Capitolo 24: Nemmeno un biglietto.

Royal

Non appena la vedo, sveglia, in piedi e i suoi occhi su di me, ho l'impressione di riuscire a respirare di nuovo.

Il suo viso è diverso, anche se bellissimo, ma me l'aspettavo. Però non riesco a non avvicinarmi e soprattutto non riesco a non abbracciarla.

Sapevo che si sarebbe irrigidita, ma fa un po' male lo stesso. La stringo a me, anche se lei sembra confusa. Ne ho bisogno.

«Che cosa stai facendo?» mormora, cercando di tirarsi indietro.

La sua voce mi fa tremare.

Il giorno in cui era tornata, l'avevo sentita, e avevo creduto che fosse la mia immaginazione. «Sono tornata!» aveva detto, e io che pensavo fosse solo nella mia testa... Adesso però è davvero qui, e non è un sogno.

Non ho nemmeno il tempo di rispondere che una voce mi interrompe.

«Bellissimo! Royal, eccoti, ti stavamo aspettando!» mi accorgo soltanto adesso della presenza dell'angelo, «Aideen ha fame, perché non andate in cucina insieme e vi preparate qualcosa?»

Aggrotto le sopracciglio perché sembra nervoso. Che cos'ha adesso? Il suo viso lentigginoso è tutto rosso, e sta gesticolando le mani in modo assurdo.

«Anzi, andate in camera vostra a fare le cose vostre, okay?» mi lancia un'occhiata inquietante, e decido di fare come dice.

Metto un braccio intorno alle spalle di Aideen e la costringo a seguirmi. L'angelo sembra sollevato. Tanto non sarei di certo restato lì con lui, anzi, mi torna anche comodo che abbia deciso di fare il pazzo. Penso che farebbe soltanto arrabbiare Aideen.

Lei mi segue, ma comincia a lamentarsi. Non del modo in cui la sto toccando, ma della sua fame.

«Ho bisogno-»
«Vieni» la interrompo, facendola entrare nella sua camera.

Una volta entrati chiudo la porta, e cerco nei suoi cassetti qualcosa che possa tagliare. Trovo un coltello e torno da lei, che sembra impaziente.

Mi faccio un taglio più o meno profondo, e gli porgo il braccio. Il mio dolore dovrebbe bastarle, o almeno spero.

«Tieni.»

Il suo corpo sussulta impercettibilmente quando il coltello trafigge la mia pelle, ma la sua espressione rimane la stessa. Si avvicina a me e mi prende la mano. Il dolore passa dal mio corpo al suo, e un leggero sorriso si forma sul suo viso. Chiude gli occhi mentre si nutre.

Quando ne ha abbastanza, tolgo il coltello e lo appoggio sul comodino mentre la ferita si rimargina. Senza preavviso Aideen si china, e gli occhi scuri fissi nei miei, tira fuori la lingua e lecca via il sangue rimasto.

Mi trattengo dallo spalancare gli occhi, e deglutisco. Non l'avuta da troppo tempo, e non so se riuscirò a stare fermo.

Non riesco a respirare mentre lascia dei baci bagnati lungo il mio braccio fino ad arrivare al mio collo. Non ci si sofferma, ma le sue labbra incontrano le mie, e perdo completamente la ragione.

Afferra il colletto della mia maglietta e si il suo petto si scontra con il mio mentre mi bacia, facendo scontrare le nostre lingue. Metto una mano sulla sua nuca per tenerla stretta.

Finalmente. Con la mano libera le stringo il fianco. Ho bisogno di essere sicuro che lei sia qui, che non sia solo un altro dei miei sogni.

Quel vestito nero... glielo potrei strappare di dosso.

«Andiamo al Lux» si stacca da me il necessario per poter parlare.
«Credo che sia aperto... ci sarà un sacco di gente...» sussurro, ancora sconvolto.

Aideen si allontana definitivamente da me e si avvicina alla porta, girandosi prima di uscire.

«Meglio così» sorride, e il modo in cui i suoi occhi brillano non mi rassicura per niente.

«Arrow vorrà salutarti» le dico, prima di aprire la porta del Lux.
«Mhm» annuisce, «Forse dopo.»

Aideen entra nel locale, ed io la seguo, chiudendo la porta dietro di noi. Come avevo previsto, c'è molta, molta gente.

Arrow dev'essere molto occupato. Lo cerco con gli occhi, ma non lo vedo.

So che gli farà male vedere Aideen così. Io e l'angelo gli abbiamo raccontato qualche dettaglio degli anni bui, ma lui non ci conosceva ancora a quell'epoca, anzi, probabilmente non era nemmeno nato, quindi non ha mai visto Aideen in quel modo.

«Buongiorno, e benvenuti al Lux!» una voce interrompe le mie ricerche, «Come posso aiutarvi?»

Mi giro verso la ragazza che ha appena parlato. Ha un sorriso stampato in faccia, e a causa di questo gesto genuino mi sembra strano vederla in un locale pieno di peccatori, nonostante l'abbia assunta proprio io qualche settimana fa.

Sembrerebbe quasi un'umana se non fosse per le sue orecchie leggermente a punta: indossa un vestito verde scuro, con dei girasoli dipinti sopra. Due enormi orecchini appesantiscono le sue orecchie, e delle collane riempiono il collo scuro come il resto del suo corpo.

«Oh, è Lei!» esclama, quando si accorge di me, «Non l'avevo vista!»

Ridacchia imbarazzata, toccandosi i capelli scuri e ricci.

«Ciao Beatrice» la saluto, «Lei è Aideen.»

Indico Aideen, e mi accorgo che la sta guardando in modo strano. Quando sente il nome, aggrotta le sopracciglia. Lo sapevo, ancora con questa storia di Dante.

«Beatrice?» ripete.
«Aideen?» la ragazza spalanca gli occhi.

Tutti conoscono il suo nome, in questo locale: questo spiega la sua reazione... Per i clienti del Lux, Aideen è un po' come una leggenda, o una cosa del genere.

«Non ci credo!» la ragazza batte le mano entusiasta.

Aideen assottiglia gli occhi.

«Chi è?» mi chiede, guardando Beatrice.
«Una nuova, l'abbiamo assunta da poco. È brava.»
«Ha le orecchie...» mormora, indicandole.
«È una strega» spiego.
«Sono gentile, però!» esclama quest'ultima, sorridendo.

Quando sorride molto le si chiudono anche gli occhi. Aideen comincia a spazientirsi. Vuole andare di sopra, ho capito.

«Per adesso siamo a posto, puoi andare, Bea» dico alla streghetta, che annuisce subito.
«Okay! Ciao!» fa un segno con la mano.

Io ricambio, mentre Aideen non la guarda più.

«Che strana» borbotta.
«Vieni» la prendo per mano, e dopo qualche minuto ci ritroviamo di sopra.

So benissimo perché le è sembrata strana e perché l'ha infastidita. Forse l'ho assunta proprio per quello... In qualche modo sapevo che ad Aideen avrebbe ricordato la sua amica Jessica, forse dal modo in cui parla, o sorride.

Forse è bene che si siano incontrate. Forse... se si conoscessero, Beatrice potrebbe aiutarmi a farla tornare... come prima.

Appena arrivati di sopra, mi avvicino al bancone, e comincio a versarle da bere. Credo che Aideen voglia esattamente questo: da bere, e qualcosa di forte.

La sento andare nella mia camera, e poco dopo la raggiungo con la bevanda in mano. Quando arrivo nella mia camera quasi mi cade il bicchiere. Aideen è stesa sul mio letto. Completamente nuda.

Questa volta spalanco gli occhi. Mi giro dall'altra parte d'istinto, e chiudo gli occhi.

È troppo.
E non posso.

«Allora, me lo dai da bere o te ne vuoi stare lì impalato?» mi chiede, e riesco a vedere anche con gli occhi chiusi il suo sorriso malizioso.

Theo

Una volta che Royal ed Aideen sono usciti definitivamente, apro la porta della Stanza Delle Invocazioni, entro dentro e la richiudo.

Non appena mi vede, Peter si precipita verso di me.

«Era Aideen? Era lei? Ho sentito la sua voce-»
«Shh!» gli faccio segno di abbassare la voce.

Peter non sembra ascoltarmi, perché continua a parlare. Si avvicina di più a me e gli tremano le mani e la voce.

«Ti prego, ti prego, lascia che io la veda» i suoi occhi marroni cominciano a luccicare, «Ti supplico.»
«Non... non è il momento, Peter» distolgo lo sguardo dal suo, e deglutisco.

Peter è... diverso dall'ultima volta che l'avevo visto. È più magro, più... triste, direi. E adesso sembra anche molto preoccupato. Ma che cosa dovrei dirgli? Non posso permettere che lui veda Aideen! Non... no, proprio non posso.

«Sta male? Le è successo qualcosa?»
«Sì, sta male...» sospiro, mentre lui spalanca gli occhi, «Ascolta...»

Gli metto le mani sulle spalle, per cercare di calmarlo. Forse non dovevo dirlo in quel modo... Sembra così triste, così innamorato... Sono passati cinque mesi ed è ancora ridotto così.

«È meglio se torni a casa tua, okay? Non è proprio il momento, Aideen ha bisogno di stare lontana da...»
«Me?» mi interrompe.
«Non esattamente» cerco le parole, stringendo i denti, «Senti, ti accompagno a casa tua e ti spiego sulla strada, va bene?»

Cerco di guadagnare tempo. Perché proprio io, poi?

«Okay.»

Annuisco, e apro la porta della Sala Delle Invocazioni. Cerco di farlo uscire dalla casa, perché non sembra molto convinto. Alla fine mi segue e per un po' non dice nulla tranne dove abita.

«Da quant'è che siete tornati?»

Ecco, come non detto. E che cosa devo fare, adesso? Non voglio mentire... mi brucia la gola ogni volta che lo faccio.

«Qualche giorno» borbotto.

Non dovrei essere qui... non so neanche perché sto facendo tutto questo.

«Ti prego, dimmi che cosa le è successo...» la voce di Peter torna ad essere così triste che mi viene voglia di mettermi a piangere.
«Non lo so esattamente, è complicato» mi tocco i capelli biondi, «Lei ha questa abitudine di chiudere tutte le cose che le danno fastidio in dei cassetti...»
«Dei cassetti?» domanda, perplesso.

E come gliela dovrei spiegare questa cosa?

«Non dei veri, intendo nella sua mente. Il problema è che una volta che sono troppo pieni... esplodono, ecco. E torna tutto a galla.»
«E perché non posso vederla? Theo, ti prego.»

Mi viene voglia di girarmi e dargli uno schiaffo, e invece stringo i pugni e mi limito a stare zitto. Non so esattamente come spiegarlo... e poi è sempre un umano! Non dovrebbe nemmeno sapere che cosa sono realmente.

Non voglio picchiarlo davvero, ma vorrei solo che stesse zitto. Ma da un'altra parte riesco a sentire tutto il suo amore per Aideen... e non riesco a resistere.

«Perché il suo cervello, quando succede una cosa del genere, come meccanismo di difesa cerca di sopprimere tutto.»
«Tutto?» ripete.
«Sì. In questo momento Aideen... non è che non ricorda, ma è come se fosse tutto sott'acqua, capisci?» assottiglio gli occhi, cerando di fargli capire.
«No» dice, per poi scuotere la testa, «Cioè, prima le stavi parlando, non capisco...»
«Io e Royal la conosciamo da molto tempo.»

Cerco di restare vago. Sospiro.

«Peter.»

Ci fermiamo, perché siamo arrivati davanti a casa sua. Lui si gira verso di me, e mi fissa.

«Devi farmi una promessa. Se mai ti capitasse di vederla per strada, o qualcosa del genere, fai finta di niente e scappa, okay?» spalanco gli occhi.
«Eh?»
«Tu sei... un'argomento difficile, va bene?»

Non so che altro dire. Ecco, so benissimo che se il nome "Peter" fosse pronunciato accanto ad Aideen, tutto quello che lo riguarda tornerebbe a galla. E non deve succedere, non se lei è nello stesso stato degli anni bui, assolutamente no. Potrebbe fargli male.

Peter non sembra prendere la mia ultima frase molto bene, perché diventa tutto rosso e comincia ad alzare la voce.

«Come puoi aspettarti una cosa del genere? Sono cinque mesi che non la vedo!» aggrotta le sopracciglia, poi abbassa gli occhi, «Quella mattina mi sono svegliato, e lei non c'era. Se n'è andata senza dirmi nulla, senza lasciarmi nemmeno un biglietto, qualcosa!»

Assottiglio leggermente gli occhi. Davvero? Questo non me lo aspettavo da Aideen... Almeno un biglietto... Comunque sia, credo che avesse le sue ragioni. Io mi fido di Aideen.

«So perché se n'è andata, lo so... ma ho bisogno... devo rivederla, Theo. Sentire la sua voce...»

Chiudo gli occhi per qualche secondo, poi torno a parlare. Mi fa tenerezza, questo umano.

«Ti prometto che non appena si sente meglio, potrai vederla.»

Lui non sembra rassicurato. Per nulla. Mi guarda come se gli stessi mentendo.

«È una promessa da angelo, non è una cosa qualunque, eh» alzo le spalle, e lui sembra rilassarsi un poco.
«Non credo che mi basti.»
«Te lo farai bastare» sbuffo, spazientendomi, «Se fai arrabbiare Aideen, potrebbe ammazzare della gente. Lo capisci? Ammazzare, uccidere... hai capito?»

Comincio a gesticolare con le mani. Ne ho abbastanza! Voglio solo tornare a casa, e lui è un umano, non potrebbe restare al suo posto, fuori dagli affari dei demoni e degli angeli?

Dei... ma che dico, sono troppo cattivo! Basta... mi sta facendo impazzire.

«Ma perché...?» dice, ancora più confuso.
«Sta male. Lei è... diversa. Non è la Aideen che conosci, e te lo dico perché è già successo!»

Sto perdendo la pazienza, perché non mi può ascoltare e basta?!

Peter si tocca i capelli marroni, e cerca di seguire i miei discorsi, credo per lui assurdi.

«Quando?»
«Qualche centennio fa. Li chiamiamo gli anni bui per una ragione» faccio un gesto con la mano come per scacciare via quel discorso, «E poi, non vedo perché quello che ti deve spiegare tutto sia proprio io, vai a chiedere a Royal.»

L'umano spalanca gli occhi, e realizzo che quello che ho detto è poco probabile. Royal lo manderebbe al diavolo e basta. Decido di essere gentile per un'ultima volta.

«Peter, ascolta, fatti una doccia e vai a dormire. Non è il momento che tu faccia qualcosa di stupido. Non lo dico per essere cattivo, è che non vorrei che rimanessi ferito, capisci?» dico, usando il più possibile il mio fascino da angelo.

Di solito funziona sugli umani. Faccio gli occhi dolci, un bel sorriso, e d'un tratto fanno quello che dico.

«Sì...» annuisce.

Ecco. Lo spingo verso l'entrata di casa sua, e lui non si oppone, stranamente. In realtà era prevedibile... forse avrei dovuto fare questo trucco dall'inizio.

«Vai a dormire e non fare niente di affrettato» ripeto, mentre lui entra dentro casa sua, e richiude la porta dietro di sé.

Quando finalmente mi ritrovo solo, sospiro di sollievo. Va bene, per adesso sono fuori dai guai, o almeno per un po'.

Spalanco le ali e volo verso casa mia. È quasi sera, quindi forse è meglio se mi riposo. Chissà che cosa staranno facendo Royal e Aideen... anzi, meglio che non ci penso.

Arrivato a casa mia mi stendo sul divano e comincio a fissare il soffitto. Spero solo che Royal riesca a fermare il processo prima che sia troppo tardi. Dopotutto, quello ad averla salvata durante gli anni bui era stato proprio lui.

Ciaooo! Eccomi con un nuovo capitolo!
Aideen è tornata... ma sembra un po' strana... Che ne dite della streghetta? Vi piace? So che si vede poco, ma a me piace: penso che serviva proprio un personaggio carino così per farci sorridere un po'! La rivedremo, non vi preoccupate 🥺👌🏻 Metterà un po' di gioia in tutto questo casino...
Lentiggini invece? Poverino, proprio lui doveva parlare con Peter... E Peter? Vi era mancato? A me tantissimo 💔 Eppure non ha potuto dire la sua, almeno non del tutto...
Insomma, ditemi nei commenti e ci vediamo (spero) presto!
Baci 😈
-Gaia 💜

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