-62.

Sofia.

Troppi messaggi, li ignoro tutti e decido di chiamarlo.
Risponde al terzo squillo.
"Amore!" attendo la sua voce. Il mio entusiasmo cala quando dopo qualche secondo non arriva.
"Tutto bene?" gli chiedo, ancora silenzio.
"Hey? Mi senti?" quasi mi spavento per la sua voce.
"Ti sei divertita ieri?" il suo tono infastidito mi preoccupa. 
"Sì, ma tu cos'hai?" lo sento ridacchiare nervosamente, ed ho subito paura di aver detto qualcosa di male.
"Ho che mi sono rotto il cazzo, Sofia." inizio a tremare. Ho paura di quello che sta per dire.
"Che intendi dire?" la mia voce esce più insicura di quello che mi aspettavo.
"Intendo dire che sono stufo di fare tanto per te, se poi..." si ferma, ed io vorrei solo che continuasse.
"Lascia perdere." e chiude la chiamata.
Sono perplessa, tanto. Mi fermo davanti al cancello del mio condominio e lo richiamo. 
Cinque,
Dieci,
Quindici volte. 
Non risponde nemmeno ad una.
Cambio rotta: nonostante abbia fame, viro e in pochi minuti mi ritrovo a suonare al campanello di Brian.


"Sofia." la sua voce assonnata mi accoglie. Dev'essersi svegliato da poco. "Brian, ciao." "Buongiorno." 
"Hai un minuto?" annuisce, e mi fa spazio per entrare.
"Che succede?" si siede sul divano, io resto in piedi. Troppi ricordi.
"Sai cos'ha Lorenzo?" nega con la testa.
"E' successo qualcosa fra voi due?" sta volta sono io a fare cenno di no.
"Abbiamo fatto pace giusto due giorni fa!" esclamo, e lui scrolla le spalle.
"Non lo so proprio." la sua espressione non mi consola.
"Di che parlate?" Alberico fa il suo esordio nel soggiorno, e viene verso di me per salutarmi. Mi cinge i fianchi con un braccio e mi stampa un bacio sulla tempia. 
"Inizia con L, e non è che ti vada proprio a genio." rispondo, sospirando.
"Sta volta che ti ha fatto?" ridacchio.
"Credo di essere stata io." assaporo l'amara verità. Sono stata una cretina a non farmi ridare il telefono da Enrico, l'ho ignorato, e lui se l'è presa.
"Vuoi che ci parli io?" propone Brian. 
"Se puoi... ora sono molto confusa. Se scoprite qualcosa però, ditemelo." li saluto entrambi, e poi esco per tornare a casa.

Lorenzo.

Non appena entro nella stanza, tutti gli occhi di ogni presente sono puntati su di me. 
Mi sposto a disagio, e imprimo un sorriso sulle labbra. 
"Che sei venuto a fare?" il tono di disprezzo smonta le mie sicurezze. Se prima avevo una vana speranza di poter rientrare nella comitiva, adesso è proprio svanita. 
"E' troppo chiedervi di poter tornare con voi?" domando insicuro, giocherellando con le dita. 
"Vieni." Cecilia mi prende in disparte, sotto gli occhi sprezzanti di tutti.
"Ma dove diavolo sei finito?!" abbasso lo sguardo.
"Un po' in giro per l'Europa." alza gli occhi al cielo, esasperata.
"Non lo controllo io, l'amore." dico. E lei mi guarda confusa.
"Ho conosciuto una ragazza e... ne sono fottutamente innamorato. Ho fatto qualsiasi cosa per lei, ma oggi l'ennesima mazzata..." devo cambiare argomento, o rischio di sfondare la parete per la rabbia provocata dalla gelosia. Ha passato la serata con quell'Enrico di merda, lui l'ha stretta tra le sue braccia, e le ha accarezzato i ricci biondi... 
"Lorenzo? Sicuro di star bene?" la sua mano fredda sulla mia guancia bollente mi riporta alla realtà.
"No, non sarei dovuto venire." giro sui tacchi e faccio per uscire, ignorando i richiami di Cecilia. 

Esco dalla sala prove e mi appoggio alla ruvida parete per riprendere fiato. 
"Lei di dov'è?" la voce di Cecilia mi fa sussultare. 
"Milano." rispondo. 
"Ti piacciono lontane." ridacchia, ma io no.
"Tanto non riuscirei ad afferrarle nemmeno se fossero di qui." 
"Tu dai per scontato troppe cose, Lorenzo."
"Ad esempio?" infilo una mano nella tasca dei jeans e ne estraggo il pacchetto delle Chesterfield. "Vuoi?" tendo la mano verso di lei, ma nega con la testa.
"Ad esempio il fatto che a volte ti fai scivolare tra le mani tante occasioni. Bisogna saper fare le proprie scelte e non pentirsene. Mai. E comunque non fumo." rifletto sulle parole della mia amica, prima che mi rivolga un ultimo sorriso sincero e rientri dentro.
Io ho scelto Sofia, e sono sicuro al cento percento che la risceglierei se dovessi tornare indietro.
Magari è tutto un gran malinteso, però perché Enrico era con lei, ieri sera tardi? Devo scoprirlo, ma sono stufo dei messaggi.
Devo tornare a Milano.

Sofia.

Mi avvicino con la seggiola al tavolo, accavallando le gambe sotto di esso. "Quindi abbiamo detto, prima Alighieri, poi Boccaccio, successivamente Manzoni,Leopardi e per finire Pirandello." appunto su un foglio tutti questi grandi autori. "Perché anche Pirandello?" lo guardo arricciando il naso.
"Tu hai scelto Leopardi e a me non piace, quindi io metto Pirandello perché è uno dei miei preferiti, e non avrai diritto di parola su questo." rispondo, e lui sbuffa.
"Ma non c'entrano nulla gli uni con gli altri." 
"Leopardi non c'entra niente con nessuno degli altri, il problema non è Pirandello!" gli faccio notare sfottente. So di avere ragione, e lui deve darmela.
"Tu hai un'idea sbagliata di Leopardi." controbatte.
"Sei tu che non lo studi, diverso."

"Bionda, lo sai che lo faccio più di te." serro i pugni, e prendo un bel respiro per non perdere completamente la calma, anche se come stimolate fa il suo lavoro.
"Non voglio litigare per questa cazzata, restano entrambi gli autori e non si discute. Stiamo provando ad andare d'accordo, ricordi?" Annuisce, anche se non del tutto convinto, ed io sorrido.
"Che ti ridi, bionda?" comincia a digitare tasti sul mio computer, per trovare delle informazioni sui poeti. "Perché ci odiavamo?" si volta verso di me.
"Io ti odio ancora." sbuffo una risata.
"Bugiardo." rimane in silenzio.
"Non lo so, credo per qualche dispetto che ci siamo fatti da piccoli...e poi perché sei insopportabile e stupida." risponde con nonchalance mentre scrolla le pagine digitali sullo schermo. 
"Che piacere parlare con te!" esclamo, e lui mi fa l'occhiolino. 
"Sai bionda..." dice dopo qualche minuto di silenzio. "Effettivamente non sei tanto male quanto pensavo." questo mi lascia a bocca aperta. Da lui non me lo sarei mai aspettato.
"Lo devo considerare come un complimento?" dico sarcastica.
"Non lo so... ci sto pensando." fa una smorfia compiaciuta, poi torna a concentrarsi sulle biografie.
Magari io ed Enrico possiamo davvero essere amici. 


O forse no.


Spazio Autrice.

Secondo aggiornamento, AMATEMI! 
Oggi sono andata a vedere Allegiant, quanti di voi l'hanno visto?
NON E' PER NIENTE COME IL LIBRO, UFFA!!

ANYWAY 50 MILA LETTURE! UN PICCOLO PASSO PER LA STORIA, UN GRANDE TRAGUARDO PER ME!

Vi ringrazio davvero di cuore, mi rendete troppo felice e fiera di me stessa, soprattutto con tutti gli splendidi commenti che trovo sempre sotto ogni capitolo! 

Ah, e buona festa del Papà!!

Baci, ci vediamo al prossimo capitolo! :*


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