa?! Deve soltanto prenderle la mano, sorriderle, rassicurarla, abbracciarla, accarezzarla e prendersi cura di lei. E lei starebbe meglio.
Lui non dice niente, ma cerca comunque di avvicinarsi a lei. Aideen se ne accorge e alza una mano verso di lui, facendolo indietreggiare con la mente. Lo fa piano, senza violenza, eppure quel gesto sembra un coltello nel petto dell'umano che si trova a qualche metro da lei.
«Ti prego» sussurra, senza dire altro.
Comincio a spazientirmi. Non potrebbe dirle qualcos'altro-
«Ti amo, Aideen, per favore...»
E a quelle parole lei abbassa il braccio. Ma non si gira verso di lui, non gli risponde. Invece si mette una mano sulla testa, barcolla e poi i suoi occhi si chiudono.
«Aideen!»
L'umano non ha nemmeno il tempo di finire la sua frase, e il corpo di Aideen non ha nemmeno il tempo di cadere prima che io lo riprenda al volo. Ha gli occhi chiusi e il viso più pallido del solito. Le metto una mano sulla fronte mentre la faccio stendere per terra. Non sta malissimo, ma credo che la presenza improvvisa di lui, le sue parole e il suo tocco l'abbiano colta troppo di sorpresa. Forse questo era solo un altro dei trucchetti del suo cervello per non farla cedere, non farla cadere in mille pezzi.
Dannazione, eppure ci era quasi. Se solo...
Anche se so che probabilmente non è niente di grave, sono comunque preoccupato. Quando sento il respiro di quel ragazzo avvicinarsi, giro di scatto la testa.
«Devi andartene» ringhio.
«No.»
E lo stronzetto lo dice in modo convinto, come se non avesse paura di me. Come se fossi io quello che le ha fatto del male, che l'ha fatta svenire. Come se non fossi io quello che l'ha ripresa e che la sta aiutando.
«Ho detto che te ne devi andare!» comincio ad alzare la voce, «Non vedi che cosa le hai fatto? Vattene!»
Gli faccio un cenno con la mano, ma l'umano non si muove. Mi guarda come se fossi un nemico, un ostacolo che lo separa dalla ragazza che ama.
Ha avuto la sua occasione. E forse, forse potrebbe aiutarla. Ma non adesso. Adesso lei è svenuta, e la sua presenza non la aiuterebbe.
«Sparisci o ti ammazzo» dico.
I miei occhi cambiano colore e lui deglutisce. Esita per una manciata di secondi, poi segue il mio consiglio e se ne va. Quando sono sicuro che non ci sia più traccia di lui, torno a guardare Aideen.
«Va tutto bene, Stella. Vedrai che starai bene, okay?» mormoro mentre la prendo in braccio e la porto in camera mia.
La stendo sul letto, sotto le coperte, poi mi ci metto anche io. Mi tranquillizzo soltanto quando sento il suo respiro sul petto. Le metto una mano sui capelli, e cerco di calmarla, anche so che non può sentirmi.
Forse questa volta potrei riuscire ad entrare nella sua testa e a farle sognare qualcosa di bello.
Nella mente di Aideen
«Che cosa è successo?!» esclamo, girandomi di scatto verso di lei.
«Stiamo bene, rilassati.»
Deglutisco mentre la osservo. È molto calma, e sembra sicura di sé.
Siamo sedute l'una accanto all'altra fuori dalla stanza in cui mi aveva rinchiusa. Non so come, ma sono riuscita a scivolare fuori, e lei non mi ha ancora rimproverata.
«Perché l'hai fatto? Peter...» sussurro, «Ha detto che mi ama.»
Sorrido leggermente mentre ripenso al suo viso. Sembrava così triste, ma anche contento.
Quando l'ho visto la porta mi è sembrata così facile da aprire. E mi ha baciata...
E poi è diventato tutto buio.
«E tu lo credi pure?» sbuffa, scuotendo la testa.
«Perché no?» la guardo, aggrottando le sopracciglia.
Io gli credo. Non importa... quello che ho visto quando sono tornata sulla Terra. A volte si baciano le persone senza provare niente, no? E poi, io ho baciato Lilia molte volte, ma questo non vuol dire che non lo ami ancora.
Non gli dico tutto questo, e aspetto che risponda.
Eppure lei non dice niente, guardando fisso davanti a sé. Seguo il suo sguardo, e mi accorgo della presenza di Royal.
È di nuovo lì, come questa notte.
«Lo lasci entrare?»
Una risatina le esce dalla bocca.
«Non sai nemmeno quello che vuoi.»
Aggrotto le sopracciglia scuotendo la testa. Non è vero.
«Voglio... tornare a provare qualcosa» mormoro.
In realtà voglio solo che lei mi lasci libera!
«Vuoi morire, allora.»
Sospiro piano, cercando di non farla arrabbiare. Non dico niente, perché non credo che mi ascolterebbe.
«E tu che cosa vuoi?» le chiedo invece.
«Voglio divertirmi.»
Piega la testa da un lato, riflettendo. Si tocca i capelli neri.
«Sentirmi leggera» dice, e poi il suo piccolo sorriso diventa una smorfia, «Voglio arrabbiarmi. Fare del male a quelli che mi hanno fatto del male.»
Abbasso gli occhi, poi torno a guardare davanti a me.
Aggrotto le sopracciglia quando mi accorgo di un punto sfocato, che non riesco a distinguere. Di solito davanti a me si trova un prato, oppure qualcos'altro, ma qualcosa di distinto. Adesso invece c'è qualcosa di sfocato che sembra prendere vita.
«Che cos'è?» sussurro.
«È soltanto un altro di quei sogni ricordi.»
Mentre lei sta parlando, riesco a scorgere due figure da quel punto sfocato.
Sorrido quando capisco di chi si tratta. Sono proprio io, insieme a Peter! Cerco di avvicinarmi ma lei mi prende la mano per farmi stare ferma.
Riesco comunque a vedere: io e Peter siamo stesi in terra. Intorno a noi ci sono centinaia di girasoli, e il tempo è molto bello. Il sole solletica le guance di Peter, che ha gli occhi chiusi. Io ho la testa poggiata sul suo petto, e ascolto il battito del suo cuore.
Mi sento bene, e felice.
«Che ne dici se restiamo qui per sempre?» sussurra Peter.
Sento la sua voce così vicina, e il suo respiro nei miei capelli. Le sue mani mi accarezzano la schiena.
Mi sento così leggera e felice. Ho l'impressione che tutti i miei problemi siano volati via, e che alla fine potrei sopportare tutto pur di provare questa sensazione di calore.
«Mi piacerebbe» rispondo, sospirando.
Il sogno comincia a svanire, e mi trema il labbro. Non voglio che sparisca! Vorrei restare lì... per sempre.
«Sembri un idiota» lei alza gli occhi al cielo.
«So che piace anche a te» ridacchio, asciugandomi gli occhi.
Lei non risponde. Si limita a guardare le due figure scomparire lentamente. Sembra nostalgica, ma anche leggermente arrabbiata. Forse non vuole che io capisca come si senta... ma il fatto è che siamo le stesse. Non credo che possa nascondermi nulla.
Distolgo lo sguardo dal sogno che ormai è sparito, e i miei occhi tornano sulla presenza di chi mi ero accorta prima. So che non è un sogno, quella.
È Royal, ed è esattamente nella stessa posizione in cui lo avevo intravisto prima. Questa volta che sono fuori dalla gabbia... forse potrei andare a parlargli?
Forse potrei raccontargli una storia perché non sia più triste...
«Posso andare da Royal?» le chiedo senza riflettere.
Mi aspetto che lei si prenda gioco di me come prima, ma non succede.
«Puoi. Ma dovrò rinchiuderti di nuovo, dopo.»
Deglutisco. Ho capito. Royal o la libertà, è quello che dice, vero? Lo guardo, seduto nel prato che mi aspetta, poi guardo la stanza dove lei mi rinchiude. Sono riuscita ad uscire una volta...
«Okay» sussurro, dopo essere tornata a guardare Royal.
Lei mi lascia la mano, e io mi alzo. Mi pulisco il vestito che indosso anche se non è realmente sporco, poi mi avvio verso di lui, saltellando.
Arrivo dietro Royal, e gli tiro una ciocca di capelli neri. Non appena si accorge della mia presenza si alza di scatto e mi sorride, anche se sembra triste.
«Stella.»
«Ciao Roy. Che fai?» gli chiedo, girandogli intorno.
Lui mi segue con lo sguardo. Sembra divertito, ma quella espressione preoccupata non lascia il suo viso. Indossa una salopette marrone, e ha i capelli più lunghi di come ce li ha davvero. È molto bello così. Mi ricorda com'era prima.
«Ti stavo aspettando.»
«Scusa... è un po' complicato» ridacchio.
Royal scuote la testa, come per rassicurarmi, poi mi prende piano la mano. Sembra incerto, come se fosse proibito toccarmi, ma io ricambio la stretta e una piccola scossa mi attraversa il braccio.
«Andiamo a guardare le stelle?»
Ciao ragazzi! Scusatemi tanto per l'attesa 😭 Ma queste settimane sono proprio difficili e non ho mai tempo per scrivere!
Comunque, eccomi con questo nuovo capitolo! Spero che vi piaccia!
Allora, Peter e Aideen si sono rivisti, ma non sono riusciti a dirsi tutto quello che avrebbero voluto... Secondo voi ha ragione Royal a pensare che Peter la possa aiutare a tornare come prima? (Esaminate la mia crudeltà di avervi fatto leggere come si ritrovano dal punto di vista del nostro vampiro...)
E poi, nella mente di Aideen?
Credo che dovrete aspettare un po' per il nuovo capitolo... ma farò del mio meglio 💜💜
Baci 😈
-Gaia 💜
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