-67.
Sofia.
"Che ore si sono fatte?" mi domanda Enrico, ed io porto gli occhi all'orologio che tengo sul polso.
"Le cinque."
"Devo andare." si alza in piedi.
"Ma come? Non abbiamo ancora finito!" protesto, alzandomi a mia volta.
"E allora? Abbiamo anche domani." sbuffo.
"Non voglio passare anche la domenica con te." non uso mezzi termini per dirglielo.
"E allora prenderai due." si avvicina alla porta di casa. Lo tiro per un braccio per fermarlo.
"E dai, manca così poco! Finiamolo oggi, così non ci vediamo più!"
"Cos'è, sto rubando tempo alla tua farsa con Lorenzo?"
"Semplicemente non ho voglia di vederti anche domani."
"E invece indovina un po'? Lo farai. Buona serata bionda." esce di casa e sbatte la porta. Di questo stronzo ne ho fin sopra i capelli.
Mi butto a peso morto sul divano, e tiro fuori l'i phone dalla tasca dei pantaloni della tuta.
"Sofia?" la voce di Lorenzo placa di poco la mia ira.
"Amore."
"Che hai fatto?" il suo timbro si incupisce subito.
"Enrico. Mi ha proprio stufato!" esclamo esasperata.
"Vengo lì e ti faccio dimenticare di quel verme in un attimo." arrossisco.
"Dove sei?"
"Tra cinque minuti sono a casa tua." attacca la chiamata.
Sto allegramente spaparanzata sul divano, e guardo una puntata di American Horror Story, quando il citofono mi richiama alla porta. Balzo in piedi e mi fiondo all'uscio.
"Come fai ad essere sempre più bella?" le labbra di Lorenzo si uniscono voraci alle mie, ed il suo corpo mi porta a sbattere contro il muro adiacente alla porta. Le sue mani corrono sul mio corpo, fino ad arrivare al collo. Comincia a massaggiarlo delicatamente con i pollici, mentre le nostre bocce continuano a scontrarsi continue e ripetitive.
Con i suoi baci scende fino al mento, poi sul collo, torturando la mia pelle chiara con la sua lingua.
"Lorenzo..." cerco di fermarlo, anche se sono poco convinta. Questa sensazione mi piace tantissimo, e vorrei che non finisse mai. "Shh, lasciami fare." bisbiglia sulla mia pelle bagnata, riprendendo subito il suo lavoro. "Ti prego non qui... alle sei mia mamma torna dal lavoro." sbuffa. Mi prende in braccio e mi carica sulla sua spalla, poi mi porta con sé fino alla camera.
"Sappi che non mi piace essere interrotto, capito bionda?" dice sbrigativo una volta che mi ha appoggiata sul letto. Si toglie la maglietta e si stende sopra di me.
"Sarebbe sconveniente se mia madre entrasse dalla porta di casa e ci vedesse avvinghiati al muro, non credi?"
"Lo troverei divertente."
"Tu, non lei." gli lancio un'occhiataccia.
"Non mi importa dove, tutto quello che mi interessa è stare insieme a te." mi bacia. Stringo le mani sulle sue guance, prolungando la permanenza delle sue labbra sulle mie.
"Non ti rendi conto di quanto sia eccitato."
"Lorenzo!" lo rimprovero. Quando mi parla così sfacciatamente mi mette sempre in imbarazzo.
"Bionda, cosa c'è!?" ridacchio. Forse alle volte esagero.
"Niente è che..."
"Capisco, ti metto a disagio." annuisco.
"Non ti rendi conto quanto mi piaccia farlo." mi schiocca un bacio sulla fronte, ed io spalanco gli occhi.
"Ah sì, Lorenzo? Sai cosa piace fare a me?" il mio sguardo diventa subito carico di malizia. Questa me la paga.
"Cosa?" l'eccitazione è limpida nel suo tono di voce.
Sguscio via dal suo corpo e mi alzo in piedi, senza dargli una vera e propria risposta. Lui si gira verso di me, rimanendo sdraiato su un fianco. Faccio per togliermi la maglietta, e quando lui capisce le mie intenzioni, allunga un braccio per fermarmi.
"Noo! Fallo fare a me." mette subito il broncio, quando me la sfilo senza ascoltare le sue proteste.
Sto per togliermi anche i pantaloni, ma lui balza in piedi e mi blocca i polsi con le mani.
"Non giocare con il fuoco biondina..." le sue labbra soffici calano sulle mie spalle scoperte. "Potresti bruciarti."
"Non ho paura."
"Mi piace quando sei così insolente e sfacciata."
"A me piace provocarti, invece."
"Te ne pentirai." mi fa l'occhiolino, ed io ghigno soddisfatta.
"Tu dici?"
"Io dico."
"E sentiamo, sei davvero convinto di avere il controllo su di me?"
"Certo, dal momento che sei mia." lo so che è totalmente inopportuno, vista la natura della conversazione, eppure quelle parole mi fanno arrossire.
"Ecco vedi? Ti faccio arrossire quando voglio io." prende a tempestarmi la bocca di baci, quando io mi allontano.
"E a te invece piace quando mi allontano così all'improvviso?"
"No, bionda... mi fa impazzire." si riavvicina, e detta le parole con voce suadente.
"Molto bene." un sorriso mi invade la bocca, sorriso che lui non tarda a baciare, ed io glielo lascio fare.
Lorenzo.
Un'ora più tardi siamo seduti entrambi sul divano in soggiorno, e guardiamo la televisione mentre mangiamo la pizza. Sofia tiene le gambe incrociate davanti a lei, e sopra regge in bilico un cartone con una margherita. "Sono tornata!" avvisa sua madre, aprendo la porta di scatto. Tiene per mano Maria, sua sorella, che a sua volta sgranocchia la cialda di un cono gelato. "Oh, Lorenzo... ciao!" mi saluta cortesemente Celeste, ed io ricambio il gesto. "Dov'è papà?" le chiede la bionda. "Ha accompagnato Beppe ad un concerto".
"Muse?" azzardo a chiedere.
"Sì! Te l'ha detto Sofia?"
"No... mi sarebbe piaciuto andare." forzo un sorriso, e Sofia si gira subito verso di me.
"E perché non ci sei andato?"
"Per stare con te, mi pare ovvio..." lei si schiaffa una mano in pieno viso.
"Ci saremmo andati insieme!"
"Tranquilla non fa niente... so che non ti piacciono, non volevo dirtelo perché non volevo che ti sentissi in obbligo di venire."
Nel frattempo la mamma di Sofia e sua sorella sono sparite in cucina, lasciandoci da soli in salotto.
Sento sbuffare Sofia, poi si risistema al suo posto, e riprende a mangiare. Lascio il cartone di pizza sul cuscino e mi avvicino a lei, che fissa un punto davanti a sé.
"Sei incazzata?" le domando provando a baciarle la guancia, ma lei si scosta in malo modo.
"No."
"Sei incazzata. Perché?"
"Non sono incazzata!" sbotta, smettendo di mangiare ed incrociando le braccia al petto.
"Come vuoi." guardo la televisione, aspettando che dica qualcosa.
"Lorenzo..." mi chiama con la sua vocina piccola.
"Grazie."
"Di cosa?" domando stupito.
"Del...concerto. Sai quanto non mi piacciano i Muse." fa un piccolo sorriso, e non potrebbe esistere qualcosa di più bello, lo giuro.
"Domani passiamo tutta la giornata insieme. Ti va?"
"Certo... oh, no. Lorenzo..." non mi piace affatto il suo tono.
"Cosa c'è?"
"Domani devo finire il progetto con Enrico." i suoi occhi chiedono scusa, ma io sento la rabbia ribollire nel petto. Questo Enrico comincia davvero a stufarmi.
Spazio Autrice.
Vi invito a mettere mi piace ed a lasciare un commento se vi va!
Comunque scusate se aggiorno molto poco, sono gli ultimi capitoli, in più certe volte non ho proprio l'ispirazione, quindi insomma ecco!
Bacini, alla prossima :*
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top