L'incidente

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Tempo: L'incidente.

Si chiese se gli insetti imprigionati nelle teche provassero la stessa sensazione che stava provando lei, trafitta da spilli invisibili che la tenevano ancorata in un'immobilità straziante. Lei però, a differenza degli insetti, doveva sopportare quella tortura da viva.
Poteva sentire la schiena bruciarle da parte a parte; sulla spalla destra la cicatrice si dimenava come lingue di fuoco, sulla base del bacino invece lame affilate si facevano strada tra la sua carne. Aveva già provato quella sensazione molto tempo prima e come quella volta le si presentò dinanzi l'immagine di una vecchia conoscenza.
Due occhi gialli la stavano osservando a debita distanza, preoccupati della sua debolezza.
«Non ho più bisogno di te, lo sai» Le sue labbra non si mossero, a parlare fu una voce dentro di lei che stuzzicò ugualmente le orecchie argentate della nuova arrivata: una volpe.

𝘕𝘰𝘯𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘯𝘰𝘯 𝘵𝘪 𝘢𝘣𝘣𝘢𝘯𝘥𝘰𝘯𝘦𝘳𝘰̀ 𝘮𝘢𝘪, 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢𝘭𝘰. 𝘔𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘲𝘶𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰, 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢𝘵𝘪: 𝘢𝘥𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘦̀ 𝘭𝘦𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘯𝘰𝘪.

La volpe le si avvicinò e con fare materno strofinò il muso contro una sua guancia prima di farla voltare in direzione di una terza figura, una giovane donna dai chiari capelli ondulati. Incatenata anche lei nell'oscurità dagli spilli invisibili, teneva le palpebre socchiuse e il capo chino; sembrava priva di sensi. Volle chiamare il suo nome, ma questa volta non sopraggiunse alcun suono.

𝘕𝘰𝘯 𝘴𝘷𝘦𝘨𝘭𝘪𝘢𝘳𝘭𝘢, 𝘯𝘰𝘯 𝘷𝘰𝘳𝘳𝘢𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘪 𝘥𝘰𝘭𝘰𝘳𝘦. 𝘖𝘳𝘮𝘢𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘨𝘪𝘢̀ 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘵𝘰.

Desiderò chiederle che cosa significava tutto quello, perché percepiva un dolore lancinante alla testa, alla schiena, perché l'amica era coinvolta in un incubo che sarebbe dovuto appartenere esclusivamente alla propria coscienza. Ma quando qualcosa le venne strappato via dal profondo delle carni la mente le si annebbiò.
Seguì distrattamente con lo sguardo la volpe allontanarsi da lei e accucciarsi ai piedi della giovane, leccandole tristemente una caviglia come se cercasse di confortarla.
Per la prima volta un nuovo animale fare la propria comparsa, un coniglio da un occhio rosso. Nei suoi sogni la volpe non era mai stata accompagnata da altre bestie, tant'è che alla vista della piccola creatura la predatrice digrignò le fauci.
Essa le si scagliò addosso, cercando di azzannarla, ma il coniglio fu più svelto e riuscì a raggiungere la ragazza. Senza esitare le morse la base della sua schiena e con i piccoli denti scavò una tana all'interno del suo corpo, rifugiandovisi.
Come la costola del primo uomo aveva dato vita alla donna, in quel momento un parassita era stato impiantato in un corpo che non gli apparteneva. Quella notte, un nuovo occhio rosso si era spalancato sull'abisso del mondo.

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