Capitolo 14: Che vadano tutti all'Inferno.
Aideen
Apro gli occhi e mi metto a sedere di scatto. Per un attimo non capisco dove sono, ma quando vedo il bellissimo viso di Cassandra a qualche millimetro dal mio indietreggio d'istinto e quasi sbatto la testa contro il muro.
«Finalmente si è svegliata, cominciavo a preoccuparmi» la sua voce è però in netto contrasto con quello che ha detto, perché è perfettamente calma.
«Che cos'è successo?» chiedo, confusa.
Ricordo soltanto di essermi stesa qui sopra, poi...
«Ho rimosso le energie negative dal suo corpo, e si è addormentata.»
Annuisco, anche se sono ancora scossa dal sogno. Il ricordo... Era da un po' che non facevo più quel tipo di sogno.
È stato... piacevole. Non era un incubo, insomma: era la prima volta che ho visto il mare. Quel ricordo... l'avevo rimosso, come al solito. Non mi ricordavo che fosse lì, in un cassetto della mia memoria. Eppure, quando l'ho sognato, mi è tornato tutto in mente. Chissà che cos'altro avrò nascosto... E Royal... sembrava così felice...
«Venga, cominciamo.»
Abbandono i miei pensieri e seguo Cassandra, che mi indica una sedia. Faccio come dice e mi siedo, mentre lei comincia ad armeggiare con le carte del lago dei cigni, quelle che avevo scelto prima di addormentarmi.
Già, quasi mi ero dimenticata che cosa ero venuta a fare qui.
«Vediamo che cos'hanno da dirci...» mormora mescolandole in un modo così fluido che mi ritrovo a fissarle le mani, «Che cosa vuoi sapere?»
«Non lo so.»
Alzo le spalle, perché è stata Ecate a farmi questo regalo, io non ho mai chiesto nulla. In questo momento vorrei soltanto tornare da Evil e prendere la mia pietra per vedere Royal di nuovo.
«Va bene.»
Cassandra annuisce, e io torno ad osservare il suo viso. È così bella che non riesco a distogliere lo sguardo.
«Le carte non mentono mai, Stella Del Mattino» dice, spargendo il mazzo sul tavolo, «Prenda una carta per il suo passato, il suo presente e il suo futuro.»
Io sbatto piano le palpebre, ancora stanca.
«Il passato può anche essere ieri, e il futuro domani, non fraintenda.»
Prendo tre carte e le allineo come mi dice lei, da sinistra a destra. Sono un po' scettica, ma questa donna mi incanta e non riesco a dirle che non credo in quello che sta facendo. Sembra così convinta che riesco a tenere la bocca chiusa.
«Può girare quella del passato» la sua voce trabocca di curiosità.
Io non sono così curiosa, ma giro lo stesso la carta. Rappresenta una foresta che sembra quasi fatata da quanto brilla nella notte.
«Che cosa vuol dire?» chiedo cercando di mascherare la mia noia.
Cassandra non dice niente per un po', come se stesse riflettendo.
«Nel passato Lei è arrivata all'entrata di una foresta... una foresta fatata che, una volta attraversata, avrebbe mostrato una parte di Lei che non aveva mai considerato prima, o che aveva a lungo ignorata. Questa carta dice che Lei ha attraversato un periodo dove ha scoperto cose e sentimenti nuovi, dove ha riscoperto... sé stessa» spiega, «Le dice qualcosa?»
Certo che mi dice qualcosa, ma comunque non vuol dire che le carte abbiano letto il mio passato. Insomma, potrebbe capitare a tutti e tutti potrebbero trovare un momento della loro vita che si avvicini a questa carta.
So bene che cos'era la foresta magica per me, ma non ci penso, non adesso, almeno. Ho scoperto il lato di me stessa che poteva amare, ecco che cos'è successo. Non è finita molto bene però, visto che sono qui con Cassandra.
Lei mi fa segno di girare quella del presente e io faccio come vuole. Sulla carta riesco a riconoscere i personaggi del Lago dei Cigni: Odette, il principe Siegfried, e il malvagio mago Rothbart che indossa uno strano travestimento da uccello. Il mago si trova tra i due innamorati, separandoli.
«Questa simboleggia una cosa o una persona che la blocca, che impedisce le cose di avanzare o di concludersi... Di sicuro la situazione è bloccata, ma non vuol dire che sia per forza negativa... Prenda un'altra carta.»
Mentre prendo un'altra carta, penso a questa cosa o persona che mi blocca. Il dannato fuoco di Kai per l'incantesimo mi viene in mente. Già, è proprio questo. Ma lo sapevo già, quindi non mi aiuta per niente. Le soluzioni non le danno, queste carte?
Giro la carta e aggrotto le sopracciglia. È una specie di carillon con una ballerina sopra, e nell'aria ci sono note di musica.
«La nostalgia. In questo momento Lei è... nostalgica di qualcosa o di qualcuno. È bene pensare al passato, ma non bisogna farsi del male con esso.»
Quei sogni del cazzo, ecco di cosa parla la carta. Ma io che cosa posso fare, eh? Non decido mica che cosa sognare! E poi... so benissimo di che cos'altro sono nostalgica.
Lo sguardo di Cassandra passa alla carta del futuro. La giro e vedo che rappresenta sempre la ballerina, Odette, ma questa volta nel momento in cui viene trasformata in cigno da Rothbart.
«È la carta della trasformazione. Potrebbe essere una trasformazione fisica, oppure spirituale... Di sicuro cambierà, in qualche modo. Prenda un'altra carta» mormora.
Forse un taglio di capelli ci vorrebbe proprio. Sarebbe una bella trasformazione.
Prendo un'altra carta, e questa mi colpisce più del dovuto. La carta è tagliata in due nella diagonale. Da una parte c'è Odette, e dall'altra c'è Odile.
«Dovrà accettare la parte oscura che c'è in Lei. Perché il buono esista, deve esistere il male...»
Cassandra sembra essere su un altro pianeta, mentre io deglutisco e distolgo lo sguardo dalla carta che mi ha fatto tornare in mente un certo periodo della mia vita.
«Ho capito, può bastare» sbuffo, alzandomi.
Esco dalla stanza delle carte, ma la voce di Cassandra mi blocca.
«Venga, ho una cosa speciale per Lei. Per una Stella Del Mattino mi va più che bene fare un piccolo salto alle regole.»
Mi giro verso di lei e la vedo porgermi un biglietto simile a quello che mi ha regalato Ecate.
«Che cos'è?» chiedo, prendendolo.
«Un biglietto per una prossima volta. Non è per le carte, è molto di più. Potrà vedere tutto quello che vorrà da questa qui» indica una sorgente d'acqua molto piccola presente nella stanza, «Scelga soltanto la persona o il luogo, e ci sarà trasportata con la mente»
Spalanco gli occhi e mi domando perché abbia deciso di parlarmi proprio di questo.
«Adesso sono stanca, ma tra un po' di tempo potrà tornare qui e utilizzare questo sconto.»
«Grazie... è molto gentile da parte tua. È un regalo o vuoi qualcosa in cambio?» chiedo.
«Una piccola cosa...» mormora, avvicinandosi a me.
Quando si ritrova a poca distanza del mio viso, schiudo le labbra, sorpresa, e lei ne approfitta per poggiare la sua bocca sulla mia. Finalmente, non ci speravo più!
Credevo che sarei dovuta andarmene con la voglia di baciarla ancora nella mia testa, e invece lei mi tocca le guance, mentre io le stringo i fianchi. Lucifero, che sollievo. La sua lingua è sulla mia, ma poco dopo si stacca e mi osserva le labbra probabilmente gonfiate dal bacio.
«Se tornerai, non esitare a chiedere un biglietto per... qualcos'altro» sorride maliziosa.
«Accompagnami, questa sera» mormoro a Lilia, che è accoccolata a me, stesa sul letto.
«Come?» alza un poco la testa verso di me.
Aggrotto leggermente le sopracciglia perché ha smesso di accarezzarmi i fianchi.
Da quando sono tornata dalla dimora di Cassandra è passato poco tempo, eppure tra qualche ore dovrò recarmi alla cena... di Natale. Mi ero leggermente dimenticata che giorno fossimo oggi. Bruciare l'albero e il presepe e tutto il resto... non mi va. Vorrei restare il resto della serata qui, in questa stanza, con Lilia a tenermi compagnia.
«Voglio che mi accompagni questa sera» ripeto.
«Ma... i demoni del piacere non possono... insomma...» mormora.
«Se qualcuno osa contraddirmi ci saranno parecchi problemi.»
Di solito i demoni del piacere non sono i benvenuti in serate del genere, o almeno, non accanto alla figlia di Lucifero. Eppure, la voglio accanto a me. Preferisco così, voglio... non voglio essere sola, non stasera.
«Davvero?» chiede.
«Certo, ammazzerò chiunque-»
«No, intendo... vuole che la accompagni?» mi interrompe.
Mi metto a sedere, sentendo l'aria fresca solleticarmi il seno nudo.
«Ho già un vestito per te.»
«Un vestito?!» spalanca gli occhi.
«Mhm.»
Con la mente spalanco l'armadio e le mostro un'abito che le ho preso poco prima di venirla a trovare. È un vestito semplice: blu scuro e lungo fino al ginocchio, con delle bretelle fini per evitare che abbia caldo.
«Oh.. Lucifero...» Lilia sembra sconvolta.
«Non ti piace?» chiedo.
«N-no, mi piace molto!» sorride leggermente.
Non rispondo e mi alzo, indossando il mio, di vestito, che a differenza del suo è nero, stretto ai fianchi e più largo da lì in poi. Mi arriva più o meno sotto il ginocchio, decido di acconciare i miei capelli in una coda.
«Bisogna andare tra poco» le dico mentre mi avvio in bagno per truccarmi un po'.
«C-certo, mi vesto subito» annuisce.
Dopo una decina di minuti, prendo Lilia per mano e ci avviamo verso la sala del trono.
Sono cento anni che non assisto a questa... festa. Ricordo come si svolge, ma non ci tengo ad andarci, ecco. Ci sarà anche mio padre, poi... forse potrò finalmente chiedergli che cosa sta pianificando.
«Aideen!»
Non appena sento la voce di mio fratello alzo lo sguardo. Non mi ero accorta di essere arrivata nella stanza, e quando mi guardo intorno, be', me ne accorgo eccome.
Ci sono parecchie persone. Demoni, e altre creature, tutte vestite di colori scuri. C'è della musica in sottofondo. Anakin mi guarda e sorride.
Indossa una camicia nera e come al solito ha i suoi bellissimi anelli. Si è truccato gli occhi scuri, che mi sorridono.
«Ciao» lo saluto.
«Com'è andata con L'Indovina?» chiede, curioso.
Assottiglio gli occhi, riflettendo su che cosa dire. Be'... ho soltanto dovuto chiedere a Lilia di prendere l'apparenza di Cassandra per qualche ora perché avevo bisogno di togliermela dalla testa...
«Bene... era interessante» mi limito a dire.
«Che cos'hai scoperto?»
«Niente» alzo le spalle.
«Eh? Ma allora non è servito a nulla!» sbuffa.
Faccio spallucce di nuovo, e lui sembra accorgersi soltanto adesso della presenza di Lilia accanto a noi. Spalanca gli occhi e un ombra di divertimento gli passa sul viso.
Si avvicina a lei, e le prende la mano, per poi portarla alle sue labbra.
«Salve, bellissima damigella. È un piacere rivederti... questa volta in un momento più opportuno» dice, riferendosi al momento in cui ci aveva sorprese in un momento... intimo, ecco.
«Mi chiamo... Lilia.»
«Non sapevo che i demoni del piacere avessero dei nomi così carini...»
Lei sorride, e i due cominciano a parlare. La mia attenzione invece è catturata da due persone che stanno parlando insieme. Mio padre guarda Kai in modo leggermente annoiato, e il demone di fuoco sembra un po' arrabbiato. Stringo i denti e dico a mio fratello e a Lilia che ho una faccenda da sbrigare, poi mi incammino verso il re degli Inferi.
Mio padre guarda Kai allontanarsi con una gelida indifferenza sul viso, poi si gira e si accorge di me.
«Figliola, che piacere vederti!» sorride un po' - anche se non sono sicura che quello che sta facendo con la bocca possa essere descritto come sorriso.
«Mhm» non rispondo, ma il mio sguardo sembra fargli capire che non sono molto felice in questo momento.
«Che hai adesso, non ho fatto niente!» si gira dall'altra parte, facendo il finto offeso.
Mio padre è un manipolatore. Non so ancora quale sia la sua vera personalità, fa finta di essere così tante persone alla volta che non riesco più a capirci nulla.
Stasera indossa un completo nero, con un trucco rosso sugli occhi, che lo rende ancora più minaccioso - agli occhi degli altri, ovviamente.
«State tramando qualcosa» indico Kai con un cenno della testa, «Dimmi che cos'è.»
«Non posso, Aideen cara» sospira, facendo finta di sistemarsi i capelli scuri.
«E perché no?» aggrotto le sopracciglia.
«Perché... non posso proprio, scusa» scuote la testa, poi si incammina, cercando di scappare alle mie domande.
Lo strozzo.
«Papà...» ringhio, seguendolo.
«Stasera sarai tu a mettere fuoco all'albero di... Natale» dice l'ultima parola come se fosse il Grinch in persona.
«Non sviare il discorso» sbotto.
Si gira di nuovo verso di me, smettendo di camminare.
«Tesoro, non posso proprio, non adesso, almeno. Prova a capirmi...» cerca ancora una volta di fare un sorriso, ma quello che gli viene fuori somiglia più ad una smorfia.
Io stringo i denti, ma quando sto per ribattere, lui mi porge qualcosa.
«Tieni, ecco il fiammifero» dice, provando a mettermelo nella mano.
«Non voglio» tiro via la mano.
«Aideen» me la riprende e ci mette dentro il fiammifero.
«Finché non mi dici niente, io-»
«Va bene, te lo dirò, soltanto... non adesso, okay?» mi interrompe.
Forse posso accontentarmi di questo...
«E perché dovrei metterlo a fuoco io, l'albero?» chiedo.
«Perché ho deciso così. Il presepe però lo faccio io, eh» sbotta.
E poi si gira verso il pubblico. Io faccio come lui, eppure non ci vedo più dalla rabbia. Voglio capire che cosa sta combinando mio padre. L'ultima volta che aveva una faccia del genere mi aveva legata a Kai per sempre... Non posso lasciare che mi inganni di nuovo, devo scoprire che cosa sta succedendo prima che sia troppo tardi.
Il Re degli Inferi torna a guardarmi e io ingoio le parolacce che vorrei urlargli e guardo Anakin e Lilia che mi sorridono. Nemmeno quello riesce a portarmi conforto e a placare la mia rabbia.
Mi giro verso l'albero.
«Che vadano tutti all'Inferno» ringhio, mettendo fuoco al simbolo del Natale.
Salve! Scusate l'enorme ritardo...
Innanzitutto vorrei dirvi buon anno, vi auguro il meglio per il 2022!
Insomma, Aideen è andata da Cassandra, ma le carte non l'hanno soddisfatta. E poi... che cosa staranno tramando Lucifero e Kai? Ah no è vero, noi lo sappiamo già MUAHAH!
Spero di poter aggiornare presto, e scusate per questo capitolo che è leggermente di passaggio...
Baci 😈
-Gaia 💜
P.S: Le carte del Lago Dei Cigni ce le ho davvero AHAH! Potrei anche farvi vedere le carte che ha pescato Aideen su Instagram se vi va! Ditemi nei commenti ❤️
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