Capitolo 13: L'Indovina Infernale.

Aideen

La voce che pronuncia il mio nome mi fa sussultare. Kai avanza verso di me, il viso meno teso del solito.

Da quando sono tornata dal Purgatorio non faccio altro che preoccuparmi del fuoco di Kai che Katherine deve recuperare. Non ho idea di come potrebbe fare. Anakin mi tiene compagnia, e l'altro giorno mi ha anche dato il suo sangue, perciò tutti gli ingredienti sono stati raccolti. Tranne il fuoco, ovviamente.

Torno a concentrarmi sul demone di fuoco. Mi domando che cosa stia facendo qui, nel palazzo di Katherine.

«Ti stavo cercando» risponde ai miei pensieri, «Ecate mi ha chiesto di darti questo.»

Aggrotto le sopracciglia. Di che parla? E poi... non poteva darmelo lei stessa, qualunque cosa sia?

«Anche se qui non si festeggia allo stesso... modo... Mi ha chiesto di augurarti buon Natale.»

Natale? Spalanco gli occhi. Che stagione era quando me ne sono andata dalla Terra? Cerco di ritrovare quella dannata informazione nella mia mente ma non ci riesco. È come se qualcuno mi stesse impendendo di...

Alzo lo sguardo e mi accorgo di Katherine, appoggiata allo stipite della porta. Indossa un vestito rosso, e i suoi capelli rossi sono più ricci del solito. Mentre i suoi occhi verdi mi fissano, la sua voce fa vibrare le pareti della mia mente.

«Non puoi ricordare. Ti distrarrebbe e basta, e lo sai.»

Sbuffo mentalmente, perché mi dà fastidio averla nella mia mente, ma annuisco. Forse ha ragione... ho paura di quanto tempo possa essere passato, e non riuscirei a restare lucida.

Torno a guardare Kai, che sta osservando Katherine. I suoi capelli che erano prima sul castano, sono tornati ad essere accesi dal fuoco.

«Che cos'è?» chiedo, per attirare la sua attenzione.

Il demone di fuoco ci mette un po' prima di tornare a guardarmi, ma quando lo fa, mi porge un biglietto. Quando riesco a leggere mi viene da ridere. È uno scherzo, vero?

«Non so che cosa pensava... ma è un biglietto per entrare nella dimora di Cassandra, l'Indovina Infernale» mi spiega Kai, anche se l'avevo capito anche da sola.
«Non è meraviglioso, Aideen? Tutte quelle domande che gironzolano in quella tua bella testolina finalmente avranno una risposta» interviene Katherine, avvicinandosi a me.

Si arrotola una mia ciocca di capelli intorno al dito, poi mi lascia un bacio sulla guancia, e si allontana.

«Io non...» mormoro, incerta sul da farsi.
«Noi dobbiamo andare, demone di fuoco, ti aspetto fuori» Katherine gli fa un occhiolino, poi esce dalla stanza.

Aggrotto le sopracciglia. Ultimamente escono molto. Chissà che cosa starà succedendo... Dovrei parlarne con mio padre, e spero davvero che non deciderà di tacere questa volta.

«Dove andate?» faccio finta di nulla.
«Ad una riunione» Kai taglia corto, «Buona giornata, Aideen. E buon Natale, immagino.»

Lo fisso mentre se ne va, e stringo i denti. Kai non mente mai, ma è bravo a non dire tutta la verità se non gli si chiede una domanda precisa. E il fuoco dei suoi capelli non si muoveva di un millimetro. Di solito succede quando è teso e cerca di restare calmo e impassibile.

Mi alzo e vado nella camera che è ormai mia. Non saprei, nel castello di Katherine ci passo quasi tutto il mio tempo, e a Kai non sembra dar fastidio. Comunque dovrei tornare con lui, anche perché Evil è da solo. So che Kai si prende cura di lui, però vorrei verificare lo stesso.

«Anakin» chiamo mio fratello mentre mi sistemo i capelli neri.
«Sì?» risponde qualche secondo dopo.

Dallo specchio lo vedo entrare. Indossa una canottiera nera e dei pantaloni dello stesso colore. Sbadiglia e si siede sul mio letto, alzando lo sguardo su di me.

«Oggi è Natale» gli ricordo.

I suoi occhi scuri privi di trucco si spalancano, così come la sua bocca.

«Cos- Oh no!» esclama, schiaffeggiandosi la fronte.
«Che c'è?» aggrotto le sopracciglia, girandomi verso di lui.

Mio fratello si stende sul letto e batte i piedi per terra.

«Mi sono dimenticato di farti un regalo!» piagnucola.
«Ma che dici, qui all'Inferno non si fanno i regali a Natale, porta sfortuna.»

Ridacchio, perché Anakin sembra davvero preoccupato. Eppure non mi ha mai fatto un regalo da quando ci conosciamo. E nemmeno io, ovviamente. Qui all'Inferno Natale è tutta un'altra cosa.

«Lo so, ma pensavo che a te sarebbe piaciuto, e mi sono dimenticato» sbuffa.
«Non ti preoccupare... Non ho bisogno di regali, mi basti tu» alzo le spalle.

Anakin si mette a sedere di scatto, e mi fissa confuso. Mi rendo conto che quello che ho detto è un po' troppo dolce. Bleah. Faccio finta di niente ed esco dalla stanza.

«Io devo andare.»
«Dove?» Anakin mi segue, ancora leggermente addormentato.
«Ecate mi ha regalato un biglietto per andare da Cassandra» spiego, sbuffando.
«L'Indovina?»
«Già.»

Non so perché Ecate abbia deciso di farmi questo regalo... diciamo che non è una cosa strana per lei, ma in questo momento non siamo proprio in buoni rapporti...

«Oh, ma è una figata! Se non vivesse in una grotta e non accettasse solo una persona in duemila anni avrei voluto andarci anche io» mormora portandosi le mani sulle guance.
«Ci vediamo questa sera.»
«Verrai anche te a bruciare il presepe, vero?» chiede.

Mi giro verso di lui, che mi guarda con degli occhietti da cane bastonato.

«Non potrei perdermelo per niente al mondo» rido mentre chiudo la porta.

«La potente Stella Del Mattino nella mia dimora? Mi sento onorata.»

Fisso l'Indovina Infernale fare un inchino e sbatto qualche volta le palpebre.

Quindi è lei... Cassandra. Non me l'aspettavo di certo in questo modo. Me l'aspettavo più... vecchia. Invece quella davanti a me sembra avere poco più di diciotto anni, i capelli scuri corti con qualche perla incastrata in delle trecce. Il suo viso è pallido, e gli occhi, scuri invece, sono truccati in un modo strano, con qualche simbolo che non riconosco. Devo ammettere che è bellissima.

«Ecate mi ha regalato questi.»

Cassandra annuisce, facendo tintinnare i suoi numerosi orecchini e collane. Una collana in particolare attira il mio sguardo: si tratta di un lunghissimo cristallo, così lungo da andare a finire nella piega dei suoi... seni. Il corsetto che indossa li mette in risalto, e mi viene difficile distogliere lo sguardo. Lucifero, è così attraente.

«Sì, me lo aspettavo.»

Lei si avvia verso l'interno di una stanza, e io la seguo. Deglutisco.

Questa casa... o questa grotta, piuttosto, emette un'energia strana. Non stregata, ma diversa da quella che c'è fuori. Sembra pura ma anche avvelenata. Mensole con migliaia di pietre, di erbe, di carte, di statue e libri.

Cassandra è chiamata l'Indovina Infernale perché può predire il futuro, ma in realtà ha tanti altri talenti.

«Che cosa desidera fare, Stella Del Mattino?»

Se continua a parlarmi in quel modo, sbatterla contro il muro e assaggiare il sapore delle sue labbra mi basterebbe. Aideen, non è il dannato momento!

«Non lo so, il biglietto cosa dice?» cerco di pensare ad altro.
«Dice che devo leggerle le carte.»

Annuisco, e lei mi indica una mensola. Tantissime carte sono poggiate lì, e mi fermo a guardarle.

«Scelga quella che preferisce.»

Aggrotto le sopracciglia, perché ce ne sono davvero troppe. Ce ne sono a tema dell'Egitto, a tema della luna, del sole... un mazzo in particolare attira la mia attenzione. Quello del lago dei cigni. Sembra un mazzo così innocuo, gentile... L'immagine della scatola rappresenta una ballerina che danza, agile e perfetta.

Lo prendo in mano e lo mostro a Cassandra.

«Il lago dei cigni... chissà perché proprio questo» mormora, prendendomelo di mano.

Osserva la scatola, poi torna a posare lo sguardo su di me.

«Va bene, prima di cominciare deve ricaricare le energie» dice, «Si stenda lì.»

Indica un divano accanto a noi, e anche se sono confusa, faccio quello che dice.
Lei accende qualche candela e torna accanto a me.

«Potrebbe addormentarsi...» sorride, e non appena comincia a parlare, i miei occhi si fanno pensanti, «E sbloccare qualche ricordo.»

«Non ti preoccupare, prometto che ti piacerà» ripete, e riesco quasi ad immaginarlo sorridere.
«Sei sicuro?» chiedo di nuovo.
«Sì, Stella, sicurissimo.»

Annuisco e lascio che la sua mano fredda stretta intorno alla mia mi indichi dove andare. Ho gli occhi chiusi, ma riesco a sentire il suo respiro, il suo odore. In lontananza sembra che qualcosa si scontri sulla roccia, ma non capisco bene che cosa sia. C'è un po' di vento, ma non mi dà fastidio, anzi, mi dà un leggero sollievo dal caldo.

«Puoi aprire gli occhi» dice dopo essersi fermato.

Obbedisco. Spalanco la bocca.

Davanti a noi si trova... acqua, acqua dappertutto. E sabbia. Le cose che si scontravano sulla roccia erano le onde. L'odore... il sale... Mi pizzicano gli occhi mentre guardo la distesa d'acqua che sembra ricoprire la terra intera.

«È...» deglutisco.
«Il mare» finisce la mia frase, contento della mia reazione.

Mi giro verso di lui, per ringraziarlo. Royal sorride leggermente mentre mi riavvia una ciocca dei miei capelli neri dietro l'orecchio, poi mi lascia un bacio sulla guancia.

«Puoi restare scalza, è più piacevole» aggiunge, prima di cominciare a togliersi la maglietta.

Spalanco gli occhi mentre vedo che comincia ad allontanarsi e ad avvicinarsi alla riva. I suoi capelli neri vengono scompigliati dalla brezza ed è ancora più bello.

«D-dove vai?» esclamo, mentre mi tolgo le scarpe.
«Vieni con me, fa caldo oggi!» mi fa un cenno, per poi tornare a guardare il mare.

Esito per qualche secondo, ma non appena lo vedo troppo lontano da me, mi affretto a raggiungerlo. Royal ha i piedi nell'acqua, mentre io mi fermo un po' prima.

Deglutisco. Mi ero già fatta il bagno in un fiume o un ruscello, ma erano piccoli spazi d'acqua...

Royal sembra accorgersi del mio disagio, perché mi prende la mano e mi guarda dolcemente. Il freddo mi arriva fino al cervello, e non so come mi decido ad avvicinarmi di più a lui, mettendo i piedi nell'acqua.

«Non avere paura, è solo acqua salata» mi rassicura.
«Ma ce n'è così tanta...» sussurro.
«Anche se fosse pericolosa, ci sono io.»

Annuisco, e la cosa strana è che le sue parole mi fanno sentire al sicuro. Eppure quella più forte tra i due sono io, e lo so benissimo.

Il mare comincia ad agitarsi, e le onde diventano più grandi. Intanto, senza nemmeno accorgermene, l'acqua mi è arrivata fino alle ginocchia.

Quando alzo gli occhi un'onda molto più grande delle altre mi fa mettere d'istinto le mani davanti al viso. Aspetto che mi colpisca, ma quando mi rendo conto che l'acqua non mi bagna, apro gli occhi. Mi giro verso Royal ma non lo vedo.

«Oh, per Lucifero!» esclamo, sentendolo tossire, «Ti sei fatto male?»

È per terra, sulla sabbia, tutto bagnato. Oh no! Mi butto su di lui per guardare dove si è fatto male, ritrovandomi anche io stesa sulla sabbia.

«Non è niente» tossisce un'altra volta, poi ride, «Speravo avresti protetto anche me.»
«Scusa» spalanco gli occhi, e mi viene voglia di piangere, «Mi ha colto di sorpresa, era così grande! Ho avuto paura.»
«Non ti preoccupare...» sorride e mi tocca piano la guancia, scuotendo la testa.
«Da adesso in poi farò attenzione» prometto.
«Non ce n'è bisogno, Stella» ribatte, alzando lo sguardo.

Guardo intorno a noi e mi accorgo che tutta l'acqua che ci sarebbe dovuta cadere addosso è sospesa nell'aria, proprio sopra le nostre teste.

Con due dita sul mento mi costringe a guardarlo di nuovo.

«Un bacio me lo dai?»

Non rispondo, troppo occupata a toccare le sue labbra con lei mie. Le sue mani si ritrovano una nei miei capelli, l'altra sul mio fianco. Io non riesco a fare a meno che toccargli piano il petto nudo. Royal è la perfezione.

Alza leggermente il busto, facendo combaciare i nostri petti separati soltanto dalla mia maglietta bagnata. Mentre la sua lingua fredda danza piano con la mia, sento tutto il mio copro prendere fuoco.

«Davvero non avevi mai visto il mare prima?»

È passato un po' di tempo da quando Royal si è fatto investire dall'onda, ma sono ancora leggermente preoccupata. Non credo gli faccia ancora male...

«No... A casa mia ci sono i fiumi» dico, «Però sono rossi.»
«È vero...» mormora, lo sguardo perso nel cielo.
«Ci sono anche le Terme Dell'Inferno» aggiungo.

Questa volta si appoggia sui gomiti per potermi guardare.

«Avete le terme anche all'Inferno?» alza le sopracciglia.
«Sì» annuisco, «Solo i ricchi possono andarci, però.»

Lui ridacchia, con la sorpresa che gli si legge negli occhi.

Torna ad appoggiare la testa sull'asciugamano, senza smettere di guardarmi. Mi prende per i fianchi e mi fa avvicinare a lui. Mi ritrovo stesa accanto a lui, con un suo braccio intorno a me. Sento freddo, e sorrido un po'.

«Come ti senti quando sei laggiù?» chiede dopo qualche minuto.

Boccheggio, perché non mi aspettavo questa domanda.

«Dipende...» mormoro, «Se sono con Anakin tutto è più divertente.»

Anche solo pensare a mio fratello mi fa sorridere. Royal non lo conosce molto bene, ma sono sicura che potrebbero diventare dei buoni... amici.

«Altre volte invece...» abbasso lo sguardo e la voce mi si incastra nella gola.

Royal stringe gli occhi e mi stringe più forte.

«Ho capito, non c'è bisogno di parlarne» sussurra.

Metto il viso nell'incavo del suo collo, e lui mi accarezza i capelli.

«Voglio stare con te per sempre, Royal» bisbiglio.
«Aideen, ascoltami bene» dice, senza smettere di toccarmi i capelli, «Anche quando sarai all'Inferno, sarò sempre con te. Sempre, Stella.»
«E come farai?» chiedo piano, alzando la testa.

Sorride e mi lascia un bacio dolce sulle labbra.

«Ti penserò in ogni momento.»

Ciao a tutti e buona vigilia!
Eccomi con questo capitolo, e scusate per la mia assenza 😭 Il capitolo che riguarda Natale all'Inferno era troppo lungo per essere solo un capitolo, perciò avrete il seguito... non appena riesco a scrivere! Non lo avrete per Natale, non odiatemi, ma spero di poterlo condividere con voi presto! Intanto ecco il mio regalo (la prima metà) di Natale in anticipo, spero che vi incuriosisca 💜
Insomma, questa Cassandra potrebbe aiutarci con un sacco di cose... oppure confonderci ancora di più!
Baci 😈
-Gaia 💜

P.S: il sogno è un regalo speciale - per la team Royal (team Peter, so che siete lì, non vi ho dimenticato e non mi odiate) - ma soprattutto per  EleeBernabei 🥺 buona vigilia e buon Natale! 🎄💫🎁

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